L’HFR 3D de Lo Hobbit

Come promesso oggi continuo le mie impressioni su “Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato” andando a vedere la parte puramente tecnico-spettacolare del film.

In un film del genere è ovvio che gli effetti speciali sono una parte fondamentale per la buona riuscita della pellicola.

Le varie razze devono essere diverse tra loro come caratteristiche fisiche ed estetiche, oltre che come personalità. Non basta appiccare in faccia di qualcuno un naso finto, una barba posticcia e dire: “Questo è un Nano“, poi si prende un altro, gli si mettono 2 piedoni di gomma e dire: “Questo è uno Hobbit”.

Hobbit, Nani, Umani, Elfi, Orchi, Orchetti, Goblin, Troll etc… devono avere altezze diverse e corporature diverse, coesistere contemporaneamente sullo schermo interagendo tra di loro e lo spettatore deve accorgersene per immergersi nel racconto. Altrimenti “Lo Hobbit” potrebbe essere girato nel giardino di casa di chiunque con una videocamera qualsiasi.

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Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato per un film molto atteso

Mi sono accorto che quando parlo di film divento molto noioso e rompicoglioni preciso e didascalico. Con “Lo Hobbit – Un Viaggio Inaspettato” vorrei cambiare e parlarne in maniera un po’ diversa, un po’ più divertente. Anche perché di recensioni serie, fatte con le chiappe strette da sedicenti espertoni, ce ne sono a tonnellate sul web, visto che ormai è uscito da 4 giorni. Addirittura un sito ne ha pubblicate 4 in 2 giorni più vari approfondimenti, notizie, interviste a Peter Jackson, la rava e la fava, una più noiosa dell’altra.

Probabilmente mi dilungherò un po’ per parlare del film, anche perché è da sviscerare anche per quello che gli sta intorno. Non si può parlare de “Lo Hobbit” senza contestualizzarlo, sostanzialmente. Mi soffermerò poco sulla nuova tecnica dell’HFR 3D che poi ne parliamo domani.

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Biancaneve, il CacciaThor e lo Specchio delle mie braghe

L’estate è entrata nel vivo: caldo, solleone, tutti in spiaggia, quelli che possono permetterselo, oppure a casa a vedere la tivù, purtroppo manca “Giochi Senza Frontiere” che non lo fanno più da una vita e mezzo.
Al cinema non ci va nessuno, o quasi. Questo perché i distributori cinematografici pensano che al cinema, d’estate, la gente non ci voglia andare, quindi fanno uscire solo film horror che tengono in cantina da 4 o 5 anni e che gli appassionati si sono già visti per vie traverse. Gli spettatori, di conseguenza, non vanno al cinema perché escono solo horror di 4 o 5 anni prima di cui non frega niente a nessuno. Insomma Il classico cane che si morde la coda.

Ecco che, in questo circolo vizioso perpetuo, appena qualcosa di vagamente interessante fa capolino in sala, la gente riempie i cinema. Questa volta è toccato a “Biancaneve E Il Cacciatore“, film su Biancaneve e… uhmm… il Cacciatore.

Sinceramente dentro di me sentivo che poteva essere una boiata, ma i trailer erano abbastanza fuorvianti da spingermi ad andarlo a vedere e, ormai, ogni scusa è buona per avere un post da scrivere sul blog. Post, in questo caso, che sarà pieno di spoiler, in quanto il film mi è piaciuto così tanto che non me ne frega niente se ve lo rovino.

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