Noah, mancano comunque i due Leocorni

Noah

Questo week end ho visto un paio di film.

Oggi parlo di Noah, il film biblico che, a quanto pare, ha fatto incazzare un po’ tutti: religiosi, teologi, scienziati, e pubblico. Un bell’ein plein, non c’è che dire, ma secondo me è a ragion veduta.

Dato l’argomento fortemente religioso del film, si rischia che si finisce a fare a botte. Io ne parlo come mi viene da parlarne e chissenefrega, spero di non offendere troppo nessuno con l’ironia che userò.
Se foste stati dentro la mia testa mentre guardavo il film, vi sareste fatti un sacco di risate. Io ho riso molto. Non per gli argomenti, ma per la messa in scena.

Finito il piccolo disclaimer, passo direttamente al post avvertendovi che ci sono dei piccolissimi spoiler. Fermo restando che si parla della storia di Noè, che dovrebbe essere ben nota a tutti.

Quando ero piccolo mi piacevano un sacco i film bliblici e i peplum. Ok, i secondi c’entrano poco con i primi, ma quando ero piccolo la magia dei film storici, religiosi o meno, era la stessa. Solo che i primi mi facevano capire la religione più delle ore passate a di catechismo.

Noah - Anthony Hopkins

Il Matusa, di nome e di fatto

Mi piacevano anche perché erano giganteschi colossal fatti con un sacco di milioni di dollari e scenografie sontuose. Quei film che parlavano di un Dio immenso e meraviglioso, che mandava un agente segreto a liberare il suo popolo dalla schiavitù; scagliava pestilenze e piaghe a destra e a sinistra e poi, lo stesso popolo che aveva fatto liberare, lo lasciava vagare per 40 anni nel deserto solo per metterlo alla prova, ché tutto il periodo della di schiavitù non era stato una prova sufficiente.

Una volta questi film erano molto popolari, poi hanno smesso di produrli.
Forse perché le storie davvero interessanti da raccontare erano finite, forse perché costavano un occhio della testa, o forse perché il pubblico si era rotto un po’ il cazzo di vederli e preferiva spostarsi su altri generi.

Noah - Diluvio Universale

Secondo me, se continua così, viene a piovere.

Io non ne ho sentito troppo la mancanza perché in televisione li danno in modo ciclico e, se capita, ogni tanto me li riguardo.

Ogni tanto qualcuno ci ha provato a rifare un bel film biblico, ma sempre diventando bersaglio di polemiche e accuse che, nella realtà dei fatti, non fanno altro che attirare gente al cinema curiosa di vedere il film che sta facendo così rumore, ma dimenticandoselo in fretta.
Per esempio La Passione Di Cristo che tanto aveva fatto parlare e litigare e ora nessuno se lo caga più. Secondo me è un peccato, perché è uno degli horror più truculenti ed efferati che abbia visto negli ultimi anni, speravo desse il La un ritorno del genere splatter, ma purtroppo nessuno ha capito il film.

Nah - L'Arca

300 cubiti a forma di tetramino lungo

Oggi ci ha riprovato  a fare uno di quei colossal di una volta, sfruttando il suo piglio autoriale, senza compromessi (ahahahahaha, scusate se mi viene da ridere, dopo vela spiego anche a voi questa), studiando a fondo le sacre scritture (i Vangeli, il Libro di Enoch e Il Signore Degli Anelli), ufficiali e apocrife, 100 milioni di dollari, su per giù, e un Mac.

Il risultato è questo Noah, la storia di un uomo che viene in caricato da Dio di costruire un’Arca per salvare gli animali, e la sua famiglia, dal Diluvio Universale.

Noah - Russell Crowe

Cazzo, ho lasciato i panni stesi sul balcone!

A me Aronofsky piace un sacco quando fa The Wrestler e Il Cigno Nero, molto meno quando parte con i pipponi esistenziali tipo L’Albero Della Vita – The Fountain e, sempre per il mio modestissimo parere, se avesse fatto lui il secondo Wolverine sarebbe stato un film meraviglioso.

Noah si pone nel mezzo dei film precedenti. Narra la storia di Noè e fa anche pipponi esistenziali e sono proprio questi i veri limiti del film.

Perché, se Aronofsky si fosse limitato a parlare di Noè, della sa discendenza, del suo rapporto con Dio e della sua missione, sarebbe stato un gran film.
Purtroppo parte subito, lancia in resta, con il metaforone sui tempi moderni, sulla distruzione del mondo, sull’uso sbagliato della tecnologia e sull’uomo elettosi essere dominante invece di accontentarsi del suo posto nel mondo, in armonia con la natura, i suoi frutti e, appunto, Dio.

Un metaforone in CGI, non sempre eccellente, che cerca di mischiare il misticismo tipicamente religioso con la spiegazione scientifica, con l’unico risultato di far cadere quasi subito la sospensione dell’incredulità, altrimenti detta fede.
Che se uno va vedere un film biblico è già predisposto a sorbirsi cose assurde e non spiegabili con la logica e la scienza. Quindi tutta la fatica per rendere scientificamente plausibile la storia di Noè, la presenza del divino e tutto il resto, è uno sforzo tanto enorme quanto inutile.

Cercare di far convivere il creazionismo con l’evoluzionismo è un bell’esercizio di stile che porta a delle scene visivamente bellissime, ma che si infrangono nel momento in cui non si vede come dalla scimmia si è passati agli alieni di Cocoon che, inzigati dal serpente CGI, raccolgono la Mela/Cuore Proibita.

Noah - Jennifer Connelly

Sempre bellerrima

Perché uno può accettare tutto, anche gli Angeli divenuti Mordiroccia/Tranformers, ma il film deve avere una direzione precisa e parlare di quello, altrimenti cade nel risibile nel momento in cui si vede che Noè, il sempre intenso , e sua moglie Naameh, la sempre bellerrima , drogano gli animali per farli dormire durante il viaggio ed evitare che si sbranino a vicenda; oppure che il figlio Ham (non riesco a immaginare le risate degli americani quando lo chiamano prosciutto nel film), il sempre Percy Jackson , va in paranoia per l’assenza di figa e fa sorgere dei più leciti dubbi sul fatto che siamo tutti figli dell’incesto.

Noah - Logan Lehrman

La figa…

Alla fine Noah è così, un film che vuole tenere il piede in venordici scarpe, senza prendere una posizione definitiva. Religione o scienza? Storia di fantasia o veritiera?
Un po’ l’uno e un po’ l’altro, a seconda della bisogna.

È un peccato che, perché alla fine Aronofsky (sì, scrivo il cognome così è più difficile da leggere) è davvero bravo e confeziona due o tre belle sequenze davvero d’impatto emotivo e visivo, sintomo che non è stato veicolato dalla produzione a scendere a compromessi, salvo sulla scelta degli attori. Scommetto che , e il già citato Logan Lerman, sono stati imposti per attirare il pubblico più giovane a vedere un film di cui, probabilmente, non frega poi molto. Ma mentre il secondo non fa particolari danni, Emma merita il titolo di Cagna Maledetta 2014 sfigurando e risultando fuori luogo in praticamente ogni scena in cui appare.

Noah - Emma Watson

La Cagna Maledetta

In sintesi a me Noah, nonostante la lunghezza, l’argomento e i problemi, non è dispiaciuto. Le due ore e venti minuti mi sono anche abbastanza volate e ho trovato delle scene davvero belle visivamente. Però non mi ha soddisfatto, mi ha lasciato un senso di incompiuto e di occasione mancata.

Sono praticamente certo che non lo vedrò mai più. Che Dio mi perdoni.

 

 

Tutti i film di cui ho parlato:

Nerdcensioni

 

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

12 pensieri su “Noah, mancano comunque i due Leocorni

  1. Sono contravvenuta ad ogni mia regola e ho letto il post nonostante non abbia visto noah e voglia ardentemente vederlo per gli stessi motivi che hai addotto tu:
    1 – Amo Aronofsky anche quando fa i polpettoni, ho adorato The Funtain oltre a tutti gli altri suoi film.
    2 – Adoro film storici e peplum (con le dovute differenze).

    Comqune ho letto e incamerato. Sta settimana vado al cinema a vederlo e poi partirò con un commento fiume… lo sai vero???

    • Vai tra, Sistah, che son stato fin troppo buono. :D

      Comunque aspetto il tuo rompimento di balle commento fiume sul film.

      Che poi non ho mica detto che è brutto, a me è piaciuto, ma è uno di quei film che vedi una volta e poi ne hai abbastanza per il resto della vita. Purtroppo presta il fianco a molte prese in giro :)

  2. Mi piacciono molto i vecchi colossal in costume o biblici.

    Ben Hur e il Gesù di Zeffirelli li ritengo due autentici capolavori.
    Questo mi ispira, pur vedendolo distante da quei film là.

    Solo che, conoscendo Aronofsky, non vorrei trovarmi a dover fissare per mezz’ora la nuca di Russell Crowe, in semisoggettiva, che cammina.

    Vabbè, su The Passion di melghibson mi sono già espresso:

    film cinematograficamente disastroso.

    • Nono, non c’è il pericolo di fissare la nuca di nessuno, anzi, secondo me non è nemmeno pesante come avrebbe potuto essere.

      Poi comunque, come dico nel post, ci sono quei momenti in cui Aronofsky si dimostra comunque un regista “autoriale” e non un Emmerich qualsiasi, anche se ad un certo punto lo diventa… dopo essere passato dalle parti di P. Jackson :D

  3. Benchè apprezzi Aronofsky…questo film non m’ispira e la lunghezza men che meno..perchè? Probabilmente nn sono solo in vena io…

    P.s. Ci vorrebbero le nominations “Cagna Maledetta 2014” :D

  4. Onestamente anche io ho amato Ben Hur… mi toglieva il pensiero di cosa vedere per un pomeriggio intero durante le feste e potevo fare nel frattempo tante altre cose. :D
    Purtroppo negli ultimi anni si è assistito ad un aumento della polemica in generale, sia perchè c’è internet per cui se vuoi litigare hai potenzialmente a portata di click mezzo mondo letteralmente di cui un buon 80% non aspetta altro che litigare, sia perchè c’è internet per cui tutti sanno tutto di tutto e quindi si permettono di disquisire di cinema anche se hanno la mia stessa competenza in materia, cioè zero! (Non mi riferisco a presenti eh!) Almeno io lo so e giudico solo secondo i miei gusti che, in quanto tali, non andranno bene a tutti, quindi lo so che non saranno condivisi dai più.
    Insomma tutta questa filippica per dire che un film come questo mi attira per certi versi (Emma Watson in primis, lo ammetto) ma da per altri non ne sentivo la necessità e tutta questa polemica montata dietro non farà altro che fargli fare più soldi di quanto il film non si meriterebbe magari e la cosa un po’ mi urta e non vorrei darglieli io i miei di soldi. Si, lo so che anche la parte di Emma non c’è nella Bibbia (ho letto, non linciatemi se non è vero) e che l’hanno messa per attirare tutto uno stuolo di fans (hem!), ed è anche questo che mi urta.
    E questa recensione del buon MrC (che come al solito ringrazio) non fa altro che confermare in parte le mie paure…
    Magari accetto il compromesso e me lo guardo se lo passano a prezzo ribassato al cinema vicino casa mia, perchè alla fin fine vorrei vederlo al cinema… ^^

    • Mah, sì, boh, beh, non so…

      E’ uno di quei film che non so se consigliare o no. E’ anche uno di quei film di cui nessuno sentiva la necessità e lo dimostrano gli incassi.

      Mah, se devi andare per Emma, risparmia i soldi che non ne vale la pena, sotto tutti gli aspetti, e vedi se davvro ti può interessare vedere la trasposizione di quella storia. Se già ti rispondi: “sticazzi Noè”, lascia stare. :D

      A dire il vero non o idea se il personaggio di Emma ci sia nella Bibbia o meno, non sono così sapiente, io dicevo che lei, come attrice, l’hanno scelta apposta per attirare un po’ di fans, perché poteva essere chiunque a farlo in quel modo, pure io con le trecce. :D

  5. Jennifer Connelly “sempre bellerrima”, concordo e sottoscrivo: una meraviglia, o «Phenomena», della natura.

    Per dire, «I Drove All Night» di Roy Orbison sarebbe in ogni caso una splendida canzone, tra le mie preferite; però il videoclip, grazie alla dolce e fascinosa presenza di Jennifer, assurge ad oggetto di culto “personale”. La fidanzata che tutti amano e tutti sognano, presumo: chi non avrebbe voluto essere Jason Priestley, per limonarsela un po’?
    (Come vedete, non sono andato sul pesante di altri suoi film quali «The Hot Spot», diretto da Dennis Hopper, piuttosto che «Requiem for a Dream» dello stesso Aronofsky).
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    Per l’edizione italiana di «Noah» devono essersi domandati: quale altra categoria specifica – oltre quelle citate da MrC – possiamo far incazzare a bestia? Risposta: i fans, e le fans, di Luca Ward. Così gli hanno fatto doppiare Russell Crowe per il trailer e poi – surprise – per il film hanno fatto un’altra scelta, la stessa di «Robin Hood».
    Levata di scudi generale, è il caso di dire, sulla sua pagina Facebook; o anche “Dopo di me il diluvio”.

    Sono a mia volta un estimatore di Luca Ward (non solo in quanto voce di James Bond, nei quattro film con Pierce Brosnan): da «L.A. Confidential» e soprattutto «Il Gladiatore», quella con la star neozelandese appariva una right chemistry indissolubile, come credo dovrebbe valere in generale (nei limiti del possibile, certo; e d’altro canto – O.K. – garantendo la libertà di scegliere proiezioni sottotitolate).

    Comunque, mi aveva colpito un più fresco precedente. L’anno scorso vidi il thriller-drama «Broken City», di Allen Hughes: ne fui entusiasta, al cinema, e ne acquistai il dvd. Ma con tutto il rispetto per chi vi doppiava Russell Crowe, ovvero Claudio Sorrentino (di cui pure sono estimatore, non solo in quanto voce di Martin Riggs), avevo la sensazione che l’antagonismo sullo schermo fosse Mark Whalberg vs. Mel Gibson.

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    Magnifica la trovata di drogare gli animali, per metterli in condizione di affrontare il viaggio. Se (quando) ne faranno la parodia, mi aspetto – senza sottintesi sgradevoli – un finale in cui Noah tiri una boccata di havana e si compiaccia:
    – Adoro i piani divini ben riusciti.

    • Io invece non sono un fan di Ward, manco per niente. Il Gladiatore in originale ha tutta un’altra potenza vocale.

      L’esempio è sempre lo stesso, lui in mezzo all’arena che, in originale, urla come un matto, giustamente, per farsi sentire da Commodo.
      In italiano parla con voce impostata come se fosse a teatro.

      Per non parlare del fatto che Luca Ward millanta che Ridley Scott abbia cambiato la scena all’inizio di Massimo che dice: Al mio via scatenate l’inferno!
      Luca sostiene che all’inizio dicesse: Al mio via scatenate i cani (Unleash the dog), ma lui ha inventato il “scatenate l’inferno” e a Scott è piaciuto così tanto che ha rigirato la scena facendo dire a Crowe: Unleash the hell!

      Ora, non so se nasca prima il doppiaggio o il film, però mi sembra abbastanza presuntuoso un aneddoto del genere.
      Quindi, caro il mio Luca, torna a fare le fiscion per le casalinghe disperate di voghera, va :D

      Il film, comunque, presta bene il fianco a una bella parodia come non se ne vedono dai tempi di ZAZ. :D

  6. Non vedo l’ora di vedermelo in lingua originale. Di WARD non ne voglio più sapere.

    Una domanda: – perché scusate, c’è qualche posto in cui Emma Watson abbia un senso in qualche pellicola, in qualche storia?? .. sono serio eh … e non rispondetemi Harry Potter, perché lì dentro avrei senso pure io, pelato, peloso e vestito da Carla Fracci con il tutù rosa.

    Cioè, io quella proprio non la reggo. Se non è scendere a un compromesso questo! .. per arafknfoskfsksjyjyfni (si scrive così, giusto?) … anzi, mi ci gioco una pallina che gli hanno dato carta bianca sulla sceneggiatura proprio a patto di prendere ‘sta bimbetta raccomandata, che neanche l’albero azzurro.

    • Ti offendi se ti dico che io Emma Watson l’ho vista solo negli Harry Potter e in Noah?

      In HP stava bene, in Noah sembra fotomontata nel film.
      Sicuramente è stata imposta per attirare la fascia di pubblico che deve attirare, visto il costo del film. :)

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