L’Album Biango, gli Elio e Le Storie Tese, la musica ed io

Elio E Le Storie Tese - L'Album Biango

Oggi un post un po’ diverso da quelli che scrivo di solito, perché ho voglia di parlare un po’ di musica.

A me la musica piace, ma non sono un appassionato, non compro più molti dischi perché, sinceramente, molto di quello che c’è in giro ora non vale la pena.
Non ascolto musica italiana perché non è il mio genere e a volte alcuni successi, diciamolo, fanno un pochino cagare.

Però settimana scorsa  mi è capitato tra le mani il nuovo album di Elio E Le Storie Tese, L’Album Biango, e mi è piaciuto un casino, soprattutto una canzone mi ha portato indietro nel tempo, facendo affiorare ricordi a cui non pensavo più da un bel po’.

Almeno tre canzoni dell’Album Biango le avevo già sentite: La Canzone Mononota, Dannati Forever e Complesso Del Primo Maggio. Le prime due a San Remo, la terza in radio.

Sarò retorico, ma gli Elii la musica la sanno fare. Musicalmente sono fantastici, bravissimi, hanno una cultura musicale davvero enorme e riescono a riproporla nei loro pezzi rendendola digeribile anche a chi è ignorante come me.
Per dire, anche Morgan ha una cultura musicale vastissima, una conoscenza della musica incredibile e le ripropone nelle sue canzoni, solo che sono canzoni difficili, non sempre orecchiabili, infarcite di citazioni e riferimenti che spesso capisce solo lui. Insomma Morgan fa canzoni per se stesso, mentre gli EELST per tutti, ma non per questo i loro pezzi sono più banali.

Poi vengono i testi, ironici, sarcastici, divertenti, irriverenti, che prendono per il culo tutti, ma nessuno si offende. Che po, sembra facile far ridere con dei testi di canzoni, ma facile non lo è per niente benché gli EELST lo facciano con disarmante naturalezza, bisogna scegliere le parole giuste e non si ha tutta la componente mimica che spesso la comicità richiede.

L’Album Biango fa ridere ed è bello tutto. Ma c’è una canzone che mi piace più delle altre, che ora esce costantemente dallo stereo della mia macchina in heavy rotation. Una canzone che, come dicevo all’inizio, mi ha risvegliato ricordi atavici: Il Ritmo Della Sala Prove.

Questo è il fenomenale intro del pezzo:

Purtroppo su Youtube si trova solo dal vivo, che è bella lo stesso, ma non si sente benissimo, io la metto in caso aveste voglia di ascoltarla.

Beh, questa canzone, a parte essere geniale, è uno di quei pezzi che solo chi ci è passato dalla sala prove con il suo complessino può capire davvero. Ad esempio, l’intro di batteria è il tipico ritmo che fanno i batteristi alle prime armi appena cominciano a prendere confidenza con il mezzo.
Mi ha portato indietro di 20 anni almeno, quando suonavo la batteria prima, e la chitarra poi, nel gruppo e si andava a provare nelle sale prove di Milano.

La sala prove è un microcosmo separato dalla realtà. Appena si entra, in genere, c’è sempre la bacheca degli annunci invasa di fogli in cui si cercano cantanti, bassisti, batteristi, chitarristi con strumentazione propria, si vendono amplificatori, pedali, strumenti, sorelle e anime.
Poi ci sono le sale prove vere e proprie. Stanzette insonorizzate con dentro mixer, gli amplificatori, la batteria, che spesso erano già scarsi da nuovi, poi con il passare degli anni e di gente ad usarli, suonano da fare schifo. Soprattutto le batterie, sembra di picchiare davvero sui mattoni traforati, producendo quel TOC TOC tipico delle pelli ormai consumate, ma tirate allo spasimo.

Delle due ore di prove, i primi 20, 30 minuti si passano ad accordare gli strumenti tutti uguali, che poi non sono mai uguali, poi si suona e si litiga tra i componenti.
Eppure durante le prove ci si credeva davvero, ci si esaltava, si pensava di poter diventare i nuovi Nirvana o i nuovi Guns e si suonava ad un volume talmente alto che poi per i due giorni successivi si sentiva un Fiiiiiiiiii costante nelle orecchie.
Sono arrivato alla conclusione che ognuno è sordo al proprio strumento e lo alza. In genere è il bassista il primo a cominciare a sparare perché on si sente, allora il chitarrista alza perché sente solo il basso, il batterista pesta un po’ più forte per stare dietro a loro e si arriva ad un muro sonoro che cominciano a tremare le otturazioni dei denti. Se poi c’è un tastierista nel gruppo è la morte. I tastieristi sono megalomani, tutti quanti, alzano le tastiere come se dovessero sentirli in tutto il mondo e si passa più tempo a convincerli ad abbassare, e ad usare un po’ meno effetti, che a suonare davvero con loro.

Chi ci segue sa che a dicembre mi sono trovato invischiato in gruppo di colleghi al lavoro per fare un concertino alla festa di Natale della ditta. In quell’occasione mi son seduto dietro la batteria dopo 18 anni che non toccavo una bacchetta. È stata dura, ma alla fine il concerto è andato bene, mi sono anche divertito. Mi sono anche reiscritto a batteria e ora mi sta tornando la voglia di ricominciare a sentire Il Ritmo Della Sala Prove.

 

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

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Informazioni su MrChreddy

Nato da da padre Vic 20 e madre Amiga 500, è cresciuto negli anni '80 allevato da videogiochi, fumetti e film. La sua mente vaga ancora in quell'universo parallelo, mentre il suo corpo si muove in questo rimpiangendo di aver perso tutti i suoi giocattoli di quando era piccolo. Li avesse ancora, ora sarebbe milionario. Precisino della minkia fino al midollo, non è mai soddisfatto di quello che vede, legge, gioca e trova sempre qualcosa che non va o che si sarebbe potuto fare meglio in tutto quello che gli capita tra le mani. Ha la lingua più veloce del cervello, prima parla poi pensa a quello che dice. Anche ore o giorni dopo. Per fortuna le sue idee e paranoie trovano sfogo su questo blog e non sulle macchine di quelli che hanno rovinato i suoi miti d'infanzia. Spielberg e Lucas tirano un grosso sospiro di sollievo e ringraziano per la nascita di Nerds' Revenge, che non hanno voglia di cambiare macchina ogni settimana.

8 pensieri su “L’Album Biango, gli Elio e Le Storie Tese, la musica ed io

  1. Eelst sono forse i migliori musicisti in Italia.

    Il loro stile, purtroppo,
    viene preso alla leggera perché gli ascoltatori di robaccia,

    che purtroppo, va detto, sono la maggior parte degli italiani,
    credono che

    canzone ironica = cazzata

    Vengono trattati come comici, mica come musicisti.

    La realtà è che il loro modello musicale è Frank Zappa.
    Non propriamente l’ultimo arrivato.

    Ora, Mister, fai un sondaggio in giro
    e chiedi alla gente:

    “chi è Frank Zappa?
    Mi sai dire il titolo di una canzone qualsiasi di Frank Zappa?”

    Poi mi racconti, eh…

    Ecco, Frank Zappa è il Leonardo Da Vinci della musica.

    Ha suonato tutto,
    ha provato tutto,
    ha sperimentato tutto,

    ha previsto tutto.

    Il tutto ammantato dal sacro fuoco della burla, dello scherzo, dell’ironia e dell’autoironia.

    Praticamente un dio.

    Un genio che non si prendeva sul serio,
    che cosa si può pretendere di più?

    Ed aveva origini italiane.
    Pensa che orgoglio.

    Roba che se avesse avuto origini tedesche, francesi o inglesi
    troveresti nel suo Paese d’origine dei monumenti sparsi qua e là.

    Da noi quelli bravi sono altri.
    Anoicipiacelacanzonettamelodica.

    E vabbè. Scusate lo sfogo.

    E quindi, dicevo, cosa può fare un genio ironico che sa di avere origini italiane?

    Può farti un pezzo strumentale pazzesco tipo “Peaches in Regalia”
    poi un pezzo hard rock tipo “broken hearts are for assholes”

    e poi suonare una canzone in siciliano

    dal titolo

    “tengo ‘na minchia tanta” (giuro)

    ed è geniale pure quella.

    Tutto questo gli Elii lo sanno, e ne hanno fatto un modello.
    Ma vallo a spiegare a tanti altri.

    P.S. Il video che hai postato è preso dal recente concerto tenuto al Teatro Arcimboldi,

    io c’ero.

    all’inizio si avvertiva che erano consentite le foto ma non video e registrazioni.

    E infatti…

    • Ciao, come al solito scusa il ritardo nella risposta :P

      Scrivo un post pessimo come questo e tu mi rispondi con il mitico Frank Zappa :D
      Se non te l’ho mai detto, te lo dico ora, ti voglio bene :D

      Son contento che la pensi come me sugli Elii… e sull’ignoranza musicale italiana, se penso che Mengoni ha vinto San Remo e gli Elii sono arrivati secondi davanti ai Modà… (i Modà, non so cosa ci sia di peggio) mentre Max Gazzè solo 7° la dice lunga sulla capacità critica degli italiani.

      Il video è preso da un concerto a Firenze, a quanto dice Youtube :)

      • Ti ringrazio per la stima e l’affetto,
        il che dovrebbe allontanarmi dal bannamento che meriterei per esubero di minchiate.

        Beh, arrivare a Frank Zappa è praticamente obbligatorio,
        visto che gli Elii hanno ripetuto fino alla nausea
        che è il loro punto di riferimento e modello da seguire.

        Ma all’ eminentissimum ac reverendissimum
        popolo dei piskelli itagliani

        sta cosa è entrata da un orecchio
        ha fatto una piroetta
        poi la riverenza

        ed è uscito dall’altro orecchio.

        Evvai!

        Per quel che riguarda sul secondo posto a Sanremo,
        riflettendoci su

        se avessero vinto come dei Jalisse qualsiasi

        sarei rimasto deluso.

        Loro si divertono ad andare una volta ogni vent’anni a scuotere la scatola di questa inutile kermesse che io toglierei insieme a tutte le ficsctsion a base di

        preti
        medici
        e forze dell’ordine.

        Ovvio che facessero secondi.

        Si dice che una volta Charlie Chaplin partecipò segretamente ad un concorso come sosia di Charlie Chaplin

        e si classificò terzo.

        Pensa che posto avrebbe fatto col televoto.

        • Ahahahah, quella di Chaplin è epica. Lo so che non è una battuta, ma è una storia vera, però mi fa ridere tutte le volte.

          Per San Remo lo cancellerei anche io, ma quest’anno non è stato male… erano anche anni che non lo vedevo più.

          Per il resto, concordo con te, in Italia c’è una triste realtà di spuperficialità esaperante per ogni cosa.
          Giovedì scorso a vedere Gatsby, la gente se ne andava a metà film…

          • Guarda, tra le “bestie da cinema”,
            come brillantemente le definisci tu

            e tutto il resto,

            per me andare al cinema diventa sempre più difficile.

            Se sono andati via a metà film, io, fossi stato in te,

            avrei esultato, col leggero retrogusto amaro di avermi comunque rovinato la prima metà semplicemente con la loro presenza

            e la loro alterità.

            Lo ammetto:

            sono cinematograficamente un sociopatico,

            il film lo potrei vedere soltanto con dei miei cloni che si comportano come mi comporto io

            che respirano quando respiro io
            che tossiscono quando tossisco io

            (a proposito, ma perché al cinema, in qualsiasi momento dell’anno, sono tutti colti da asma bronchiale?

            Appena appare il titolo “coff coff”
            prima battuta “coff coff”
            scena muta “coff coff”)

            Io credo che la colpa sia dei thriller.
            Mi spiego meglio:

            ne vedo a vagonate anch’io, ma mi rendo conto che alla lunga possono ammazzare il cinema

            visto che CERTUNI

            ne vengono sopraffatti e non riescono più a vedere un film se non c’è il pathos, le scene mozzafiato e il colpodiscenafinale

            Ma vaffan… (“Giovanni Pascoli” Academy Awards… the winner is…)

            ma scusate, quanti meravigliosi film ci sono senza il colpodiscena finale?

            (Em nait sciamalan scialiman scialaman o come si dice… che te possino!)

            Ultima cosa:
            un altro grande ci ha lasciato

            ciao “Bozzone”

            • Mi spiace per Bozzone :(

              Capisco quello che provi, io una volta sì e una no avrei voglia di massacrare qualcuno, ma ci sono film che andrebbero visti al cinema, se non altro per la spettacolarità che a casa, per quanto bello sia il televisore, un po’ si perde. Gatsby è uno di questi :)

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