Il Grande Gatsby, Baz Luhrmann e l’immenso DiCaprio

La settimana de La Festa Del Cinema, con i biglietti a 3 euro, è finita giovedì scorso.

Questo cosa significa? Essenzialmente due cose: la prima è che ora si deve ricominciare ad andare al cinema solo a vedere cose serie, come Fast And Furious 6, The Man Of Steel e Pacific Rim, che il tempo di vedere le cagate è finito. La seconda cosa è che le sale torneranno a essere molto meno piene, soprattutto dei Figli Speciali di Gesù e delle Bestie da Cinema, chi mi segue sa a cosa mi riferisco.

Giovedì scorso, visto che era ancora in tempo per vedere qualsiasi cosa che tanto costava poco, sono andato a vedere Il Grande Gatsby. La sala era esaurita in ogni ordine di posto, un po’ perché costava poco, un po’ perché i caproni non avevano idea di cosa stavano andando a vedere e infatti alcuni sono usciti dalla sala a metà film, gli idioti.

Il Grande Gatsby è un film scritto e diretto da .

Chi sa chi è Baz Luhrmann può anche considerare questo post finito qui, che dovrebbe aver già capito tutto. Chi invece non lo sa continui a leggere.

Baz Luhrmann è un regista. Con un nome del genere o faceva quello oppure faceva Andy Warhol, che se ti chiami Baz Luhrmann hai il destino segnato, di certo non puoi fare un commesso qualsiasi da FootLocker o un anonimo impiegato.
Però, Baz Luhrmann, è uno che non fa il regista qualsiasi. È uno che fa i film di Baz Luhrmann, ossia i film che non potrebbe fare il primo Vanzina che passa, ma devi proprio essere Baz Luhrmann per fare i suoi film.
Infatti Baz Luhrmann nella sua carriera ha diretto Romeo + Giulietta, il film più aderente all’opera originale shakespeariana, ma trasportato in mezzo agli italo-americani-messicani di L.A. che, invece che fare a spadate, fanno a colpi di Desert Eagle .50. Il resto è identico per filo e per segno allo scritto di Shakespeare, parola per parola.
Poi ha diretto Moulin Rouge!, l’unico che mi è piaciuto davvero, un musical assurdo con canzoni moderne inserito nella Parigi di fine ‘800, tra i bohemienne e l’assenzio che racconta una storia d’amore impossibile. Alla fine si esce soddisfatti, entusiasti e ci si sente un po’ come dei bohmienne strafatti di assenzio.
Infine ha diretto Australia, un polpettone storico/amoroso noiosissimo e banale, ma bellissimo da vedere, con grandi paesaggi e pessime interpretazioni.

Questo fino al 2008, visto il mega flop di Australia, è entrato in letargo per il dispiacere.
Poi nel 2012 si è svegliato e ha diretto 8 corti, uno dietro l’altro, per sgranchirsi le gambe, poi è andato alla Warner Bros. e ha detto: “Hai presente Il Grande Gatsby, quel libro di Scott Fitzgerald? Voglio fare un film che segua il libro parola per parola!
La Warner gli ha risposto che quel film era già stato fatto nel 1974, con  e , e che è tutt’ora un classico, scritto da , mica dall’ultimo dei pirla.
Baz Luhrmann allora ha ribattuto: “Sì, ma non l’hanno fatto come lo voglio fare io!

La Warner, anche se non ha capito bene cosa sott’intendeva l’ultima frase, ha accettato e così Il Grande Gatsby di Baz Luhrmann è uscito al cinema quest’anno.

Il film non è un remake del film del ’74, è un nuovo adattamento del racconto. Infatti è identico all’opera di Fitzgerald, ma lo era anche il film del ’74, ha perfino la stessa durata, quindi sembra una copia di quello filtrata dalla visione ipertrofica di Baz Luhrmann.
Solo due cose cambiano radicalmente e si distaccano dal Gatsby del ’74: la messa in scena e Gatsby stesso.

Baz Luhrmann è scatenato, dopo 4 anni di astinenza, e crea un film molto teatrale, dove ogni personaggio che appare sullo schermo è minuziosamente coreografato. Si ha la sensazione di assistere ad un costante balletto, benché non lo sia effettivamente. Tutto il film è assolutamente maestoso e visivamente strabiliante. Le feste di Gatsby sono trascinanti e incredibili da vedere. La fotografia è la tipica di Baz Luhrmann con i colori pastello brillanti anche nelle scene notturne. Le musiche, riadattamenti nello stile di quegli anni, si sposano alla perfezione con quello che si vede, così come succedeva in Moulin Rouge!.
È un film dall’aspetto visivo veramente imponente e spesso vien voglia di avere la possibilità di fare un fermo immagine per riuscire a notare tutto quello che viene inquadrato. Baz Luhrmann, come al solito, mette in scena una sua personale, ipercolorata, caricatura della realtà, in cui anche i personaggi di contorno e le comparse, hanno facce particolari e, anche loro, caricaturali. Solo i protagonisti sembrano, all’apparenza, normali.
È l’unico film che mi son pentito di non aver visto in 3D, perché anche quella caratteristica sembra essere sfruttata bene e si intuisce come potrebbe essere già vedendolo in 2D. In ogni caso è da vedere al cinema.

Per quanto riguarda Gatsby, la differenza con quello interpretato da Redford ai tempi, è che questo è più infantile e per questo ancora più sognatore, in modo quasi maniacale, sembra un bambino che si dispera perché la cosa che vuole davvero non riesce ad averla, quando pensava di esserla conquistata. Ma non per questo è più puro, anzi sembra molto più oscuro e manipolatore di quello di Redford.

Proprio a proposito di Gatsby, devo dire che Leonardo DiCaprio è assolutamente incredibile in questo film. Alla sua prima apparizione, durante una festa, la mia eterosessualità ha vacillato per un attimo.
DiCaprio oscura tutti, nessuno riesce a tenergli testa. C’era il rischio che Gatsby, per come l’ha voluto Baz Luhrmann, risultasse una macchietta, invece DiCaprio riesce a interpretarlo in modo credibile, benché fuori dalle righe. Formidabile.

Il resto del cast è… uhmmm… totalmente sbagliato. Tobey Maguire, Nick Carraway, è praticamente un cartonato, che non sarebbe nemmeno un problema se non fosse presente per tutto il film e non fosse anche la voce narrante. Probabilmente il sintetizzatore vocale del computer e una sagoma di legno avrebbero svolto lo stesso compito in maniera egregia.
Carey Mulligan, Daisy Buchanan, è incisiva come l’acqua tiepida, tanto che si fa fatica a credere che sia l’oggetto del desiderio di Gatsby. Si fatica proprio a capire come possa essere desiderata da qualcuno… o come qualcuno possa accorgersi che esista.
Joel Edgerton, Tom Buchanan, punta tutto sulla sua faccia cattiva e lo sguardo porcino. Per il resto tabula rasa, nelle scene insieme a Maguire sembra di assistere ad una costosissima recita al teatrino della parrocchia.
Isla Fisher, Myrtle Wilson, la trovate alla voce Recitazione Stereotipata sul vocabolario dell’Actor Studio.
Elizabeth Debicki, Jordan Baker, è invece una sorpresa, è l’unica, oltre a DiCaprio, a dare uno spessore al personaggio e, per quanto sia marginale, quando c’è riempie la scena, anche se non parla. Sarebbe dovuta essere lei Daisy.

Il Grande Gatsby è uno di quei film che mi piacciono, ma che non rivedrei. Visivamente eccezionale, ma che vien da chiedersi perché sia stato fatto, visto che è praticamente identico nella sostanza ad un film che è un classico, ancora oggi preso ad esempio.
alla fine si esce dal cinema avendo in mente solo la magnifica messa in scena e DiCaprio. Il resto, più per colpa del cast che di Baz Luhrmann, si dimentica in fretta.

Una cosa è certa: ad una festa di Baz Luhrmann ci andrei di corsa.

 

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

20 pensieri su “Il Grande Gatsby, Baz Luhrmann e l’immenso DiCaprio

  1. Dunque,
    io di Baz Luhrmann ho visto

    Romeo + Giulietta – Mercuzio = La peggior prestazione di Leonardo Di Caprio

    e

    Australia.

    Stop.
    Niente Moulin Rouge perché i musical (a parte The Blues Brothers) mi rompono le scatole.

    Poi non è che abbia fatto molto altro.

    Insomma due film carini, ma non indimenticabili.

    Insomma: direi che non ci troviamo di fronte ad un genio del cinema, ecco.
    Vabbè, poi si chiama Bazzliurmann e quindi è lì,

    si fosse chiamato Peppino Sarcazzmann, adesso stava girando uno spot di assorbenti con le ali e i flap per l’atterraggio.

    Il Grande Gatsby però mi interessa,
    più che altro perché ho visto quello con Robert Redford

    e voglio fare un raffronto.

    E poi il fatto che la gente andasse via a metà film è un buon segno.

    • Secondo me Moulin Rouge! è il suo film migliore.
      non sono uno da musical, però mi èe piaciuto molto, ed ero andato al cinema con su la faccia di sufficienza e la bocca già storta.

      Alla fine questo film è identico a quello con Redford, ma ha in più l’iperrealtà di Luhrmann. Da vedere è splendido, come film nel complesso un po’ meno.

      A proposito, grazie per non lasciarmi i commenti a 0 :D

      • Visto.
        Lo sapevo che la gente che abbandonava la sala era un buon segno.

        A me ha entusiasmato, e non poco.

        Ho sempre avuto stima di Di Caprio,

        da dopo che presi la cantonata su di lui in Titanic,

        quando credevo che avrebbe fatto la macchietta tutta la vita

        e invece ti viene fuori un attorone pazzesco,
        ma talmente pazzesco

        che non ha mai vinto un Oscar

        la qual cosa è una medaglia da appuntarsi sul petto.

        Ero dubbioso però per questa sua parte,
        – ha la faccia troppo da ragazzino -,

        pensavo,

        e invece è un Gatsby quasi meglio
        (lo so, è blasfemo)
        di quello redfordiano.

        Anche il resto del film è godibile
        ed innovativo

        sicuramente meno realistico di quello degli anni 70

        (musiche da discoteca col Charleston: geniale ma improbabile…)

        ma forse più rivoluzionario.

        E comunque va sempre plaudito chi cerca di osare.

        Clap Clap Clap

        Uniche note stonate:

        l’attrice di Daisy
        e quello di Tom.

        • Sono d’accordo con te, ovviamente.

          Anche se devo dire che ho preferito questo Gatsby più giovane e incantato che giustifica meglio il suo modo di pensare, piuttosto che quello più adulto di Redford che in alcuni momenti mi faceva dire: ma questo è scemo! :D

          Per il resto trovo che Baz Luhrmann sia uno che visivamente sa dare molto, anche troppo, soprattutto quando la parte visiva sovrasta il contenuto.

          Esteticamente, e musicalmente, lo adoro. Contenutisticamente anche no ;)

  2. Concordo con la recensione: Gatsby è visivamente impressionante, peccato che tutto il resto non funzioni. In primis la colonna sonora per nulla attinente al periodo, il cast con attori di plastica ed il fatto che è quasi interamente fatto in CG.
    Nonostante tutto a me il film è piaciuto, ma ho l’impressione che senza un Di Caprio monumentale (non doveva prendere l’Oscar con questo film, ma non sò cosa deve fare per meritarselo sto poraccio) sarebbe stato un film mediocre.

    • A me sinceramente la colonna sonora è piaciuta, ma sono anche uno di bocca buona riguardo a quello, mi piace come Baz Luhrmann la usa nei suoi film.

      Di Caprio, come tutti i grandi, riceverà un Oscar alla carriera, non lo vincerà mai per “meriti” su un film in particolare. Anche se Gatsby rientra negli Oscar dell’anno prossimo, quindi mai dire mai.
      Comunque Di Caprio ha salvato un sacco di film dall’oblio, film che senza di lui non avrebbero avuto lo stesso impatto :)

  3. Concordo quasi su tutto, e questa frase, credo di essere rimasto a ridere per tipo 5 minuti ininterrottamente “Proprio a proposito di Gatsby, devo dire che Leonardo DiCaprio è assolutamente incredibile in questo film. Alla sua prima apparizione, durante una festa, la mia eterosessualità ha vacillato per un attimo.” Hai reso esattamente quello che ho pensato.

    E anche se non centra devo sottolineare la questione “Trailer”, è un trailer eccezionale a mio parere, mi carica in maniera impressionante.

    • Sì, il trailer è davvero bello, quando penso a Di Caprio in questo film mi imbarzottisco ancora… dirò di più, è meglio il suo Gatsby che non quello di Redford. :D

      Io davvero parteciperei a una festa di Baz Luhrmann… anzi, vorrei che Baz Luhrmann facesse solo film con dentro delle lunghissime feste :D

  4. Tutto quello che dici, bontà vostra credermi, l’avevo compreso dal Trailer. Quello che non avevo intuito, stando alle parole di Chreddy, è che Di Caprio avrebbe superato sé stesso. Oddio, non credo possa superare Buon compleanno Mister Grape, Prova a prendermi e Shutter Island e mi è piaciuto meno in Inception e in Departed (per lui quelle parti sono un sorso d’acqua, inteso rispetto le sue potenzialità) e anche in Titanic è magnifico, tanto quanto in maniera diversa sia fastidioso il Film. Di solito se c’è Di Caprio, vado a vedere qualsiasi cosa ma, con delle eccezioni. Dipende chi c’è con lui nei film. In questo di BUZ c’è Maguire che considero semplicemente una cacca di attore e trovo odioso, non lo reggo, non posso andare a vederlo.

    Moulin Rouge non lo si può chiamare Musical nonostante lo sia. Come si possa essere riusciti a dare dei premi a CHICAGO (film pietoso) e snobbato Moulin Rouge (CAPOLAVORO) è semplicemente da idioti.

    Ma ripeto, sono contento che Chreddy mi ha dato questa conferma, perché in questo senso so che non esagera. DI Caprio è un grande. Punto. Ho avuto solo dei dubbi quando era testa a testa Con Philippe Seymour Hofmann .. e credevo lo distanziasse, e invece … Di CAprio ha messo la freccia e ciiiiaaaaooooooo (Philippe rimane comunque in seconda posizione, che si è votato troppo a quella cosa che si chiama autocompiacimento nella recitazione).

    • Se si conosce un minimo Luhrmann certo, il tono del film si capisce dal trailer. Solo che dopo le sberle prese per Australia pensavo si fosse dato una regolata e che nel trailer avessero messo solo le parti “più estrose” e invece tutto il film è così.

      In Moulin Rouge, che vabbè lo classifico come musical anche se riduttivo, era in stato di grazia ed è riuscito a farmi digerire pure Ewan McGregor ed è, a tutt’oggi, il suo miglior film.

      Poi vabbè Di Caprio è davvero un grande, ci sono parti che fa con su il pilota automatico perché richiedono poco o niente sforzo, e quelle dove è la roba migliore del film, come in Shutter Island.
      Seymour Hofmann è altrettanto bravo, ma secondo me, meno versatile, deve avere quella parte che gli permette di esprimersi, quando non è in parte sembra sempre un po’ forzato…. almeno a me.


      • MrChreddy:

        Solo che dopo le sberle prese per Australia pensavo si fosse dato una regolata e che nel trailer avessero messo solo le parti “più estrose” e invece tutto il film è così.

        Posso dire la verità?
        Se si fosse dato una “regolata”,
        avrebbe perso tutta la mia stima.

        Puoi piacere o non piacere a critica e pubblico
        ma se hai un indirizzo artistico

        barra dritta
        e vai avanti.

        Sennò siamo sempre a dodici:
        diventi commerciale
        dai al popolo quello che vuole

        e alla critica quello che vuole,

        andando avanti così alla sperindio, nella speranza di beccare soldi e oscar a fasi alterne.

        Ma intanto l’arte va a farsi friggere.

        E in un attimo ti ritrovi a dirigere le tamarrate in un amen

        • E concludo questo discorso portando anche un esempio:

          per questo motivo Pulp Fiction
          un film che, a mio parere,
          ha segnato una svolta epocale nel modo di
          girare,
          montare
          e sceneggiare un film

          ha dovuto cedere il passo agli oscar a cosa?

          Forrest Gump.

          Una roba inaudita.

          Per fortuna e soprattutto bravura

          Quentin non cambiò una virgola del suo stile

          (se non per esigenze artistiche personali
          ossia cambiava perché gli girava così).

          Ovvio che poi ti svegli una mattina

          e l’oscar l’hanno dato a Little Miss Sunshine.

          • Ehmmm, mi sa che hai frainteso quello che ho scritto.

            Il mio: “pensavo si fosse dato una regolata” non era inteso che doveva darsela, ma che gli avessero imposto di darsela dopo il flop di Australia che, arte o meno, era un brutto film.
            ho detto così in risposta a DDD che diceva che si capiva tutto dai trailer. Cosa vera, solo che io sono andato al cinema pensando di vedere una cosa meno smodata per gli occhi :D

            Il Baz migliore è quando esagera come sa fare lui, qui e in Molin rouge, quindi ben venga che non si regoli :D

  5. Sono d’accordo anche con Satanasso. Solo una piccola riserva, Little Miss Sunshine è un operetta almeno un po coraggiosa in mezzo a tanto piattume. Vero che bisogna tenere la barra a dritta e a me sta pure bene che gli autori siano loro stessi (quando possono) costi quel che costi. Quel che dovrebbe far riflettere è che Tarantino nel bene e nel male continua ad evolvere il suo linguaggio. Un discorso che sarebbe interessante quanto articolatissimo da fare. Mentre Luhrman mi pare notevolmente accomodato. Per il resto, gli auguro sempre di fare cinema, perché comunque si respira da ogni sequenza che lui AMA veramente quello che fa. Altri amano più loro stessi e come disse il grande Dino Risi in una conferenza stampa ad un emerito regista di regime “scusa spostati perché non vedo il tuo film”.

    • Te lo dico con il mio solito savuarfer:

      se diamo l’oscar a littelmissasciain
      e allora possono vantare diritti anche tutti gli altri film.

      E quando dico tutti
      intendo anche il mio filmino di Pasqua dell ’88

      (dove, tra parentesi, c’è un piano sequenza da paura).

      Non scherziamo.

      Anche perché ci sono fior di films
      che l’oscar non l’hanno mai preso.

      Questo per dire la serietà della cosa…

        • Pasqua ’88 è uno dei capisaldi della cinematografia mondiale.

          Fu il giorno in cui mio padre dette in mano al Satanasso di 7 anni una cinepresa.

          All’epoca, le videocamere erano grandi e pesanti come delle lavatrici compresse

          e quindi la mia spalla non riuscì a tenerla dritta e le riprese vennero tutte verticali.

          Praticamente,
          senza volerlo,

          avevo adottato una tecnica di ripresa alla Ken Russell,

          senza manco saperlo.

          Tavoli, sedie, finestre, parenti, genitori, piatti

          tutto in verticale.

          Tra l’altro mi sentivo così gasato che non l’avrei mollata per niente al mondo

          quindi è venuto fuori un piano sequenza da urlo che manco

          più lungo di quello di

          “Il segreto dei suoi occhi”.

          Ora, prendi questa piccola perla della cinematografia
          e confrontala con

          (ahahahahhahahah)

          little miss sunsciain

          e poi mi dici.

  6. Ho già affrontato il tema in un altro post, ma lo ripeto volentieri: se fossi una donna o gay amerei Di Caprio alla follia. Sarei una di quelle che piange e si strappa i capelli per lui, peggio di una bimbaminkia per Justin Bieber.

    È tipo uno dei miei attori preferiti in assoluto se non IL.
    Mi è piaciuto in tutti i film che ha fatto e mi sono piaciuti un po’ tutti i film che ha fatto (pure The beach).

    Strano che non abbiate citato The aviator, a mio avviso un grandissimo film con un enorme Di Caprio.

    SPOILER su The departed

    Quando alla fine gli sparano ci rimango veramente troppo di merda (ho amato Mark Whakberg che lo vendica).
    Quando ad esempio va dalla tipa la sera prima e ci fa l’amore è struggente, davvero.

    Fine SPOILER

    Il grande Gatsby iniziai a vederlo tempo fa, ma complice la stanchezza (era sera) e lo scarso feeling con lo stile di Luhrman non andai oltre la metà… Però voglio riprovarci, anche solo per Leo.

    • Scusa, se rispondo solo ora, ma sono stato assente nei giorni scorsi :P

      No, beh, secondo me Il Grande Gatsby non è un film da recuperare a tutti i costi. Di Caprio è bravo, ma se non sopporti le atmosfere stucchevoli e vagamente surreali, evita. Ci perdi poco :)

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