Oblivion, non ti scordar di Tom

Devo dire che Oblivion non mi ispirava granché dalle premesse.

Primo perché già il trailer era noioso. Secondo perché Tom Cruise, a parte nei Mission: Impossible quando corre tutto impettito con le manine rigide in avanti, non mi piace più molto, motivo per cui non ho visto nemmeno Jack Reacher. Terzo perché il regista, , è riuscito a fare di Tron: Legacy un film morto di sonno, con tutto il potenziale che aveva, persino le scene d’azione con le moto erano noiose.

Quindi sono andato al cinema aspettandomi il peggio e invece devo dire che almeno visivamente è molto bello.

Il post contiene spoiler debitamente segnalati.

È il futuro post-apocalittico. La terra è stata invasa dai Revengers dagli Scavengers che, dopo aver distrutto la Luna, hanno ingaggiato una battaglia all’ultimo sangue con noi umani. Noi, come ultimo tentativo di resistenza, abbiamo pensato bene di bombardarci con le atomiche. I superstiti sono partiti per Titano, luna di Saturno.

Jack ( che ormai si chiama Jack in tutti i film) e Victoria () sono gli ultimi due esseri umani rimasti sulla terra per controllare e riparare i droni che, a loro volta, fanno la guardia agli enormi estrattori che raccolgono l’acqua della terra per creare energia da mandare su Titano. Jack e Victoria vivono nella loro bella casa fantascientifica che svetta oltre le nuvole, tutta lucida con i pavimenti neri e con le pareti di vetro… appena sorge il sole si cuociono come zucchine.

Una serra…

Jack, come un Wall•e in carne e ossa, la mattina si alza e va in cerca di droni da riparare, è così figo e conosce così bene il suo lavoro che li ripara con la gomma da masticare. Victoria lo guida da casa e comunica con il controllo su Tet, un triangolone nero poco fuori l’atmosfera terrestre che fa da tramite con Titano… e che è una bel metaforone sulla divinità, così se già non fosse chiaro.
A Jack e Vika, come la chiama lui affettuosamente, è stata cancellata la memoria prima della loro missione quinquennale e ora mancano solo due settimane prima che raggiungano il resto dell’umanità su Titano.
Ma Jack fa strani sogni su un’altra donna e, come se non bastasse, i pochi Scavengers rimasti non si sono dati per vinti e continuano ad attaccare i droni e gli estrattori.

Joseph Kosinski ha sceneggiato, insieme a Karl Gajdusek e Michael Arndt, e diretto questo Oblivion dopo che, nel 2010, aveva diretto Tron Legacy, quel sequel di Tron che lo ricalcava passo passo, rendendolo però più noioso, lungo e inutile.
Oblivion in realtà, non ha niente di originale, attinge a piene mani spudoratamente da tutti i film di fantascienza ora considerati dei veri classici. A cominciare dalla trama, per finire ai dettagli. Uno potrebbe dire che sono citazioni, sarebbe anche lecito, se non fosse che tante cose sono davvero troppo simili per essere una mera citazione.

– Ti ricorda qualcosa?
– Ma no, che dici, è una citazione…
– Seee, stocazzo!

La parte visiva del film è davvero eccezionale, con una fotografia davvero ben riuscita, scenari suggestivi ed effetti speciali sopra la media. Essendo costato la bellezza di 140 milioni di verdoni, sarebbe stato davvero da criminali sbagliare queste cose.
Purtroppo non basta la sola componente visiva a fare un film, soprattutto in un’opera come questa che basa tutto sul colpo di scena.
Ci vuole una storia solida e una sceneggiatura a prova di bomba perché tutto funzioni e lo spettatore non comincia a porsi delle domande andando a scavare e portare alla luce buchi e voragini di una trama scritta davvero male… sempre che qualcuno l’abbia scritta davvero. La sensazione mia è che Kosinski avesse in testa alcune scene ed immagini molto suggestive, come la luna distrutta o il Tet, e ci abbia costruito intorno il film con idee riciclate a destra e a manca e niente di veramente originale o suo.

Personalmente mi sono sentito un po’ preso in giro da Oblivion perché, per mascherare il colpo di scena, dissemina tutta la parte iniziale di indizi fuorvianti, atti a far pensare in un modo quando il succo è un altro. Non si rivela un gioco, una sfida tra il regista e lo spettatore, come dovrebbero essere questo tipo di film, ma è tutto in mano al regista che tenta di non far arrivare alla soluzione con dei mezzucci, senza permettere allo spettatore di pensare. Un po’ come faceva Agatha Christie con i suoi gialli.
Facciamo un esempio concreto con il principe di questo tipo di film: Il Sesto SensoShyamalan dissemina il film di indizi per far capire il colpo di scena finale, solo che prevedono un certo tipo di ragionamento che noi spettatori possiamo notarli solo alla seconda visione del film. Eppure erano lì, chiari, lapalissiani, siamo noi che non li abbiamo colti.
Kosinski invece confonde le acque, non per non far capire dove vuole andare a parare, ma proprio per non far pensare lo spettatore. Salvo poi sputtanarsi tutta la fatica con la rivelazione quasi involontaria del twist a nemmeno metà film, quando entrano in scena  e , e continuando con gli spiegoni e piccoli colpi di scena fino alla fine, perdendo l’effetto sorpresa e l’impatto emotivo, appesantendo enormemente la visione. Non bastano le scene d’azione, davvero belle, ad alleggerire tutta la seconda parte.

In sostanza un film molto bello esteticamente, un po’ meno come sceneggiatura, che può sicuramente  piacere, soprattutto se non avete nessun film di fantascienza negli ultimi… ehmmm… 60 anni. A me non è dispiaciuto, ma sarà difficile che lo veda una seconda volta… anche perché l’ho già visto 200 volte in mille altri film.

Dopo il trailer tutta la parte spoilerosa per chi l’ha già visto.

SPOILER

Dicevo che Oblivion mi ha ricordato un sacco di altri film, tante cose le ha copiate, e gioca a senso unico con lo spettatore per salvaguardare il colpo di scena, senza riuscirci davvero.

Allora? Finito di copiare, eh?

L’idea di base del film, nonché colpo di scena principale, è spudoratamente copiata da Moon, film del 2009 scritto e diretto da  e interpretato da uno strepitoso . Film, tra l’altro, consigliatissimo, costato un decimo di Oblivion, ma decisamente migliore.

I predoni Tusken, qui fanno gli Scavengers

Poi c’è tutta la parte degli Scavengers che si rivelano essere i superstiti umani che combattono le macchine, ripresa da Matrix. Sono vestiti e mascherati tipo i predoni Tusken, di Star Wars, e l’elmo di Morgan Freeman ricorda molto quello di Predator. Nella prima parte del film sembrano bestie che corrono a quattro zampe, anche durante il tentativo di cattura di Jack, poi invece si rivelano umani. Questo è il primo indizio fuorviante dato da Kosinski.

Il look di Tom Cruise nel film sembra un incrocio tra Mass Effects e Portal. Anche i droni ricordano molto Portal. Nei droni c’è il secondo indizio fuorviante: le scritte che appaiono durante la visione soggettiva dei robot sono tutte in inglese, essendo costruiti da un’entità aliena è un po’ difficile che questa le scriva in inglese, anche perché né Jack né Victoria hanno modo di vedere cosa vedono i droni, quindi di vedere le scritte è solo appannaggio dello spettatore che è quindi portato a pensare che siano effettivamente di fabbricazione umana e non si pone il dubbio che siano di origine aliena.

Che motivo avrebbe il Tet/Sally di raccontare a Jack e Victoria tutta la manfrina sulla cancellazione della memoria, che l’umanità è su Titano e che ha vinto la guerra? O meglio. Nel film viene detto che, dopo la distruzione della Luna, sono sbarcati migliaia di cloni di Jack che hanno attaccato gli umani. Come ha fatto Sally a convincere i “primi cloni guerrieri” ad attaccare gli umani se poi deve mentire ad altri cloni per tenerli buoni?
Anche questa cosa è, in definitiva, solo fumo negli occhi dello spettatore.

Solo a me il rapporto “sei mia moglie/non sei mia moglie” tra Jack e Victoria ricordava un po’ Atto Di Forza?
Come ha fatto Sally a sviluppare la fotografia scattata sull’astronave prima della cattura? Hanno le stampanti aliene?

Sally, alla fine del film, è praticamente HAL 9000 di 2001 Odissea Nello Spazio. Per inciso, la battuta finale di Tom Cruise: “Vaffanculo Sally!” mi ha fatto decisamente cagare e l’ho trovata fuori luogo per lo stile del film, sembra una roba vomitata da un film action anni ’80.

Ci siete cascati, eh? Pensavate fosse un film originale!

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

24 pensieri su “Oblivion, non ti scordar di Tom

  1. Ieri dopo aver viaggiato per eoni in dimensioni parallele sono tornato sulla terra, insieme a Lord Casco, proprio per vedere questo film. Visto quando cagare fanno i film ultimamente eravamo giustamente impauriti e scettici.

    Invece devo dire che mi ha sorpreso! All’inizio stavamo già sbuffando, io e Lord Casco, per la storia delle radiazioni (il mondo è contaminato e lui va in giro a cazzeggiare senza protezioni???)…poi però ne sono venuti fuori bene con la “balla” aliena delle zone contaminate.

    Mi sono sempre trovato d’accordo con MrChreddy, ma stavolta dissento in particolare su:

    L’interfaccia dei droni.
    E’ in inglese, ma non vedo la stranezza essendo gli stessi droni gestiti e manutenuti da umani. Se Jack e la sua assistente li riparano deve per forza esserlo. Magari c’è una scatola nera o qualcosa di simile per visionare le ultime immagini di un eventuale drone abbattuto/precipitato.
    Allora Terminator è una cazzata perchè i robot vedono in inglese e non in linguaggio macchina o binario (come ci si aspetterebbe da Skynet)?

    L’esercito dei cloni.
    Anche qui secondo me non ci sono buchi particolari di sceneggiatura. Essendo l’entità aliena così avanzata da poter cancellare la memoria e fare lavaggi del cervello massicci, potrebbe benissimo aver creato un esercito di cloni di tom cruise che corrono con le mani rigide in avanti senza anima o ricordi. O con ricordi alieni…comunque non me lo sono chiesto.

    Il colpo di scena.
    Secondo me non era un film alla “Sesto senso”. Voglio dire, già nel trailer ti fanno vedere che c’è una sorta di resistenza umana segreta…e già nella prima metà del film si sente puzza di imbroglio..e a metà film ti spiegano già tutto.

    Ultima ma non meno importante…la sceneggiatura copiata da Moon.
    Ieri ho letto nei titoli di coda di Oblivion che è stato tratto da una graphic novel, del 2005…”Moon” è del 2009.

    Le cazzate sono sicuramente gli scavengers a 4 zampe, ma la cosa poteva essere risolta inventandosi dei droni della resistenza umana a 4 zampe…peccato.

    Peccato anche per i vari design copiati (Portal, predator e star wars). Dico peccato perchè avrebbero potuto palesarli un po’ di più e trasformarli in citazioni. Sempre che non fossero citazioni fatte male che non ho colto. Comunque da fan di Portal lo ritengo visivamente bellissimo.

    Rendiamoci conto che a parte John Carter, fino a ieri quando pensavo ai film contemporanei di fantascienza mi venivano in mente il biologo e lo speleologo punkabbestia di Prometheus.
    Stavolta Tom è promosso a pieni voti, lui e le sue mani aperte mentre corre.
    :D

    • Ah, minkia, siete vivi!

      Allora, spiego velocemente che fra poco vado al lavoro.

      Primo, la Graphic Novel non è mai stata pubblicata, l’ha scritta Kosinski, ma non ha mai visto la luce. Nessuno l’ha letta e forse uscirà ora.
      Moon è un’opera originale, sarebbe da vedere, perché ha un sacco di cose che poi, oplà, appaiono in Oblivion.

      Secondo le scritte a schermo dei droni, ok, ci può stare la scatola nera, concesso. In Terminator i robot erano costruiti da un computer di derivazione umana, le scritte in inglese ci stanno.
      Non ci sta invece la cosa dei cloni.
      Perché, visto che li ha già utilizzati come soldati non li utilizza ancora così?
      Perché fare fatica a cancellare loro la memoria e a inculcargli in testa cagate solo per farli stare buoni?

      Ho preso Il Sesto Senso per spiegare quello che intendevo.
      E’ innegabile che il film giri tutto intorno al twist di chi è Tom/Sally/Tet/Cazzi e mazzi e perché è lì. Solo che A non hai niente a cui aggrapparti per capirlo, B gli indizi buttati nel film sono fuorvianti. Facile fare i colpi di scena così, son buoni tutti, non devi nemmeno scriverli.

      Il film mi è piaciuto visivamente, il resto mi ha fatto discretamente cagare, non c’è un’idea, nemmeno una, che sia originale o nuova è tutto copiato/riciclato da altre cose di successo, non si vede nemmeno la volontà di elaborare le fonti di ispirazione. Che, per carità, non è un crimine in sé, però condanni il film ad essere una copia di altro e, a sto punto, mi guardo le cose originali.
      La battuta finale è la ciliegina sulla torta, non vendevo niente di più pacchiano dagli anni ’80 :D

      • Hai ragione sul fatto dei cloni, anche a me all’inizio ha fatto storcere il naso. A furia di pensarci sono giunto ad una conclusione: per costruire un esercito di cloni deve per forza farli senza cervello, la vedo dura trovare una storia convincente per farti combattere fianco a fianco con migliaia di tue copie. Invece per fare un lavoro complesso e delicato come il controllo e riparazione dei droni devi per forza di cose clonarne anche l’intuito e l’intelligenza, clonare l’intero cervello insomma

  2. Speravo commentassi questo film :-) perchè effettivamente ero mooolto titubante…pur volendo sostenere il buon Tom…forse conviene recuperarlo più avanti a noleggio…

  3. visto pure io…

    Il film ha decisamente un problema nei ritmi…pero’ non mi è dispiaciuto.

    Ok, non è particolarmente originale,ma alla fine fa quello che deve fare una buona narrazione di fantascienza : raccontare a suon di metafore “lo spirito dei tempi”. Tanto mi basta per non bocciarlo…ma senza particolari entusiasmi eh.

    P.s. Io ci ho visto ,sia nel mecha-design, sia, in parte, nella storia, elementi presi da “Grey digital target” (un meraviglioso manga degli anni ’80) chissa’ se questa contaminazione (se veramente esiste :D ) sia arrivata al film passando per la graphic novel a cui si ispira…

    • Anche a me non è dispiaciuto, ma non mi ha fatto impazzire.
      Non credo sia un film che rimarrà negli annali, proprio perché le cose viste nel film sono già state fatte in altri film ben più iconici di questo. :)

      • Il problema è che oramai abbiamo visto fra tutti così tanti filmi del genere che è difficile stupirsi ancora… infatti nemmeno io ho trovato nulla di nuovo, però ho amiche che non sono avvezze a fantascienza che invece sono rimaste molto colpite!
        Insomma, per nuove generazioni che mancano di basi è un film notevole, per noi… beh si, dimenticabile! ^^

  4. Finito di vedere ora. Non c’è altro da dire rispetto a quello che hai già detto egregiamente. Zero ma proprio zero inventiva e poi Tom Cruise che fa il figo più figo di tutti all’alba del 2013 ha anche un po’ rotto i maroni.

  5. Visto ieri sera. Molto suggestivo ma quasi totalmente privo di pathos. Elementi e ambientazioni scopiazzate a destra e sinistra un po’ ovunque. Le armi e alcune ambientazioni sono prese da Halo, gli scavengers (a parte quello con la maschera da Predator) hanno una maschera che ricorda molto gli Helgast di Killzone.

    Il Tet mi ha ricordato molto il monolite di 2001, ok che quello era in orbita intorno a giove e questo intorno a saturno, però il richiamo è forte, tanto che l’astronave dove Tom e Olga erano a bordo si chiama Odyssey

  6. Difficile trovare fantascienza originale al cinema, quando hai sulle spalle mezzo secolo, l’80% del quale è filtrato attraverso fumetti, televisione e grande schermo impregnati dal genere.

    Quindi, almeno per me, comincia a contare di più come gli ingredienti di base – i “tòpoi” – vengono sviluppati e illustrati, sia visivamente sia a livello di plot.

    Visivamente, “Oblivion” non mi è dispiaciuto affatto.
    Pur non nuovi ho apprezzato gli scenari post-apocalisse con le classiche rovine della nostra civiltà, a volte appena emergenti, e alcuni scorci bucolici “alla Miyazaki”: una cura per i dettagli che si ritrova anche nel design di alcuni “accessori” tecnologici (esclusa la moto: bruttina e tirata via), primi fra tutti la “bubbleship”, davvero caratterizzata in ogni minima parte (dinamiche di volo comprese), e la “casa tra le nuvole”, che sembra appena uscita dalle pagine di una rivista di architettura e interior design, (domanda: del futuro o degli anni 60?).

    A livello di plot, già prima di un terzo del film sono comparsi i primi sospetti ed è cominciata la parallela e inconsapevole ricerca dei riferimenti nel personalissimo archivio mentale.

    La meccanicità affettiva di Victoria e l’arredamento della Torre 49, patinato, asettico e impersonale – una sola foto presente tra tutti gli ambienti! – contrapposti ai sogni poco “astratti” di Jack e al suo legame con la terra (intesa come suolo, zolla), erano ben più che indizi.

    Non sono d’accordo sui “buchi” della sceneggiatura relativi all’inglese sui displays dei droni (che, per inciso, mi hanno prima di ogni cosa ricordato il modulo pilotato da Bowman in “2001: Odissea nello spazio”): le osservazioni giuste le ha già fatte, qui, un altro commentatore.

    Neppure concordo sui dubbi relativi all’esercito di cloni “consapevoli dei propri commilitoni”, che devono conquistare la terra, e il manipolo di cloni “ignari dei colleghi” che devono occuparsi della manutenzione dei droni (adibiti, questi ultimi, alla sorveglianza dei preziosi estrattori): un combattente, clone o macchina che sia, ha bisogno di pochi principi di base (amico-nemico, non termino-termino); un tecnico – e meno male! – ha ancora bisogno di ragionare ed elaborare soluzioni non banali (a parte il chewing-gum per sistemare un allineamento: più o meno la stessa soluzione per tappare un foro di proiettile nel serbatoio di una moto nella seconda guerra mondiale).
    A questo proposito: a me sembra scontato che, nel caso del tecnico, si debba “conservare” più materia grigia rispetto ad un combattente d’assalto (pilotato, magari, da una cosciennza comune: vedere “Ender’s Game”, per intenderci, o “Starship Troopers”, per andare un po’ più indietro).
    La conseguenza può benissimo essere che alcuni ricordi latenti sopravvivano al “trattamento” ed il decadimento del clone comporti la sua sostituzione ogni 5 anni, prima cioè che acquisisca troppa consapevolezza della sua matrice (a proposito di cloni non fantascientifici, consiglio la visione di “The Prestige” di Nolan).

    Una critica che mi sento di fare ad “Oblivion” è proprio la scelta di Tom Cruise per la parte di Jack Harper, senza nulla togliere alle capacità della star: riconduco la sua presenza, insieme a quella gigiona di Morgan Freeman, a motivi di cassetta.
    Da questo punto di vista, almeno è andata meglio che con i due divi di “Gravity” (con Clooney che sembra Buzz Lightyear di “Toy Story”), ma ancora una volta la memoria va a Keir Dullea-David Bowman di “2001: Odissea nello Spazio”: un perfetto sconosciuto cinematografico, perfettamente calato nel ruolo di contendente della scena con l’altro protagonista del plot (il computer HAL9000) e che nessuno ricorda, oggi, altro che per quella interpretazione.
    Credo che se la produzione non avesse scelto un paio di stelle di Holliwood, difficilmente avrebbe attratto in sala parecchi spettatori, almeno negli USA: non avendo ruoli da “spalla” da offrire a qualche gran nome un po’ imbolsito (penso ad Harrison Ford in “Ender’s Game”), ha probabilmente puntato al bersaglio grosso con Cruise. Pazienza: sono rimasto più deluso dall’interpretazione di Matt Damon in “Elysium” (oltre che da tutto quel film, memore dello choc kafkiano ricevuto da “District 9” dello stesso regista).

    Può venire da chiedersi se ci sia rimasto qualcosa da dire che non sia stato pubblicato e letto in un qualche romanzo della serie Urania, per non citare i soliti Asimov, Clarke e Dick (e ci metterei pure Sydney Jordan, con Jeff Hawke, il protagonista delle sue strisce), ma sarebbe un esercizio sterile e fine a se stesso, che inevitabilmente condurebbe alla mera valutazione dei progressi della tecnologia degli effetti speciali e di quanto più essi siano in grado di rendere verosimile l’immaginario.

    Per questo considero “Oblivion” un buon film di fantascienza, superiore ad altri “giocattoli” suoi contemporanei, puro sfoggio di capacità tecniche e nulla più (“Pacific Rim” di Del Toro su tutti, ad esempio, capace di far rimpiangere pure “Hellboy II” dello stesso regista, che avevo tanto apprezzato per il bellissimo “Il Labirinto del Fauno”).

    • Mazza che spataffiata.

      Comunque non concordo sulla prima parte. Io non mi accontento, soprattutto non mi accontento di un film palesemente copiato, senza reinterpretazione, da tutti i film usciti prima di lui.
      Ok i topoi del genere, ma bisogna seperli applicare ed elaborare, altrimenti si copia e basta.

      I buchi di sceneggiatura puoi giustificarteli come meglio credi.

      The Prestige ovviamente l’ho visto, comunque grazie lo stesso del consiglio.

      Non ho capito, ti è piaciuto Ender’s Game? Davvero? Mah, beato te che ti sai accontentare veramente, ti invidio molto, dico sul serio.

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