L.N.M. presents: The Spirit – Parte II

The Spirit

Stavate morendo dall’ansia di sapere come va a finire The Spirit dopo aver letto la prima parte, vero?
Eravate lì a far la bavetta appiccicosa dalla bocca nella snervante attesa della fine del film, ho indovinato?

Bene spero di aver indovinato, perché oggi soddisfo ogni vostro incubo peggiore con la seconda parte di The Spirit di Frank Miller.

Ma prima di cominciare, devo dire due parole.

Frank Miller

Questa è una delle ultime immagini di Frank Miller scattata al Comic-Con di San Diego. È il tizio con il cappello, non quello grigio con i cerotti bianchi. Non ho idea di cosa abbia o abbia avuto, ma probabilmente niente di bello e ne sono davvero dispiaciuto. Quando ho scritto la prima parte de La Nota Marrone non avevo idea che fosse così, anche se i due anni di assenza dalle scene del fumetto forse avrebbero dovuto dirmi qualcosa, ma lo imputavo alla carenza di idee e allo sfortunato, sotto tutti i punti di vista, Holy Terror.
Penso sia ovvio che io non gli voglia augurare alcun male e, anzi, spero torni a fare fumetti presto, anche brutti, va bene lo stesso, al massimo non li compro. La buona notizia è che è stato sul set di Sin City: Una Donna Per Cui Uccidere a far finta di fare il regista e ne sono felice.
Questo mi rincuora e gli faccio un grosso in bocca al lupo.

Ma ciò non toglie che ha fatto un film dimmerda e che il mio lavoro è sfotterglielo, quindi continuiamo con la seconda parte di The Spirit.

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L’altra volta ci eravamo fermati con Spirit che dondolava in mutande da una gigantesca testa di muflone, poco prima di correre ad acciuffare Octopus. Se volete sapere come ci è arrivato, andate a leggere la prima parte del film.

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Spirit arriva fuori dalla più grossa, nonché unica, ditta di produzione di sale di tutta Central City: la malvagia Wanna Marki Inc.
Purtroppo è pattugliata da un esercito di Omini Stupidi di Octopus.

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Uno è proprio sotto di lui con un mitra in mano. Cosa potrebbe fare Spirit? Saltargli alle spalle e stordirlo? No, troppo stupido, meglio attuare un piano geniale, tipo tirargli una palla di neve sulla capoccia.

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In modo che l’Omino Stupido si giri a puntargli il mitra in faccia.

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E solo dopo saltargli addosso, proprio mentre l’Omino Stupido spara.

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L’Omino Stupido si sfracella su terreno, mentre Spirit rimane appeso sul balconcino con le sue All Star Genocido che penzolano nel vuoto. Uno dei piani più geniali di sempre.

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Un altro Omino Stupido però lo vede e gli spara. Spirit quindi fa delle capriole all’indietro, in verticale, da un balcone all’altro per sottrarsi ai colpi.

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Poi mentre un Omino Stupido va a controllare l’altro Omino Stupido morto sfracellato, Spit gli appare alle spalle.

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E lo secca con un cazzotto.

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L’ultimo lo pianta nel muro con un copritombino.

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Sotto il tombino appena aperto, Spirit vede passare l’ennesimo Omino Stupido e capisce che lì sotto c’è il covo di Octopus.
Appena scende, però, gli si fa incontro la silhouette di una donna.

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È Silken Floss vestita da Tirolese tutta Porno. Siccome Spirit è un supereroe integerrimo, prima si fa infilare la lingua in bocca, poi una siringa con un liquido blu fosforescente nel collo.

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Si vede un gatto bianco su uno sfondo nero. Probabilmente porta bene. O, più probabilmente, gli avanzava e l’ha messo nel film.

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Poi una scena di dialogo lunghissima in cui il commissario Basettoni cazzia la figlia medico perché è innamorata di Spirit e le dice che è meglio che se lo levi dalla testa e che si trovi un bravo ragazzo e bla bla bla, i soliti discorsi che fanno i padri quando scoprono che le figlie escono con me.

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Siccome era un po’ che non si vedeva, riappare Lorelai, detta La Morte, che, sparaflashando luce da tutti i buchi dell’acne che ha in faccia, ripete per l’ennesima volta a Danny Colt che si vedranno di lì a poco.

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Spirit si sveglia legato ad una poltrona da dentista dentro una stanza rossa piena di tende.

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Da un tendaggio esce una donna che fa la danza del ventre.

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Poi si presenta come Plaster la Danzatrice del Ventre di Parigi ed è interpretata da Paz Vega. Quindi un’attrice spagnola senza fianchi, fa una danzatrice del ventre francese. Mecojoni.

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Prima gli dice che lo ama e devono stare insieme per sempre, poi tirandogli tre coltelli nella spalla, aggiunge finché morte non li separi.

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Subito dopo esce Octopus vestito da ufficiale delle SS. Uno di colore vestito da ufficiale delle SS. Dovrebbe far ridere, credo.
Octopus comincia un monologo delirante e assolutamente inutile.

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Ma viene interrotto da una telefonata di uno che gli dice che Sand Saref vuole fare lo scambio dei forzieri.

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Finita la telefonata ricomincia il monologo sulla vita, la morte, il narcisismo e il declino dell’uomo che dovrebbe essere sarcastico e ficcante, ma in realtà è un’inutile pedanteria.

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Anche Spirit comincia a rendersi conto che ormai sono oltre ogni soglia di sopportazione di pubblico e critica.

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Silken Floss e Hitler ascoltano attenti.

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Finito il monologo, finalmente si arriva al punto in cui Octopus spiega il segretissimo segreto a Spirit, sul perché sono entrambi immortali.

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Spirit una volta era un poliziotto ed è stato ucciso. Aveva del latte al posto del sangue.

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Il cadavere è stato portato a Octopus che faceva il coroner e Spirit era più morto di Star Trek. Capito la frecciatina di Miller a Star Trek? Eh? Che sagacia! Che lungimiranza! Che J.J. Abrhams!

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Octopus, come coroner, aveva uno spaccio di farmaci che l’avevano fatto diventare ricchissimo.

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Però il suo obiettivo era l’immortalità.

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Infatti, dopo il funerale.

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Spirit si risveglia dentro uno scolapasta.

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Scava e finalmente esce dalla tomba.

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Vaga pensando alla sua vita e alla sua morte.

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E va dal commissario Basettoni, padre della sua fidanzata di quando era vivo, a riferirgli che, in quanto fresco di resuscito, darà la caccia al crimine.

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Il commissario Basettoni si trova alla porta di casa uno Zombie senziente che una volta era suo genero e gli sembra normale, non fa alcuna piega, anzi gli dice: “Sta attento, ragazzo!

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Octopus finalmente può usare il siero dell’immortalità su di sé perché ha trovato la formula giusta, visto che prima gli dava qualche problema.

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Prende una siringa e sparge del liquido giallastro in una tazza.

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Poi lo fa leccare ad un gattino.

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Il gattino comincia a sentirsi poco bene e comincia a fare fumo dal culo.

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In pochi secondi si scioglie colanda nelle fogne e lasciando dietro di sé solo i teneri occhietti.

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Ma Spirit, come parte del pubblico, è ancora dubbioso ed estenuato gli chiede: “Sì, ma quale cazzo è il tuo piano?!

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Ecco che finalmente Octopus, dopo aver ciarlato per 10 minuti buoni, spiega: “La formula è come fosse antani, con la prematurata e lo scappellamento a destra, quindi devo bere il sangue di Eracle, che era un semidio, per diventare anche io un semidio e il sangue ce l’ha Sand Saref nell’anfora, quindi dobbiamo scambiarci i forzieri.
Spirit chiede: “Ma non si chiamava Ercole?
Parte lo spiegone sui nomi greci e romani dei personaggi mitologici. Giuro.

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Però, visto che Spirit guarisce, lui non lo può uccidere, allora ha deciso di farlo a pezzettini piccolissimi, cominciando dai piedi, e spargerlo in giro per il mondo.

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Quindi ordina a Plaster di farlo fuori. Lei, con scatto felino ed abile mossa, sfodera dal nulla uno spadone a due mani e comincia a roteare soave e seducente come un tronco di ciliegio.

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Spirit riesce a circuirla a chiacchiere.

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Lei lo sta per baciare, ma Octopus si frappone fra loro.

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Plaster ricomincia a vorticare su se stessa e libera Spirit che mena Octopus finché non gli cade un’aquila nazista in testa e i due piccioncini possono scappare.

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Finalmente liberi ci scappa il limone duro.

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Però siccome siamo in un film in cui la follia e il non sense regnano sovrani, lei lo trafigge con l’ennesimo spadone uscito da chissà dove.

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E se ne va canticchiando come la Vispa Teresa.

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La Morte è molto felice di tutto ciò.

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Un attimo dopo Spirit barcolla su un pontile, sì, spazio, tempo e logica non esistono. Scambia due parole con un barbone e alla fine cade in acqua mezzo morto.

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Spirit nuota nelle acque limacciose del mare intorno a Central City.

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La Morte comincia un lungo monologo su quanto lo ama e quanto lo vuole con sé e che ora finalmente sono insieme per sempre, ovviamente accompagnato da immagini psichedeliche.

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Altro rapido limone dure, ma Spirit non cede.

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Gli passano davanti agli occhi tutte le donne della sua vita.

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Poi pende letteralmente dalle labbra di Lorelai, l’Angelo della Morte.

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E finalmente si risveglia.

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Con un dinosauro davanti agli occhi, che se non sai cosa fare, un dinosauro ci sta sempre bene metterlo.

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Spirit sembra riprendersi, ma…

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…. Piiiiiii…. gli spettatori purtroppo non ce l’hanno fatta a sopravvivere a The Spirit e il loro elettrocardiogramma piatto lo dimostra.

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Nonostante non ci sia più anima viva in sala, il film va avanti lo stesso.
Spirit è in ospedale e nessuno si è disturbato a togliergli la mascherina, chissà che la dottoressa si accorga che lui è Danny Colt il suo ex ragazzo che è morto e invece vaga per la terra.

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In men che non si dica, Spirit è in piedi pronto a sconfiggere Octopus, gli manca solo la sua cravatta rossa.

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Nel frattempo Sand Saref si è risposata con un motociclista bifolco ansioso di affrontare la prima notte di nozze. Sono su un aereo che stanno andando allo scambio con Octopus.

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Dall’altra parte arriva Silken Floss su un furgoncino con i vetri intasati di forfora calcificata.

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Parcheggiano entrambe in mezzo alla città, come se niente fosse.

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Ma durante lo scambio sono tutti nervosi e parte uno stallo alla messicana, con Sand.

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Silken Floss.

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Il nuovo marito di Sand.

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E l’omino stupido.

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La polizia è dietro un angolo che aspetta che si palesi Octopus prima di intervenire.

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La Poliziotta Antipatica tira fuori un’arma sobria che aiuta sicuramente i pochi spettatori superstiti ad apprezzare ancora di più il film.

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Sand Saref fa tutto un discorso a Silken Floss dicendole che con Octopus è sprecata e dovrebbe tornare all’università, studiare e farsi una vita onesta.

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Silken ci pensa su, poi dà il via allo scambio. L’Omino Stupido porta il baule di Sand e lei dà l’anfora con il sangue di Eracle.

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Sand apre il forziere di Pulp fiction.

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Silkn sta per prendere l’anfora, ma qualcuno spara per terra fermandola.

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Ecco che finalmente dal camion esce Octopus pronto a dare battaglia. Da questo momento è il delirio, non che fino ad ora fosse filato tutto liscio nel film.

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Arriva anche Spirit, tutto nero, su fondo nero, con la cravatta rossa.

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Comincia ad avanzare bianco su fondo nero.

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Octopus estrae due pistole e gli svuota addosso i caricatori.

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Ma Spirit non si ferma e avanza con le All Star Genocidio.

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Allora Octopus estrae altre due armi un po’ più potenti.

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Ma Spirit non si ferma.

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Octopus estrae ancora due pistole.

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Ma Spirit, nonostante sia crivellato di colpi, continua ad avanzare.

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Octopus tira fuori altre due pistole a quattro canne urlando: “Non lo capisci che ho Otto di tutto?!

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Finalmente Spirit cade a terra.

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Octopus, gongolando, si avvicina al corpo di Spirit. Pare l’abbia sconfitto.

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Il commissario Basettoni dà l’ordine di attaccare.

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Arrivano elicotteri e macchine della polizia che sembra una scena di Apocalypse Now.

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Pure la SWAT in assetto da guerra urbana.

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Uno schiaccia gli spettatori.

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Octopus risponde al fuoco e abbatte un elicottero con i suoi due mitra.

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L’antico vaso con il Sangue di Eracle doveva essere portato in salvo. Ma i proiettili non lo colpiscono, per fortuna.

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Gli Omini Stupidi vengono falcidiati senza troppe cerimonie.

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Mentre Octopus se la prende con un altro elicottero.

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Salta improvvisamente in aria e un dito vola verso gli spettatori.

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La Poliziotta Antipatica ha sparato con la sua arma potentissima da cartone animato.

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Poi, sprezzante, sputa per terra, per dimostrare che è anche fine come ragazza.

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Solo che nell’esplosione Octopus ha perso solo un braccio.

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Ma ci pensa il commisario basettoni a disegnargli un fiore in fronte con la sua rivoltella.

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Octopus si accascia a terra.

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La figlia del commissario Basettoni vuole andare a curare Spirit.

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Octopus approfitta del momento di distrazione generale per far cadere i proiettili dalla fronte.

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E bere il Sangue di Eracle che l’antico vaso è rimasto miracolosamente illeso. Però mica può bere subito, prima deve dire una marea di cazzate.

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Così mentre ciarla, qualcuno spara e rompe l’antico vaso che ormai non può più essere portato in salvo.

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È stata Sand Saref per impedirgli di diventare un semidio.

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Ecco che Spirit e Octopus possono menarsi, che Spirit aveva su un giubbotto antiproiettile.

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Poi tira fuori una bomba a mano.

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E la incastra nell’ombelico di Octopus.

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Tirando via la linguetta.

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Octopus sta per esplodere, ma una specie di angelo tutto dorato salta addosso a Spirit.

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Evidentemente la bomba a mano era al plasma, perché nuclearizza Octopus.

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L’esplosione spara delle costole dentro ad un muro.

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Il fumo dell’esplosione si vede persino dalla Luna.

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Sand Saref ha finalmente svelato cosa c’era nella cassa: il Vello d’Oro di Jasone. Coprendosi con quello ha salvato Spirit e se stessa dall’esplosione della Bomba H a mano.

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Finalmente Danny Colt e Sand Saref possono stare insieme.

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Limonano un po’.

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La figlia del commissario Basettoni, innamorata di spirit, nonché fidanzata di Danny Colt prima che morisse, la prende bene.

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Ma Spirit dice a Sand che non può soddisfarla sessualmente perché il suo cuore appartiene a un’altra persona.

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Sand Saref è contenta della scelta, glielo si legge in faccia.

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Per l’onore della figlia, il commissario Basettoni vuole menare Spirit.

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Ma Spirit pone rimedio a tutto e dice alla Bionda Slavatina che lui è innamorato di lei e che se vuole può soddisfarla sessualmente. Tutto è bene quel che finisce bene.

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Silken Floss vede qualcosa di lungo e nero strisciare verso il suo camioncino.

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Quando scopre che è solo il dito di Octopus ci rimane un po’ male, sperava fosse altro. Però fa la faccia di quella che vuole clonare il suo ex-capo.

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È l’alba di un nuovo giorno a Central City.

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Spirit veglia sulla sua città, bella città, senza pietà. Come dice Luca Carboni.

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Diventa tutto in bianco e nero e titoli di coda. L’incubo è finito.

The Spirit è un film pessimo, sopra le righe, a tratti assurdo, sconclusionato, pasticciato, infantile, scritto male, diretto peggio, con una recitazione talmente eccessiva da risultare stucchevole e, a tratti, insopportabile.
Però bisogna dargli atto che in fondo insegna qualcosa: per fare i film bisogna essere capaci, non è perché uno è bravo a fare fumetti poi per forza debba essere bravo anche a fare i film; la comicità, l’ironia, la capacità di mettere in scena il grottesco, non sono cose che si imparano a tavolino, ma sono un dono e questo dono non ce l’hanno tutti, anzi, ce l’hanno in pochi e per quanti mezzi uno abbia, non è detto che possa inventarsi questo dono.

Come sempre, se volete suggerire qualche film per le prossima Nota Marrone segnalatelo nei commenti.
Se poi questo vi è piaciuto e volete spammarlo sui vari social network, siete liberissimi di farlo.

 

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La Nota Marrone

 

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

19 pensieri su “L.N.M. presents: The Spirit – Parte II

  1. Mi è piaciuta di più la seconda parte :) ah! … e poi, cioè, dico, veramente, puttana la miseria, di là della tragedia di sprecare soldi, tempo e denaro per un obbrobrio del genere, c’è un discorso parallelo e penso a quanti ragazzi (e meno giovani) che hanno delle buone idee e tanto potenziale e che vengono scartati e non sfondano, poiché anche gli “spazi” occupati da queste produzioni levano aria a tante possibili New Entry… e se non “new” “almost new” …

    …. e comunque, il gattino che si sente poco bene e comincia a fare fumo dal culo :D … mi è piaciuta troppo (non solo quella) …

    .. e penultima cosuccia ci dice questo film, ti fa capire a quale grado di dignità “devono” scendere certi personaggi affermati, che li prenderei a calci in culo da Los Angeles fino a Catanzaro e poi a lavorare in Acciaieria, quella che dico io … vedi come gli passa la voglia di fare i nazistelli di stokazzo.

    L’ultima invece la dedico a MILLER. Cioè se vero è che – “Mens sana in corpore sano”; allora il ragazzo sta messo male, perché dall’immagine che hai postato di lui, beh … quello si chiama invecchiare male e male veramente. Adesso si capiscono molte cose. Il tipo ha fatto TILT e gli occhi non mentono, mai.

    • Sì, il gattino che perde fumo dal culo fa ridere anche me :D

      In effetti Miller ha un approccio abbastanza di estrema destra alle cose, lo si ritrova in quasi tutte le sue produzioni, da 300 a Il Ritorno Del Cavaliere Oscuro fino a Holy Terror dove veramente esagera. Aveva rilasciato anche delle dichiarazioni abbastanza agghiaccianti ai tempi di Occupy che avevano fatto incazzare un po’ di gente.
      Io spero che, davvero, sia solo malato, o lo sia stato, perché il corpo puoi provare a curarlo, ma se la mente ti abbandona è la fine e ciò mi dispiacerebbe un casino :)

  2. Meno male ci sei tu caro MrChreddy il gattino culfumogeno mi mancava, ripeto ma l’avrò davvero visto sto film, di una comicità impressionante pare :-)

    • Mah… mah… mah… ti contraddico eccome, gli avesse messo in bocca robe sensate o, almeno, se la scelta avesse un senso di suo sarebbe un’altra cosa, ma così è inutile…

  3. Chissà, forse dipende anche dal fatto che Samuel Leroy Jackson – bel nome da Presidente – sia arrivato al vero successo quando già aveva 42 anni (come sottolinea Eddie Murphy in «Showtime»), se lui – o il suo agente – non guardano i copioni tanto per il sottile.
    Ma, a mia volta, non nascondo di ammirare il meraviglioso «Spirit» cazzone dell’attore black, che gli aveva già fatto accettare con divertito orgoglio «Snakes on a Plan», due anni prima, e che riguardo al film di Frank Miller gli fece motteggiare con chi lo intervistava: “E quando mi sarebbe ricapitata l’occasione di indossare l’uniforme nazista?”.

    D’altronde quest’ultima cosa avviene in un contesto narrativo di manipolazione eugenetica, forse a riecheggiare il nefasto “Progetto Lebensborn” di Heinrich Himmler e, per quanto riguarda il cinema, «The Boys from Brazil» del dottor Mengele – Gregory Peck.
    (Incidentalmente, a me suona un po’ macabro che una storica trasmissione RAI, proprio la “Rubrica di vita e di cultura ebraica”, sia stata denominata con la traduzione italiana di Lebensborn, ovvero «Sorgente di vita»).

    Poi, certo, Samuel L. non avrà messo in conto che potesse addirittura “salire il nazismo”, e l’orchite, a noi spettatori…
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    Comunque sia, una delle sue uscite che preferisco è nel capolavoro action «Die Hard with a Vengeance». Quando – verso la fine, in territorio canadese – Willis spara dall’elicottero contro Irons, che è in intimità con la sua donna (nonché degna complice in crimini e misfatti), la «ragazza, interrotta» risponde al fuoco in maniera così furiosa che Jackson si mette a sghignazzare: “Ehi, McClane, quella ce l’ha con te!”. :XD

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    Vidi «The Spirit» al multiplex UCI, gli ultimi giorni del 2008: l’avevano distribuito proprio il 25 dicembre, sia da noi che negli States, come un superpacco natalizio. Sì, francamente ne rimasi deluso anch’io, inutile negarlo: un’occasione sprecata (sono incline agli eufemismi, qualcuno ci avrà fatto caso).
    Ed il principale motivo che poi mi avrebbe indotto comunque ad acquistare il dvd, oltre alla congenita libido collezionistica, ha un nome dalla tipica desinenza svedese («The Spirit» O.K., but the flesh is weak).

    Di suggestivo, oltre a Scarlett «The Horse Whisperer» Johansson (ed alla memorabile fotocopia di Eva Mendes), c’era quell’eccentrica atmosfera senza tempo: un’estetica generale da hard-boiled-school anni ’40, vedi il colore che sembra un bianco e nero, però “contaminata” da aggiornamenti all’èra dei computer e degli smartphone (senza negarsi un po’ di product placement, che male non fa).
    La modernizzazione investe anche la sostanza del racconto, peraltro, dato che il villain del grande Sam si bulla così: “Ho craccato il codice genetico”.

    Mio cugino, che vide il film poco dopo, trovò divertente – e io ne convenni – quella gigionesca sparata jacksoniana contro le uova (a proposito di hard-boiled) prodotte negli allevamenti industriali, per via dell’improbabile guscio color MARRONE: “…mi fanno incazzare!”.
    Questo, per libera associazione di idee, richiama alla mente che con il titolo «La mia città» c’è anche un altro hit canoro, presentato dall’italiana Emma MARRONE all’Eurovision Wet T-… Song Contest (sottotitolo recondito “Volevo essere Shirley Manson dei Garbage”; beninteso, a me le due singer piacciono molto entrambe).

    https://www.youtube.com/watch?v=8W5ZlalAMV8

    Non che ce ne fosse bisogno, ma era per il gusto di aggiungere due bizzarre pennellate alla tinta dominante, nell’opaco cinecomic e nella molto più brillante nerdcensione (con la grandiosa punchline su Silken Floss e il dito di Octopus recuperato). Per quanto le cose possano apparire casuali, c’è sempre un piano.
    E per quanto un finale possa sembrare aperto (tipo quello del «Flash Gordon» 1980, con la scritta “The End?”), è la dura legge del box-office che provvede a chiuderlo ermeticamente.

    P.S. – Ho molto apprezzato la sensibilità della parentesi accorata, nei riguardi dell’eccelso comic-maker che volle farsi regista, prima di procedere con il secondo atto della Nota dissacrante; e naturalmente desidero associarmi al buonaugurio, mandando – come se fossi Rodriguez, o Tex Willer – il mio caloroso “Suerte!” a Mr. Frank Miller.

    • ERRATA CÒRRIGE: al primo capoverso, ovviamente, il titolo esatto era «Snakes on a Plane».

      Chissà, leggi e rileggi, mi sarò dimenticato la “e” finale per l’influsso di «Flightplan» con Jodie Foster…
      Chiedo scusa a tutti.

    • Caro Marco, Samuel L. Jackson sarà arrivato anche tardi al successo, ma i film proprio non li sa scegliere, o meglio, si butta in qualsiasi merda gli propongano. Sembra un po’ M.J. Fox che faceva film a nastro perché aveva paura di rimanere senza lavoro e senza soldi, salvo poi affogarsi di alcool e birra, finché il Parkinson non l’ha fermato.

      Non auguro niente del genere a nessuno, sia chiaro, ma un po’ l’immagine te la rovini e se uno pensa “Ah, il nuovo film con Jackson, ci vado perché deve essere una minkiata senza pari!”, non gli si può nemmeno dare torto.

      Riguardo allo stile, hai ragione, ma anacronismi a parte, è già stato fatto, con risultati migliori, in Sin City e come film una tantum va bene, come “nuovo filone” mi sa che è una stronzata. Vedremo SC 2 per decidere se lo stile ha già stroppiato :)

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