Multiplex er firme de paiura!

Multiplex

È domenica pomeriggio, il sole splende in cielo, ma non fa troppo caldo, si sta bene.

D’un tratto, in questa splendida giornata, sono irrequieto, una strana forza si sta agitando dentro di me. È l’autolesionismo che si sta destando dal suo torpore e mi spinge a vedere film dimmerda.

Siccome a casa ne sono sprovvisto in questo momento, non posso vedermi niente svaccato in mutande sul divano. Mi fiondo su internet a cercare un film brutto, lo trovo subito: è appena uscito, ma c’è solo in due sale di due UCI in tutta Milano.
Perfetto è il segno che aspettavo: solo i film peggiori vengono dati in solo due sale in tutta la città.

La smania tipica del suicida mi spinge a vestirmi in tutta fretta, saltare in macchina e guidare come un pazzo fino a Pioltello.

Corro alla cassa, chiedo i biglietti, il cassiere mi guarda e mi dice: “Ma è proprio sicuro che vuole vederlo?
Io, baldanzoso: “Certo, perché?
Il cassiere: “No, così, lo sa che è un film… diciamo… indipendente, vero? Glielo dico perché l’altra sera la gente è uscita dalla sala chiedendo indietro i soldi del biglietto…
Ho l’acquolina in bocca, prendo i biglietti, vado a comprarmi il Magnum alle mandorle di ordinanza e vado verso la sala… non so se sia stato il passaggio dal caldo esterno al freddo dell’aria condizionata, o il Magnum alle mandorle che stringevo in mano, ma fuori dalla sala c’è Gandalf Il Grigio. Ci guarda con l’aria sconsolata e spaventata di chi sa che il peggio deve ancora arrivare e, alzando le mani al cielo, ci dice: “Fuggite, sciocchi!

Chiudo gli occhi per un istante, Gandalf è sparito, entro in sala pronto a vedere Multiplex un Thriller di Stefano Calvagna.

Il trailer di Multiplex per la prima volta l’ho visto prima de La Casa. Ero in compagnia di Ultimate Jar Jar Binks e dell’Orsetto, finito il trailer ci siamo guardati basiti e i nostri sguardi volevano dire: “Ma che cazzo è ‘sta roba?!“.
Il trailer del film era tremendo, recitato male, parlato peggio, girato che sembrava una roba televisiva, ma molto brutta. Quello che ci chiedevamo era: ma se in Italia è difficilissimo farsi produrre film, perché produrre un film di genere come questo?! Che mercato potrebbe avere?!
Poi vedemmo La Casa e Multiplex ci passò di mente.

In ‘sta scena fate quello che ve pare…
Motò… Azzione!

Andando al cinema nelle settimane successive, però, ho visto che di Stefano Calvagna, oltre a Multiplex, sono in uscita altri due film quest’anno: Rabbia In Pungo, che sembra una roba di Maccio Capatonda, e Cronaca Di Un Assurdo Normale. La domanda mi sorge spontanea: ma chi è questo Stefano Calvagna che ha ben 3 film in uscita in un anno, che nemmeno Woody Allen?

Curioso come una scimmia, mi lancio sulla pagina di Wikipedia del nostro Stefano e scopro che ha fatto un sacco di film e che per alcuni di loro ha vinto anche dei premi, in festival di cinema, che non sapevo nemmeno esistessero.
Ora, così a naso, credo che la pagina di Wikipedia, Stefano, se la sia scritta la sia scritto da solo e tutti i premi che ha vinto sono segnalati come: Senza Fonte.
Magari è tutto vero, però non si trovano in giro informazioni che confermino queste vittorie.

Ora la curiosità di vedere un film, tra gli 11 (undici), girati da questo Stefano Calvagna è molto forte, e quale occasione migliore che un bell’horror, o un thriller come sostiene lui, in cui un gruppo di ragazzi si chiude in un cinema di notte e viene ucciso male dalla guardia giurata?
Quindi eccomi domenica in sala a vedere Multiplex.

Se siete arrivati fino a qui senza rompervi le palle a leggere, ora arriva la parte migliore. Avverto che ci sono spoiler, ma non credo ci sarà il rischio che qualcuno lo veda al cinema.

Il film, oltre che diretto è anche scritto da Stefano Calvagna. La storia parla di sei ragazzi. Sei Figli Speciali di Gesù, che nella scala evolutiva vanno dal burino al coatto, che vanno a vedere l’ultimo spettacolo in un cinema di Roma.

I Figli Speciali Di Gesù

Da sinistra: il sosia di Corrado Guzzanti se si pettinasse come Hitler, la Figa di Legno, il Pariolino, l’Inchiavabile, il Burino, la Figlia di Maria che è la prima, e l’unica, a darla via.

Stefano vuole farci capire che questi qua sono proprio amicissimi, quindi li fa parlare da ggiovani d’oggi. Il che significa, per Stefano, che questi sei ragazzi, tre coppiette, passano il tempo a sfottersi e insultarsi in modo pesante, tipo che uno di loro ha un problema medico per cui deve prendere delle medicine, e loro continuano a rompergli le palle per questo problema. Ma proprio amici amici, eh. In più, visto che sono amici, non perdono occasione per dire che si scoperebbero volentieri la fidanzata l’uno dell’altro e lo dicono in faccia all’altro e davanti alla propria fidanzata. Ma proprio amici per la pelle, guarda. Io son contento di non avere amici come loro.
I sei entrano al cinema, non prima di averci fatto sapere che: il cellulare non prende e che nel cinema, dieci anni prima, sono stati trovati due ragazzi morti, ergo il cinema è maledetto.

A tenere d’occhio i sei ragazzi c’è questa guardia del cinema che pare avere un rapporto morboso con la struttura stessa, tanto da tenerla pulita con le sue stesse mani, arrivando a raccogliere le cartacce da terra.

La cosa migliore del film è quel tentativo di critica che Stefano tenta di fare contro i rompicoglioni al cinema. Quelli che parlano durante la proiezione, che usano il cellulare, che riprendono il film in sala. Peccato che i protagonisti parlino durante il film, roba che riescono a dare fastidio a te che stai guardando loro che parlano mentre vedono il film in mezzo ad altra gente. Una sensazione strana da descrivere, mai provata. E peccato che scade nel qualunquismo e nei luoghi comuni, mettendo un ragazzo magrebino a registrare il film in sala con la videocamera, come se gli italiani non le facessero ‘ste cose.

Poi sto ragazzo viene rapito durante la visione dalla guardia che lo pesta a sangue e gli dice: “Nun te denuncio pecché sennò arriva ‘n artro daa tua tribbù!“, ma non siamo per niente razzisti.

In sintesi, dopo nemmeno 10 minuti di film, stai già odiando i sei protagonisti e sei lì che ti lecchi i baffi per vedere come moriranno male. Il che non è un bene, perché parte della tensione di un film horror, o comunque di un thriller, è data dal legame che si crea con le vittime che, in teoria, si dovrebbe sperare che ce la facciano a salvarsi.
Però, tutto è compensato dal fatto che pure la guardia è insopportabile, con la sua parlata romanesca biascicata e la erre moscia che rendono le sue battute quasi incomprensibili.

Dar forte ggetto daa sua pipì, penzavo fosse ‘n omo che aveva volutamente sbajato bbagno! (cit.)
Segue monologo sulla cacca e le tavolette del cesso zuppe di pipì. Poesia!

Comunque i sei Figli Speciali di Gesù decidono di nascondersi e rimanere nel cinema dopo la chiusura facendo un gioco: le ragazze si nascondo e i ragazzi le cercano, se le trovano se le trombano, anche se non sono le loro fidanzate. ‘Sti gggiovani d’oggi, le trovate che hanno per divertirsi.

Da lì inizia una caccia all’uomo tra la guardia e i sei che, ovviamente, muoiono uno per volta… se non che nel frattempo due si incontrano in una sala e ci danno dentro, lo pretende la tipa che si mostrava scandalizzata quando hanno deciso il “premio” del gioco. La guardia, intanto, beccando una delle ragazze si fa fare una pompa, così, tanto per non rimarcare la frustrazione sessuale e l’idea della donna-oggetto che scorrono sottili come Baobab nella sceneggiatura.

In questa foto, la Sceneggiatura, con tutte le sue frustrazioni sessuali.

In compenso la regia è, praticamente assente. Ho visto robe amatoriali su Youtube molto più professionali di questo film.
Regia e recitazione (che sia recitazione è una mia supposizione, perché non riesco a definire quello che ‘sti sei ragazzi e al guardia fanno sullo schermo) hanno delineato ben chiaro nella mia mente il concetto di Inettitudine, di cui, fino a domenica scorsa, conoscevo il significato, ma fino ad ora non ero riuscito ad applicarlo a niente.

Per esempio, in teoria il cinema dove si svolge l’azione dovrebbe sembraci labirintico e farci perdere ogni riferimento di spazio/tempo, un po’ come l’Ovelook Hotel di Shining… finirò all’inferno per aver citato Shining in un post su Multiplex, ma dovevo spiegare la sensazione, la prego Mr Kubrick, abbia pietà della mia anima!
In pratica la sensazione labirintica cade quando i protagonisti passano per la sessantasettesima volta nello stesso corridoio con le pareti scrostate, salgono o scendono per la quarantacinquesima volta la stessa rampa di scale e corrono urlando per la trecentonovantesima volta davanti alle locandine pubblicitarie di Dark Shadows e Cattivissimo Me 2.

La tensione è palpabile… la tipa nascosta pure

Poi tralascio che il film è gestito così male che il twist finale, che dovrebbe sorprendere, praticamente non frega a nessuno. Tralascio che ogni tanto parte una pezzo rock anonimo, come colonna sonora, completamente a cazzo di cane. Tralascio che le stesse inquadrature delle lampade a neon che sfarfallano e quelle dei corridoi vuoti sono montate tipo ottomila volte come stacco. Tralascio che il film dura un’ora e mezza, quando già 10 minuti potevano essere una durata eccessiva. Tralascio le citazioni di Hitchcock pretestuose e banali che vien voglia di urlare: “Basta! Bastaaaaaa!!!!“. Tralascio che non si vede un omicidio che sia uno, perché il twist finale prevede che non si vedano. Tralascio che c’è una totale assenza di suspance, che in un thriller dovrebbe essere tipo un requisito fondamentale. Tralascio il fatto che non c’è nemmeno la coscienza di fare del cinema, in questo film.

Il cameo alla Hitchcock, così il regista appare nel film e si sa con chi prendersela

Quindi tralascio e non vi dico un sacco di cose.

In compenso vi dico che dopo aver visto Multiplex sono ancora più stupito del fatto che a Stefano Calvagna abbiano prodotto ben 11 film, di cui ben tre in uscita al cinema quest’anno.

Il film se volete vederlo, fatelo pure, a patto che: lo vediate sul divano con i vostri amici, pronti a spaccarvi dalle risate, ma consci della potente Nota Marrone che scorre in questo film.
Altri motivi non ce ne sono, tralasciando l’autolesionismo… a meno che non siate davvero curiosi di vedere la cosa più vicina al Peggior Film Della Storia.

 

 

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La Nota Marrone

 

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

39 pensieri su “Multiplex er firme de paiura!

  1. Stefano Calvagna for president… dai, io penso sia autoprodotto, qualche amicizia in alto e riesce a distribuire in poche sale…

    Comunque sto ancora ridendo per ieri sera…

  2. metacinema! preparati a vedere il film più brutto della tua vita. buona visione. muahahhaahhahahahaha!

    ps grande mossa il calcio nelle palline

      • sì quello è il calcio metaforico, ma comunque doloroso. ma poi tratto da una storia vera, che zozzeria davvero. no via mi fa piegare il trailer “ma lo sapete che questo è un cinema maledetto, sì?”. che diavolo di dialogo è. oddio se moio

    • Eh, lo sai, Messere, se ogni tanto non mi chiudo le balle nel cassetto, non son contento :D

      Scherzi a parte sono curioso e sono attratto dall’orrido, devo vedere con il mio occhio le cose… poi comunque questo serve anche per capire altro, tipo la labirintite di Shining che ho sempre percepito a livello subliminale, dandola per scontata, ma non ho mai focalizzato a livello conscio… per dire.

  3. Mamma mia che puttanata! sono in 6 contro un imbecille che scuote la testa quando parla e ascolta la gente che fa pipì! ma come puoi prenderlo seriamente uno così?! e scusate ma in confronto la stewart si merita un oscar per la mimica facciale! Per non parlare poi di ‘sti film dove vogliono uscire dalla parodia del classico bravo ragazzo e li fanno cadere nel cliché dei cerebrolesi infoiati! Brrr!

  4. Mi sono fatto un giro tra le recensioni
    ne parlano mica male.

    Siete i soliti criticoni, ecco qual è il fatto.

    Poi, vabbè, io non lo vedrò perché ho un codice etico che mi impedisce di vedere un film che parla di 6 ragazzi che rimangono dopo l’orario di chiusura in un cinema

    Piuttosto:
    ho visto “quello che so sull’amore”.

    Un tempo in America vedevano i De Sica, i Fellini, i Benigni

    mo’ ce tocca Muccino.

    Come sintetizzare la storia:

    Gerard Butler, ex calciatore, gran trombatore, caduto in disgrazia, ricostruisce rapporto con il figlio e quello con la sua ex,

    facendo l’allenatore della squadretta del bambino.

    Il tutto,

    sponsored by….

    … la marca con le tre strisce.

    C’abbiamo l’oscar in cassaforte ‘a regà.

    Con buona pace degli Amarcord e degli Sciuscià

    • Ahahahahahah… effettivamente sono io che non capisco niente di cinema, però sono mediamente più simpatico di qualsiasi altro sedicente “recensore” :D

      Quello che so sull’amore non ne avevo mai sentito parlare… ma non ho capito vale o no la pena?
      Così a naso mi sembra una decina di altri film uguali in cui cambia, però, lo sport del figlio da allenare…

      • Mah, guarda, c’è un cast stellare

        Gerard Butler
        Jessica Biel
        Cathrine Zeta Jones
        Uma Thurman
        Dennis Quaid

        e non vorrei dimenticare qualcuno.

        E’ una commediola trita e ritrira, IMHO

        vedila a tempo perso.

        Magari ti ci diverti.

  5. Sto ripescando i vecchi post e ho trovato “I 3 volti della paura”. Credo che quel film sia migliore di questo “Multiplex”. Ho detto tutto.

    • Sìsì, i 3 Volti Della Paura è decisamente meglio, almeno lì un minimo di senso del cinema di genere c’è, che poi sia scritto male e diretto peggio è un altro discorso, qui invece proprio non si ha idea di cosa sia un’inquadratura di “tensione”.

      No, Catwoman no… please… dai settimana la prossima Nota Marrone probabilmente sarà Catwoman :°(

  6. Solo leggendo la recensione e vedendo il trailer ho voglia di pestare malamente il “””””reGGista”””””.

  7. :O OH MIO DIO! OH MIO DIO! OH MIO DIO!!!!!

    Devo assolutamente vedere sto film!!!!!

    #1:38 min di trailer e già sto piangendo dalle risate
    Soprattutto nel punto:

    “Stai per vedere il film piu brutto della tua vita” e poi esce il titolo del film!!!!!

    ahahahaahahahahah ho deciso cosa guarderò sta sera (ovviamente stravaccato sul divano con gli amici e un paio di birre) ahahahha

  8. Vabbè
    per l’angolo

    “a Messè, ecchissenefrega”

    annuncio urbi et orbi
    (prrrrrrrrrr)

    (chi è stato? Guarda che t’ho visto, sai)

    (sì, sì, tu, tu,
    là dietro)

    dicevo

    annuntio vobis
    che ho iniziato un ciclo di visioni di film di Fellini
    perché mi sa tanto di estivo un po’ retrò
    (tra l’altro l’ho citato proprio oggi)

    tra quelli che non ho visto
    quelli che ho visto un secolo fa
    e quelli che ho visto da (relativamente) poco.

    Stasera ho visto “Le notti di Cabiria”.
    Mi mancava.

    Grandissimo.

    Ok, fine dell’interessantissimo intermezzo.
    Grazie

    (e sempre perfettamente in topic as usual)

    (ammazza quante parentesi)

    (sto peggiorando, lo so)

    • Fellini l’ho sempre visto “di sfuggita” e penso nel periodo sbagliato, da piccolo/giovane, probabilmente non li ho mai compresi a pieno… anzi, togli il probabilmente, non li ho mai capiti.

      Devo sicuramente compiere un’operazione come la tua ora che sono abbastanza grande e sano di mente per poterci ragionare su :)

      • Se hai voglia di compiere questo esperimento cinematografico,
        nel tuo caso ti consiglio di cominciare

        da Amarcord.

        E’ il più idoneo per “conoscere” il cinema di Fellini

        Non fare come tutti che cominciano con La dolce vita, che è pesantissimo, perché vogliono vedere…

        …lafamosascenadellafontanadiTrevi.

        No, consiglio di iniziare con Amarcord.

        Tu mi dici:
        non li ho mai capiti.

        Meglio.

        I film di Fellini non vanno “capiti”,
        in my pezzent opinion.

        Tu comincia a vedere Amarcord senza dover capire niente, come se stessi vedendo il filmino della tua giovinezza,

        dei posti che frequentavi da piccolo
        della gente del tuo paese.

        Guardalo con le emozioni, non con il cervello.

        In poco tempo ti verrà voglia di costruire il tuo “amarcord” personale, nella tua mente

        di assemblare i tuoi ricordi d’infanzia, come Fellini ha fatto con Rimini e i riminesi

        è tutto lì,
        fatto, però, in modo magistrale.

        Ecco perché li vedo d’estate.
        Perché è la stagione dei ricordi emozionali.

        Perché la gente s’emoziona al ricordo della casa al mare da piccoli
        al ricordo delle vacanze
        delle belle giornate
        della fine della scuola…

        E’ tutto lì, non ti scervellare.

        Guardalo come guarderesti il tuo filmino delle vacanze o quello di Natale o della festa del paese.

        Il significatonascosto lascialo a chi ha tempo e voglia di rovinarsi il cinema felliniano.

        Poi mi dirai.

  9. Te hai scoperto come dove applicare il termine inettitudine; io, l’altro famoso adagio, quello che recita: – insulto all’intelligenza umana. Mi spiace ma non lo metto neanche tra quei prodotti da prenderli e trasformarli in una scusa per farsi una serata tra amici. Ma anche no. Direi che un’altro termine va appioppato: miserabile, e questa volta non per il film, ma qualcosa che lo supera (ebbene sì): ma avete visto che c’è anche il Back-stage di questa roba su youtube?? … cioè, ma questo “tipo” da dove salta fuori?? … ma questo è malato

  10. Comunque. HO UNA REMINESCENZA!! per MrChreddy … Jolly Killer!! .. mi ricordo che è stato il primo “film” che mi ha fatto capire che certe cose esistevano veramente. Capiamoci, non è ai livelli patetici di Multiplex, ma forse è lì che il regista ha tratto ispirazione e ha migliorato lo stile :D

  11. Da pseudoregistaamatorialeormarossimoacambiaremestiere posso dire che non so mai come sentirmi quando sento di queste produzioni italiane di oggi…non so ridere o piangere….perché so che ci sono un sacco di talenti là fuori che magari dopo trent’anni di studio e lavoro ancora non sono riusciti a farsi produrre nulla…e poi saltano fuori sti film….”Albakiara”, “Multiplex”….per non parlare dei vari Moccia e simili…….questo non é neanche cinema, é giusto la sua antitesi. Io non lo so…qualcuno mi può insegnare come si fa a farsi produrre e distribuire una merdata in Italia? È tanto semplice? Perché io non ho mica capito, sapete?
    ps secondo me hai ragione quando dici che la pagina wiki se l’é scritta lui: in generale per tutto l’articolo manca quel tono “neutrale” delle pagine wiki…non so se capisci cosa intendo….sembra un’esaltazione di questo qui, non la sua biografia…in realtà forse é molto sottile come cosa, però si percepisce….

    • Secondo me Calvagna se li produce da solo, evidentemente è ricco o non lo so, gratta giù i soldi dal muro.
      A parte che per girare questo avrà speso si e no 2000 euro.

      Per la pagina di Wiki ho avuto la tua stessa sensazione, leggendola mi dicevo, ma chi cazzo è, Kubrick questo? :D

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