Spartacus: gli Dei dell’arena si sono scatenati tra sangue, sesso e sabbia in abbondanza e un po’ di vendetta, ma nemmeno poi molta

Lunedì Lord Casco ha dedicato un post alla memoria di Andy Whitfield l’attore che ha interpretato la prima stagione di “Spartacus: Blood and Sand” (“Spartacus: Sangue e Sabbia” per chi l’avesse visto in italiano) e ci teneva che io parlassi del telefilm, dal momento che l’ho visto tutto.

Di critiche alla serie ce ne sono a carrettate in rete, se ne trovano di professionali, seriose, analitiche, scherzose, appassionate e chi più ne ha più ne metta. Io non sono un critico e non sono un giornalista, quindi scriverò solo le mie impressioni personali, da spettatore, nella speranza che Lord Casco rilasci i miei cari come ha promesso di fare una volta che avessi scritto questo post.

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Andy Whitfield: un piccolo omaggio per il grande Spartacus

Spartacus

« I had no choice, a man must accept his fate. »
« …or be destroyed by it. »

Spartacus & Sura, Old Wounds

Con questo piccolo memoriale mi assumo l’onere di dimostrare che non è vero che parliamo solo di fighe mone pucchiacche gnocche belle donne. Ieri ho finito di rivedere Spartacus: Blood and Sand, la serie tv che racconta le gesta del’omonimo gladiatore trace (ovvero proveniente dalla Tracia. Ci tengo a sottolinearlo perché ieri Cap, confuso dai troppi anglismi della società moderna, mentre leggeva si è fermato e mi ha chiesto: «ma che cazzo è un gladiatore “treis”?…», un po’ come quelli che al Louvre la “Nike di Samotrace” la pronunciano: “Naik di Samotreis” ) e forse è anche l’unica stagione di una serie il cui sequel è il prequel.

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