Andy Whitfield: un piccolo omaggio per il grande Spartacus

Spartacus

« I had no choice, a man must accept his fate. »
« …or be destroyed by it. »

Spartacus & Sura, Old Wounds

Con questo piccolo memoriale mi assumo l’onere di dimostrare che non è vero che parliamo solo di fighe mone pucchiacche gnocche belle donne. Ieri ho finito di rivedere Spartacus: Blood and Sand, la serie tv che racconta le gesta del’omonimo gladiatore trace (ovvero proveniente dalla Tracia. Ci tengo a sottolinearlo perché ieri Cap, confuso dai troppi anglismi della società moderna, mentre leggeva si è fermato e mi ha chiesto: «ma che cazzo è un gladiatore “treis”?…», un po’ come quelli che al Louvre la “Nike di Samotrace” la pronunciano: “Naik di Samotreis” ) e forse è anche l’unica stagione di una serie il cui sequel è il prequel.

L’ossimoro è  purtroppo dovuto al fatto che, come forse sapete, Andy Whitman si era ammalato di linfoma e la produzione, per dargli il tempo di curarsi, aveva deciso di interrompere la serie e produrre sei puntate che raccontano la storia della scuola gladiatoria prima del suo arrivo a Capua.

Sulla confezione del box di 5 dvd che ho trovato ravanando in un cestone dell’Iper c’è una frase ripresa da un articolo di Aldo Grasso, “…uno Spartacus che sembra rivisitato e corretto da Quentin Tarantino, un pulp gladiatore che combatte in un’arena di sangue, sabbia e sesso. Non è Roma, ma Sodoma…”  non so se rende veramente l’idea: la fotografia è sicuramente ispirata a Frank Miller, a “300”, secondo Cap c’è anche qualcosa di God of War, e forse anche qualcosa di Tinto Brass…

Spartacus e Sura

Andy Whitman purtroppo è morto, un giorno di fine estate a Sydney (in Australia era la fine dell’inverno), qualche mese prima che trovassi la serie completa in avancassa, nascosta sotto un disco della Zanicchi e un documentario su Apicella.
Ciò che continua a lasciarmi impressionato ogni volta sono i dialoghi: il fatto di sentirlo parlare del prorio destino e della propria morte fa davvero effetto: è come vedere e sentir parlare il suo fantasma.
Anche se non si direbbe, Andy Whitfield era un ingegnere di mezz’età, sposato e con due figli. Dopo essersi laureato infatti aveva lavorato per un pò come ingegnere strutturale e come ispettore edile per una società di consulenza, prima di intraprendere la carriera nello spettacolo come modello e come attore. Insomma, (parafrasando quello che mi aveva detto non ricordo chi a tal proposito) è uno che ha provato proprio tutto nella vita, anche la morte. E il mondo sente già la sua mancanza (pare che la seconda serie di Spartacus sia venuta proprio male e senza di lui il personaggio abbia perso mordente e carisma).
In questi casi è il destino che meriterebbe di finire in ascensore con Ryan.

Vi lascio ad un simpatico corto che ha girato insieme a Freddiew…

EDIT:

Al momento di scrivere questo post non lo sapevamo, ma abbiamo scoperto che stanno preparando un documentario su Andy Whitfield e la sua lotta contro il cancro al pancreas: “Be Here Now“.
Noi vi proponiamo una commovente presentazione che è stata pubblicata in rete, presentata dal suo amico Jai Courtney, il Varro di “Spartacus: Blood and Sand”. Se volete saperne di più, a questo sito potete trovare altre info sul progetto.

Scritto da: Lord Casco

"Soffro la solitudine dei Numeri Pirla"

4 pensieri su “Andy Whitfield: un piccolo omaggio per il grande Spartacus

  1. Ogni volta che lo vedo così in salute mi sembra impossibile che nn ci sia più… :((
    Nn credo proprio che vedrò le serie a seguire di Spartacus…mi sembrerebbe di tradire la sua memoria…
    Il corto di Time Crisis con Andy è proprio una chicca! Grazie Lord Casco :-)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.