Maratona Berserk con embolo

Maratona Berserk poster

E’ stupefacente scoprire che le Bestie da Cinema sono proprio ovunque.
Io pensavo di aver toccato il fondo dopo aver visto Only God Forgives in presenza di una coppia sulla cinquantina completamente ubriaca che si impegnava, tra una risatina e l’altra, a generare un figlio proprio tre poltrone alla mia destra.
Questa settimana però sono andata alla Maratona Berserk (a breve spiegherò cos’è) e ho scoperto che non c’è limite al peggio. Partendo dal presupposto che quella era una proiezione speciale, due spettacoli da tre ore l’uno in un’unica giornata (che poteva essere il 14 o il 15 ottobre a seconda del cinema) in pochissime sale selezionate, davo per scontato che fosse impossibile trovare in sala dei Figli Speciali di Gesù e invece, finisco sempre col ricredermi. Si, ok, in alcuni momenti è scappata la risatina pure a me per i motivi che di seguito spiegherò, ma in tutti i casi non riuscirei mai a ridere continuativamente per tre ore, non avrei il fiato necessario. Probabilmente morirei strozzata. Quello che conta è che a queste bestie non è successo e io ho visto tutte le tre ore di proiezione con sonore risate di sottofondo (che poi, essendo sonore, tanto di sottofondo non erano).
Siete fortunati che non mi è esploso il cervello, altrimenti non sarei qui a raccontare. Ma torniamo a noi. Continua a leggere

Wolverine – L’Immortacci che roba brutta!

Wolverine è un personaggio estremamente affascinante.

Ha un passato misterioso. Ha una vita lunghissima che l’ha portato a vivere parti di storia dell’umanità interessanti e a vedere parti di mondo esotiche e affascinanti. Ha un nome proprio più figo del suo nome di battaglia, Logan. Ha un potere rigenerante che gli permette di guarire da qualsiasi ferita e, tecnicamente, di non morire mai. Ha gli artigli retrattili ricoperti di un metallo tanto insesistente quanto indistruttibile, l’Adamantio, che li rende più affilati e letali della spada di Goemon. Ha lo scheletro ricoperto dello stesso metallo, cosa che unita la potere rigenerante ti fa dire: “E chi lo ammazza quello?!“. Non ha scrupoli. Parla pochissimo e quando parla c’è da cagarsi addosso. Ha i sensi sviluppati come gli animali, per cui è impossibile prenderlo di sorpresa e fargli gli scherzi. Ha una forza spropositata. Ha una pettinatura abbastanza figa e per via del suo potere non diventerà mai calvo con l’età.
Certo ha qualche piccolo difettino: puzza, fuma i sigari, è alto un metro e una mela, ha un carattere che una donna in premestruo è un angelo a confronto, è peloso come una scimmia, il suo nome di battaglia in italiano è Ghiottone, che per uno così temibile fa un po’ ridere, e la sua storia editoriale, negli ultimi anni, l’ha portato a diventare un personaggio ad altezza bimbominkia molto meno interessante.

Ora la domanda sorge spontanea: perché da un personaggio così tosto riescono a trarre film che definire mediocri è fargli un gran complimento?!

Continua a leggere

C’eravamo tanto amati… – by Trillian

Quest’oggi voglio narrarvi una storia d’amore ma dal finale tragico. Di chi sto parlando? Del cinema e dell’immaginazione.

Questa storia ha inizio con due signori che di cognome facevano Lumière. Correva l’anno 1895 e i due fratelli, il freddo 28 dicembre, in un modesto scantinato, proiettarono il primo film della storia. Si trattava di semplici immagini scattate in rapida successione, in modo da dare l’illusione del movimento. Oggi una cosa del genere farebbe ridere, ma invece a quei tempi era una vera e propria fonte di meraviglia, se non di terrore (esemplare la proiezione del treno che arriva alla stazione, durante la quale gli spettatori scapparono impauriti convinti che il treno stesse arrivando davvero).

Da allora, il Cinematografo divenne popolare. Ai Lumière succedette Georges Méliès, il primo in assoluto a dirigere un film di fantascienza. Sto parlando del Viaggio nella Luna del 1902, richiamo all’opera di Jules Verne. Il connubio tra Méliès e il cinema fu molto prolifico: Méliès diresse più di 1500 film, dando prova di grande senso di innovazione (introdusse la tecnica del montaggio, l’uso della dissolvenza e del colore) e di illusione: il film serviva per uscire per qualche decina di minuti dalla realtà ed immergersi in un altro universo completamente nuovo e assolutamente meraviglioso.

Continua a leggere