Lincoln, il presidente Santo Subito e Spielberg prof. di storia politica

Sabato avevo deciso di andare al cinema ed ero indeciso tra due film. Alla fine avevo scelto di vedere “Flight” rimandando “Lincoln” a questa settimana e l’ho comunicato sulla nostra pagina di Facebook, ma alcuni fan mi hanno fatto cambiare idea, spingendomi a vedere prima “Lincoln“.

Che poi, mica è uno sforzo andare a vedere un colossal storico di Steven Spielberg, è acclamato dalla stampa americana, ha ricevuto un sacco di nomination agli Oscar, mi son detto: “Non sarà molto pesante“, così sono entrato in sala con il sorriso pronto a farmi trasportare dalla magia di Spielberg e dall’interpretazione di Daniel Day Lewis

Quindi ora parliamo di “Lincoln“. Per dovere di cronaca vi avverto che ci sono spoiler nel post… che poi, spoiler, giusto se non sapete cosa ha fatto Lincoln nella sua vita potrebbe essere uno spoiler…

Gennaio 1865, è il quarto anno consecutivo della sanguinosa Guerra di Secessione e Lincoln è appena stato rieletto per la seconda volta come Presidente degli Stati Uniti d’America.
Lincoln vuole far approvare il XIII Emendamento alla costituzione e bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla… schiavitù… bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla… mancano 20 voti bla, bla, bla, bla, bla, bla,bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla… repubblicani… bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla,  bla, bla, bla, bla, bla… democratici… bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla… XIII Emendamento… bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla,bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla… papà voglio fare il soldato bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla… che tragedia abbiamo perso un figlio… bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla… emendamento approvato… bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla… abbiamo inculato gli stati del sud… bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla
Aprile 1865, la guerra è finita.
Lincoln muore, ucciso a teatro.

Ora sostituite tutti i “bla, bla” con dissertazioni e machiavelliche tattiche politiche, nomi di politici americani mai sentiti ed avete due ore e venticinque minuti di film su “Lincoln“.
Sicuramente qui l’ignorante sono io, che ho sempre conosciuto Lincoln in linea generale, so cosa ha fatto e so perché è importante e viene ricordato, ma per il resto non so niente. Non so a memoria i suoi discorsi e date e luoghi delle battglie, non conosco i politici americani del 1860 e, più in generale, non capisco una cippa di politica, né italiana, né tantomeno di quella americana. Il film mi ha annoiato a morte, magari per gli americani è esaltante, ma al di fuori dei confini U.S.A., secondo me, è un film difficile da seguire e digerire, a meno di non dare per buono le migliaia di parole dette durante le interminabili riunioni.

Steven Spielberg e Tony Kushner si concentrano sugli ultimi 4 mesi della vita del presidente, lasciando il resto a ricordi orali e citazioni varie.
La sceneggiatura è tratta da pagina 127 a pagina 205 del libro di testo di “Storia Americana” di quarta superiore con il risultato di proporre un film didascalico all’ennesima potenza, “Ti ricordi il bel discorso che facesti laddove la battaglia di Sarcazzodove finì?“, “Sei sempre stato un uomo di una forza e un tempra che raramente se ne trovano in altri uomini in pari proporzioni, mi duole vederti angustiato in siffatto modo!“, e di un agiografico quasi imbarazzante.

Mi chiedevo come mai Spielberg avesse deciso di fare un biopic così lontano dai temi a lui tanto cari, e invece…

Mosè Lincoln, novello Gino Bramieri con l’aneddoto divertente in canna con qualsiasi tipo di pubblico abbia davanti, è dipinto come un salvatore grande politico e stratega, che ha liberato gli schiavi ebrei neri dall’oppressione dei Faraoni d’Egitto degli Stati del Sud per donargli la Terra Promessa libertà in America, morendo prima di vedere i risultati dei suoi sforzi.
Ricorda qualcuno?
Si sorvola, con scenette divertenti da commedia supportate da un trittico di simpatici guasconi, sulla corruzione che ha messo in atto per avere i voti che gli servivano e sulle migliaia di morti che ha sulla coscienza per aver scatenato la Guerra di Secessione. Quest’ultima cosa, poi, sembra più un atto di autocommiserazione, una pippa mentale che Lincoln si fa mentre tutti, intorno, che gli dicono che non è colpa sua, che è una roba inevitabile e bla bla bla, si riparte con prolissi sermoni politici.
Gli oppositori sono tutti dipinti come stronzi antipatici al solo scopo di far godere lo spettatore al momento della loro sconfitta in parlamento, durante l’approvazione del XIII Emendamento.
La vita privata di Lincoln e il suo approfondimento psicologico, sono relegati a 3 o 4 scene, di cui una è una scena madre costruita ad hoc sulla morte del figlio. Per il resto, del Lincoln uomo, si vede poco e niente.

Spielberg infarcisce il film di attori e volti noti anche per le particine. Peccato che anche alcune parti principali si rivelino particine, proprio per il tratteggio sommario dei personaggi.

Daniel Day Lewis è bravissimo a interpretare Lincoln, ma di meno non ci si poteva aspettare. Stesso discorso vale per l’incartapecorito Tommy Lee Jones, che riesce a trasformare una scena potenzialmente stucchevole, in una scena avvincente.
Sally Field invece è vittima del suo personaggio, la moglie di Lincoln, scritto in modo approssimativo e superficiale, risultando una psicotica rompicoglioni. Magari era così davvero, ma non mostrando il passaggio da donna normale a donna “malata” si ha solo una foto di quest’ultima, e quest’ultima non è una di quelle mogli che una persona sana di mente vorrebbe avere accanto.

– Mi ami ancora, Abramo?
– Ti stimo moltissimo… adesso zitta che poi non capisco il finale.

Joseph Gordon-Levitt si fa notare più per la disarmante somiglianza con un giovane Heath Ledger (oh, produttori di Hollywood, se volete fare un film su Ledger approfittatene ora) che per il suo ruolo come figlio maggiore di Lincoln. Diciamo che è una comparsata veloce, che in 2 scene risolve un rapporto di assenza paterna, con la stessa grazia e approfondimento di una puntata di un telefilm.

In sintesi, diciamo, che non è un brutto film. È un film scritto, diretto e interpretato da bianchi che parlano della condizione dei neri e della loro liberazione dalla schiavitù, un film fatto apposta per fare incetta di Oscar e per far bagnare i pantaloni alla critica specializzata.
Appassiona per circa 40 minuti verso la fine, più per la bravura di Spielberg nella regia che per il resto, e annoia per il resto del tempo. E comunque dei vampiri non se ne vede nemmeno l’ombra.

Da Spielberg mi aspettavo sicuramente di più e di meglio. Di certo non mi aspettavo la riproposizione, in chiave Guerra di Secessione, dell’inizio de “Salvate Il Soldato Ryan” e non mi aspettavo un film così logorroico da costringermi a trovare un modo per rimanere sveglio durante la proiezione.

Apro una parentesi velocissima sul doppiaggio. Sarebbe ora di finirla di doppiare i film. Pierfrancesco Favino ha l’ingrato compito di doppiare Daniel day Lewis, imitando una voce da sessantenne, non ci sono doppiatori di pari età?
Per il resto gli accenti e le parlate si perdono completamente e, in un film del genere, sono una cosa abbastanza fondamentale per ricreare l’effetto “verità”… mie opinioni ovvio.

Le cose che ho apprezzato di più sono state: l’anziana seduta davanti a me che si è tenuta su pelliccia e cappello in volpe siberiana per tutte le 2 ore e 25 minuti del film, io sudavo in felpa e maglietta, e questa spoilerosa immagine che un nostro admin ha postato su Facebook…

… non sapevo che fosse Stallone l’assassino di Lincoln…

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

8 pensieri su “Lincoln, il presidente Santo Subito e Spielberg prof. di storia politica

  1. nel nostro immaginari collettivo, Lincoln è il tizio col cappello a cilindro.. qualcosa con gli schiavi.. è americano.. si mi sembra presidente.. e tutto finisce li..

    poi ci saranno gli appassionati che qualcosa in più sanno, gli storici.. ma da noi sono davvero una pagliuzza.. premesso che non l’ho visto e non lo vedrò, appena annunciato ho odorato un polpettone clamoroso come fu il soporifero “leoni per agnelli”, ma da quello che scrivi non ci sono andato lontano..

    un bel filmone “progresso” per far vedere quanto siamo buoni, belli e fighi (americani) rispolveriamo le glorie passate perchè chi ci governa adesso non vale una mazza (si obama.. andare in skate non vuol dire essere un buon presidente) e via una bella spolverata alla nostalgia..

    progetto solo confinato all’interno degli stati uniti.. un documentari di history channel forse ha più presa..

    • Io presagivo il polpettone, ma speravo nel biopic più leggero, non in 2 ore e 30 di tribuna politica americana del 1860.

      Comunque, non lo paragonerei ad un documentario di history Channel, questo film è troppo fazioso e poco “veritiero” per essere un documentario. :)

  2. Appena visto.

    Io sono abbastanza interessato dalla politica

    (le tribune me le sparo praticamente tutte. Ad un polemicone come me è un invito a nozze con cera lacca)

    ma un polpettone del genere è indigeribile.

    E poi Spielberg si porta dietro il difettaccio che ne ha troppe volte tarpato le ali:

    troppo buonista.

    Il suo capolavoro in materia “storico-politica” rimane Munich, a mio cialtronissimo parere

    (no, non Schindler’s List, ribadisco: Munich).

    Per il resto, signore e signori il mio attore preferito all’opera dà, come al solito,
    una pista a tutti:

    Daniel Day-Lewis.

    Mamma mia, sempre meglio. Non ci fosse stato lui, avrei spento dopo mezz’ora.

    Scena delle scene:

    figlio che torna da Boston, Lincoln lo saluta con un gesto freddo della mano.

    Un secondo di recitazione, un gesto secco, misurato che scivola quasi inosservato, e bam!

    personaggio interpretato nero su bianco in tutta la sua distaccata istituzionalità:

    il Presidente degli Stati Uniti in piena guerra di secessione non può permettersi di pensare a certi orpelli.

    Da brividi.

    DA
    BRIVIDI.

    Il migliore, senza se e senza ma.

    • Io Munich l’ho seguito fino a metà, più o meno, poi ho cominciato a vagare con il pensiero. Dovrei provare a rivederlo, ma sinceramente la voglia è pari a zero. :)

      Per il resto concordo con te. Lincoln è un film pesantissimo che riesci a vedere solo per Day-Lewis. Se sei americano può essere che sia più interessante, ma oltre quei confini sinceramente non ha molto senso di esistere.

  3. Non ho visto il film in questione, ma scrivo perché viene citato “Flight” e avendolo visto proprio due sere fa volevo sapere se pure qualcuno di voi lo ha visto e cosa ne pensa.

    “Salvate il soldato Ryan” è un gran bel film. Bellissimo.
    I primi minuti e la battaglia finale del ponte sono eccezionali, da fiato sospeso.

    Munich è piaciuto molto anche a me, l’ho visto già un paio di volte.

    • Sì, The Flight l’ho visto quelche mese fa e mi è anche piaciuto. Anzi, forse è il miglior film di Zemeckis da un sacco di tempo a questa parte, Cast Away compreso.

      • Guarda anche a me è piaciuto, nel complesso.
        Purtroppo con alcuni “però”.

        Innanzitutto è curioso come io abbia deciso di vederlo: avevo messo su il dvd di “Jack Reacher”, pronto a vedermelo tutto contento dopo la bella recensione che ne avevi fatto (l’ho recuperato apposta), e fra i trailer pre-visione c’era quello di “Flight”.

        Dal trailer mi è sembrato una gran figata, proprio uno di quei film che piacciono a me con catastrofi, processi e anti-eroi a cui salvare il culo.
        Inoltre ho visto il regista (Zemeckis può fare tutte le troiate che vuole, ma con Ritorno al futuro si è pagato tutta la mia ammirazione per sempre :D) e un ottimo cast – Denzel Washington, Don Cheadle (War machine!), John Goodman con coda di cavallo, pizzetto, occhiale da sole, camicia hawaiana e ingresso trionfale con Sympathy for the devil – e ho deciso di vederlo perché mi sono ricordato di averlo sull’hard disk.
        Quindi tanti saluti Jack Reacher.

        Però non mi ha convinto pienamente.

        Innanzitutto il trailer è abbastanza ingannevole (sai bene cosa intendo, visto che ci hai anche scritto un post), dà l’idea di un film con molto più ritmo e incentrato sull’inchiesta e il processo.
        Invece è un film piuttosto lento, con dialoghi troppo lunghi e a volte banali, scene superflue (almeno 20 minuti di film sono assolutamente non necessari) e personaggi inutili (tipo la tossica) o mal sfruttati (come Don Cheadle, poteva essere usato e approfondito meglio).

        La scena dell’incidente poi l’ho trovata poco verosimile: un aereo che si schianta scaglia detriti per chilometri e non arresta la sua corsa in 50 metri come si vede nel finto filmato del cellulare.
        Ma cos’è, un modellino radiocomandato?

        Infine, sinceramente, c’è troppo Dio per me in questo film: e Dio di qua, Dio di là, e l’intervento divino, il miracolo, preghiamo, ecc. ecc.
        Ma Zemeckis è un fissato o l’ha fatto apposta a mo di denuncia/protesta?

        Insomma mi ha deluso.
        A un certo punto ho anche pensato di toglierlo per finire di vederlo in un secondo momento e mettere su Jack Reacher, ma ormai era già l’una di notte e avrei fatto troppo tardi.

        Nonostante la delusione l’ho trovato un bel film, non sto dicendo che sia brutto eh.
        Il personaggio di Denzel Washington ad esempio mi è piaciuto tanto, lui è davvero bravo.
        E mi è piaciuto anche il finale, nonostante il buonismo.

        • Allora, concordo in parte con quanto hai detto.

          Sì, non ha un gran ritmo e a un certo punto ti chiedi di che cazzo voglia parlare il film, poi però riesce a tirare le redini. Sinceramente non ci ho fatto caso a quanto avrebbe dovuto derapare l’aereo durante lo schianto, ma va bene, mi fido di quello che dici.

          Però, al contrario tuo non mi aspettavo niente da Zemeckis, che da quando ha cominciato a fare i cartoni brutti con la mo-cap secondo me si è rincoglionito (sì Cast Away secondo me è una mezza merda e quello con Ford e la Pfeiffer è una merda totale, che sembra fatto da un bambino delle elementari che non ha mai visto un horror), e l’ho trovato più godibile di quello che mi aspettavo e il finale mi è piaciuto per la “morale” che non ho trovato per niente buonista, anzi.
          Come giustamente fai notare tu, è molto facile affidarsi a Dio e “dargli la colpa” delle cose belle, ma soprattutto di quelle brutte. E’ una bella scusa, una scappatoia facile, mentre prendersi le proprie responsabilità non è per niente facile o così scontato, soprattutto quando sei nella merda fino al naso e puoi scaricarla facilmente su qualcun altro per salvarti. Al giorno d’oggi non credo che nessuno nella condizione del personaggio di Denzel se la sarebbe presa. Guarda Schettino, per fare un esempio.

          Hai ragione, non è un film che rimarrà e non è un “bel film” nel complesso e nell’accezione comune del termine, infatti non ha incassato granché, però secondo me è un film coraggioso che esce dai soliti canoni. Considera che è un film ad alto budget che parla di alcoolismo e droga senza fantasticarci su troppo, perché è facile parlarne quando la metti in mano ai criminali e ci fai su i film action, quando invece queste le metti addosso a persone che hanno in mano la vita di altra gente, piloti, dottori, autisti di bus ecc…ecc… è tutta un’altra storia.

          Questo film comunque insinua il dubbio che i piloti, unici a poter portare un aereo, siano persone normali, con problemi normali che cedono anche loro a eccessi miseri e tristi. Io prima di salire su un aereo un pensiero a Flight lo faccio.
          Magari è poco, ma ora volo con le chiappe strette strette :D

          Insomma, contestualizziamolo, che ultimamente i film sono solo quello che vedi e quando esce un film che non rispetta i normali canoni vale la pena di parlarne :D

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