Apes Revolution – Il Pianeta Delle Scimmie non è per niente rivoluzionario

Apes Revolution - Il Pianeta Delle Scimmie

Dopo aver letto lodi sperticate per tutto il web su questo nuovo Apes Revolution – Il Pianeta Delle Scimmie non vedevo l’ora di gustarmelo al cinema.

Soprattutto perché L’Alba Del Pianeta Della Scimmie mi era piaciuto abbastanza, per un paio di chicche al suo interno, e perché si elevava dalla massa di reboot, di remake e di sequel che ci propinano di continuo.

Una piccola curiosità, il primo film del 2011 in originale si chiamava Rise Of The Planet Of The Apes, traducibile come L’Origine Del Pianeta Delle Scimmie, ma l’hanno tradotto come “L’Alba”.
Questo in originale si chiama Down Of The Planet Of The Apes, ossia proprio L’Alba Del Pianeta Delle Scimmie, titolo italiano che si sono bruciati con il primo film, quindi hanno pensato bene di adattarlo con un titolo inglese: Apes Revolution, traducibile come La Rivoluzione Delle Scimmie.

Io ora sto pregando fortissimo la Fox che faccia un sequel, che è già sicuro visti gli incassi, e lo intitolino proprio: Apes Revolution, così da mandare a male ci decide i titoli in italiano e vedere cosa si inventa.

Bene, dopo questa piccola nota di colore, passiamo al film vero e proprio.

Titolo film Pianeta delle Scimmie

Oppure, su suggerimento del Revenger Michael V., possono intitolarlo così…

La serie di film de Il Pianeta Delle Scimmie è stata la prima vera e propria saga cinematografica. Ossia una serie di cinque film consequenziali, che hanno una loro continuità e che insieme formano una lunghissima storia più o meno coesa.
Io credo che qualsiasi produttore di Hollywood, oggi, darebbe via il braccio destro e un figlio per riuscire ad imbroccare una cosa del genere e con lo stesso successo, visto che a distanza di 46 anni dal primo continuano a uscire film che rimpolpano ed espandono la saga originale. Ecco, forse darebbe via anche due figli.

Tra l’altro, il film originale del ’68, aveva anche uno dei finali migliori della storia del cinema, nonché uno dei più iconici, e, in una manciata di minuti, raccontava più cose di quanto molti altri film riescano a fare in due ore. Charlton Heaston che trova la statua della libertà distrutta e cade in ginocchio sulla spiaggia, descrive in modo mirabolante ed estremamente efficace la natura autodistruttiva dell’uomo, che arriverà ad annientarsi da solo permettendo lo sviluppo di altre specie animali. Come a dire che l’uomo è l’animale più intelligente solo perché si è sviluppato più in fretta degli altri e poi ha impedito il progresso delle altre specie.
Poi ovviamente c’era anche tutto il metaforone sul razzismo e sulla concezione di razza superiore e inferiore.

I vari sequel non sono mai riusciti ad avere altrettanta efficacia e ad impattare così sull’immaginazione collettiva come l’originale Il Pianeta Delle Scimmie, ma rimangono comunque dei gran film.

Il vero scivolone arriva nel 2001 quando chiedono a Tim Burton di fare un remake e lui ce la mette per dimostrare di non capire un cazzo di fantascienza e di non aver capito un cazzo nemmeno del primo film.

Ma nel 2011 con L’Alba Del Pianeta Delle Scimmie la saga riprende cancellando i sequel. Caesar non è più figlio delle due scimmie tornate indietro nel tempo, ma è uno scimpanzé a cui James Franco inocula un farmaco sperimentale per l’Alzheimer rendendolo una scimmia più evoluta, che comincia una ribellione dei suoi pari al trattamento che riservano loro gli umani. Quindi ritorna il tema dell’autodistruzione umana, è l’uomo che genera una forza della natura capace di distruggerlo, e si rovina con le proprie mani.
In più c’erano anche delle chicche che lo riallacciavano al primo Il Pianeta Delle Scimmie: lo shuttle che parte durante il film e che sparisce nello spazio, è quello di Charlton Heston che attraversa il tempo e lo spazio per atterrare nel mondo del futuro dominato dalle scimmie.

Apes Revolution - Il Pianeta Delle Scimmie - Scimmie a cavallo

Andiam, andiam, andiamo a prendere le banane

Questo Apes Revolution – Il Pianeta Delle Scimmie parte da lì: le scimmie si sono ribellate e sono andate a vivere nella foresta sviluppandosi e per far prima l’uomo si è annientato da solo con un virus letale lasciando capannelli di sopravvissuti su una terra ormai distrutta.

Il film, francamente, non è quel capolavoro che tutti dicono e non è nemmeno rivoluzionario al livello del primo Matrix, come ha detto qualche critico poi ripreso dal battage pubblicitario. Anzi, se si va ad analizzare, anche grossolanamente, il film non si distacca molto dai canoni dei film post apocalittici in cui due fazioni si trovano a fronteggiarsi sulla sottile linea di confine tra guerra e pace.

C’è la fazione dei buoni, le Scimmie, che ha uno stronzo guerrafondaio al suo interno, e la fazione degli egoisti, gli umani, che ha la classica testa di cazzo al suo interno.

Però, pur non inventando niente di nuovo, Apes Revolution – Il Pianeta Delle Scimmie almeno ha qualcosa da dire, forse anche banale, e non è il classico sequel fatto per guadagnare soldoni senza dare niente in cambio.
Matt Reeves, il regista, è un tipo furbetto che infarcisce il film con un sacco di scene tenerelle e tanto buonine, come quella con lo scimpanzé appena nato, però dimostra intelligenza quando tenta di mettere un po’ di senso in tutta la sarabanda di effetti speciali, scimmie in CGI, combattimenti ed esplosioni.

Apes Revolution - Il Pianeta Delle Scimmie - Scimmia con i mitra

It’s evolution, baby!

Abituati come siamo a film pieni di effetti speciali e vuoti di contenuti, vedere un film che tenti di dimostrare quanto l’uomo sia stupido, egoista, incapace di adattarsi e di cambiare vita e, soprattutto, incapace di imparare dai propri errori, arrivando a distruggere tutto quello che ha solo per non far contento l’altro, beh, non mi sembra affatto poco.
Certo non è nemmeno tantissimo, però ci potevamo anche trovare di fronte un film pieno di scimmie in CGI e basta, visto che il pubblico viene trattato come una massa di bovini che non capiscono niente.

Quello che un po’ manca al film, soprattutto nella prima parte, è un po’ di ritmo, ma quando poi comincia non si ferma più, fino al finale.

Apes Revolution - Il Pianeta Delle Scimmie - Andy Serkis

Gli hanno solo tolto il caschetto

Menzione d’onore per i tecnici degli effetti speciali che sono riusciti a creare delle scimmie fotorealistiche, quasi sempre, e per Andy Serkis che, come al solito, fa tutto il lavoro sporco senza avere la possibilità di far vedere la sua faccia e anche Toby Kebbell, che interpreta Koba il braccio destro di Caesar, non sfigura affatto.
Tutto il comparto che si è impegnato per portare le scimmie sullo schermo, benché abilmente asessuate come il Big Jim, è il maggiore fautore del successo del film, perché se non fossero credibili quelle, o sembrassero finte, crollerebbe tutto come un castello di carte.

Apes Revolution - Il Pianeta Delle Scimmie - Gary Oldman

Potevo essere sfruttato meglio, potevo essere sfruttato di più, però finalmente l’iPad ora funziona!

Spiace un po’ per Gary Oldman che è sacrificato in un ruolo quasi marginale e la sua scena madre ce l’ha quando gli riparte l’iPad e può ricominciare a giocare ad Angry Birds.

Apes Revolution – Il Pianeta Delle Scimmie benché non sia un capolavoro, è un film riuscito, godibile e sopra la media dei sequel fatti un tanto al chilo che puntano solo sulla quantità di effetti speciali e nient’altro.

Apes Revolution - Il Pianeta Delle Scimmie - Uomini e scimmie

Ma te non sei quello che ha vinto Il Grande Fratello 8?

Certo, solleva alcune domande che stanno mettendo in ginocchio la scienza moderna e che rimangono ancora senza risposta: perché, nonostante trasmissioni come Il Grande Fratello et similia, continuiamo a considerare le scimmie esseri inferiori? Perché al cinema possono entrare i Figli Speciali di Gesù e non le scimmie? Siamo noi che discendiamo dalle scimmie, o è il contrario? Siamo uomini o scimmie? Andy Serkis farà mai un film con la sua faccia vera? Ma Andy Serkis è fatto al computer pure lui? E soprattutto, può l’uomo convivere in modo pacifico con delle scimmie più intelligenti di lui?

 

 

Tutti i film di cui ho parlato:

Nerdcensioni

 

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

30 pensieri su “Apes Revolution – Il Pianeta Delle Scimmie non è per niente rivoluzionario

  1. Che Dio maledica chi sceglie i titoli italiani; io li maledico di mio. Non scherzo; e in maniera fottutamente pesante volgo all’inferno le mie speranze; che se gli arrivano solo la metà di quelle che gli mando, qualcuno avrà di che augurarsi e preferire le piaghe d’Egitto al posto dei miei anatemi.

    Fatta questa simpaticissima premessa, mi riservo di commentare l’articolo che mi è piaciuto assai :) … appena vedrò questo film.

  2. Ma che vuoi mai, se ascolti la propaganda, tutto è un capolavoro.

    Basta fare l’equazioncina:
    [(Pr)+(CP)]/[MT+CS]=RVF

    con Pr= fattore di propaganda,
    CP= coefficente Critici Pagati,
    MT= fattore Merda Totale (costante)
    CS= Critica Spietata (io)
    RVF= Reale Valore del Film

  3. Ti devo dire che concordo in generale sull’opinione che hai su Rise of the planet apes. Da questo secondo mi aspetto un buon intermezzo perchè secondo me non si sono voluti sbilanciare rispetto al terzo capitolo che uscirà, ma le mie sono solo congetture. Ne riparleremo appena lo vedrò! :D

      • Kmq parli così del povero Andy Serkin perchè non hai mai visto La trincea del male oppure Ladri di cadaveri :P
        prrrrrrrrrrrr

        • Ma lo so che Serkis è apparso in una marea di film con la sua vera faccia, ma sono sempre ruoli di contorno o piccole produzioni. Nei filmoni che incassano un sacco di soldi e lui è un semi-protagonista, è sempre mascherato in CGI. E’ il Lon Chaney degli anni 2000… beccati questa Sister, vediamo se rimani impassibile di fronte a cotanto paragone! U_U

          • Tu pensi che io non conosca Lon Chaney???????? :P Ma mi prendi in giro… parli con una che ha seri problemi in fatto di horror movie, non puoi citare Lon Chaney e pensare che questa cosa non mi costringa a vedere il Fantasma dell’opera! :D

            Tiè per punizione ve lo vedere pure voi:

  4. … e dopo millemila anni anche Treddy è riuscito a tornare al cinema; in un momento di grande ricchezza economica ha recuperato cinque euro e cinquanta centesimi, che sono sufficienti per la promozione del mercoledì .. (altrimenti nun gliela avrebbe fatta) … ed è andato a vedersi le scimmie …

    … e dico subito che la prima sorpresa è stata che: – io sono giusto un pelo (termine all’uopo) meno peloso di Cesar, quindi mi sentivo a casa, tra amici.

    Per quel che mi riguarda posso fondamentalmente concordare con quanto scrive Chreddy e siccome è troppo presto per spoilerare, mi limito a rimanere sul generale e sui princìpi della cosiddetta cinematografia.

    Però ugualmente, a chi volesse realmente rimanere vergine prima di gustarsi la pellicola, consiglio di non andare avanti nella lettura, perché comunque è inevitabile rimanere influenzati in certi appunti e sottolineature. Io ho avvisato :D

    Precisando che il film non mi è dispiaciuto affatto, dico la mia.

    Appunto, intanto ripetiamolo, non c’è nessuna rivoluzione. Sia chiaro. In nessun senso.

    Prima le cose che non mi sono piaciute, soggettive e oggettive (sì lo so che tutto è relativo, ma un distinguo lo si può tentare) … e poi quelle che mi sono piaciute, soggettive e oggettive.

    NEGATIVE SOGGETTIVE:

    – la colonna sonora. Sbagliata all’inizio. Soprattutto nella prima parte. Il film aveva un piglio crudo e asciutto nella fase introduttiva, e il silenzio avrebbe premiato il processo d’identificazione con l’atmosfera “selvaggia/primitiva” (ovviamente tra virgolette) ottimamente calibrata, nonché sorretta da una fotografia quasi ineccepibile e da scenografie a misura che non hanno mai toccato il ridicolo e il pacchiano. Un rischio non facile da evitare per queste produzioni (va ricordato). Invece la sottolineatura musicale di archi e compagnia bella, e l’enfasi che hanno voluto mettere nella partitura per colorire [stupidamente] i momenti, hanno rovinato il gioiello che poteva essere, che brilla ugualmente ma è come bigiotteria. Musiche pacchiane, e infantilmente evocative; per nulla all’altezza della ricercatezza delle immagini e delle situazioni. Potevano limitarsi a suoni più o meno tribali o “cardiaci” se proprio non resistevano… e invece … la solita mmmeeerda. Imboccare il pubblico appena possibile.

    NEGATIVE OGGETTIVE:

    1) La sceneggiatura pecca di stupidità nella plausibilità e proprio in ragione di aver tenuto coerentemente le tensioni dei personaggi e delle vicende in equilibrio soltanto lì dove era più facile farlo; infatti nel momento che hanno dovuto trovare l’inghippo che facesse arrivare il problema da risolversi, ecco che l’escamotage del “PDG” (Pirla Del Gruppo) è stato usato in tutta la sua forzatura e idiozia. Il personaggio che doveva fare il danno, risulta finto, disallineato, ridicolo e talmente infantile nella caratterizzazione che poteva andare bene in Biancaneve e i sette nani. Questo la dice lunga di quanto la produzione spinga a inserire i meccanismi psicologici stereotipati, piuttosto di rischiare di trovare il ruolo di un coglione vero, che avrebbe fatto salire la cifra filosofica di tutto il film non di poco. Potrebbe sembrare una cosa da poco, ma in realtà quello che ha mandato a puttane questo film, cioè il suo potenziale, è proprio un personaggio PIRLA e infantile, in un film intelligente e fondamentalmente maturo.

    2) sempre la sceneggiatura non ha saputo tenere il tempo; è stonata. Il crescendo è convulso, i tempi dilatati (che io amo) sono sbilanciati a seconda della situazione, distribuiti malamente. Peccato.

    POSITIVE SOGGETTIVE:

    La scelta di indugiare sull’emotività delle scimmie e della loro realtà, è coraggiosa e l’ho apprezzata. Sono riusciti a focalizzare senza rendere delle macchiette non pochi personaggi della fazione animale. L’emotività e i sentimenti sono stati gestiti con misura e originalità, e questo (e non solo questo) ha salvato il film dall’insufficienza.

    POSITIVE OGGETTIVE

    1) La regia. Riconosco al direttore la capacità di creare drammaticità e senso di ineluttabilità, con buona maestria. Ok, qualche enfasi di troppo nei momenti topici, ma quella è sempre la produzione che la pretende. Fermo rimane che così come nelle sequenze di azione, così in quelle drammatiche (come l’avvicinamento del protagonista la prima volta da solo nel “villaggio” delle scimmie) la cinepresa ha svolto un lavoro egregio e risultare invisibile (qualità rarissima) e anche ne saper gestire con intelligenza “soggettiva – terza persona – piani lunghi” con gran classe, mettendo queste tecniche al servizio dell’emotività delle sequenze e non in esercizi di stile o tesi a sottolineare (appunto come stupidamente fa la colonna sonora).

    2) La caratterizzazione dei personaggi per quanto povera (vedasi quella di Gary Oldman) è comunque vivificata con cura e fusa benissimo in sinergia con i luoghi e le situazioni. C’è originalità nel trattare i personaggi che anche nei comprimari (tranne il pirla di cui sopra) ognuno credeva in quello che stava facendo. Questo può essere merito solo del regista e della sua capacità a tenere gli attori sul filo del rasoio, senza fargli perdere la continuità emotiva.

    3) ottima fotografia e più di qualche scelta coraggiosa nel posizionare la camera. Una chicca la sequenza della camera fissa sul blindato mentre, in un discreto piano sequenza, provvede a dare un taglio “documentaristico” alla battaglia, senza farlo sembrare un reportage del cazzo. Veramente buono il montaggio che soprattutto nelle scene d’azione, non cerca di imbonire lo spettatore con giochi di “campi e controcampi” fasulli per imprimere più energia alle scene.

    4) Gli effetti speciali. Non ho intenzione di criticare la bontà in sé. Non serve ed è pure già stato detto tutto, bensì sottolineo che per la maggiore sono stati messi al servizio della storia. Sembrerebbe una cazzata, ma film di questo tipo stanno un attimo a diventare un fenomeno da circo in questo senso.

    5) Discreta la storia intessuta per dare la possibilità di essere il “film di mezzo” che doveva essere. Intelligente e ben studiata il come e il perché per la morte di vari personaggi, così come il farne rimanere in vita altri.

    Poteva essere molto di più, soprattutto più cattivo. Ne avrebbe giovato molto, anche a livello di pubblico.

    • Che analisi approfonditissima, e concordo con tutto. Soprattutto con le “musiche” iniziali che anche a me hanno dato un po’ fastidio e anche io concordo con il fatto che se fosse stato senza accompagnamento, avrebbe avuto un impatto decisamente maggiore.

      Sì, avrebbe dovuto essere molto più cattivo, concordo, ma purtroppo il sentimento lo devono mettere sempre e ovunque.

  5. Gran bella recensione! A me il film è piaciuto parecchio, ho amato in particolare le scene in cui Koba fa la scimmia ammaestrata per ingannare i due idioti che provano le armi. Lo guardavo con autentico orrore per come riusciva a manipolarli sfruttando la sua intelligenza. La scena in cui riesce a rubare il fucile ad uno dei due per poi ucciderlo mi è rimasta impressa e ha avuto un impatto molto forte su di me, un cattivo che non dimenticherò.
    Le tue vignette mi hanno fatto ridere :)

  6. Esattamente Antonio, è proprio questo il punto. La scena di cui parli è quella che avrebbe dovuto segnare il passo per tutto il fil, quella era la frequenza e il tono che il film doveva seguire in maniera integerrima. Allora sarebbe stato un piccolo capolavoro…

    .. invece grazie all’esistenza dei bimbominkya a cui deve essere garantito l’accesso in Sala, il film al 50% è quello che deve essere, il resto è un gioco commerciale zeppo di espedienti psicologici che abbassano la cifra artistica e autoriale del film..

    … quella del pianeta delle scimmie è una storia di fantascienza tra le migliori nella storia del cinema. Questo non tutti lo sanno, anche per la giovane età, ci mancherebbe. Ma tant’è.

    • Sì, vabbè, Treddy, la “cifra artistica e autoriale” dei film non la devi cercare in blockbuster da cento milioni di dollari, ma in altre produzioni. Se vai a vedere questo film con la convinzione di vedere un film d’autore che spacca le regole ed è cattivo, ci rimani deluso sempre.
      Non so nemmeno se vale la pena prendersela, oppure accettare il fatto che sia così.

  7. Sì e NO .. Ok, e lasciamo pure fuori l’autoriale che è un parolone, e possiamo anche essere più precisi, va bene lo stesso. Questo blockbuster è costato 170 milioni di dollari, ma segui il ragionamento …

    … perché è possibilissimo aspettarsi qualcosa anche per film come questi. Tu prendi il Walter Mitty “di” Ben Stiller, bene: – è costato 90 milioni di dollari e comunque non è un film di Paul Thomas Anderson o di Cronemberg o di Coppola o di Wes Andreson … e via discorrendo…

    .. ma è una commedia blockbuster che ha mirato all’intrattenimento. Il film ha funzionato e non ha ceduto a nessun compromesso. Se lo analizzi dalla prospettiva di quello che vuole essere il pubblico e il mercato, Walter Mitty ha osato per molteplici aspetti per di non compromettere l’originalità della pellicola … e il film è un gioiello in questo senso… un opera d’autore nel senso che non si è venduta al pubblico dei bimbominkia (così come sarebbe accaduto se lo avessero prodotto come intendevano con Jim Carrei e il regista di Mask, a girarlo, ma anche di spielberg, che ne avrebbe fatto un polpettone retorico mangia soldi al botteghino) …

    … per il discorso che per il pianeta delle scimmie hanno rischiato 170 milioni e non 90 milioni (che sono comunque tantissimi), bisogna ricordarsi che con le debite proporzioni il rischio è non è maggiore spendendone 170 …

    … poiché il Pianeta delle scimmie poteva contare su di un VOLANO che parla di un PLOT di fantascienza collaudato, che ha una sua iconicità potente e già impressa nella coscienza del pubblico internazionale; avevano anche la certezza di cavalcare l’onda della meraviglia degli effetti speciali e l’aggancio emotivo con il capitolo precedente.

    La verità è tristemente semplice: – per la maggiore c’è una volontà a omologare i processi qualitativi delle produzioni filmiche, e potevano tranquillamente permettersi di tenere una linea “cattiva” per questa opera di fantascienza. Anzi, si sarebbero guadagnati al peggio gli stessi risultati al botteghino, e solo con la differenza di avere spettatori di un altro target. Per di più nel tempo sarebbe diventato un CULT per più appassionati con altri ritorni per l’home-video..

    … in sostanza hanno rischiato molto ma molto di più con i 90 milioni di Mitty e questo, a mio avviso, a dire, che i filoni che vanno per la maggiore sono controllati dalle produzioni affinché non si alzi il livello di qualità artistica, altrimenti le altre produzioni dovrebbero allinearsi con difficoltà.

    Mitty invece è la classica eccezione perché ci hanno creduto i produttori. Gli altri non ci credono – non più per il solito discorso che hanno paura di perdere troppi spettatori, ma che per la maggiore l’omologazione deve essere la parola d’ordine. Stanno costruendo la sensibilità per le generazioni a venire, è un progetto a tavolino. Né più né meno nella propaganda dei film americana programmata sin dagli anni ’50 (tuttora viva e vegeta).

    • Secondo me la chiave di tutto il discorso è in una frase che hai scritto: “e solo con la differenza di avere spettatori di un altro target.”

      Ecco, ormai le produzioni non hanno più un target, o meglio, il loro target è “Tutti”. Tutti devono vedere il film, tutti lo devono capire, tutti devono essere contenti quando escono dal cinema e devono voler andare a vedere il seguito.

      Non puntano a un DDD che vuole le scimmie cattive, puntano a tutti i non-DDD che vogliono le scimmie buone che fanno le scelte giuste e che sono amiche degli umani come loro. Ci può essere una sola scimmia cattiva da odiare, ma le altre no. Lo stesso per gli umani, devono essere vittime con una testa di cazzo deprecabile che scatena il problema, una testa di cazzo che può essere isolata e guardata storta, tutti gli altri devono essere buoni.

      Ecco perché arrivano fino a un certo punto, poi si fermano e non portano avanti il discorso migliore, ma quello che fa più comodo :)

  8. Non hai neanche idea (non detto in tono denigratorio, anzi) di quale grado di terribilità si nasconde sotto la cenere del tuo discorso. Lo si pagherà a carissimo prezzo il FIO per questi giochetti e nel villaggio globale in via di chiusura. Quello che sta accadendo intorno a noi è gravissimo, la morte, i genocidi, le guerre, l’odio, la fame .. sono guidati in una chiusura di un cerchio, dove il “resto del mondo” che rimarrà fuori, sarà il muovo “terzo” … e in Italia, attenzione, c’è rimasto poco da ridere; sullo scacchiere internazionale noi siamo sul filo del rasoio per decidere dove farci cadere, se di là o di qua della circonferenza. So benissimo che verrà preso come un discorso sconsiderato, non attinente al discorso, pazzoide per diversi spunti, e pessimistico ad andare bene ;) …
    … ma i giochi a livelli mediatici, nei grandi MEDIA, sono intessuti e trascendono uno nell’altro. Tranne eccezioni (come si diceva) si sta costruendo una precisa de-sensibilizzazione. Noi non la vogliamo capire e io lo tratto anche in altri Siti e anche se verrò preso per sconsiderato, noi siamo indotti a credere che la storia sia negativa secondo i dettami già decisi come deleteri …

    ..e crediamo che la propaganda possa esser come quella che c’era sotto Stalin e dopo di lui. Nulla di più falso. Così come il futurismo è servito a collaudare molto dell’intellighenzia fascista e quindi, a discendere verso un popolo “de-sensibilizzato” in un’altra maniera …

    … ora non ci stiamo accorgendo del lavoro di fino, fatto sulle menti dei giovani di oggi, dove “io” e “Te” non siamo nemmeno più calcolati; siamo già il passato. Occhio Chreddy (dico a te in senso impersonale), perché il cinema e non solo il cinema, così in concomitanza con Social Network, ci stanno bollendo a puntino.

    Bada che io dò ragione al discorso che hai fatto. Ma tieni le antenne alzate, perché ci sono livelli ben più organizzati dietro questi giochetti.

  9. Vabbè volevo solo dire che, pur con tutti i suoi limiti di storia, mi è piaciuto un sacco. Più del primo.

    E poi guardando questo film chi non vorrebbe un pianeta dominato dalle scimmie? Gli umani sono veramente irritanti.

  10. Per me è il merito più grande di questo secondo capitolo. Aver reso poco rilevanti gli umani ed avere spostato l’attenzione sulle scimmie. I protagonisti di questo film sono Cesare e Koba due scimmie, gli umani fanno da contorno alla storia e sono solo un escamotage narrativo.
    Praticamente ribalta l’idea umanocentrica di qualsiasi film (anche di fantascienza) che abbia mai visto.

    Ma i vecchi film della saga erano così? Io ricordo solo il primo (o forse ho visto solo quello) e lì il protagonista era Charlton Heston.

    • Più o meno, nel senso che a parte il primo, poi nei sequel ci sono le due scimmie protagoniste del primo film che tornano indietro nel tempo, con un altro viaggio spaziale, e si trovano ad aver a che fare con gli umani e danno alla luce Cesare, colui che poi, film dopo film (in tutto sono 5) porta la situazione a come è nel primo.

      Addirittura nel 5° film, mi pare, si parla di appatheid e ghettizzazione degli umani da parte delle scimmie. Però non me li ricordo benissimo tutti, li ho visti troppi anni fa e mi ricordo la storia generale, sto aspettando il cofanetto per rivedermeli :)

    • Grande Giove! No, mi sono spiegato male. Le due scimmie fanno lo stesso viaggio di Heaston, ma al contrario, atterrando sulla terra ai giorni nostri, che poi erano gli anni ’70, mi pare :)

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