La strage di Denver e la cialtronaggine giornalistica

Sicuramente saprete tutti cosa è successo a Denver venerdì all’anteprima di mezzanotte di “The Dark Knight Rises“, ne hanno parlato tutti.

Ero indeciso se scrivere oppure no un post sull’accaduto. Se fosse successo in altre circostanze probabilmente non l’avrei scritto, il tema del blog è di tutt’altra natura. Alla fine questo week end, per una serie di motivi che evincerete leggendo il post, mi son deciso a parlarne.

Sostanzialmente è successo che un folle, vestito più o meno come Bane nel film: maschera antigas e giubbotto antiproiettile, è entrato in un cinema, dove proiettavano l’anteprima del nuovo film di Nolan su Batman, ha lanciato un fumogeno e ha sparato sulla folla in panico. Risultato 12 morti e una cinquantina di feriti.

Non sono un antropologo, non studio l’umanità, ma ho come l’impressione che non ce la facciamo più. Tutti tiriamo avanti, ci arrabattiamo, lavoriamo per portare a casa dei soldi che ci permettono, forse, di arrivare a fine mese. Mandiamo giù merda a palate, siamo vittime di governi che ci prendono per il culo costantemente. La maggior parte, per fortuna, ce la fa a mantenere un po’ di dignità e contegno, ma evidentemente qualcuno non è così forte. Ci sono gli anelli deboli che ad un certo punto vanno fuori di testa e compiono una strage.

Lo fanno in luoghi affollati, nelle scuole, nelle metropolitane, nei campi estivi, come è successo in Norvegia l’anno scorso.
Stavolta è capitato in un cinema, alla prima di un film molto atteso. La cosa che mi fa più orrore di questo ultimo atto di ordinaria follia è che è capitato in un luogo dove la gente va per rilassarsi, per staccare per un paio d’ore dalla merda quotidiana che ha intorno. Probabilmente la sala era piena di appassionati che seguivano da mesi le informazioni sul film, i dettagli e lo aspettavano con ansia. Un pazzo ha rovinato la festa a tutti.

Ovviamente la stampa ci ha sguazzato in questa tragedia, spettacolarizzandola, strumentalizzandola. La stampa italiana non poteva sottrarsi al banchetto imbandito, con i suoi soliti modi qualunquisti e disinformanti. Repubblica, mica un giornaletto di quartiere, addossa la colpa a Batman e al suo creatore, Neil Gaiman, come fattore scatenante del tutto, visto che il folle si era tinto i capelli di rosso per imitare il Joker…

È chiaro che il giornalista in questione non si è nemmeno dato la briga di leggere le notizie battute, ognuna riportava il fatto che fosse vestito come Bane, ma si è limitato ad un sentito dire tipo: “Era vestito come il nemico di Batman” e quindi ha fatto di testa sua, conoscendo un solo nemico, il Joker, ha scritto che era lui, cannando anche il colore dei capelli. Poi ha dato come creatore di Batman il povero Neil Gaiman, il vero creatore di Batman è Bob Kane, accusandolo di aver inventato un fumetto che fa della violenza la sua bandiera.
Sono opinioni, ma il problema non è quello, o meglio non solo quello, bensì il fatto di non informarsi adeguatamente. Può essere accettabile l’ignoranza. Non tutti possono sapere chi è Bob Kane, o quanti nemici ha Batman, ma se sei un giornalista il minimo è informarti. Bastano 5 secondi su Google per sapere il nome del creatore di Batman, o da cosa si pensa si sia vestito l’alienato che ha compiuto la strage. Se interessa divulgare qualcosa, se invece basta dare la notizia, allora uno può scrivere quello che vuole e morta lì.

Noi nel nostro piccolo prima di fare un post (non siamo giornalisti, non ci viene in mente di chiamare “articoli” quello che scriviamo sul nostro blog) ci mettiamo a fare ricerche, leggere, capire, anche se i nostri post sono “divertenti” e fatti per farsi 2 risate, cerchiamo di avere un briciolo di rispetto per quelli che ogni tanto passano di qui a leggere. Perché i giornalisti no, quando sono anche pagati profumatamente per farlo?
Non tutti i giornalisti sono così, ovviamente, alcuni sono anche seri, ma si contano sulle dita di una mano.

L’articolo di Repubblica ha fatto il giro del web in 80 secondi, gli utenti, i fans, si sono scatenati, con prese in giro dell’articolo e del giornalista che l’ha scritto, rischiando che tali reazioni vengano usate a suffragio dell’ipotesi dell’articolo.
Anche Gaiman ha ricevuto la notizia e ha risposto così su Twitter:

Tralasciando l’infelice articolo italiano, in tutti gli articoli sulla vicenda si è parlato della violenza nei film, nei fumetti, nei videogiochi, dell’insensibilizzazione all’omicidio, al sangue e tutte quelle cose che escono appena succede qualcosa che è un minimo legata all’ambiente puramente ludico. Avevamo già stigmatizzato questo modo di fare giornalismo con i soliti nostri toni scherzosi.
Ovviamente non sono d’accordo con queste facili teorie e questa psicologia da giardinetti la domenica pomeriggio. Son cresciuto, come molti altri, con i videogame, con i fumetti, con i film. Horror, guerra, violenza, Dylan Dog a colazione, ma non mi è mai venuto in mente di entrare in un cinema e sparare addosso al pubblico, di entrare in una scuola e fare una strage, o di macellare mia madre e nasconderla nel frigorifero. C’è ovviamente dell’altro alla base, una specie di nota stonata che entra in risonanza con qualcosa e fa scattare la follia. Con tutta la violenza che i fumetti possono trasmettere, questo aveva in casa un arsenale, tra bombe, caricatori e chi più ne ha più ne metta, capace di far saltare per aria un quartiere intero e non son convinto che lo abbia fatto perché ha giocato a COD, oppure ha letto Batman.

Rimane il fatto che un sacco di gente è morta per niente. La felicità per l’uscita di un film tanto atteso è stata irrimediabilmente rovinata. Christopher Nolan, Christian Bale e tutti gli altri attori del film, si sono detti solidali con le vittime della tragedia. La Warner e le major hanno sospeso le dichiarazioni sugli incassi per il week end in segno di rispetto.
Insomma la tragedia ha colpito tutti. Fra un mese, quando il film uscirà finalmente in Italia, probabilmente non lo si potrà guardare a cuor leggero come si sarebbe dovuto fare.

 

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Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

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Informazioni su MrChreddy

Nato da da padre Vic 20 e madre Amiga 500, è cresciuto negli anni '80 allevato da videogiochi, fumetti e film. La sua mente vaga ancora in quell'universo parallelo, mentre il suo corpo si muove in questo rimpiangendo di aver perso tutti i suoi giocattoli di quando era piccolo. Li avesse ancora, ora sarebbe milionario. Precisino della minkia fino al midollo, non è mai soddisfatto di quello che vede, legge, gioca e trova sempre qualcosa che non va o che si sarebbe potuto fare meglio in tutto quello che gli capita tra le mani. Ha la lingua più veloce del cervello, prima parla poi pensa a quello che dice. Anche ore o giorni dopo. Per fortuna le sue idee e paranoie trovano sfogo su questo blog e non sulle macchine di quelli che hanno rovinato i suoi miti d'infanzia. Spielberg e Lucas tirano un grosso sospiro di sollievo e ringraziano per la nascita di Nerds' Revenge, che non hanno voglia di cambiare macchina ogni settimana.

15 pensieri su “La strage di Denver e la cialtronaggine giornalistica

      • L'analisi, purtroppo per le circostanze, è esatta. ed ancora una volta noi italiani (e colleghi) non si è persa l'occasione neppure questa volta di fare la classica figura di merda internazionale. Questo perché devono per forza far partire le crociate anti fumetto o, come fu l'anno scorso per Utoya, contro i videogiochi. Purtroppo la maggior parte dei giornalisti in Italia sono vecchio stampo ma sono i rimasugli della cacca vecchio stampo quelli che vivevano all'ombra dei grandi maestri che per età sono andati via. Non posso e non voglio difendere la categoria a cui appartengo, ma è chiaro che dovremmo darci una mossa anche per raccontare meglio cosa avviene e limitarci a dare le notizie cosa che nei tg non si fa più perché si aggiunge il commento che vuoi o non vuoi ti porta in una direzione voluta dai direttori. Vergognoso accostare questa strage dettata più dalla follia di questo ragazzo (per cui oggettivamente non riesco a provare pietà, scusatemi ma è così), che da dietrologia applicata al fumetto. Vergognoso ricamarci sopra per vendere le famose copie in più. E se parli con loro, sono nel giusto e sono maestri di sta cippa di giornalismo. Scusa lo sfogo :-) Ma ogni tanto ci vuole

        • Hai ragione Edo. Non sapevo fossi giornalista e non era mia intenzione offenderti, né offendere altri che il loro lavoro lo fanno seriamente.

          Ormai i TG sono diventati dei contenitori di spot per altre trasmissioni "giornalistiche" e per politici. Non li guardo più ormai, così evito di incazzarmi tutte le volte.

          Ormai, comunque, è una rincorsa al sensazionalismo, a chi la spara più grossa. La cosa agghiacciante è che per una cosa che conosciamo e che riusciamo a codificare come "immensa puttanata" ce ne sono tante altre che invece ignoriamo e che non possiamo distinguere dalla realtà. Mi fa paura pensare che ho preso per buone tante cose che magari sono cazzate. Mi fa paura essere convinto di cose che non sono vere.

          • la penso pure io alla tua maniera. E mi fa rabbia che i colleghi facciano cose del genere. Chi scrive ad alti livelli ma anche chi scrive o comincia a farlo, dovrebbe sempre ricordarsi che può influenzare l'opinione pubblica e dovrebbe usare le parole con moderazione. Purtroppo non esiste più questo ragionamento. Per il resto concordo in toto con quello che hai scritto. Ti invito a leggere anche, ma è una cosa molto meno grave della strage di Denver, la trovi nella home ed è il punto interrogativo. Articolo sul Venerdì di Repubblica (sempre loro eh?). Un mio commento su quante puttanate scritte.
            Io faccio il mestiere da 12 anni, senza contratto, con una paga da far schifo. Se andassi a fare il cameriere me la passerei meglio. Non sono una cima, non ho l'estro di molti miei colleghi, ma se scrivo da 12 anni un motivo c'è. Detto questo, ti ripeto: mi trovi d'accordo con quello che hai scritto e con quello che hai espresso, tra l'altro senza offendere niente e nessuno ma esponendo soltanto i fatti. In sostanza, hai fatto tu il giornalista rispetto a molti altri che imbrattano le prime pagine dei giornali con i loro editoriali firmati e strapagati inutilmente.

            • "Grazie ancora del complimento…" *disse rosso in viso per l'imbarazzo, visto che per lui prendere i complimenti è come girare nudo per strada*

              Ora leggo quello che hai scritto ;)

      • No, sei stato molto preciso e lucido. In molti avrebbero preso lo stendardo dei comics e fatto un'invettiva sull'ingiustizia della società che li emargina se non per farci miliardi coi film etc. Il che avrebbe fatto più male di mille articoli scritti da cervelli sottovuoto che lavorano in catena continua come quel giornalettista.

  1. E' una cosa che mi fa particolarmente incazzare: come si può far ricadere la colpa delle stragi su film, videogiochi o altre forme di intrattenimento? Come dire, che so, che Sergio Leone è responsabile degli ammazzamenti a colpi di revolver. Il problema non è solo il modo qualunquista o ignorante con cui vengono trattati questi argomenti, ma credo che sia un problema di stupidità. Purtroppo gli stupidi invadono ogni categoria professionale, giornalisti inclusi. Comunque hai trattato l'argomento in modo tutt'altro che qualunquista: ci sono i veri giornalisti, quelli che cercano la verità, e ce ne sono altri per cui raccontare la verità è solo una perdita di tempo…

  2. Ciao. Non mi stupisce di certo: appena sentii la notizia, pensai subito che gli ingredienti ci sarebbero stati tutti per la caccia al fumetto o al "videogioco". Nessuno, ovviamente, si è chiesto se forse il problema non sia nel fatto che negli USA puoi comprare mitra e bombe a mano al supermercato. Sparare notizie a sensazione capita dappertutto, ma altrove, queste cose si trovano sui tabloid e giornali meno seri. In Italia è diverso, perchè c'è un problema culturale. In Italia, la classe dominante (politici, giornalisti, opinionisti, dirigenti…) ha fatto una scoperta sensazionale: possono disintiguersi dalla massa delle pecore, dei coglioni e dei servi fondando la propria cultura sul nulla. Sulla parola vuota, sul concetto sofista e vacuo. Questa rivoluzione data almeno dai tempi di Bellarmino, che mise a processo Galileo perchè aveva osato parlare di semplice realtà vista in un telescopio, contraddendo l'autorità (basata sul nulla, cioè parole vuote, come i cieli "incorruttibili"). E' una scoperta meravigliosa perchè ti libera dalla dittatura del rendere conto di qualcosa: chi sa fare in Italia è uno sfigato, un "operativo" e va sfruttato (pagandolo poco). Il vero uomo di spirito non sa niente e non sa fare niente. Il sapere tecnico è inferiore. L'uomo vero sfrutta gli altri, ed elargisce perle di saggezza. E' una scoperta veramente meravigliosa! Il politico è solo immagine e chiacchiere, non deve sapere niente di quello che amministra (ci mancherebbe, sono cose da "tecnici"). Non deve rispondere su niente, anche se l'economia va a rotoli. Il dirigente licenza a caso o assume a muzzo parenti amici e clientela varia, o imbastisce regole assurde che servono solo a giustificare la sua esistenza o levargli responsabilità. Il giornalista spara a raffica, cercando di dimostrare la sua tesi preconcetta, utile a educare le "masse" inferiori ai propri fini. La realtà? due risate. Sapete che ogni volta che leggo di una notizia di cui ho informazioni di prima mano, scopro qualcosa di sbagliato? magari anche cose piccole, come l'orario in cui si è svolto un incidente… o particolari curiosi, come che uno fuma il sigaro quando lo conosco e non è vero… non c'è cultura della realtà in Italia, e questo genera corruzione, inefficienza e parassitismo.

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