Doppiaggio sì, doppiaggio no, la guerra infinita

Spesso, quando parlo dei film che vedo, riservo sempre una parola buona per il doppiaggio.
Il nostro Capitan Catarro, ha scritto anche un post sull’argomento.

Ultimamente, parlando di “Lincoln“, ho addirittura auspicato una distribuzione dei film solo in lingua originale.

Messer Satanasso, un nuovo Revenger che ha cominciato a seguire il blog da poco, mi ha fatto giustamente notare che lui non mastica benissimo l’inglese e che non riesce a godersi un film se deve leggere anche i sottotitoli.

In effetti mi sono reso conto che il mio capriccio di avere i film in originale è una richiesta un po’ egoistica, c’è tanta gente che non conosce abbastanza bene l’inglese da godersi appieno un film in quella lingua.
Se poi il film è in una lingua molto più esotica, come il cinese, il giapponese o il coreano, è ancora peggio. Ammetto che avrei delle difficoltà pure io a capire i dialoghi.

Ogni volta che parlo male del doppiaggio con colleghi, conoscenti o anche su Facebook, spesso la risposta è sempre la stessa: “Ma se in Italia abbiamo i migliori doppiatori del mondo!“.
Questa frase viene ripetuta sempre. Sempre. Come un mantra, è stata ripetuta talmente tante volte che ha perso il suo significato ed è diventata un suono.

Io ho provato a cercare su Google notizie riguardanti un Campionato Del Mondo Di Doppiaggio in cui noi italiani abbiamo prevalso sbaragliando tutte le altre squadre di doppiatori, ma non ho trovato niente. Pare non ci sia stata nemmeno un’edizione di questo Campionato.
Ho anche il sospetto che se uno parlasse con un tedesco di questa roba, il tedesco direbbe la stessa cosa che diciamo noi italiani.

In ogni caso. Io mi sono avvicinato ai film e ai telefilm in lingua originale un bel po’ di anni fa, per necessità: volevo vedere delle cose che in Italia non c’erano, o me le guardavo in inglese oppure non le guardavo.
Ammetto che all’inizio ho fatto una fatica bestia a seguire, ma solo perché sbagliavo tecnica. Ascoltavo quello che dicevano e, invece di capire direttamente i dialoghi, me li traducevo a mente in italiano. Ergo ero sempre in ritardo di 3 o 4 battute e dovevo continuare a fermare e a tornare indietro per riascoltare. Poi ho capito che era meglio se non traducevo e cercavo di capire le frasi così com’erano. La situazione è drasticamente migliorata.
A questo punto direte: “Eh, grazie al cazzo, hai scoperto l’acqua fredda!” e avete pure ragione a dirlo, ma per me è stata una conquista e ora mi vedo le cose in inglese senza problemi, metto anche i sottotitoli più che altro come supporto, non ho, purtroppo, un vocabolario inglese abbastanza vasto da capire tutto e, soprattutto, non conosco bene lo slang e tutti i giochi di parole che si usano correntemente.
Quello che ho appena scritto potete prenderlo come un consiglio, se volete approcciarvi alla visione dell’originale, oppure ignorarlo e vederlo solo come un aneddoto che non c’entra una cippa con il vero argomento del post.

L’altro giorno mi è capitato di leggere quest’articolo su Repubblica.it.
Riassumendo, se non avete voglia di leggerlo, dice che la sala con “Django Unchained” in lingua originale ha incassato più che quella con il film doppiato. Poi riporta affermazioni di registi contrari al doppiaggio, fa un breve elenco di sale che proiettano film in lingua originale in varie città d’Italia. C’è una dichiarazione di Marco Mete, direttore del doppiaggio di “Lincoln” che pure io ho criticato, che dice (cito): “Non è tanto questione di attore o doppiatore, ma di tempi a disposizione. In un momento di crisi la parola d’ordine è: deve costare meno e i lavori affrettati non sempre garantiscono qualità“.
Infine, in fondo all’articolo, sono riportate le case di distribuzione che distribuiscono i film in lingua originale, compreso “Les Misérables” che verrà distribuito solo in originale con i sottotitoli. Cosa che dai trailer non si capisce, poi se la gente che va a vederlo dà fuoco ai cinema non bisogna lamentarsi però.

Ho subito condiviso l’articolo sulla pagina di Facebook del blog e un Revenger, Ful Mel, ha fatto un commento molto sensato, che qui riporto:

Io dico che la possibilità di scelta è fatta in base alla richiesta del pubblico, se, per esempio, a Cosenza non ci sono sale cinematografiche in lingua originale, è perché nessuno ci andrebbe o sarebbero in 2/3. Se a Roma ce ne sono 6 e di queste 6, per il caso del film di Tarantino (quindi ha attratto certamente stranieri che vivono nella capitale e turisti) una si è riempita…non è un gran segnale, anzi, le restanti sale restano vuote o popolate da pochi; inoltre un articolo non si scrive “supponendo” se è un articolo serio e non si può auspicare al termine di una forma d’arte, sarebbe come sperare che ci siano meno mostre di quadri, concerti o rappresentazioni. Ripeto, non sono contro chi vede in lingua originale (e qui escludo chi lo vede con i sottotitoli perché è sempre una mediazione), e spero che per chiunque ci sia la possibilità di scelta, che non mancherà di certo se la richiesta sarà alta; ma non per l’abolizione del doppiaggio.

 

Ha effettivamente ragione: bisogna dare una scelta a chiunque, sia chi li preferisce doppiati, sia chi li vuole vedere in lingua.

Però, a mio avviso, bisogna farlo in modo sensato. Il modo sensato non è come viene fatto ora: un giorno la settimana per un paio di spettacoli, magari con copie non belle come quelle doppiate, ossia senza 3D o altre tecnologie, e nelle sale peggiori del cinema, che in quelle belle si proiettano i film che vanno di più.

I multisala hanno una decina, se non di più, di sale a disposizione. Se se ne dedicasse una ai film in lingua originale?
Io sinceramente ci andrei. Certo se il film così lo fanno in centro a Milano il mercoledì o il giovedì sera solo gli ultimi due spettacoli, mi passa la voglia, ma se lo avessi nel week end in una sala decente, ci andrei.
Magari per qualcun altro sarebbe meglio il martedì o qualche altro giorno.
Secondo me, se la proposta è invitante, la sala sarebbe abbastanza piena da rientrare nei costi.
Al limite mettere il film in originale almeno nel week end, dal giovedì alla domenica.
Senza contare che la gente, invece di andare apposta nei vari cinema del centro per vedere il film in lingua originale, andrebbe nel cinema dove va di solito.

Secondo me sarebbe una soluzione che potrebbe accontentare tutti.

Voi che ne pensate?

 

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Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

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Informazioni su MrChreddy

Nato da da padre Vic 20 e madre Amiga 500, è cresciuto negli anni '80 allevato da videogiochi, fumetti e film. La sua mente vaga ancora in quell'universo parallelo, mentre il suo corpo si muove in questo rimpiangendo di aver perso tutti i suoi giocattoli di quando era piccolo. Li avesse ancora, ora sarebbe milionario. Precisino della minkia fino al midollo, non è mai soddisfatto di quello che vede, legge, gioca e trova sempre qualcosa che non va o che si sarebbe potuto fare meglio in tutto quello che gli capita tra le mani. Ha la lingua più veloce del cervello, prima parla poi pensa a quello che dice. Anche ore o giorni dopo. Per fortuna le sue idee e paranoie trovano sfogo su questo blog e non sulle macchine di quelli che hanno rovinato i suoi miti d'infanzia. Spielberg e Lucas tirano un grosso sospiro di sollievo e ringraziano per la nascita di Nerds' Revenge, che non hanno voglia di cambiare macchina ogni settimana.

25 pensieri su “Doppiaggio sì, doppiaggio no, la guerra infinita

  1. salve, il mio primo commento….non ho idea di come siano i doppiaggi in giro per il mondo, le mie uniche esperienza oltre ai film in originale sono cose trovate a caso delle televisioni tedesche….non posso fare fare considerazioni generali se sia giusto doppiare i film o meno, io son convinto solamente, e non è colpa dei doppiatori, che il doppiaggio inevitabilmente si scontra con giochi di parole e battute molto sottili ( ciò diventa lampante, a volte imbarazzante, nelle sitcom comiche-demenziali)!!
    A favore dei doppiatori italiani posso però fare dei confronti quando anche l’originale è doppiato, film d’animazione in primis. Lo so che non si può fare di un’erba il fascio, ma esecuzioni magistrali come quella di proietti nel genio e di gassman in mufasa ce le possono solo invidiare, e queste son solo quelle che ricordo così di getto,
    inoltre, nonostante mi piaccia più il film in originale in generale, preferisco il dart fener italiano di quello originale

    • Ciao Uottefach, allora grazie per aver commentato. :)

      Se parliamo di doppiaggio dei “cartoni animati” entriamo in un bel campo minato. Giustamente ci sono i 2 che hai citato tu. Ma poi ci sono molti più esempi per cui è meglio preferire anche lì l’originale.
      Innanzitutto Proietti nel genio è stato “bravo” per quello che ha fatto, ma il personaggio è stato snaturato, in originale imitava e faceva il verso ad una pletora di gente famosa, mentre in italiano ha solo fatto una marea di vocette e battute a random. Bravo, ma quello non è il genio originale.
      Poi ci sono i vari Tiziano Ferro, Luca Lurenti, i Pali e Dispari per Shark Tale, Facchinetti (vergognoso!) in Robots, la Hunziker in Madagascar, Raul Bova in Bolt e se vuoi continuo, perché la lista è lunga, di doppiaggi inascoltabili.

      Senza contare che Tonino Accolla fa letteralmente quel cazzo che vuole con i Simpson, portando amichetti, gente famosa e tutto il resto a doppiare, con il risultato che ogni 2×3 i personaggi secondari cambiano voce, personalità e nome. Dico solo: meno male che i Simpson non mi piacciono.

      Io, sinceramente, anche per i cartoni opto per la lingua originale.

  2. In primis,
    lasciami esprimere tutta la mia soddisfazione per essere stato citato nel post.

    Si diceva, il doppiaggio:

    premesso che il film in lingua originale è un modo più “purista” di approcciarsi alla visione,

    e questo nessuno può metterlo in dubbio.

    Però…

    io rovescerei il tutto.

    Si prenda un film di Troisi

    (o un’opera teatrale di Dario Fo o di Gilberto Govi, fa lo stesso)

    e si immagini di farlo vedere ad un inglese.
    Se l’inglese non conosce l’italiano, tocca doppiarlo o metterci i sottotitoli.

    Se doppi Troisi, lo rovini, c’è poco da fare. Ti perdi quelle espressioni particolari ed esilaranti, che rendono solo in accento napoletano.

    Ma se metti i sottotitoli, la situazione non migliora, anzi peggiora.

    Innanzitutto perché per leggere ti perdi la mimica recitativa, ed allora tanto varrebbe distribuire i copioni tradotti,
    te lo leggi a casa e buonanotte.

    E poi perché io presuppongo che in fase di doppiaggio si debba

    (si dovrebbe, almeno)

    compiere quell’opera di traduzione anche di cosa si voglia comunicare.

    Nella fattispecie, Troisi vuole comunicare spesso una certo pragmatismo logico e saggio in salsa “leggera”, attraverso alcune espressioni partenopee.

    Quindi, in sede di doppiaggio, andrebbe fatto un lavoro anche per comunicare ad un inglese lo stesso messaggio, cercando quale sia la loro espressione più simile per renderlo.

    Con i semplici sottotitoli, questo lavoro sarebbe affidato allo spettatore, al quale però mancherebbe il tempo e gli elementi necessari.

    E forse anche la voglia.

    P.S. Spero di non essere stato troppo noioso.
    E, soprattutto, prolisso.

    Saluti

    • Ciao Satanasso, secondo me hai scelto l’esempio sbagliato, scusa se te lo dico.

      Son d’accordo che Troisi non andrebbe doppiato, fermamente d’accordo, ma d’altronde i film di e con Troisi (non tutti, ma quasi) dove li porti che parlano di robe italiane? Anche traducendo, doppiando, sottotitolando, se uno non vive qui, non le capisce.

      Non tutti i film sono esportabili e comprensibili all’estero, al di là del doppiaggio.

      Mentre altri film più universali, come La Vita è Bella, sono stati apprezzati anche con i sottotitoli all’estero.

      comunque capisco l’avversione verso i sottotitoli, però, ripeto, tutti dovrebbero essere liberi di vedersi al cinema il film come preferiscono, doppiato oppure no :)

      • Ah beh, ovvio che se mettessero (almeno) una sala internazionale per ogni cinema sarebbe ottimo, più libertà c’è e meglio è.

        Troisi l’avevo scelto proprio perché non è stata la solita “macchietta” tipicamente italiana, ma utilizzava le espressioni partenopee per raccontare i disagi interiori a livello universale:

        l’emigrazione (ricomincio da tre)

        la disoccupazione (scusate il ritardo)

        la salute (le vie del signore sono finite)

        e poi la scaramanzia, la timidezza, la sociopatia, la religione, a volte anche la pazzia, la condanna dell’assolutismo (storica battuta “ma se faceva arrivare i treni in orario, sarebbe bastato farlo diventare capostazione”).

        Ecco, per non divagare troppo, alcune espressioni sarebbero impossibili da spiegare ad uno straniero senza spiegargli anche il background sociale dell’Italia.

        E lo stesso vale per noi italiani per i testi stranieri.

        Uno può conoscere l’inglese a menadito,

        ma lo sfido a catturare l’inflessione di una affermazione e inquadrarla in un certo contesto (perché ha usato un termine anziché un altro, perché quella frase noi la diciamo per ridere e loro si incazzano?)

        Lo so, abbiamo idee diverse in proposito.

        Meglio così, dico io.

        Sennò sai che noia…

        Saluti

        • Essì, Satanasso, meno male che ognuno ha le sue opinoni :)

          Comunque, concordo sul fatto che molte sfumature non si colgono in inglese. Io con alcuni accenti faccio una fatica bestia e ho bisogno dei sottotitoli, per non parlare dei modi di dire e dei giochi di parole.

          Però ripeto, non è un imposizione che tutti devono vederli così i film, solo che chi vuole vederli in originale, dovrebbe avere la possibilità di farlo in modo decente :D

  3. Ricordo ancora con piacere quando ho visto in centro a MIlano Inception in lingua originale…ho imparato ad apprezzare di più per esempio Di Caprio..che secondo me è penalizzato da quella voce infantile che gli danno sempre…a mio modesto parere si intende…

  4. ahimè anche io devo dire che sono una scarpa con l’inglese (lo so leggere speditamente ma ascoltare e parlare.. ciao..) purtroppo a me i film doppiati servono.. servono come l’aria.. non che sia svoglaito.. c’ho provato in tutte le maniere.. ma in lingua originale non ce la faccio (giurin giuretta che ci riproverò)

    premesso questo, il fatto che i costi debbano essere limati in fase di doppiaggio è una vaccata che non sta ne in cielo ne in terra.. lo stipendio è quello.. le durate dei film è quella. non è che ti pagano come un muratore che se il muro è alto il doppio devi dargli il doppio.. i prezzi sono quelli..

    e poi diciamocelo.. la colpa è anche nostra.. (chi non mastica l’inglese) vogliamo vedere i film in contemporanea con gli states? questo è lo scotto.. prima c’era una differenza di uscita anche di due anni.. ok.. questo era assurdo.. ma c’è stato un periodo che i film uscivano in estate oltremanica e da noi arrivavano a natale.. quello era l’equilibrio perfetto.. i doppiatori avevano 6 mesi per lavorare sul prodotto e uscivano cosine carine.. adesso? non ci sono più i tempi.. vogliamo tutto e subito e poi non possiamo lamentarci se fanno i lavori ad cazzum..
    per citare il saggio: “in fretta e bene nella vita riesce solo una cosa… un calcio nel culo” :D

    • Cluadio, non credo sia solo una questione di velocità delle uscite, anche perché se vedi comunque è raro che un film esca lo stesso giorno, in quel caso però il film è pronto già da tempo, appunto per sincronizzare le uscite nel mondo.
      Credo proprio che per massimizzare e ottimizzare tempi, spese e guadagni, si facciano le cose in modo molto più affrettato e superficiale. :)

  5. “Al limite mettere il film in originale almeno nel week end, dal giovedì alla domenica.

    Senza contare che la gente, invece di andare apposta nei vari cinema del
    centro per vedere il film in lingua originale, andrebbe nel cinema dove
    va di solito.

    Secondo me sarebbe una soluzione che potrebbe accontentare tutti.”

    Cos’è? Una proposta di legge? :-) Ma magari.

    Una soluzione simile a Torino si era tentata anni fa, parlo del periodo che va dal 2003 al 2010, dove la sala dedicata al lingua originale era stata introdotta dall’ ex Medusa e dall’ex Pathè. Vidi ai tempi La leggenda di Ken Shiro in lingua originale. Terribile.

    Soluzione che poi è andata a farsi benedire negli anni a causa dell’acquisizione da parte di Warner e UCI che hanno scelto della politica dell’incasso facile (ovvero 8 sale su 10 dedicate a un solo film).
    Oggi queste cose le vedi solo nei cinema d’Essai a gestione familiare, tipo ol Massimo o il Romano, sempre in bilico tra la cessione d’attività e la sopravvivenza risicata.

    E poi che cazzo volete? Ma lo sapete quanto fa figo sentire quello che fa Aragorn doppiare anche Django? ;-)

    • Ahahahaha… no non è una proposta di legge… è solo una riflessione su quello che si potrebbe fare… a mio avviso…

      Magari a Torino non erano maturi i tempi, non so, secondo me funzionerebbe.

      Ma “Tont Bell” è voluto oppure hai sbagliato a digitare il nome? :D

      • Ma per funzionare funziona, il problema sta nelle politiche economiche del multiplex, ormai la tendenza è quella di occupare 8 sale su 10 con un unico film, aggiungici che Warner trova difficoltoso accordarsi con Sony e ti ritrovi con la metà dei film che vorresti vedere al cinema… figurati la pretenziosità di vederne uno in lingua originale… MA SO’ TANT BELL!!!

  6. Come avevo già anticipato in un post precedente, da spettatore ormai decennale di opere (film e telefilm) quasi esclusivamente in lingua inglese, non posso che essere soddisfatto di questa tendenza.
    Quel quasi è dovuto proprio alla praticamente totale assenza nella mia zona di cinema che scelgono di proiettare film in lingua originale, rappresentando l’ultimo baluardo dei doppiaggi che non posso evitare.

    Un altro dettaglio da non sottovalutare relativamente al doppiaggio è che, al di là delle abominevoli libertà di adattamento che ci si prende senza motivo in Italia e alla non sempre impeccabile resa recitativa così come dei diversi accenti eccetera su cui non mi voglio ripetere, anche la qualità del suono spesso risulta traditrice. Un esempio lampante è la già citata scena del Gladiatore nell’arena, riprodotta in italiano come se il buon Russell fosse comodamente adagiato in poltrona a bersi un the con i biscotti, ma banalmente lo stesso discorso vale per ogni scena il cui audio è originariamente registrato in presa diretta e che viene spesso sovrascritto in studio simulando in maniera stereotipata e spesso artefatta le distorsioni ambientali come i riverberi o i tagli di frequenza delle voci che provengono da dietro un muro, oltre appunto alle reali tonalità degli attori.

    Se uniamo questo discorso alle straordinarie potenzialità che può offrire un cinema come l’Arcadia, spero davvero che ci si spinga sempre di più verso un offerta di riproduzioni che siano il più fedeli possibile alle idee dei realizzatori, in ogni minimo dettaglio immaginabile.

    Poi d’accordo, la mia è una concezione purista che sicuramente non è condivisa da gran parte del pubblico, ma che ci fosse almeno la possibilità per ognuno di avere un servizio del genere non lo trovo così fuori dal mondo.

    Ora, se volete scusarmi, vado a procurarmi delle armi di distruzione di massa per vendicarmi della data di rilascio di GTA V che è stata posticipata a settembre.

    E’ stato bello conoscervi.

  7. Pensierini del doppiatore

    Il doppiaggio è un casino, ve lo dico io che ho cominciato a 8 anni,
    grazie ai miei genitori che invece di portarmi a squola mi portavano a
    battere

    è così che ho imparato che il mondo del doppiaggio è diviso in due: le puttane da strada e quelle da bordello

    quelle da strada si danno al primo venuto per qualsiasi cifra, quelle
    da bordello fanno società per evitare di stare per strada, ma poi per
    pagare le stanze abbassano il prezzo della marchetta

    entrambe sono sfruttate dai papponi, in genere ex puttane, che
    controllano le società; quando le puttane interne non bastano chiamano
    quelle per strada e così si congruisce la lavorazione

    ci sono poi altre figure collaterali: i kapò, che dirigono le
    prestazioni, le vigilatrici, che organizzano la turnazione delle puttane
    e assistono che le prestazioni vanno a buon fine, e i pusher, (gli
    adattatori, come si dice nell’ambiente, insomma, puttane mute) che
    forniscono il materiale necessario per le prestazioni orali

    sì, i dialoghi sono come una droga che ti serve per andare avanti,
    senza le parole giuste da dire durante la marchetta una puttana è
    perduta; molte puttane che di bocca non ci sanno fare si mettono a fare i
    pusher, ma le altre le guardano con commiserazione perché è la prova
    che sono ridotte male; spesso i kapò spacciano roba d’altri come fosse
    loro e tutte le puttane gli fanno complimenti e sorrisini dimenando il
    culetto nel buio

    le prestazioni avvengono in salette chiuse, spesso maleodoranti, e
    durano circa tre ore, anche se le puttane cercano di di fare più
    sveltine possibili per svicolare in altre salette per fare più marchette

    ogni tanto le puttane chiedono di essere pagate di più, ma invece di
    chiederlo al cliente, lo chiedono alle ex puttane, ora papponi in
    cayenne o rangerover, che dicono loro di non esagerare altrimenti
    chiamano altre puttane

    i papponi si fanno la guerra tra loro, abbassano il prezzo della
    marchetta e dicono alle puttane del bordello che c’è crisi e che gli
    altri papponi obbligano le loro puttane ad abbassare la marchetta e
    quindi o mangi la minestra o cambi mestiere, ma tanto dove vai che solo
    di bocca sai lavorare?

    nel frattempo il cliente gode a prezzi popolari e spesso per
    risparmiare ancora propone un prezzo stracciato per una serie di
    marchette e il pappone, che ha paura di perdere il cliente, accetta;
    tanto mica è lui che deve dar giù di bocca, sei tu che a forza di tutte
    queste marchette non sai più chi sei, se mai l’hai saputo

    però si sa, le puttane hanno bisogno dei papponi e fanno un sacco di
    smancerie per farsi notare ed essere chiamate a fare marchette e vivono
    nella paura di non piacergli più; per questo spesso come atto d’amore
    non gli chiedono i soldi delle marchette

    ogni tanto i papponi si riuniscono e si inventano un tariffario per
    convincere i clienti a pagare di più e obbligano le puttane a dire che
    va bene, però poi non cambia niente perché la differenza se la pigliano
    loro

    però la vita della puttana del doppiaggio ha i suoi lati belli,
    lavori solo di bocca e in fondo fai del bene a qualcuno, anche se a te
    non vuole bene nessuno

    a volte penso che forse a squola era meglio se ci andavo

    • Grazie per l’intervento Tuttle. Ho capito che il mondo del doppiaggio è un puttanaio.

      Non conosco quello che ci sta dietro, non sono doppiatore e non ho mai toccato quel mondo, quindi non giudico le persone, ma il risultato che arriva a noi, e il risultato molte volte è pessimo.

      Mi ricordo le polemiche che erano venute fuori quando avevano rieditato in DvD “C’era una volta in America” di Leone, con un doppiaggio fatto da 0 per proporlo in 5.1.
      Alla fine era venuto fuori che era stato ridoppiato perché costava meno di pulire il master audio e convertirlo in multicanale. Il costo complessivo del doppiaggio era di 30 mila euro, tra tutto.

      Però, dalla tua testimonianza, mi chiedo se c’è in Italia un settore non soggetto alle puttane, alle marchette, alla svendita di servizi.

      La situazione è davvero sconfortante.

  8. Ciao Mister. Io ho trent’anni, faccio l’artista di circo (e prima ero attore di teatro), viaggio costantemente in giro per il mondo, parlo fluentemente sei lingue e benino altre tre, e fino agli anni dell’adolescenza sono stato un grandissimo nerd. Tutto questo non per dirti che sono un figo (non lo sono!), ma solo per farti capire qual e’ il mio contesto :-)

    Vorrei aggiungere i miei due cent al discorso che “i doppiatori Italiani sono i migliori al mondo”. E’ verissimo. Non ci sono campionati mondiali di doppiaggio,no certo, ma per uno che conosce un po’ di lingue, basta guardare un film, una fiction, un cartone animato, doppiato in qualunque altra lingua. Gli spagnoli? Orribili, rendono qualunque personaggio una macchietta – e’ pessima addirittura la tecnica, la voce sembra “appiccicata li'”, non si lega per nulla al resto dell’audio! E stessa cosa i portoghesi. I tedeschi non ne parliamo proprio… il loro doppiaggio suona come quelle trasmissioni su MTV, dove si sente sotto l’audio originale e la voce in Italiano sopra, in perfetta dizione, senza un minimo di pathos. L’america latina e’ come la spagna, con la differenza che usano un vocabolario e un accento diversi. A cavarsela “bene” sono la francia (e nemmeno poi tanto…) e i paesi anglofoni, dove la specializzazione da doppiatore esiste a fatica, e quindi a doppiare i programmi sono attori veri… perche’ la differenza sostanziale sta in questo: i doppiatori italiani recitano appresso all’attore che doppiano. Sono gli unici a saperlo fare davvero!

    E credimi, la differenza si sente, al punto che Scrubs in lingua originale e’ molto, molto piu’ brutto e meno divertente di quello doppiato in Italiano (dove purtroppo molti giochi di parole si perdono, in compenso la qualita’ dell’audio americano e’ veramente brutta. Scrubs in italiano e’ doppiato come un film!) (ti parlo di Scrubs perche’ e’ una delle mie serie preferite in assoluto, e perche’ mia mamma era statunitense, quindi parlo l’inglese americano quasi meglio dell’italiano)

    Ci sarebbe da dire anche sulla tecnica: la sincronia coi labiali dei doppiatori italiani non e’ sempre perfetta, ma e’ veramente eccellente. In francia se ne sbattono della sincronia, in italia invece scrivono dialoghi in sync addirittura per i cartoni animati di poco conto. Prova a guardare Doctor Who in spagnolo e vedi com’e’ brutto, l’attore muove la bocca e il suono che senti e’ completamente slegato!

    Poi certo, questo e’ un discorso generico. Ci sono sempre le eccezioni in ogni direzione. A volte e’ colpa del materiale originale brutto (Cavalieri dello Zodiaco in inglese e in giapponese sono delle cagate, in italiano e’ un’opera stupenda), a volte di un adattamento PESSIMO (Big Bang Theory prima serie… mio dio ancora vomito), altre volte ci sono doppiatori eccezionali dove meno te li aspetteresti (qualcuno valido specializzato in doppiaggio in America c’e’, ma la maggior parte di quelli bravi sono attori di primo lavoro e doppiatori solo di secondo)… insomma divago un poco. Ma ti posso assicurare che quando si dice che i doppiatori italiani sono i migliori, e’ vero, verissimo, al punto che pur avendo i mezzi per usufruire di certe opere in lingua originale (a questo proposito: vale la pena imparare il francese solo per vedere Le diner de cons – La cena dei Cretini), spesso aspetto le edizioni in italiano, tanto distanti sono da certi obbbbrobbri in originale – o a volte semplicemente migliori. Murder by death – Invito a cena con delitto e’ fantastico in originale, ma in italiano mi ha fatto scompisciare quasi di piu’ per via di alcune trovate geniali dell’adattamento…

    (Piccola postilla: noterai che ho parlato quasi esclusivamente di materiale televisivo o animato… questo perche’ i grandi film, quelli veri, quelli belli, quelli con grandissimi attori, sono indubbiamente inarrivabili. Ma se consideri le versioni doppiate come un’opera differente dall’originale, allora tante scelte discutibili di adattamento diventano piu’ tollerabili.)

    Fammi sapere che ne pensi ;-) a presto e grazie per l’articolo. (pensa che ti ho trovato cercando “tonino accolla simpson” su google. ho sentito come doppia nelle serie nuove, e sono inorridito…)

    • Ciao Fabian, grazie mille per aver commentato e mi spiace tu sia capitato in questo blog per sbaglio, potava decisamente andarti meglio :D

      E grazie mille anche per la tua testimonianza.
      Io sapendo a malapena l’italiano e l’inglese non posso vantare una così vasta conoscenza del mondo del doppiaggio… uhmmm… nel mondo :D

      I film doppiati in spagnolo non li ho mai visti, così come quelli francesi e tedeschi, ma da ignorante non mi sembravano tanto diversi dai nostri. Però magari non conoscendo la lingua qualcosa mi è sfuggito e non sono stato tanto dietro al labiale… è che la parlata spagnola e quella tedesca mi fanno abbastanza ridere, quindi mi accontento :D

      Detto questo, non contesto la capacità del lip sync o la tecnica, ma gli adattamenti e le realizzazioni del doppiaggio italiano (la battuta sul campionato mondiale è, appunto, una battuta).
      Ok, è fatto bene, ma negli ultimi anni è scaduto molto, vuoi per rmotivi economici, vuoi per professionisti meno bravi.
      Una volta c’era Ferruccio Amendola che dava carattere e doppiava, seppur con la stessa voce, in modo differente 4 o 5 personaggi. Oggi abbiamo Pino Insegno che doppia tutti allo stesso modo, dalla pubblicità della FIAT ad Aragorn.
      Abbiamo Luca Ward, così pieno di sé che non si sbatte nemmeno a ricreare la sensazione che vogliono dare al film. Prendi il Gladiatore, se lo guardi in inglese Russel Crowe si sgola al Colosseo, Ward invece parla impostato, non è la stessa cosa, soprattutto a livello emotivo.

      Per le serie TV io seguo How I Met Your Mother, Big Bang Theory, Game Of Thrones ecc…ecc… e determinate cose sono intraducibili o le battute si perdono. Barney in italiano perde la metà, se non quasi tutto.
      Tutti gli accenti e le inflessioni delle varie parlate di Game Of Thrones, o del recente Vikings, in italiano sono appiattite ad una parlata standard eppure sono una delle parti che rendono belli quei telefilm.
      United Staes Of Tara ha un’interpretazione magistrale della protagonista, che fa 5 personaggi diversi, uno per ogni personalità. In italiano è doppiata abbastanza bene, ho visto un paio di puntate in inglese e devo dire che l’attrice, quando cambia personaggio, è irriconoscibile, sia fisicamente che vocalmente. In italiano rende la metà.

      Anche gli adattamenti spesso non sono esemplari. In Spider-Man 3 L’Uomo Sabbia, in italiano, è nato dal Silicone, perché in inglese Sabbia (Silicio) è Silicon. Figata!

      Prendiamo Shaolin Soccer, Kung-Fusion, film comici di arti marziali cinesi che hanno una loro dignità e una loro bellezza, in italiano sono diventate delle stronzate inguardabili. Perché? Perché il primo è stato doppiato da calciatori, con battute inventate di sana pianta che snaturano il film. Il secondo hanno avuto la brillante idea di farlo doppiare solo a 2 persone, tutti i personaggi: Marco Mazzocchi (mi pare non mi ricordo bene il cognome, quello che fa la pubblicità della TIM con Neri Marco Re) e la Guzzanti, l’ultima delle famiglia. Bene, anche lì dialoghi inventati di sana pianta, battute diverse, il film perde senso logico, dicono una roba e ne fanno un’altra. Perché mi ha fatto più ridere in cinese con i sottotitoli?

      Detto questo, non dico di abolire il doppiaggio, ma non mi dispiacerebbe che quelli come me che hanno voglia di vedersi i film e i telefilm in lingua originale (pure se sono indocinesi come The Raid, visto e apprezzato con i sottotitoli) possano avere la possibilità di vedermeli al cinema in originale, senza dover aspettare il blu-ray. :D

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