Exodus – Dei e Re con gli occhi azzurri

Exodus - Dei E Re

Non c’è cosa più divina che andare al cinema la domenica mattina. Se poi si va a vedere un Peplum biblico di quasi due ore mezzo, è la quadratura del cerchio.

La domenica mattina il cinema costa meno e le Bestie da cinema ancora dormono beate nei loro letti, quindi può capitare di trovarsi in sala da soli, senza nessuno che rompe le balle, fa casino, sgranocchia e, alla fine, il film te lo godi meglio.

Per vedere Exodus – Dei E Re è una condizione quasi necessaria questa solitudine, senza distrazioni, prestando attenzione ai particolari e cerando di capire i limiti del film.

Nel post non ci sono spoiler. O meglio, dico qualcosina, ma credo che tutti, in un modo o nell’altro, conoscano la storia di Mosè, degli schiavi ebrei e di tutto il resto.

Negli ultimi anni, forse perché veniamo da più di cent’anni di cinema in cui abbiamo visto di tutto di più, sta prendendo piede lo stile realistico per qualsiasi cosa. Cioè, si cerca di dare un piglio credibile a qualsiasi cosa. Dai supereroi a cose prettamente fantasy come quelle narrate nella Bibbia.

Quest’approccio, recentemente, l’aveva già preso Darren Aronofsky con Noah, mischiando sacro e profano, in un film che sarebbe dovuto risultare “storicamente credibile” sul diluvio universale.

Ora si è aggiunto Ridley Scott con Exodus – Dei E Re, narrando nuovamente di come Mosè ha salvato gli ebrei dalla schiavitù d’Egitto, ma cercando un approccio più realistico e cercando di insinuare il dubbio sul suo rapporto con Dio.

Exodus - Dei E Re - Joel Edgerton

Scivolato…

Exodus – Dei E Re è bene dirlo, è un bel film con tutte le cose al suo posto, fatto con perizia, una bella fotografia, una bella regia, bravi attori, belle scene d’azione, un 3D convincente, anche se inutile, e tutto il resto.

Dove cade, però, è proprio nell’approccio logico e credibile a una storia che di logico e credibile ha poco. Nel senso che, ai passi e ai racconti della Bibbia, non bisogna credere, ma avere fede. È una condizione sine qua non per accettare tutto ciò che succede e che leggiamo.

Exodus - Dei E Re - Christian Bale

Presa!

Se si bypassa la fede, o meglio, se la si esclude completamente, quello che rimane sono manifestazioni “mistiche” che non sono affatto realistiche. Non dico che, per esempio, le Dieci Piaghe d’Egitto non ci siano mai state, ma probabilmente non sono state una sequenza di eventi uno dietro l’altro, senza soluzione di continuità, quanto dieci calamità diluite nel tempo dovute a fattori che, nel 1300 A.C., erano insondabili, visto che la scienza era in uno stato embrionale e si fondeva con superstizione e magia, rendendo le loro manifestazioni più simili a punizioni divine che a un gioco di causa/effetto.

Ridley Scott prova proprio questa strada, mettendo in scena la sequenza delle Piaghe in modo scientifico, facendole sembrare una la conseguenza dell’altra e, fino a un certo punto, è quasi plausibile, quando però si arriva ad alcune piaghe, tipo la pioggia di giacchi e di fuoco, le tenebre e la morte dei primogeniti, l’approccio scientifico comincia a barcollare. Anche perché, nonostante la sequenza sia abbastanza comprensibile, lo spiegone dello scienziato successiva fa cadere un po’ le balle.

Exodus - Dei E Re - Aaron Paul

Ma… sta a parlà da solo?!

Così come fa cadere le balle il ruolo di Aaron Paul deputato esclusivamente a spiare Mosè che parla con Dio per insinuare, in noi pubblico bovino che ha bisogno di spiegazioni a oltranza, il dubbio sulla sanità mentale di Mosè.

Il fatto è che tutto questo fa a pugni forti con il soggetto stesso del film. Non si può fare un film biblico mettendo da parte il lato “magico” della cosa e puntando sulla veridicità degli eventi perché si ottiene l’effetto esattamente opposto a quello prefissato.

Forse sarebbe stato meglio approcciare Exodus – Dei E Re con un piglio più storico che religioso e non mischiare le due cose. Il risultato è straniante e a volte ci si chiede cosa voglia effettivamente dire Scott o dove voglia andare a parare.

Però, se uno riesce a digerire queste cose, o meglio, prenderle per come sono e riesce a farsi andare bene l’alta concentrazione di egiziani con gli occhi azzurri presente nel film, Exodus – Dei E Re non è affatto un brutto film, anzi, al di là della lunghezza e del tempo che si prende per mettere in scena tutto, è un film altamente godibile e con parti molto emozionanti.

Certo, sarà difficile che lo veda una seconda volta.

 

 

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Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

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Informazioni su MrChreddy

Nato da da padre Vic 20 e madre Amiga 500, è cresciuto negli anni '80 allevato da videogiochi, fumetti e film. La sua mente vaga ancora in quell'universo parallelo, mentre il suo corpo si muove in questo rimpiangendo di aver perso tutti i suoi giocattoli di quando era piccolo. Li avesse ancora, ora sarebbe milionario. Precisino della minkia fino al midollo, non è mai soddisfatto di quello che vede, legge, gioca e trova sempre qualcosa che non va o che si sarebbe potuto fare meglio in tutto quello che gli capita tra le mani. Ha la lingua più veloce del cervello, prima parla poi pensa a quello che dice. Anche ore o giorni dopo. Per fortuna le sue idee e paranoie trovano sfogo su questo blog e non sulle macchine di quelli che hanno rovinato i suoi miti d'infanzia. Spielberg e Lucas tirano un grosso sospiro di sollievo e ringraziano per la nascita di Nerds' Revenge, che non hanno voglia di cambiare macchina ogni settimana.

8 pensieri su “Exodus – Dei e Re con gli occhi azzurri

  1. A me è bastata vedere la stronzata dei trucchi e della fotografia perfetta, tutti belli belli truccati, che, come hanno già fatto notare persino i critici più ottusi, sembra di stare nei salotti di Versace.

    Poi non lo so, sarà Chreddy a confermare o a smentire. Dal trailer … tutto appare simbolicamente infantile, per come vestire i cattivi e come rappresentare i buoni, enfasi schifosamente affettata. Ormai BALE ufficialmente è entrato nella mia black list degli attori che non valgono un cazzzzzo. Un’eterna fotocopia [patetica] di sé stesso; come Morgan Freeman che ovunque lo metti è Morgan Freeman, come Kingsley, che ovunque lo metti è Kingsley; stesse plasticità … stesse stereotipate espressioni e drammaticità fatta col senno di poi, come se i personaggi sapessero già che quella storia sarebbe diventata così famosa, e anche Bale è Batman ovunque vada. Non se ne può più. Attori in un film bibblico che hanno la morale e i vezzi dell’uomo degli anni duemila.

    Posso capire che devi mettere dei nomi altisonanti, altrimenti la gente al cinema non ci và. Ma una volta c’era Holden, Heston, Lancaster, Mcqueen, Bronson, Newman, Dean, Gable, Curtis, Lemmon, Brandon, Lewis, Bogart e nonostante facessero film di propaganda o commedie o commerciali, riuscivano a fare trapelare lo spessore necessario e non erano così auto-compiaciuti, così viziati, così perfettamente finti. Persino John Wayne riusciva a dare personalità ai caratteri stereotipati.

    Levati gli effetti speciali, non vedo motivo per sorbirsi tanta bigiotteria, certo di serie “A” ma sempre bigiotteria è …

    Ormai aspettarsi qualche sorpresa è veramente un miracolo. Meno male che c’è stato il film di Fincher che almeno riesce ad avere ancora un po di palle come autore.

    Mi spiace solo per Aaron Paul che lo vedo, e forse mi sbaglio, come una piccola promessa.

  2. Io ammetto di non averlo visto, lo aspetto in dvd, ma ho una nota da fare lo stesso: “prima fratelli, ora nemici” è soltanto una propaganda della copertina o hanno davvero un rapporto simile lui e Ramses nel film?

    Perché se così fosse, questa diventerebbe la trama di un altro (e a occhio e croce migliore) film sull’Esodo, e cioè “Il Principe d’Egitto” della Dreamworks, che ruota tutto attorno alla relazione tra Mosé e Ramses come fratelli. Relazione inventata su due piedi visto che nell’Esodo biblico loro non sono né fratelli adottivi né amici.

    Chreddy, che voglia alzarsi la domenica per andare al cinema….

    • Non è solo propaganda, ma è molto affettata come costruzione del rapporto.

      Il Principe D’Egitto lo ricordo poco, ma siamo lì, la fonte di ispirazione è la stessa, solo che il rapporto è sviluppato meglio.

      Sì, è vero, non c’erano rapporti di parentela in origine, ma serve a creare il pathos in questo film :D

      Eh, lo so, che voglia, ma è uno dei pochi momenti che attualmente ho per andare al cinema :D

  3. Io la domenica mattina non ci sono mai andata al cinema! Però non avrei il coraggio di andarci per un film del genere, ammetto. :) mi intriga molto questa pellicola cmq, soprattutto per il cast.

  4. Un mio modesto parere,. Il cinema per me, dovrebbe per lo più “raccontare” che invece “spiegare”. Siamo arrivati ad una tecnologia cosí avanzata che sarebbe bello poter rappresentare visivamente ciò che fin ora si poteva solo immaginare leggendo. Ma io dico, perché interpretare, cercare di dare una spiegazione scientifica ad un racconto biblico. I “miracoli”, per definizione sono tali, perché non si possono spiegare con la scienza. Vi immaginate di spiegare Peter Pan o Alice con la scienza? Eppure nessuno s’immagina di farlo. Perché con i racconti della Bibbia invece ci si prende il “diritto” di spiegarlo scientificamente escludendo cosí il fattore Dio. Se si fa un film sulla Bibbia, in quel momento si “crede” in quello che dice, il copione é già scritto, mettetelo in scena e basta. È semplicemente cinema, di cosa hanno paura? la verità forse fa male se vista per quello che potrebbe essere? Domande del tipo, “e se fosse stato vero”, possono ancora turbarci?

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