Push, da grandi superpoteri derivano grandi superproblemi

Questa è stata una settimana piuttosto dura per tutti i cinefili che bazzicano il blog perché ho parlato di serie tv ridicolmente ridicole, un cortometraggio bellissimo, fumetti inutili e amarcord videoludico.

Però oggi si parla di film e che film: Push.

Push è uscito nel 2009 e nel trailer c’erano Chris Evans e Dakota Fanning che avevano dei superpoteri, quindi, senza saper né leggere né scrivere, avevo pensato: “Ahahahahahahahah. Mavaccagare!

Poi però Theo, qualche settimana fa, qui sul blog me l’ha consigliato, io diligentemente l’ho visto, e devo dire che è un film che mi ha spaccato letteralmente le palle in due, da una parte mi è piaciuto, dall’altra per niente.

Quindi oggi parliamo di questo film bello e brutto contemporaneamente.

Al mondo c’è gente che nasce con delle doti straordinarie. Tanta gente con tante doti.
Queste persone speciali vengono raccattate dalla Divisione, una società che sperimenta su di loro dei farmaci per ampliarne i poteri. Purtroppo tutte le “cavie” muoiono, tranne una che riesce a scappare con una siringa di questo preziosissimo farmaco.

Oh, cazzo, a momenti muoro!

A Hong Kong c’è  (è uno che ormai è abbonato ai supereroi e ai fumetti) che ha il potere di spostare le cose, ma è una pippa. Subito la Divisione si reca da lui per cercare la fuggiasca.

Guarda, vuoi che muoro?

Sempre a causa della fuggiasca anche  (che ormai non è più una bambina prodigio, sempre che lo sia mai stata), che ha il potere di vedere il futuro disegnandolo con i pastelli su un quaderno, va da lui per lo stesso motivo: devono trovare questa fuggiasca perché sennò muoiono tutti.

Aspetto che muori…

A capo della Divisione c’è  (che è uno che chiamano quando Will Smith non ha voglia di fare un film, anche se lui è una ventina di volte meglio lui di Smith su tutti i fronti) che ha il potere di convincere gli altri a fare cose stupide, come suicidarsi.

No, lo zerbino è per terra, non ti puoi pulire i piedi sulle mie sopracciglia.

Si scopre che la fuggitiva è l’ex di Chris Evans (, una che ha le sopracciglia come Ken Shiro e gli occhi da pesce) che ha anche lei il potere di convincere le persone a fare cose stupide. Sulle sue tracce però c’è anche altra gente, come i gemelli cinesi che fanno scoppiare le cose urlando.

Io urlo che mi scoppio gli occhi

Dalla parte dei buoni ci sono anche altri dotati di poteri, quello di cambiare dei particolari della realtà, uno in grado di nascondere le persone a quelli che hanno il potere di rintracciarle e uno che fa perdere la memoria.
Per il resto potete lavorare di fantasia, che tanto non esce dai soliti canoni dei buoni contro i cattivi.

Ma come mai mi è piaciuto?

Perché il regista, , è uno di quelli bravi, ha una bella visione e delle ottime idee di messa in scena. Tutta la parte finale è da applausi, per come viene sfruttata la visione del futuro e tutta una parte a incastro che viene svelata poco a poco. Anche lo scontro finale è notevole, sia visivamente che come struttura scenografica. Il film, in generale, ha un look eccezionale, con una fotografia sopra la media per il genere di produzioni e per il budget.

Push riesce a non essere pieno di boiate, nonostante l’argomento si presti allo sbrago totale, con scene d’azione ben dirette, soprattutto lo scontro telecinetico tra Chris Evans e lo scagnozzo di Djimon nel ristorante. È da apprezzare il tentativo di portare il film ad un livello superiore, senza confinarlo ad un mero film di gente con i superpoteri.

– Se non ti fermi muoriamo!
– Se mi fermo ti metto le mani addosso!

Perché non mi è piaciuto?

Per lo stesso motivo per cui non mi è piaciuto neanche Slevin – Patto Criminale, sempre di McGuigan: è troppo lungo. Dura quasi due ore senza nessun vero motivo.
Allo stesso modo di Slevin, Push, poteva essere un capolavoro se ci si fosse concentrati sulle cose belle che ha. Invece ad un certo punto sei lì che lotti con te stesso per non mandare avanti veloce, visto che questi continuano a chiacchierare, corrono a destra e a sinistra, si sparano e non concludono, fondamentalmente, un cazzo.
io dico, hai la possibilità di sfruttare poteri come l’induzione di pensieri, il camuffamento della realtà e non li sfrutti per un po’ di pathos, l’incertezza di non capire se quello che gli altri dicono sia la verità o una menzogna che è stata piantata in testa artificialmente? Sta cosa è sfruttata per circa 2 minuti alla fine, troppo poco e sembra, più che altro, un giochino per allungare ancora di più il brodo e lasciare la sensazione che sia il primo capitolo di una serie che non verrà mai sviluppata.
Anche in Slevin, ad un certo punto, cominciava ad incrocchiarsi su se stesso senza riuscire a venirne a capo, risultando più una copia dello stile di  che un film con una propria identità.
Eppure McGuigan ha le possibilità: ha una visione molto personale e non banale, cosa che al cinema è molto rara, ha le idee chiare su come si costruiscono sia le scene di dialogo che quelle d’azione, eppure vuole sempre strafare, incasinare tutto, nel senso buono, finendo per incasinare tutto, in senso cattivo.

Peccato, perché Push aveva un gran potenziale, ma è strato sfruttato male. Poteva elevare questo genere di film dal fosso dei cinecomics, nonostante non sia preso da un fumetto, rendendolo un film con una proprio dignità mettendolo al di sopra del genere cui appartiene per contenuti.

Mi fa incazzare, davvero un’occasione davvero mancata.

 

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

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Informazioni su MrChreddy

Nato da da padre Vic 20 e madre Amiga 500, è cresciuto negli anni '80 allevato da videogiochi, fumetti e film. La sua mente vaga ancora in quell'universo parallelo, mentre il suo corpo si muove in questo rimpiangendo di aver perso tutti i suoi giocattoli di quando era piccolo. Li avesse ancora, ora sarebbe milionario. Precisino della minkia fino al midollo, non è mai soddisfatto di quello che vede, legge, gioca e trova sempre qualcosa che non va o che si sarebbe potuto fare meglio in tutto quello che gli capita tra le mani. Ha la lingua più veloce del cervello, prima parla poi pensa a quello che dice. Anche ore o giorni dopo. Per fortuna le sue idee e paranoie trovano sfogo su questo blog e non sulle macchine di quelli che hanno rovinato i suoi miti d'infanzia. Spielberg e Lucas tirano un grosso sospiro di sollievo e ringraziano per la nascita di Nerds' Revenge, che non hanno voglia di cambiare macchina ogni settimana.

20 pensieri su “Push, da grandi superpoteri derivano grandi superproblemi

  1. Sarà che non ho ‘sta cultura eccezionale di film oppure che mi addormento in certi film per un po’, però i li ho apprezzati entrambi e non ho notato il “vuoto”! D’altronde non sono un critico!^^ Comunque sono contento che tu ne abbia riconosciuto il potenziale, fa piacere! Hai ragione avrebbero potuto sfruttare di più il potere del “maèunabugiaono?gnegnegne” anche perché il finale a mio parere è molto bene riuscito! Anche se non ci tengo a vederne un seguito se non fatto con i sacri crismi!

    • Ciao Theo, non è una questione di essere critici, nemmeno io lo sono, però ad un certo punto mi è venuto da dire: ma andiamo avanti che non sta succedendo niente?
      Ok, ci sono le supposizioni, gli spiegoni e tutto il resto, ma stringi stringi la storia, che non ha chissà che intreccio tale da giustificare delle spiegazioni rindondanti come quelle, ristagna un po’.

      Ha un grande potenziale questo film, ma sembra buttato via, si fossero concentrati sulle cose migliori, sarebbe stato davvero un gran film.
      Nemmeno io anelo a vedere un sequel, però il finale sembra prevederlo :D

  2. Anche a me nn dispiaceva all’inizio, la storia era interessante ma quando è finito ho pensato che ca**ata…tra i due preferisco senz’altro Slevin!

  3. Che dire, totalmente d’accordo con te. Ti faccio 2 domande:

    Se ci fosse un seguito lo vedresti e se si con che aspettative?
    Su Guy Ritchie hai scritto qualcosa? Se si linka, se no mi dici brevemente come lo consideri e suo film preferito?

    • Ciao Vincenzo, ‘azz, mi sento sotto pressione ora, ho paura a rispondere :D

      Se ci fosse un seguito di questo lo vedrei solo se i nomi coinvolti fossero “interessanti”. Se ci mettono un pinco palla qualunque a farlo lascio stare in partenza.
      Sarei più propenso, per dire, se McGuigan ne facesse un remake sistemando le cose fatte male… anche se un remake di questo film è una roba assurda proprio come concetto :D

      Di Ritchie non ho scritto niente perché non ne ho ancora avuto occasione.
      Però, brevemente, quello che penso di lui è che è uno che ha moltissimo talento, ma ha bisogno di qualcuno che lo tenga “imbrigliato” o lo direzioni, altrimenti quando fa le cose da solo sbraga ed implode. Vedi RocknRolla. Poteva essere davvero bello, ma ad un certo punto comincia a correre girando su se stesso e alla fine cade svenuto… però lì Gerad Butler è molto bravo, sicuramente la cosa migliore del film è il suo personaggio.
      Lock And Stock e The Snatch sono praticamente lo stesso identico film, solo che il primo è lungo e noioso, il secondo è più compatto e funziona alla grande, con delle trovate davvero geniali sia di regia che di montaggio, tipo l’incidente multiplo con in mezzo il tizio incapucciato.
      Dei due Sherlock Holmes la regia e le idee visive erano sicuramente la cosa migliore dei due film. Dato in mano ad un mestierante, nonostante Downey Jr., sarebbero venuti fuori due merdine e invece sono molto godibili e a tratti pure divertenti.
      Revolver e Travolti dal destino non li ho visti… a parte che il secondo, per sua stessa ammissione, è una merda. Almeno ha l’onestà intellettuale di non scaricare la colpa addosso a Madonna e prendersi le sue responsabilità.

      Avevo detto due parole…

      Come sono andato? :D

      • Se posso unirmi alla discussione,
        anche secondo me G.Ritchie ha talento ma va sgrezzato.

        Voglio dire, quello stile mi sta bene in The Snatch
        (suo film migliore)

        un po’ meno in Sherlock Holmes.

        Sì, perché il film non sarebbe male,
        ma se lo fai su un personaggio letterario, che cacchio,
        devi rispettarlo.

        Il tenore dei libri di C.Doyle è quello:
        Holmes c’arriva alla velocità della luce

        fosse per lui il romanzo durerebbe due pagine,
        ma tu le indagini le fai con Watson, e ci arrivi piano piano
        ed è giusto così.

        Un giallo è un giallo, e ha i suoi tempi
        il thriller è il thriller, ed è un’altra cosa
        e i film d’azione sono i film d’azione ed è un’altra cosa ancora.

        Questi tre generi possono “contagiarsi”, ma non possono incasinarsi come nei due film in un montaggio che pare quasi in timelapse.

        Scusate l’intromissione.

        • Intromettiti pure quanto vuoi :D

          A me i 2 Sherlock sono piaciuti, ma ero preparato a un misto action dove dello Sherlock originale rimane quasi solo il nome. In ogni caso non sarei stato molto interessato a vedere un film aderente ai libri.

          Detto questo mi è piaciuto come Ritchie ha adattato l’acume di Sherlock ai combattimenti e quelle robe lì.

          Però capisco che per un purista potrebbe essere una bestemmia, ma non sono film pensati per i puristi :)

          • In realtà non sono un purista.

            Per dire, ho apprezzato gli stravolgimenti di molti registi.

            Diciamo che in questo caso non ho apprezzato molto la “miscellanea” di generi.

            Tanto più sulla pelle di un personaggio letterario che difficilmente può essere alterato.

            Se me lo butti in una gazzarra a torso nudo come un Van Damme qualsiasi

            del personaggio rimane solo il nome.

            P.S. Visto “on the road”.
            Senza infamia e senza lode.

            Unica riflessione:
            è un film uscito in evidente ritardo.

            Purtroppo la Beat generation e il suo sogno di libertà assoluta è morta da tempo, e oggi più che mai in seguito all’avvento del telefono cellulare

            e dell’innominabile malefico social network
            al quale mi fregio di non essere iscritto.

            E per fortuna Jack e Neal non hanno visto tutto questo.

            • Mah, io no, penso sia un buon adattamento del personaggio ai gusti moderni, però sono punti di vista, capisco anche quello che vuoi dire tu.

              On The Road mi son rifiutato di vederlo, un film fuori tempo massimo con giovani star per richiamare i ragazzini. Non aveva grandi premesse e me lo hai confermato :D

              • Il problema è un altro.

                Rifare un film su On the road, il libro,
                manifesto della Beat generation,
                è estremamente complicato.

                Questo perchè l’opera di Kerouac non è una storia da raccontare, ma una filosofia.

                Io lo lessi diversi anni fa, non ricordo manco se sono riuscito a finirlo,

                ma ricordo che era forte la sensazione di libertà da ogni legame dato dai preconcetti e dai confini sia territoriali che delle regole etiche, morali, sessuali.

                Scalpitavo nel vedere questa nuova trasposizione, nell’era del legame per eccellenza: il cellulare.

                Internet usato per legarsi e non per liberarsi.

                E’ qui che il film ha fallito.

                E’ partito dal presupposto che i protagonisti fossero “trasgressivi” e non semplicemente liberi.

                E’ stata raccontata la storia, ma non è stata abbracciata la filosofia di Kerouac e soci.

                Alla fine, i film che ci sono riusciti meglio sono stati Easy Rider e

                recentemente

                Into the Wild.

                Guarda là che inutile pippardone ne è uscito fuori…
                perfettamente aderente al tema del post, poi.

                Scusami MrChreddy
                sono sempre il solito.

                • Il confine tra trasgressione e libertà è sottile, soprattutto nell’era moderna, dove essere liberi significa fare quel cazzo che si vuole fottendosene degli altri.

                  Non mi stupisco che il film faccia questa “confusione” più o meno voluta.

                  Poi, sinceramente, On The Road è un libro legato all’epoca e al pensiero in cui è stato scritto, attualizzarlo ai giorni nostri non credo sia possibile, se non stravolgendolo completamente.
                  Per Easy Rider è la stessa cosa.
                  Into The Wild è una cosa un po’ “diversa”, centra il punto, ma non lo fa sulla generazione, ma su una persona sola… che poi paga le conseguenze della libertà e dell’isolamento a tutti i costi.

                  Comunque non ti preoccupare se vai fuori tema, non è mica un problema :D

                  • Beh, in realtà anche on the road si incentra su poche persone.

                    Che poi l’opera sia diventata il manifesto di un certo movimento, quello viene dopo.

                    E anche loro pagano le conseguenze del loro desiderio di libertà.

                    Perché in realtà il contesto in cui si muovono è quello dettato dalle regole e dal perbenismo

                    (basti vedere la figura di Camille, in contrasto con quella di Marylou

                    o quella del poliziotto che li ferma, o la stessa madre di Sal/Kerouac).

                    Il problema è la visuale.

                    Nel libro loro perseguono la libertà a discapito dei legami precostituiti.

                    Nel film si avverte la sensazione che siano loro ad essere sopra le righe.

                    O magari ricordo male io il libro

                    (ma, considerando che è autobiografico, dubito che il messaggio fosse quello).

                    • Quello che volevo dire è che Into The Wild è un viaggio nele scelte personali per trovare la libertà. E’ affascinante, ma non mi sembra rappresenti nessuna “massa” come invece è stato On The Road, in cui una generazione intera vi si è identificata… tutto qui.

                      Tornando al film tratto, penso che oggi sia molto difficile replicare ed attualizzare quel tipo di pensiero, le cose sono radicalmente diverse e esprimere determinate cose attraverso un media come il cinema è la cosa più difficile in assoluto. Solo pochi grandi ci sono riusciti e infatti ci sono pochissimi film che sono presi ad esempio come rappresentazione di un certo periodo/generazione, tipo Easy Rider.

                      Insomma, non mi aspettavo niente da On The Road e francamente non mi interessava, non appartenendomi nemmeno il libro di origine, e da quello che ho letto in giro, e che hai scritto pure tu, è un film che non c’entra il segno per niente.
                      Tutto qui :)

      • The Snatch l’ho trovato anche io molto valido, come RockNRolla con le tue dovute premesse.
        Revolver è quello che ho apprezzato di più, di sicuro anche un esperto come te andrà a vedere la spiegazione su internet, perchè appena appaiono i titoli di coda inizi a farti delle domande, anche prima volendo.
        Gli Sherlock devo ancora vederli, quindi manca qualcosa anche a me.

  4. A me questo film ha solo spaccato le palle(cit.), nel senso che non vedevo l’ora che finisse ed ero pure tentato di staccarlo prima della fine. Non mi è piaciuto minimamente anche se almeno all’inizio mi stava interessando, mi sa che la serie Tomorrow People sia ispirata a questo film ed ecco perché fa schifo ed è stata giustamente chiusa dopo una stagione. Le uniche cose interessanti sono le considerazioni che facevo durante la visione sui membri del cast ed è tutto dire di quanto mi abbia preso il film: Chris Evans, pensavo, nell’arco dei 5 anni trascorsi ha sfondato definitivamente, come sappiamo; Dakota Fenning, qui è ancora uno scricciolo, ma immagino che adesso, dopo cinque anni e dopo che l’abbiamo vista recitare fin tipo dalla culla, possa finalmente essere diventata una donna e pure bella, quindi spero che adesso le comincino a dare parti migliori; Camilla Belle, ha un cognome pretenzioso perché è un cesso come poche, dal collo in su non si può guardare, spero per lei che con il tempo sia migliorata perché dopo questo film rischiava di non essere scritturata mai più da nessuno, quantomeno in un ruolo principale forse solo nelle peggiori produzioni di Caracas; il tizio nero, di cui non sono capace a scriverne il nome, è bravo ma nel film il suo personaggio è un idiota, comunque lui finisce quasi sempre in film di sterco come questo, fatta eccezione per Blood Diamond, buon film, ed Amistad che ancora non ho visto.

    Comunque, la regia non è la cosa peggiore anzi può portare a sopravvalutare il film, ma la storia e la sceneggiatura fanno veramente cagare.

    • Ustia, addirittura?

      A me non è dispiaciuto, mi pare di ricordare. Comunque è un film a bassissimo costo e fatto in fretta, per quello che è mi ha intrattenuto.

      Però, ecco, manco me lo ricordo, cioè mi ricordo di un tizio che ha il potere di cambiare il colore alle valigie, di Chris Evan che fa levitare le pistole, della Fanning con la minigonna, per far vedere che non è più una bambina che urla sempre, e della tizia che poteva essere carina se non avesse avuto le sopracciglia come Bergomi. Però la trama 0, non ricordo quasi niente.

      Forse vedendolo senza troppe aspettative non mi ha disgustato.

      Tomorrow People faceva già cagare la pubblicità, io lo avrei chiuso direttamente dopo lo spot promozionale. :D
      Quello che mi stupisce è che Arrow va avanti e secondo me è inguardabile.

      • Forse l’ho visto nel momento sbagliato, non so.

        Su Tomorrow People potrei scriverci un post se ti va, in caso prometto di non esagerare (troppo) con gli insulti. :-)

        Arrow non lo seguo, l’ho solo visto di sfuggita perché appunto lo fanno prima di Tomorrow Idiots, però ho notato che il cattivo è Deathstroke e questo mi spinge a recuperarla data la figaggine del personaggio, anche se la serie non mi sembra granchè.

        • Nono, se non ti è piaciuto non ti è piaciuto, non è il momento sbagliato :D

          Per Tomorrow People lascia stare, non se l’è cagato nessuno, altrimenti non l’avrebbero chiuso :)

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