Need For Speed il cineracconto di un film lentissimo, a discapito del titolo

Need For Speed

Il binomio videogiochi/film fa accapponare la pelle e fa rientrare le gonadi nello stomaco a noi appassionati di uno e dell’altro media.

I film tratti dai videogiochi fanno, per lo più, schifo, forse perché da preconcetto, del tutto sbagliato, che i videogiochi piacciano solo ai ragazzini scemi e che quindi i film devono essere scemi.

I videogiochi tratti dai film fanno, per lo più, schifo, perché i produttori spendono un sacco di soldi per avere il brand e poi non ne hanno per sviluppare il gioco in modo decente.

I videogiochi che si prendono la briga di tentare di sfruttare le suggestioni e il linguaggio cinematografico al loro interno in genere sono belli, forse perché cinema e videogiochi non sono così lontani come si pensa.

L’ultimo, in ordine temporale, film tratto da un videogioco è Need For Speed e devo ammettere che non infrange la regola del binomio videogiochi/film, anzi la rafforza ancora di più.

Purtroppo devo fare un po’ di spoiler sul film per parlarne, però siate felici perché questo film sancisce il ritorno de La Nota Marrone.

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John Hughes l’anti-Spielberg degli anni ’80

John Hughes

Questa settimana il Nuovo Cinema Amarcord salta in favore di un post che ho in testa da un bel po’ e che finalmente ho scritto.

Ma non vi preoccupate perché, anche se non parlo di un film in particolare, si torna negli eighties per parlare, questa volta, di un regista misconosciuto e fin troppo sottovalutato: John Hughes.

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Unhearthed: probabilmente il gioco peggiore di sempre

Il mondo dei videogiochi è diventato una giungla. I costi di produzione lievitano sempre di più e i giochi devono avere successo, vendere migliaia e migliaia di copie altrimenti sono dei fallimenti.

Di giochi, anche buoni, che falliscono ce ne sono molti e spesso ne consegue che lo studio di sviluppo viene chiuso o smembrato e un sacco di gente si trova senza lavoro.

In questo paesaggio apocalittico competitivo e pericoloso ecco che, dall’Arabia Saudita, si affacciano gli Semaphore Studios mettendo sul mercato un gioco che definire orribile è un complimento: Unearthed: Trail Of Ibn Battuta.
Come il titolo suggerisce, sembra tutto uno scherzo.

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