Cargo, un piccolo capolavoro sugli Zombie che spazza via The Walking Dead

Domenica, girovagando pigramente per la rete, mi sono imbattuto in Cargo, un cortometraggio sugli Zombie, anche se definirlo così è estremamente riduttivo, finalista al festival australiano Tropfest 2013.

Adoro i cortometraggi. Li adoro perché sono l’essenza del colpo di genio, quelli fatti bene ovviamente.
Si basano su un’idea, la sviscerano in pochi minuti, hanno budget ridicoli e spesso danno molto più dei film da due ore.

Probabilmente Cargo è costato 50 euro in tutto, dura 7 minuti, ma vale molto di più delle tre stagioni di The Walking Dead messe insieme. I due registi, Ben Howling e Yolanda Ramke, riescono a dare un punto di vista quasi totalmente nuovo all’apocalisse Zombie che ora va tanto di moda.

Il fatto è che con gli Zombie c’entra davvero poco, sono solo un pretesto per dire altro. Parla della disperazione e dell’amore di un padre che decide di fare la cosa più intelligente e allo stesso tempo sconsiderata per salvare la sua bambina, un gesto struggente.
Per una volta non ci sono gli Zombie assatanati che corrono, le teste che esplodono, la gente sbranata viva. C’è una vicenda tragica e un personaggio con cui entrare in empatia e disperarsi nel tentativo di portare la bimba in salvo prima di trasformarsi in un non morto. Per una volta i personaggi sono più importanti del contesto e degli spiegoni che delucidano le cose inutili.
C’è tutto un mondo racchiuso in 7 minuti.

Ma ho già speso troppe parole per descriverlo è ora di guardarlo.
Dopo aver passato ore e ore a vedere The Walking Dead, possiamo benissimo dedicare 7 minuti a vedere Cargo… io me lo sono visto almeno 10 volte, mi sono innamorato, spero abbiate voglia di dirmi cosa ne pensate dopo averlo visto.

 

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

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Informazioni su MrChreddy

Nato da da padre Vic 20 e madre Amiga 500, è cresciuto negli anni '80 allevato da videogiochi, fumetti e film. La sua mente vaga ancora in quell'universo parallelo, mentre il suo corpo si muove in questo rimpiangendo di aver perso tutti i suoi giocattoli di quando era piccolo. Li avesse ancora, ora sarebbe milionario. Precisino della minkia fino al midollo, non è mai soddisfatto di quello che vede, legge, gioca e trova sempre qualcosa che non va o che si sarebbe potuto fare meglio in tutto quello che gli capita tra le mani. Ha la lingua più veloce del cervello, prima parla poi pensa a quello che dice. Anche ore o giorni dopo. Per fortuna le sue idee e paranoie trovano sfogo su questo blog e non sulle macchine di quelli che hanno rovinato i suoi miti d'infanzia. Spielberg e Lucas tirano un grosso sospiro di sollievo e ringraziano per la nascita di Nerds' Revenge, che non hanno voglia di cambiare macchina ogni settimana.

34 pensieri su “Cargo, un piccolo capolavoro sugli Zombie che spazza via The Walking Dead

  1. In vita mia, l’unico film sugli zombie che ho visto
    è stata “la notte dei morti viventi” di Romero.

    Per il resto nient’altro.
    Non un minuto di walking dead.

    Detto questo, io sono un po’ tardo su ste cose.

    Il sacchetto sarebbe l’esca per far capire che è uno zombie e farsi uccidere, salvando così la figlia?

    • No, è come la carota per far andare avanti l’asino: lui segue l’odore del sangue, la bambina sta zitta per via del palloncino e lui non se ne accorge (tranne che per un istante). In previsione del fatto che si trasformerà prima di raggiungere un posto abbastanza lontano da essere sicuro, fa in modo di continuare ad avanzare nella direzione giusta senza ammazzare la figlia.

      • Esatto.

        Satanasso, gli Zombie siamo noi da morti in cui si riattivano alcuni impulsi primordiali del cervello, come il moto e la fame. Fame di carne fresca, possibilmente umana.

        Ovviamente il corto è inserito in un contesto in cui il padre conosce bene cosa succede quando si diventa zombie, vuoi perché quel mondo è il nostro quindi ci sono film sugli zombie, vuoi perché ha visto cosa succede.

        Il suo obiettivo è salvare sua figlia, la cosa più intelligente che gli viene in mente, visto che si sta trasformando (essere attratto dagli intestini e provare dolore), è di crearsi, come dice Roberto, “una carota da inseguire” per continuare a camminare (il rischio è che gli zombie si fermino aspettando che qualcuno gli passi davanti).
        Si lega le mani perché gli zombie, nonostante camminino, non hanno proprio la mobilità che avevano da vivi, quindi non riuscirebbe mai a raggiungerla con le mani legate, in ogni caso non riuscirebbe a tirarla fuori dallo zainetto.

        La speranza del padre è che, continuando a camminare, prima o poi arrivi in un posto sicuro dove qualcuno ancora vivo riesca a prenderla per accudirla. E’ un gesto struggente e disperato, le probabilità sono poche, ma è il tutto per tutto :)

        • Grazie ad entrambi delle delucidazioni.

          Purtroppo il film di Romero lo vidi molti anni fa, senza convinzione,
          solo per “cultura” cinematografica.
          E avevo dimenticato tutte queste cose.

          Non mi sono mai piaciuti gli zombie,
          mi piace la malvagità cerebrale, il film, anche horror, deve essre basato sulla psicologia del terrore e sull’unicità del personaggio

          mentre lo zombie è un lobotomizzato uguale a tanti altri suoi simili
          e non m’intriga,

          quindi non ho colto queste cose.

          Ma è sempre bene accogliere nuove forme d’interesse.

          Many thanks

          • P.S. Ho visto “Buffalo soldier”.

            Bistrattato dalla critica, non mi è dispiaciuto affatto.

            C’è un rovesciamento dei valori che mi ha sorpreso.
            Un film cinico e impietoso sull’esercito americano.

              • Ho letto il post che mi hai linkato.
                Solo due obiezioni, se posso, (non volermene) collegate tra loro:

                la prima è che il film del ’68 di Romero è “la notte dei morti viventi” e non “l’alba dei morti viventi”.
                Quest’ultimo è il titolo del mitico primo numero di Dylan Dog, che dal film di Romero prende spunto.

                Io che sono cresciuto a pane e Dylan non potevo non farlo presente.

                E qui parte la seconda:
                come mai nel post non hai fatto riferimento a questo albo di DYD?

                P.S.: Buffalo Soldiers io l’ho visto su Sky.

                Secondo me ne vale la pena.

                • Hai ragione!
                  Mi confondo sempre perché Zombi (quello del ’78) è intitolato in inglese Down Of The Dead, L’Alba dei Morti viventi.
                  Film che ha avuto un remake con la traduzione italiana del titolo originale…. insomma, c’ho un casino in testa che la metà basta :D

                  Dylan Dog non l’ho citato perché, sinceramente, non ci ho proprio pensato. Ormai non lo leggo più da… boh, il numero 104 è stato l’ultimo che ho letto.

  2. È.. È una genialata cazzo! È meraviglioso! Dal togliere l’adesivo della mamma all’idea del sacchetto! Giuro alla fine ho pensato “La bambina, la bambina CAZZO!”
    Finisce nei miei archivi sto video. Anche perché non sono un fan degli zombie dato che sono gli unici che mi spaventano ancora (l’idea dello zombie non i film) e che nella maggior parte delle volte sono emerite cazzate! Vedi: “L’alba dei morti viventi” quello del supermercato… Fantastico… Adesso me lo riguardo!!

  3. Eccome :O

    siccome non ero già abbastanza triste oggi…cmq grazie MrChreddy…davvero un gioiellino….7 minuti intensi…alla fine ho temuto per la bambina… :-)

  4. Siccome non ero già abbastanza triste oggi…cmq grazie
    MrChreddy…davvero un gioiellino….7 minuti intensi…alla fine ho
    temuto per la bambina… :-)

  5. Bello! Veramente una grande idea. Io vi straconsiglio “Dead set” se non lo conoscete, pochissime puntate per un’altra idea geniale

    • Ciao Jacopo, beh, questo corto funziona per l’idea che va bene, appunto, per un corto. Non ce lo possono fare un film solo con questa idea.

      Comunque credo proprio che Cargo rimarrà così com’è :)

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