GTA V, ma anche no…

La serie di “Grand Theft Auto“, GTA per gli amici, diciamo che ha rivoluzionato il mondo dei videogiochi mettendo al centro del gioco un criminale di basso cabotaggio che, cercando il suo posto al sole, finisce per scalare l’impero della mala.

Altro punto caratteristico è sempre stata la vastità dell’ambientazione di gioco, intere città ricostruite digitalmente e interamente esplorabili, quasi sempre parodie controparti di città reali. In secondo luogo la varietà di armi e di veicoli utilizzabili.

Terzo punto a suo vantaggio è che catalizza l’odio della stampa venendo additato come innesco della violenza giovanile nel mondo… a parte le colossali minkiate che dicono è comunque pubblicità.

Personalmente GTA mi è sempre piaciuto, fina dalla sua bidimensionale prima apparizione nel lontano 1997. Il mio preferito in assoluto è “GTA: Vice City“, praticamente la versione videoludica e violenta di “Scarface” con Al Pacino, non che “Scarface” fosse un documentario sulle Suore Orsoline in origine. Il secondo in ordine di preferenza “GTA: San Andreas” la cui unica pecca è che il protagonista, Carl Johnson, non ha il carisma di Tommy Vercetti di Vice City. Per il resto gran gioco.

Nel 2008, con l’avvento delle console “Next Gen“, la Rockstar pubblica Grand Theft Auto IV, preventivamente pompato su tutti gli organi di stampa con la presentazione del nuovissimo motore grafico per la fisica, gli scontri e l’Euphoria Engine per la gestione dei movimenti ultrarealistici del corpo umano.
Ad ogni nuovo trailer, ogni preview, ogni scoreggia post sui forum l’hype mi saliva alle stelle, più della pressione in un iperteso sotto sforzo.
Finalmente esce, mi fiondo in negozio lo prendo e corro a casa a provarlo.

Il protagonista è Nikolaj “Niko” Bellic, un serbo emigrato negli Stati Uniti in cerca di successo che, per una serie di coincidenze e grazie al cugino idiota, entra in contatto con cattive compagnie e via  che comincia la scalata alla malavita di Liberty City, la versione grandtheftautizzata di New York.

La strage è quasi un obbligo in GTA...

Per le prime sessioni il gioco è davvero divertentissimo, l’Euphoria funziona benissimo, le persone fanno morire dal ridere quando volano giù dalle scale o quando le investo. Anche la storia comincia ad appassionarmi. All’inizio è tutto meraviglioso, ma poi…

Poi le missioni diventano tutte fottutamente uguali: vai dal capoccia che ti affida il lavoro, rubi un auto, attraversi la città, uccidi la vittima e torni indietro a riferire. Se disgraziatamente dovessi morire durante uno dei passaggi, si ricomincia da capo perdendo tutto: soldi, armi e porca puttana è meglio ricaricare. Ma mettere dei check point in mezzo alla missione, no? Lo sforzo era eccessivo? Ne bastava anche solo uno all’inizio della missione e invece no, niente, sei morto e devi ricominciare da capo.

Quegli scienziati fenomenali della Rockstar, poi, hanno avuto l’idea folgorante di dotare Niko di un telefono cellulare per tenersi in contatto con i boss e gli amici.
Gli amici, criminali come te, sono quelle fantastiche persone che ti chiamano per andare a bere, giocare a biliardo, a bowling, a freccette… tutte cose  che normalmente i criminali fanno per divertirsi. Gli amici erano pure molto permalosi, tutti quanti, non potevo dirgli: “No, guarda ho avuto una giornata pesante, ho ucciso una marea di gente, mi hanno inseguito e sparato, ora non mi va di andare a giocare a freccette…” che subito il loro indicatore di amicizia calava vertiginosamente. Allora ti toccava richiamarli e portarli all’autoscontro così ti perdonavano e l’indicatore tornava come prima.
Le sessioni si riducevano in: missione, 2 o 3 volte ripartendo da casa se morivi, finita la missione squillo del cellulare: “Oh ti va di andare a giocare a bowling?”
Niko: “Sì, va bene”
L’amico di turno: “Ok, sono esattamente dalla parte opposta della città, hai 1 ora d’orologio per venire a prendermi, altrimenti non ti parlo più!”
Ma come è possibile che il mio amico si trovi sistematicamente dalla parte opposta della città e mi dia solo un’ora per andare a prenderlo?! Ma non può venire lui a prendermi una fottuta volta, visto che vuole sempre uscire?
Ok, andiamo a prenderlo, di corsa che c’è pure traffico, è sempre l’ora di punta di punta a Liberty City, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Finalmente arrivo a prenderlo, la macchina ridotta a un catorcio fumante per i 200mila incidenti che ho causato per arrivare in tempo, 25 persone sulla coscienza, poi al bowling per una lunghissima, noiosissima partita e lo riporto indietro.

Bello le prime 10 volte, poi spegni il cellulare, qualcuno con un po’ di cervello alla Rockstar per fortuna ci ha pensato, quindi nessuno ti rompe le palle se non vuoi e i valori di amicizia, rispetto, o quel che era, non scendono. Che liberazione!

Per fortuna ci sono le donne… stessa cosa degli amici, solo che se fai un incidente mentre sono in macchina con te, ti mollano. Se le porti al bowling quando loro volevano andare alle freccette, ti mollano. Se le spingi giù dalle scale della metropolitana, ti mollano e subito dopo muoiono.

Dopo una settimana e mezzo che sto giocando a GTA IV ho la sensazione che se giocassi ad un simulatore di impiegato del catasto il grado di divertimento sarebbe lo stesso.

L’ultima missione che ho affrontato è stata: ferma il trasferimento di un criminale nel nuovo carcere fuori città e salvalo.
Vado quindi all’incontro con i complici, dall’altra parte della città, entro la solita ora e con un camion blocchiamo il convoglio della polizia. Sparatoria, salgo sul furgone che trasporta il prigioniero e cerco di fuggire dalla polizia. Sono seguiti 40 minuti di uno snervante inseguimento. Posti di blocco ovunque, sparatorie, inseguimenti, speronamenti, alla fine, non ho idea come, riesco a seminare la polizia. Il furgone che guidavo fumava, 2 gomme a terra, crivellato di colpi peggio di un gruviera, lo infilo nel garage del boss e finisce la missione. Esausto, divertito come una vittima di bullismo.

Forse ho fatto qualche altra missione, ma non ricordo. Ricordo solo che la voglia di mettere il disco dentro la play era la stessa di mettere le dita in un cassetto e chiuderlo di botto. Alla fine il gioco è tornato in negozio per il credito su un altro. Magari divertente stavolta.
Eppure  le carte in regola le aveva per essere un gran gioco.

Ora GTA V è stato annunciato, c’è in giro un altro fuorviante trailer che mostra meraviglie… sembra. Ma stavolta mi sa che non lo attendo spasmodicamente, nonostante il popolo del web stia facendo la schiuma per quel gioco. Stavolta aspetterò che escano tutte le magagne e invece di leggere le stronzate recensioni aspettorò con calma le impressioni della gente.

2 anni dopo la delusione di GTA IV mi hanno regalato “Red Dead Redemption” un’avventura simil GTA ambientata nel Vest West, ma magari di questo parliamo un’altra volta.

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

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Informazioni su MrChreddy

Nato da da padre Vic 20 e madre Amiga 500, è cresciuto negli anni '80 allevato da videogiochi, fumetti e film. La sua mente vaga ancora in quell'universo parallelo, mentre il suo corpo si muove in questo rimpiangendo di aver perso tutti i suoi giocattoli di quando era piccolo. Li avesse ancora, ora sarebbe milionario. Precisino della minkia fino al midollo, non è mai soddisfatto di quello che vede, legge, gioca e trova sempre qualcosa che non va o che si sarebbe potuto fare meglio in tutto quello che gli capita tra le mani. Ha la lingua più veloce del cervello, prima parla poi pensa a quello che dice. Anche ore o giorni dopo. Per fortuna le sue idee e paranoie trovano sfogo su questo blog e non sulle macchine di quelli che hanno rovinato i suoi miti d'infanzia. Spielberg e Lucas tirano un grosso sospiro di sollievo e ringraziano per la nascita di Nerds' Revenge, che non hanno voglia di cambiare macchina ogni settimana.

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