The Hateful Eight and the lovable Tarantino

The Hateful Eight

Forse avrei dovuto scriverlo e pubblicarlo prima, forse. Però ci ho voluto pensare un po’ su, prima di parlare del nuovo film di Quentin Tarantino, The Hateful Eight. Non tanto perché non sapessi cosa scrivere, ma perché c’è troppo da dire e, se non si vuole fare un trattato, bisogna scegliere le cose importanti.

Anche per evitare di fare SPOILER e vi giuro che questo post è SPOILER FREE.

Ma prima di parlare del film, bisogna anche parlare delle condizioni ottimali per vedere il film, che sono…

I 70mm in Sala Energia all’Arcadia di Melzo!

No, davvero, il cinema non mi paga (però, volesse, sarei disposto anche ad accettare soldi), parlo da appassionato amante del Cinema. Non solo inteso come mezzo espressivo, ma proprio come struttura, come luogo, come tempio per godere di una cosa che amo così tanto.

Ecco la Sala Energia di Melzo è stata rinnovata per Star Wars VII, ora ha uno schermo tutto nuovo e più grande. Il Perlux ha una base di 30 metri per un’altezza di 16 metri che fanno una superficie di ben 480 metri quadrati di schermo. In pratica è 4 volte il mio appartamento. Il risultato schermo è più nitido, con una definizione mostruosa e molto luminoso.

Poi ha il nuovo sistema audio Dolby Atmos e il suono lo senti senti direttamente nella corteccia cerebrale.

Questa è, più o meno, la configurazione ideale per vedere The Hateful Eight di Quentin Tarantino in 70 mm. Non c’è IMAX farlocco dell’UCI che tenga.

Ma perché insisto sul formato? Perché Tarantino ha girato il film in Panavision 70 mm e all’Arcadia lo fanno così com’è, con tutte le scene, intervallo di 15 minuti e ripresa con “il riassunto del primo tempo” con la storia che riprende esattamente dopo 15 minuti dall’ultima scena vista alla fine del primo tempo. Se non avete capito, mi sa che vi tocca vedervi il film.

The Hateful Eight - Uci mi arrendo

Non sono l’UCI, ma mi arrendo lo stesso…

La divisione fra primo e secondo tempo è fondamentale perché c’è un netto cambio di stile e di genere tra le due metà del film.

Il fatto è che quando si parla di Tarantino, c’è sempre la spasmodica attesa di sapere quale genere farà finta di essere il suo prossimo film. Dopo Django Unchained, questa volta, il buon Quentin ha annunciato un altro western e, con la sua classica ironia, l’ha chiamato The Hateful Eight, Gli Odiosi Otto, visto che è anche il suo ottavo film. E secondo me l’ironia è ancora più spinta, visto che “Hate” e “Eight” hanno un suono molto simile, verbalmente parlando, e quasi suonerebbe come Gli Ottavi Otto. E per finire ci aggiungiamo che, quando si vede il film, ti si insinua in mente il tarlo che ti fa pensare che abbia scritto e diretto un gran film con otto protagonisti solo per celebrare il fatto che sia il suo ottavo. Già solo per questo Tarantino è adorabile.

The Hateful Eight - Quentin Tarantino

Ok, quella catena montuosa è troppo piccola per l’inquadratura, allargatela!

Comunque, dicevo, che The Hateful Eight è diviso in due parti e otto capitoli, quattro ognuna. I primi quattro capitoli sono chiaramente ispirati a La Cosa del mitico Carpenter, dalla presenza di Kurt Russel come protagonista, alla fotografia, alla regia, alla scenografia, fino alla colonna sonora di Morricone che si trasforma, parte western, sembra diventare quasi da thriller, assume alcune dissonanze carpenteriane, mantenendo comunque un impronta assolutamente individuale. E se io che non parlo mai della musica, ci ho speso due righe, vuol dire che mi ha colpito come non mai. Sarà anche per l’impianto Dolby Atmos che mi ha pettinato in quanto a potenza sonora.

Poi, nel secondo tempo, tutto cambia. Tarantino torna alle origini e The Hatefull Eight diventa un remake de Le Iene. Anzi, non è nemmeno un remake, è una proprio reinvenzione di quel film. Come se, dopo ventiquattro anni, Quentin volesse rifarlo oggi con tutta l’esperienza, la conoscenza, il budget, la bravura accumulata in questo tempo e ci riesce. I detrattori diranno che è una cosa autocelebrazione, ma lo sarebbe per chiunque altro, per Taratino invece è tutt’altro: lui è bravo a prendere le regole del cinema, distruggerle e ricostruirle tutte a modo suo e questa volta lo fa con se stesso.

The Hateful Eight - Samuel L. Jackson

E queste erano le regole del cinema

La metrica de Le Iene, che non ci faceva vedere proprio la rapina su ci era imperniato il film, qui viene stravolta e stavolta l’antefatto si vede, quando ormai non interessa e tutto è stato sviscerato, vediamo cosa è successo quando non c’eravamo. Esatto, quando non c’eravamo, perché Tarantino non mette in scena un film, ma ci apre una finestra sul tempo e quello spazio e ci fa vedere cosa succede, salvo poi aggiornarci su quello che ci siamo persi mentre non c’eravamo, come per esempio succede dopo l’intervallo tra il primo e secondo tempo.

The Hateful Eight - Telecamera 70 mm

Questa telecamera non cattura le immagini, cattura le anime!

The Hateful Eight, a mio modestissimo parere, è una continua girandola di colpi da maestro, da parte di Tarantino. Innanzitutto usare il formato da 70 mm in un ambiente stretto e chiuso, dove si svolge il film, invece che nei paesaggi è geniale. Ti fa vedere qualsiasi cosa, le cose si svolgono in primo piano, mentre in secondo piano ne succedono altre, proprio come se noi fossimo spettatori esterni di quegli eventi e si arriva alla sensazione di cui parlavo prima.

Altro colpo di genio è l’uso della slow motion. Quando sono le pallottole a dettare legge, allora sono le sparatorie ad andare al rallentatore, ma quando sono le parole la cosa più importante, le sparatorie accelerano e le parole rallentano.

The Hateful Eight - Uomo col fucile

Quando un uomo col fucile, incontra un uomo senza… l’uomo senza può solo provare ad ammazzarti a parole!

Chiunque non abbia visto il film e legga questo mio post potrebbe pensare che The Hateful Eight è un fil perfetto. Purtroppo non lo è. Innanzitutto dura tre ore e sono quasi sempre dialoghi da seguire attentamente e ormai la maggior parte della gente non è abituata. Soprattutto l’inizio è molto verboso e una sforbiciata a qualche dialogo rindondante l’avrei data, ma è poca cosa. È proprio quando comincia a diventare pesante, che il film entra in derapata, accelera e decolla per l’iperspazio fino al sanguinolento finale che, come al solito, mette in scena una violenza così esasperata che sfocia nel parossistico e la cosa più cruda è la bastardaggine dell’animo umano, nudo e crudo, malvagio ed egoista di natura che scende a compromessi solo per proprio tornaconto, vendetta o solo per il gusto di uccidere.

The Hateful Eight - Samuel L. Jackson - Jennifer Jason Leigh - Kurt Russel

Siamo tre bastardi senza gloria

Banale? Forse, ma mi trova completamente d’accordo, mentre non mi trova d’accordo chi dice di amare Tarantino e trova The Hateful Eight noioso o superficiale. Per carità, ognuno la può pensare come vuole, non ce l’ho con nessuno, però forse non ha proprio colto tutte le sfumature del film.

Spendo due parole per il cast. Ormai, la cosa è nota, chiunque si trovi davanti a una macchina da presa con dietro Tarantino dà il meglio di sé, per quanto la parte possa essere piccola. Inutile dire che Samuel L. Jackson diretto da Quentin diventa un attore da Oscar; Tim Roth, con la sua mimica, è strepitoso e mi ha fatto venire una voglia assurda di sentirlo in lingua originale; sono contento che Tarantino cominci a sfruttare Walton Goggins, anche se in italiano ha una voce e un doppiaggio pessimo, perché è uno di quegli attori molto versatili, che sanno coprire i ruoli di qualunque tipo; bella riscoperta è Jennifer Jason Leigh che è stata un po’ lasciata indietro dal cinema e qui non sembra nemmeno lei, davvero eccezionale.

The Hateful Eight - Tim Roth - Walton Goggins

Ha parlato pure di noi! Fico!

Che dire, The Hateful Eight non è un capolavoro, ma ci si avvicina molto. Per chi accusa Trantino di essere autocelebrativo, beh, ha ragione, ma è come se lui facesse autoerotismo e alla fine godessimo tutti quanti.

Sono uscito dalla sala soddisfatto, traumatizzato dalla crudezza di alcune scene e con una voglia matta di mangiare lo spezzatino con le patate.

 

 

Tutti i film di cui ho parlato:

Nerdcensioni

 

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

19 pensieri su “The Hateful Eight and the lovable Tarantino

  1. Di solito mi trovi d’accordo con te, ma in questo caso non proprio…
    Quando ho letto questa frase, e ti cito, “mentre non mi trova d’accordo chi dice di amare Tarantino e trova The Hateful Eight noioso o superficiale. Per carità, ognuno la può pensare come vuole, non ce l’ho con nessuno, però forse non ha proprio colto tutte le sfumature del film.” mi sono un po’ incavolata, cioè, io non ho trovato il film né noioso né superficiale, però rispetto a Django, qui Tarantino mi ha dato l’idea che volesse solo auto celebrarsi e non creare uno dei suoi capolavori.
    Sembra quasi che non gli interessi più di tanto. E poi, sì, il formato del film è importante sicuramente, ma perché fare sta cosa che possono permettersi di vedere solo in pochi? Mi sa un po’ di snob, permettimi.
    E poi, un’altra cosa IMPORTANTISSIMA… l’hai visto in italiano? E mi parli di non cogliere tutte le sfumature? Ecco, secondo me ci hai perso tantissimo, ma proprio tanto. La cosa che più mi ha colpito del film, a parte la regia, la fotografia, che vabbè si sa che ci sa fare Quentin, i dialoghi, ragazzi i dialoghi! E ti assicuro che se lo guardi in inglese è assolutamente un altro film! Non c’è paragone!
    Ecco, magari sarà che io l’ho visto a casa, però la musica non mi ha colpito come fa di solito Tarantino, la fotografia ecc, era fantastica, ma niente di nuovo per lui, la trama… uhm… non sono proprio convinta. Colpo di scena un po’ troppo conveniente, ecco.
    Ripeto, non mi fraintendere, il film mi è piaciuto, ma non è un film di Tarantino, è un film PER Tarantino.
    Ora non mi linciare :P

    • Ciao Monami, figurati, mica ti lincio, anzi.

      Certo, il film, come dico, è molto autocelebrativo, ma ciò non lo rovina affatto. Almeno, a me non l’ha rovinato, anzi, mi sono proprio divertito con Tarantino a vedere questo film.
      Fosse stato autoreferenziale, sarebbe stato diverso.

      Io nel 70 mm non ci trovo niente di snob. Tieni conto che siamo in Italia e i cinema non investono, o meglio, se spendono è per aumentare il numero di sale e non per migliorare quelle esistenti. Massima stima per l’Arcadia che invece lo fa e anche bene. Mi sento molto fortunato ad abitare nei paraggi di quel cinema.
      Il film non è per l’Italia, ma per l’America dove di sale belle e moderne ce ne sono un bel po’, rispetto a qui.
      Poi, comunque, il tuo discorso del formato “da snob” non sta in piedi, se mi dici che te lo sei visto in streaming a casa sul monitor del pc o sulla tv. Il formato, in questo film, è fondamentale, così la dimensione dell’immagine. Mi piange già il cuore a dovermelo rivedere su un misero “46 pollici” quando lo prenderò in blu-ray.

      Trovo più snob quello che hai scritto sulla lingua del film. Sì, l’ho visto in italiano, purtroppo, perché non avevo modo di andare a vederlo in originale e sì, le sfumature le ho colte lo stesso, per quanto alcune voci non mi piacessero. Quando potrò rivederlo in originale lo apprezzerò ancora di più, credo.

      Mi spiace che te la sei presa e ti sei arrabbiata. La frase che hai citato voleva solo dire che non può piacerti Tarantino e dire che questo film è noioso o ha troppi dialoghi, come ho letto praticamente ovunque. Se l’ho considerato imperfetto per il grande pubblico, lo considero perfetto tarantinamente parlando.
      Poi, ognuno può preferire altro e ci mancherebbe. Django ha più storia, più ambientazioni, più movimento. Questo si può benissimo riproporlo come piece teatrale senza cambiare una virgola e funzionerebbe uguale, a patto che ci siano gli attori giusti. Se ti piace più uno che l’altro per carità, non è mica un problema, anzi, non per forza devi amarli tutti allo stesso modo. Il mio preferito rimane sempre e comunque Le Iene.

  2. Ormai guardare un film all’Arcadia non ha proprio prezzo ed è goduria infinita…non smetterò mai di dirlo nemmeno io e le motivazioni le hai tecnicamente ben espresse tu caro MrChreddy…e il film nonsi puoò definire tale è una gioia per gli occhi, per le orecchie…le interpretazioni…dialoghi…splatter finale…tutto ma proprio tutto…sarà autoerotismo…ma mamma mia…da perdere i sensi…dico solo che son due notti che mi sogno Tantantino :D
    Predo subuito colonna sonora dentro l’Arcadia e dai pezzettini di dialoghi in lingua originale che ci sono sempre nelle colonne sonore di Tarantino…direi che vederlo in lingua originale è un must per meglio apprezzare questo capolavoro di film!
    Come sempre grazie MrChreddy che mi fai ogni volta provare forti emozioni nel leggerti :-)))

  3. Mi fregio di averlo visto alla prima assoluta in 70 mm all’Arcadia
    pure prima del Mister (tiè)

    e non escludo di tornare a rivederlo.

    Condivido tutto quello che dice il Mister.
    Tarantino conosce il cinema, profondamente.

    Ha una cultura cinematografica enciclopedica, maniacale, pazzesca.
    In un mondo perfetto ora starebbe ritirando il suo 12esimo, 13esimo Oscar tra Miglior Film, Regia e Sceneggiatura Originale

    sì, originale, perché Quentin Tarantino fa ancora film su storie che sono scritte da zero
    non sono trattedaunastoriavera
    o basate sul romanzo di Peppino Sarcazzo

    Quentin è Quentin dall’inizio alla fine.

    Cioè, dai, solo la scena del crocifisso in mezzo alla neve si mangia vivo Inarritu, l’uomo uccello, l’uomo orso e tutta la foresta pluviale.

    E invece no, l’ha vinto Argo di Ben Affleck (mio Dio, Argo…)
    ma questo no, nonlomerita.

    Ma la storia del cinema passa da Tarantino
    con buona pace dei piani sequenza un tanto al chilo.

    Gli altri possono continuare a lucidare le statuette.

    P.S. Una piccola cosa personale, nessuno me ne vorrà.
    Una mattina di qualche anno fa, ero lì a cercare qualche recensione di Django Unchained che non mi facesse venir voglia di lanciare l’Ipad dalla finestra.
    E mi imbattei in un post di un blog, il cui autore parlava in maniera molto semplice ma precisa e condivisibile del film.
    Mi piacque e lasciai un messaggio.
    Il blogger mi rispose, cordiale, umano.
    E mi dette il benvenuto su Nerds Revenge.

    Oggi è un po’ come se fosse una specie di ricorrenza, di evento, per me.
    Da Tarantino a Tarantino, coast to coast.

    Thanks a lot per l’ospitalità, Mister.

    • Sì, una dozzina di Oscar se fosse un premio “meritorio” :D

      Argo, devo dire, che non mi è dispiaciuto, purtroppo il peggiore lì dentro era proprio Affleck…

      PEr il resto concordo con te :)

      P.S.

      Maledetto il giorno che ho scritto di Django XD
      Scherzo, grazie a te per essere andato a spulciare Google fino a pagina 1000 per trovarmi :P

  4. Mah, c’era un’altra cosa che mi premeva:

    io non sono troppo d’accordo sul fatto che QT volesse autocelebrarsi.

    A me sembra invece che lui non voglia scendere a patti con il cinema di maniera, rimanendo fedele a quello che è il suo stile.

    Diciamocela tutta:
    con la tecnica che si ritrova, potrebbe tranquillamente realizzare un film in grado di fargli vincere questo mondo e quell’altro.

    E ci metterebbe anche di meno, in termini di tempo, con buona pace del discorso economico,

    perché facendo più film incasserebbe di più.

    Ma Quentin ha il valore aggiunto di essere, oltre ad un grande cineasta,
    anche un grande cinefilo

    e quindi, piacendogli i cani… no, scusate quello è il cinofilo
    rifaccio

    e quindi sa che non c’è niente di peggio di un regista che vende la sua anima autoriale.

    Oltre al fatto che, in verità, è praticamente impossibile leggere 8ful 8 come film superficiale.
    Il sottotesto della lettera di Lincoln fa le scarpe a una mezza dozzina di film intrisi di ideologie d’accatto.

    Sul 70mm, beh, quello è un problema nostro.
    In Italia hanno preferito mettere i cinema nei centri commerciali
    ti compri le scarpe, fai la spesa col carrello e poi vai a vedere un film.

    La cultura cinematografica in Italia è questa: la gente usa il cinema come cazzeggio

    e se un film girato in 70mm può essere utile a far venir fuori questa distorsione dell’ottava arte

    io posso essere solo contento.

    • E su questo sono d’accordissimo.

      Il suo essere autocelebrativo sta proprio nella quantità dei dialoghi, nella sua regia, nel suo godere delle esagerazioni che mette in scena, si percepisce proprio che si diverte e, soprattutto, nel fottersene del cinema attuale, inteso come establishment che detta regole su spese/incassi e modo di fare film.
      Il suo lo vedo come un gioco con lo spettatore: “Se sei mio complice vedrai che ci divertiamo un casino” e, secondo me, questa è l’ottica con cui bisogna vedere i suoi film, dai primissimi fino a questo Hateful 8.
      Anzi, con gli ultimi, il gioco è ancora più spinto, dirige ciò che vorrebbe vedere lui. Quando entro in sala per un film di Tarantino, mi rilasso e lascio che mi porti dove vuole lui, senza star lì a farmi troppe menate sui cambi di ritmo, genere, regia e regole intrinseche, perché so benissimo che il viaggio vale più del finale, anche se il finale sarà assolutamente spettacolare.

      Forse Tarantino è uno dei pochi che ancora vede il cinema come “arte” e non (solo) come “modo per fare soldi”. Fa film commerciabili e non commerciali per fortuna nostra.

  5. Il film è piaciuto molto, la prima parte bella anche se ero stanco dopo il lavoro e in certi momenti lo vista dura, però molto bella.
    La prima parte comunque è la versione di Tarantino del libro di Dieci piccoli indiani Agatha Christie.
    La seconda molto bella.
    Certi film li apprezzi solo se li vedi al cinema, secondo il mio punto di vista, visto in tv perdono tantissimi.
    Il signore dei anelli visto a casa, bello si, ma non dice molto.
    Pacific Rim al cinema ha un suo perchè, dato dal grande schermo e suoni, a casa è un film come tanti.

    Io amo molto il cinema, ha una magia incredibile… a patto di non trovarvi affianco a delle grandissime teste di c…..o :)

  6. Boh, sono sorpreso anche dai commenti, forse davvero in questo cinema Arcadia i film sembrano tutti bellissimi, ma tralasciando che stai un po’ scocciando con sto cinema citato di continuo perché il 90%(me compreso) dei tuoi lettori non ci è mai andato, quindi non sa di che parli e si sente escluso dal discorso, questa è la prima volta che un film di Tarantino non mi piace.

    I motivi sono vari, ma fondamentalmente il punto è che è di una noia mortale per una buona ora è mezza!

    Stavolta mi pare che abbia scritto una sceneggiatura di 10 righe e poi al momento di girare abbia tirato fuori quasi tre ore di film, così tanto per far sembrare che avesse più idee di quei 3-4 momenti belli che ci sono solo nell’ultima ora.

    Io penso di averlo visto nel formato normale, anche perché il riassunto di 15 minuti nell’intervallo da me non c’era, comunque, in ogni caso, i 70 mm non capisco a cosa servissero per un film statico come questo che si svolge tutto dentro uno stanzino in montagna.

    Veramente il più brutto film della sua carriera. E sì, è pure parecchio autoreferenziale, anzi è solo autoreferenziale.

    • Ciao Bruce, mi spiace ti stia scocciando col cinema, ma secondo me il contesto in cui si vede un film è importante. In questo caso ancora di più. Non dico che in 70mm ti sarebbe piaciuto, anzi, ma il film è stato fatto così e quindi andrebbe visto così, altrimenti non ci sarebbe differenza tra un film visto al cinema e un film scaricato visto sul PC e tutte le volte non ci spareremmo nella palle quando esce un film diverso da come l’ha voluto il regista.

      La scelta di Tarantino è stata una scelta precisa, magari non necessaria, ma l’ha voluto fare così. Non so come renda in “visione normale”, ma il 70mm è stato utilizzato da Tarantino in un ambiente chiuso (quando in genere è utilizzato in spazi aperti per mostrare i paesaggi) per dare spazialità alla scena, far vedere che, mentre la storia principale si svolge in primo piano, in secondo piano gli altri personaggi continuano a “vivere e ad agire”. Il formato dà spazialità alla scena, disegna le distanze tra i personaggi e anche queste, in questo caso, sono importanti, perché è un “film teatrale”.

      Ripeto, magari vederlo in modo normale non cambia niente, non lo so, ma quello che dico è l’impressione netta che ho avuto vedendo il film. Quando lo prenderò in BR e lo vedrò su una normale Tv saprò quando cambia tra il formato originale e quello “ridimensionato”.

      E mi spiace che il 90% dei miei lettori non possa andare all’Arcadia, fosse per me organizzerei le camionate per portarvi e di certo non è mia intenzione farvi sentire esclusi. Io ce l’ho vicino a casa e ci vado perché è sempre stato un cinema che ha investito nella qualità di visione (per me fondamentale, altrimenti vedrei i film in cam-rip), aggiornando schermo, audio e proiettori. In giro ci sono solo cinema che gli unici investimenti che fanno sono nell’aumento del numero di sale per incassare di più e non spendono un euro per sistemare quelle vecchie. Io mi sono letteralmente rotto i coglioni di spendere 9 euro per un film e vederlo su uno schermo lercio o bucato, con l’immagine fuori fuoco che tutte le cazzo di volte mi devo alzare e andare a cercare qualcuno per avvisarlo. Per non parlare del fatto che nessun cinema, tranne l’Arcadia, ha le doppie porte per entrare in sala, quindi quando gli stronzi vanno a comprarsi i pop corn e la coca cola durante la visione, entra luce in sala, si riflette sullo schermo e ciao, non vedi più un cazzo.
      Quindi, mi spiace davvero che ti scocci, ma dell’Arcadia continuerò a parlarne.

      • Continua quanto vuoi a citare l’Arcadia, ma il punto che intendevo io all’inizio è un altro: il film è bello in sè o no?

        Cioè, diciamo, senza gli anabolizzanti che gli dà questo cinema con lo schermo di 480 mq di cui parli, per via anche dei 70 mm, resta un bel film?
        Ma soprattutto, cosa più importante, all’interno della filmografia di Tarantino, mi vuoi dire che non sia uno dei suoi film peggiori (per me il peggiore in assoluto): è meglio di Pulp Fiction, Bastardi senza gloria, Django Unchained e Kill Bill?

        Io non credo proprio, per essere un suo film è proprio brutto(almeno Jackie Brown e Grindhouse, i meno riusciti ma non brutti, sono più godibili), magari come film in generale è migliore di tanti altri, ma come suo film è il peggiore e mi ha deluso.

        • Al di là degli steroidi, come dici tu, a me il film è piaciuto molto. Per dirti, più di Bastardi Senza Gloria. Dai tempi di Pulp Fiction, Tarantino si è evoluto, le tematiche sono rimaste però, soprattutto quella della finzione. Con questo film ha voluto rifare Le Iene, con mezzi e con un approccio più maturo (per forza di cose) e più tecnico.

          A me il film è volato e non mi ha annoiato per niente, l’ho trovato in linea con l’evoluzione che ha fatto Tarantino, certo, a tratti è autocelebrativo, ma non mi è pesato affatto, anzi, sono stato suo complice in questo e mi sono divertito.

          • Io lo adoro “Bastardi”! Vuoi mettere Hugo Stiglitz che uccide la gente soffocandola a pugni? Oppure Hitler a mitragliate? Quello è un capolavoro!

            Comunque oggi ho visto “Deadpool”, manca il post, non l’hai visto ancora?
            Quello sì che sarebbe un film da far fare a Tarantino, la parlantina non manca a Wade, neanche le pistole e le katane. La Fox è riuscita a fare un buon film una volta tanto, non oso immaginare un “Deadpool 2” fatto da Quentin!

  7. Ciao,
    anch’io l’ho trovato molto bello. Mi viene difficile fare paragoni, non saprei dire se è meglio o peggio dei suoi film precedenti. Sicuramente è uno di quelli che mi ha divertito di più. Dovendo fare dei paragoni più che le Iene a me ha ricordato moltissimo La Cosa di Carpenter…e non solo per la colonna sonora, per Kurt Russel, per l’uso di alcuni oggetti di scena, o per le inquadrature-citazioni come le linee di picchetti per camminare tra gli edifici, o l’isolamento dei protagonisti per la bufera, le scene splatter, ma anche e sopratutto per alcune situazioni [spoiler], come ad esempio il finale, ..con i due protagonisti sfiniti in chiusura…

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