Isterismi da MMMMMORPG (che le emme non bastano mai)

Prima di entrare nel merito di frecce nelle ginocchia e lingue draconiane, apro il discorso facendo una dovuta premessa. È la prima volta che scrivo qualcosa per Nerds’ Revenge e mi sento in dovere di affermare apertamente tutta la mia scostumatezza: entro a piedi sporchi in casa del povero MrChreddy, inzaccherando tutto e portando a un nuovo livello di rottura di scatole i miei già noiosi commenti, il cui contenuto spesso dissente con l’opinione del padrone di casa e, aggiungo, in genere dissente un po’ con l’opinione di chiunque.  Le premesse, però, possono nascere da due esigenze diverse: grande accortezza nei confronti delle persone a cui sono rivolte (leggasi “grazie Chreddy per avermi lasciato qualche riga di spazio sul blog per condividere, ahi voi, i miei pensieri”), oppure sono semplicemente un modo per mettere le mani avanti, e preparare i destinatari a essere puntualmente delusi da quanto stanno per leggere – un po’ come ha fatto Stephen King col finale della Torre Nera – .

Se qualcuno ha mai letto qualche mio commento sa sicuramente quale delle due esigenze mi ha mosso, altrimenti potete sempre andare avanti nella lettura, a vostro discapito ovviamente, e scoprirlo da soli.

Detto questo introduco l’argomento del post, che i più sagaci avranno intuito essere i MMORPG. Tutto è nato qualche giorno fa, durante una delle mie ossessive ricerche in rete per determinare quale sia la congiunzione astrale necessaria per ottenere la chiave di accesso alla beta di The Elder Scroll Online. Ora non voglio star qui a fare una lunga e noiosa disquisizione su Elder Scroll, ma, per essere concisi, è il nuovo capito dell’omonima saga RPG: un classico polpettone pseudo-fantasy farcito di intrighi politici, guerre interrazziali, divinità psicopatiche e draghi, che quelli ci stanno sempre bene.

Penso che l’immagine renda perfettamente l’idea di cosa sto dicendo

Ero lì che cercavo affannosamente informazioni, quando ho letto una dichiarazione di tale Paul Sage, direttore creativo del progetto, che suona più o meno così: “ESO sarà il perfetto connubio tra un MMORPG Massive Multiplayer Online Role Play Game (nda) – e un RPG classico, cioè quello che tutti aspettavano da tempo.

Ora, tendenzialmente la mia reazione alla notizia dell’uscita di un nuovo capitolo della saga di Elder Scroll è questa…

In versione femminile, s’intende.

… ma la deviazione della saga verso il multiplayer online mi aveva lasciato perplessa. Poi mi sono documentata, il tempo è passato e alla fine, dopo una serie di segnali positivi, mi sono abituata all’idea. Oltretutto, scoprire di poter lanciare simultaneamente incantesimi e fendenti sulle gengive degli avversari, è un grosso incentivo! Sta di fatto che avevo dimenticato la questione del massive multiplayer.

Poi… BAM… Sage mi sbatte una porta in faccia con questa dichiarazione e devo ammettere che la sua convinzione ha fatto risorgere in me tutto l’iniziale astio. Sono infatti assurdamente convinta che se uno ama stordirsi il cervello a furia di combattimenti con draghi nelle lande desolate di Skyrim – o casa sua – vaneggiando istericamente contro il televisore – o il suddetto drago – non è detto che ami fare le stesse cose tramite head set o tramite chat con altre persone.

<situazione.tipo>  Dopo una giornata di duro e affannoso lavoro torno a casa la sera, stanca e strutta, e il mio unico obiettivo è rilassarmi. Avvio il processo di vestizione – c’è chi mette le armature, io preferisco la tuta slabbrata e scolorita di 10 anni fa – e mi scaravento sul divano pronta ad roteare furiosamente la mia mazza di Molag Bal, o joystick che dir si voglia, e dare libero sfogo a tutte quella scompostezza emotiva causata dalla frustrante vita reale. Quelle meravigliose 3/4 ore di bestemmia libera sono per me quanto di più catartico ed estatico sia stato concepito da mente umana. </situazione.tipo>

So benissimo che questa è un’idea strettamente personale, e che anzi il 90% delle persone dissentirebbe radicalmente, ma aggiungo che secondo me la la questione ha radici ben più profonde, che hanno a che fare in generale con il motivo per cui uno approccia ai videogiochi. Parafrasando le parole di Sage, affermare che le persone che giocano agli RPG single player non aspettino altro che fare lo stesso in multiplayer, è un po’ come dire che tutte le persone non aspettano altro che partecipare e/o condividere un grande e complesso delirio di massa. Ora, tradotto in soldoni, questo per me equivale a prendere tutte le dinamiche relazionali che esistono nella vita quotidiana e trasportarle in un contesto digitale. È vero che, grazie alla creazione di un proprio alter ego virtuale, chiunque può trasformarsi nell’esatto contrario di quello che è nella vita reale, ma nell’equazione generale, ci sarà sempre quello sfigato, o quello – di 12 anni – che ti farà il culo, o quello che “sa sempre tutto lui”, o quello che vuole fare il leader a tutti i costi e via dicendo.
6×5 o 10×3, il risultato è sempre 30.
Tu nel frattempo non hai fatto altro che traslare le tue frustrazioni sociali all’interno della più intima e salvifica sfera casalinga.

Classico esempio di dodicenne infoiato che, con tanto di gnocca-character, fa il culo a te povero sfigato che invece pensi ancora di giocare a Super Mario

Ma signor Sage, lei è così sicuro che questo desiderio di condivisione e compartecipazione sia così diffuso tra i videogiocatori? Sulla scia della questione sollevata dall’annuncio della presenza del tasto SHARE sul pad della PS4, io mi domando: ma veramente vogliamo così fortemente non essere mai soli con noi stessi? Probabilmente Guybrush Threepwood dissentirebbe da questo fiorire di comparti multiplayer un po’ ovunque. Oramai non esiste un gioco, che sia uno, che non stia virando subdolamente in quella direzione e questo non sarebbe un problema se la cosa non intaccasse il comparto single player, ma non è affatto così!
Un gioco, purtroppo, si fa con i soldi, tanti soldi e se cominci a dividere un team per fare due cose diverse contemporaneamente, non puoi sperare di ottenere lo stesso risultato dal punto di vista qualitativo. Per una conferma potete chiedere a Kratos, che sta ancora maledicendo il genio che ha voluto inserire una modalità multiplayer in God Of War Ascension.

Io, possibilmente, non voglio condividere la mia personale guerra contro i draghi con qualcuno, né tantomeno affettare con le Spade del Caos qualcun altro in un’arena piena di gente; gradirei invece continuare a punzecchiare LeChuck con uno spillone tutta sola, ammesso che tra qualche anno ci saranno ancora LeChuck da punzecchiare in solitaria.

 

 

SisterDeath

Scritto da: SisterDeath

La nostra esistenza deforma l'universo. Questa è responsabilità.

12 pensieri su “Isterismi da MMMMMORPG (che le emme non bastano mai)

  1. Benvenuta!!! Complimenti per l’articolo, lo condivido in pieno, soprattutto per quanto riguarda l’abbassamento del livello del gioco in single player per poter sviluppare anche la versione multiplayer. Anche io uso i videogiochi principalmente come sfogo e dopo una giornata di frustrazioni e bocconi amari non c’è niente di meglio che tornare a casa e falcidiare nemici facendo finta che siano tutti quelli che hai incontrato durante la bella giornata appena trascorsa e la possibilità che un altro player mi privi di tutto questo mi rende decisamente depresso!
    Vorrei insomma poter stare da solo a fare le mie cose non solo quando medito sul mondo alla mattina sul mio “trono di spade”!!!

    Detto questo, bell’articolo, continua così… ^^

    • Grazie per i complimenti! Era un po’ che non scrivevo e temevo che il mio stile un po’ troppo particolare rendesse difficile capire il senso delle mie parole. Noto con piacere invece che hai colto il core del discorso!
      E comqunque effettivamente dopo una giornata di frustrazione è pesante continuare sulla stessa linea anche a casa. Se pure i videogiochi diventano fonte di stress non c’è più scampo! -_-

      • Esatto… e poi non so te, ma per quanto mi riguarda, secondo l’esperienza maturata, on line le dinamiche relazionali tra persone diventano ancora più esasperate, quindi sarebbe solo una fonte di stress ancora maggiore!!!
        Troppa gente strana esiste a questo mondo e spesso sembra che siano tutti on line per esasperarti… Mi sale l’ansia al solo pensiero!!! :D

        • Il mio canto – on line – del cigno è stato l’invito da parte di Ubisoft alla beta di Assassin’s Creed 2.. un’esperienza alienante, che comprendeva psicopatici che gridavano come ossessi (quando ti univi ad una partita venivi assegnato ad una squadra e se questa usava gli headset per dialogare, a meno che non toglievi il volume della tv, sentivi tutti i loro discorsi, e io ne ho sentite di cose che vuoi umani non potreste immaginare..). I deathmatch a squadre in Unreal Turnament erano rilassanti a confronto.

          • Ahahahahahah!!! Posso solo immaginare… io ho sempre rifiutato contatti più vicini della cara vecchia chat (quindi dispositivi a cove e quant’altro) per cercare di tenere la gente a distanza e per evitare di diffondere il mio abbrutimento videoludico. E nonostante questo anche io ho letto cose…
            Hai tutta la mia Stima SisterDeath! ^^

  2. Mah, in realtà dipende molto da gioco. La mia impressione è che abbiano preso molto da Guild Wars 2. I due progetti sembrano andare quasi in parallelo per certi versi e, per come “dicono” che sarà, dovrebbe avere numerose mappe di normale PvE con contenuti da fare anche in singolo (in GW2 il personaggio l’ho cappato a liv.80 giocando da solo senza rivolgere la parola quasi a nessuno, se si eccettuano alcune missioni). Tra parentesi, se ci aggiungono l’exp per l’esplorazione come in GW2, non avrai mai bisogno di gruppare.

    A queste si aggiungerà la provincia di Cyrodill, che pare esplorabile in 3/4 ore di camminata, se ricordo bene i calcoli ma molto probabilmente me li ricordo parzialmente male. Quella sarà l’area di PvP, dove si dovrà quasi sicuramente far squadra con qualcuno (un po’ di stealth non guasta mai).

    Insomma, pare che ti dicano: il gioco di gruppo non è necessario ma è caldamente consigliato se, a dir loro, vuoi goderti tutto appieno completando le mappe al 100%.

    Io sono un soloer, e ti capisco, la cosa che bisogna affinare in questi casi è l’abilità di imbucarsi con nonchalance negli ammassi di player che si accingono a fare un evento di gruppo o cose simili, se ci saranno (io non l’ho mica capito).

    • Oppure la tua abilità di scartavetrare le pall..ehm.. scatole a qualche amico fin quando, preso dallo sfinimento, decide di assecondarti.
      In tutti i casi effettivamente, in ESO, sarà necessario avere un team o far parte di una gilda solo nel caso in cui si volesse completare il gioco superanto il livello 50 e affrontando le quest per i 50+. Il discorso era però semplicemente una scusa per parlare di questa ossessiva presenza di multiplayer ovunque, basti pensare a quello di Dead Space 2. Dare un multiplayer a un gioco come DS è un controsenso (chiunque abbia mai giocato al gioco può capire il perchè).

      • Comunque sia, se ti andasse di fare una gilda nerd’s revenge di casual/solo players senza smazzi, io ci sarò,

        Dunmer, sorcerer.

  3. Mi fa piacere che le mie speranze nel vedere incrementare il numero di blogger non sono state vane. Come previsto nerd’s revenge sta diventando un s.p.a. degna di nota. XD

    Per quanto riguarda L’articolo mi sono sentito un po confuso nel leggerlo, ho avuto come l’impressione ci siano elencate delle situazioni fini a se stesse prese però come esempi effettivi, quasi si facesse di un filo d’erba tutto un fascio.
    Ad esempio è vero che tutti i giocatori almeno una volta hanno voluto giocare in solitudine per distrarsi dopo una dura giornata, ma è anche vero che molti preferiscono smaltire lo stress in compagnia sia in una serata con gli amici di sempre al bar cosi come con il “party” della propia gilda nel gioco online di turno, dove in entrambi i casi si può scoppiare in una chiassosa serata goliardica cosi come su una riflesione condivisa del momento.
    D’altra parte però è anche vero che cosi come questa mania del multiplayer online sta uccidendo il singleP. ad essere vittima è anche il multi stesso. La dove una volta in un mmo si trovava il tempo di socializzare anche solo un minimo e pianificare il gioco di squadra oggi invece la ricerca di avversari/squadra è completamente automatizata con assegnazioni casuali fra cui i già citati psicopatici limitando la collaborazione a limitati messaggi in chat/TS e la socializzazione a share e twit.
    La verità e che i giochi multiplayer risultano maggiormente economici per le sh perché la parte più difficile di realizzazione in un gioco, la IA l’inteligenza artificiale, e sostituita da quella gratuita (perfino pagante in alcuni casi) di giocatori in carne ed ossa, senza contare altre motivazioni come la moda del momento, agonismo nel rendere il gioco esport e la competizione fra giocatori che li porta a spendere in un cashshop fraudolento.
    Senza contare che tutti indicano il mondo online come un manicomio senza tenere conto però che tutti quei pazzi una volta spento il pc e scesi in strada sono le persone di tutti i giorni, ovvero pazzi che passano inosservati, pazzi che portano una maschera sociale oppure apparenti pazzi che in realtà nascondono un indole violenta e pericolosa.
    Vi giuro che ho visto cose in vita mia che voi non DOVRESTE neanche immaginare, certe volta la vita reale mette la freccia e supera la finzione internettiana.

    Per ora mi congratulo con MrChreddy e il nuovo blogger per il suo esordio personale e quello del sito con un articolo su un argomento nuovo e scottante come i mmo.

    • Beh l’inizio del post è in linea con l’isterismo che a me stessa suscita il giocare on line.Ovviamente l’opinione sullo smaltire lo stress in compagnia è “strettamente personale” e molto poco condivisa, appunto: certe cose preferisco farle da sola! :D C’è che smaltisce lo stress con il divertimento con gli amici al bar – o al party della propria gilda -, e c’è chi preferisce rilassarsi utilizzando il gaming come catarsi. La mia riflessione voleva concentrarsi di più sul fatto che, a prescindere dalle preferenze personali sul gaming (online VS offline – e io preferisco offline) io non sono convinta che “tutti aspettassero con ansia”, o meglio “non aspettassero altro” che un gioco di questo tipo. Su questa affermazione, alquanto supponente secondo me, che idea ti sei fatto?
      Il discorso sul processo di socializzazione e su come la rete interferisce in tal senso poi è molto più ampio, per non parlare di quello dei pazzi nelle strade e on line.

      • Su il discorso dell’online di TES concordo, già oblivion aveva migliaia di mod una più amata dell’altra tranne quella dell’online che aveva ben pochi estimatori.
        Comunque quello che cercavo di dire e che “tutti aspettavano l’online” è la stessa cosa di dire “nessuno aspettava l’online”, anche perché ho seguito un po le novità su teso e da quel poco che si sa è solo un normale mmo con il nome della famosa serie, le features della serie saranno veramente poche da quel che si sa, ad esempio si potrà entrare e rubare solo in alcune case prestabilite da quest prestabilite.

        Spero comunque di vedere altri articoli di questo tema dallo stesso autore, una cosa ben fatta come questo sito non può che migliorare crescendo sempre più.

    • Ti rispondo per la parte che riguarda me: di giochi parlo pochino, anche perché non ho il tempo materiale per provarli, SisterDeath invece gioca un sacco e ne prova più di me, quindi ne ho approfittato :)

      D’altra parte è anche difficile trovare qualcuno “sulla stessa lunghezza d’onda” per farlo collaborare e per fortuna Sister, per quando abbiamo gusti e idee diverse, è su quella lunghezza d’onda e poi mi fido e rispetto quello che dice, anche quando non condivido.

      Comunque son contento che la scelta sia stata apprezzata :D

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