American Horror Story, i telefilm sulle storie americane dell’orrore

L’America mi fa paura. Ho idea che sia un coacervo di serial killer, pazzi squilibrati, gente pericolo armata di motosega che vive nella campagna, nonché il luogo preferito dagli alieni per le vacanze.

Uno potrebbe dire: “Eh, ma quelli sono film e telefilm…

Io rispondo: “Stocazzo!“, perché arrivano spesso notizie di gente che, armata di fucile, si è arroccata su un campanile a sparare sulla folla oppure entra in un cinema e fa una strage perché quel giorno si sono svegliati con le palle in giostra. Poi ti informi un attimo e scopri che la sindrome della personalità multipla è diffusa solo là, i casi extra Stati Uniti si contano sulla punta delle dita di una mano da quando eravamo protozoi che sguazzavano nel brodo primordiale.
Non è che Charles Manson e Jeffrey Dahmer erano di Casalpusterlengo e di Caltanisetta, erano di Cincinnati e di Milwaukee. Così per dire.

Quindi l’America e le sue pazzie mi spaventano sempre. Soprattutto quando vengono racchiuse in telefilm come le due stagioni di American Horror Story.

American Horror Story è un telefilm composto, per ora, di solo due stagioni, di 12 e 13 episodi, un po’ atipiche.
Forse l’ho già detto, ma le serie Tv con pochi episodi mi piacciono un sacco perché si concentrano sulla storia senza troppi fronzoli e non sono piene di robe inutili per arrivare ai 24 episodi.

La prima Stagione di American Horror Story è uscita l’anno scorso ed era un po’ un esperimento.

La storia parlava di questa famiglia che si trasferisce in una casa nuova, ma sarebbe meglio definirla un maniero, nella speranza di ricomporre i pezzi dopo che Lui ha tradito Lei.
Peccato che la casa si rivela ben presto un ricettacolo di omicidi e gente morta male le cui anime, i così detti fantasmi, sono intrappolati in quelle quattro mura.
La famiglia, assediata dagli spiriti un po’ troppo fisici per poterli ignorare, si spacca e cade in balia dei desideri dei fantasmi, ognuno in cerca di un qualcosa, chi della casa, chi di un pezzo di quella famiglia, chi dell’amore, chi solo per rompere le palle.
Se poi ci aggiungiamo dei vicini stronzi e cattivi pieni di segreti, il quadro credo che sia completo.

Dicevo che la prima stagione di American Horror Story è un esperimento perché i produttori e il canale FX non volevano esagerare e dovevano sondare un po’ il pubblico per capire cosa potevano darci.
Infatti la serie ha un po’ il freno a mano tirato, c’è qualche spavento, un po’ di sangue, uno con una tutina di lattice nera e tanta gente che parla, sussurra, si spaventa, non capisce cosa succede, ma niente di veramente horror. Diciamo che è una specie di Piccoli Brividi per adulti.
Sempre per non rischiare, la storia è abbastanza lenta e noiosa, soprattutto da quando si comincia a capire l’andazzo e invece continuano a raccontare. Diciamo che un paio di puntate in meno avrebbero giovato.

Però il pubblico ha giustamente apprezzato le cose buone che c’erano, compresi tutti gli attori su cui spicca , una vera arpia, fastidiosamente stronza, ma assolutamente affascinante.

I produttori capiscono che possono osare decisamente di più e con la seconda stagione premono sull’acceleratore, sfornando American Horror Story Asylum.

La storia, i personaggi, il luogo, il periodo storico cambia radicalmente, rimangono solo gli stessi attori, ma in altre parti.
Stavolta si svolge tutto negli anni ’60 nel manicomio di Briarcliff, gestito da Monsignore Timothy Howard (), da Suor Jude (Jessica Lange) e Suor Mary Eunice (la bravissima ).
Nel manicomio lavoro il dottor Arthur Arden (il grande ), dal passato oscuro e dal presente inquietante, e lo psicologo del tribunale Oliver Thredson ().
Stavolta i fantasmi non ci sono, ma i serial killer, veri o presunti, i rapimenti alieni, i mostri, i pazzi, stupri, gli esperimenti genetici grossolani degli anni ’60, le possessioni demoniache con agghiaccianti esorcismi, sì. Tutto questo c’è, non ci fanno mancare niente.

C’è un sacco di sangue, un sacco di roba shockante, un sacco di gente che muore in modi dolorosi, o che vive in modo dolorosi, insomma c’è l’horror del titolo che nella prima stagione mancava.

Certo, American Horror Story Asylum, non è perfetta, tipo ha un finale troppo buonista che stride con il resto della serie, però funziona egregiamente e non annoia mai, soprattutto per il cast davvero in parte e di ottimo livello.

Certo gente come Zazhary Quinto non è difficile da odiare, ha proprio la faccia antipatica, ma riesce a esasperare questa sensazione con i suoi modi melliflui e fastidiosi.
Da notare anche Lily Rabe che è agghiacciante, riesce a interpretare due personaggi diametralmente opposti rendendoli credibili entrambi. Ha il vantaggio di avere un viso particolarmente dolce e angelico che esaspera per contrasto la cattiveria.
James Cromwell è come al solito bravissimo ed è sicuramente il migliore del gruppo insieme a Jessica Lange, i loro duetti sono davvero riusciti.

Se siete appassionati di horror e dintorni e avete scarsità di telefilm da guardare, vi consiglio spassionatamente le due stagioni di American Horror Story.
Se non avete voglia o tempo di guardarle entrambe, allora scegliete Asylum, che tanto non sono consecutive, quindi potete vederle come più vi pare.

Se invece l’avete già visto, cosa ne pensate?

 

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

15 pensieri su “American Horror Story, i telefilm sulle storie americane dell’orrore

    • Sì, se sei in crisi di telefilm, te lo consiglio.

      A me Lie To me è piaciuta la prima serie, la seconda è diventata troppo “normale” e mi ha annoiato a morte. la terza non l’ho vista, anche perché l’hanno chiusa a metà.
      Però Tim roth era mitico, lo adoro :)

      • Si, sono in crisi, di fatti sto ri-guardando Lie to Me perchè non sapevo cos’altro guardare…

        Effettivamente hai ragione, la prima è la migliore, la seconda un po’ noiosetta, io sto cominciato ora la terza per la prima volta, quindi per ora non so dire com’è…

        Roth è Geniale! La prima volta l’ho visto in “La leggenda del pianista sull’Oceano” e da li ho cominciato a guardare un paio dei film dove ha recitato (non potrei non citare Le Iene) :)

        • Secondo me in Four Rooms è geniale Roth, solo come si muove ti spacca in 2 dal ridere.

          Non è affatto banale come attore, anzi, riesce a passare da un ruolo ad un altro (intendo di genere di personaggio) in modo incredibile. Peccato sia poco utilizzato.

          • il fatto che sia poco utilizzato purtroppo è un grosso peccato…

            Four Rooms non l’ho ancora visto (ma è nella mia lista dei film da guardare)

            • tag-line

              “Non è champagne… è Kristal”.

              Dopo questa frase, chiunque parli di champagne tira fuori il Kristal

              (spesso anche a sproposito).

              L’ultima parte di four rooms vale da sola tutto il film (di per sè, fino a quel momento, a-mio-parere mediocre).

              Non sono un grande fan delle serie televisive, non ho costanza.

              Ho visto Lie to me, 24,

              e soprattutto Californication (geniale).

              Ma straconsiglio la prima puntata di una miniserie che si chiama Black Mirror.

              E’ un episodio a sè stante,

              secondo me un’ idea pazzesca.

              Le altre non le ho viste più per pigrizia che per altro.

              Su Tim Roth, niente da dire.

              Scena clou quando si allena a raccontare l’aneddoto dello spaccio ne Le Iene.

              Saluti

              • E infatti Cristal si scrive con la C non con la K

                Ecco, per l’ appunto, cosa succede quando qualcuno
                (io)
                ne parla a sproposito.

                Portate pazienza…

              • bellissimo californication, solo mi domando ormai dove potrà mai andare a finire, il finale della penultima stagione sarebbe stato perfetto a mio avviso!
                four rooms ti fa capire quanto un ”tarantino all’improvviso” è capace di irretirti e dare un cambio di registro a un film con la sua (parola inflazionata) genialità

                • Su Calfornication ti sparo il mio (non richiesto) raffazzonatissimo parere:

                  non tutte le serie sono uguali.

                  Ci sono quelle belle e quelle meno belle.

                  Le migliori sono quelle dove lui è single
                  (in genere una sì e una no)

                  mentre quando sta con Karen mi cala di brutto.

                  Per fortuna, la costante è che Runkle rimane un dio
                  in tutte le serie.

  1. Erba, Avetrana, Perugia, Garlasco, Cogne

    sommando tutti gli abitanti dei paesi di cui sopra
    mi sa che non s’arriva manco a quelli di Cincinnati.

    Io ho più paura dell’Italia.

    (mio schifosissimo parere)

    • Io mi riferivo ai serial killer, quelli italiani sono raptus di gente fuori di testa.

      Comunque è indubbio che di folli ce ne sono più negli USA che in tutto il resto del mondo messo insieme :)

  2. Viste entrambe le serie.
    La prima mi è piaciuta molto, originale e brillante anche se sono d’accordo quando dici che un paio di puntate potevano evitarle. La seconda mi è piaciuta a metà, le prime puntate sono molto belle ma poi il fatto di averci buttato dentro troppe cose comincia a farsi sentire lasciando quasi tutto a metà.
    Speriamo in una terza serie, voglio vedere che si inventano stavolta :P

    • Guarda Luca, a me quest’affollamento di tematiche non mi è affatto dispiaciuto, anzi.
      Ho apprezzato molto lo “spin off” incentrato su Threadson (Quinto) perché ha “areiggiato” la stagione, approfondendo i personaggi e dando l’idea che Briarcliff fosse solo un contenitore, non il soggetto della serie, cosa che con la prima stagione la “casa” era evidentemente la protagonista. :)

      Anche io son curioso di vedere che ci mettono nella terza stagione. A sto punto io esplorerei cose tipo Non Aprite Quella Porta e figliocci ;)

  3. E’ una serie che ho adorato. Hai visto poi la terza stagione!? Carina, anche se io ho preferito le prime due..mentre proprio ora stanno trasmettendo la quarta stagione con i sottotitoli, ma dopo le prime 5 puntate mi sono arresa. Non vedo un filo conduttore in quest’ultima…poi magari mi sbaglio.

    • Rossana, se devo essere sincero la terza stagione mi sono arenato dopo due puntate. A me sta cosa della scuola degli X-Men con le streghe litigarelle non diceva proprio niente.

      La quarta nemmeno l’ho cominciata :P

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.