Games Week 2012, il giorno della tristezza

Come ogni anno si è svolta a Milano, al MiCo, la Games Week, la fiera dei videogiochi.

Sono andato sabato, sotto una pioggia torrenziale.

Sinceramente non so che tipo di meraviglie mi aspettassi di vedere, o che novità eclatanti, ma è stata una delusione e una giornata buttata… meno male che avevo il biglietto gratis scroccato all’amico Giovanni Pierpixel…

Sarà che siamo in tempi di crisi, ma il padiglione era davvero sovraffollato e piccolo e la gente mormora, in genere, ma visto la musica sparata alla soglia del dolore, gli annunci dei vari stand urlati ai microfoni, la gente urlava per farsi sentire dagli amici. Dopo 20 minuti avevi quella sensazione di rintronamento tipica di quando ti prendono a sberle forti per un lungo periodo.

La cosa che mi ha colpito di più è che lo stand più grande era quello di GameStop, dove vendevano, ovviamente, videogiochi. Era anche lo stando più gremito in assoluto, si faticava a muoversi. Ho provato a saltare e sono rimasto per aria, trasportato dalla folla in giro per lo stand, poi verso l’uscita si è diradata e sono atterrato.
L’articolo più venduto in assoluto ho come l’impressione che fosse la lama nascosta di Assassin’s Creed

Ce l’avevano tutti. Molti la portavano addosso ed era un concerto di Taccc! Taccc! ovunque. Tutti che la facevano scattare e camminavano furtivi, e si saltavano addosso tra amici puntando agli occhi… unica parte del corpo umano abbastanza molle da poter essere infilzata. In amicizia ovviamente.
Non ho idea di quanto costi, ma è uno di quegli oggetti che se sei un vero bimbominkia fan devi avere a tutti i costi. È una di quelle cose che, se non hai sette anni e ti stai preparando per carnevale, la porti a casa, tua mamma la vede e piange perché pensa che hai ormai una certa età e dovresti cominciare a farti una ragazza, trovarti un lavoro, o almeno drogarti come tutte le persone normali, invece di buttare i soldi in quelle puttanate di plastica.
Non so proprio come ho potuto resistere al forte impulso di prenderla pure io. A proposito, la mano che si vede nella foto sopra non è compresa nella scatola, la devi mettere tu. L’anulare te lo puoi amputare all’altezza della seconda falange solo se vuoi fare un cosplay veramente perfetto, altrimenti puoi benissimo evitare.

Seconda cosa che mi ha colpito è stata la massiccia presenza di fauna femminile. A onor del vero il 90% erano ragazze assunte per presenziare agli stand, tutte carine e simpatiche, con il sorriso a scatto appena ti avvicinavi e, se chiedevi una cosa, una qualunque, non avevano la benché minima idea di quello che stessi chiedendo. Almeno erano carine.

Ma era la fiera del viodeogioco, quindi parliamo di videogiochi.

Le parrucche viola e blu, sono fondamentali per giocare con il Kinect

In giro per i pochi stand era tutto un brulicare di Move e Kinect, vedevi ovunque persone che si dimenavano come ossessi per ballare, fare sport, giocare senza pad. Le sessioni finivano con quei disgraziati sudati e paonazzi. Non so, ho ancora idea che forse sarebbe meglio andare al parco con gli amici a giocare a palla prigioniera, invece che in salotto senza amici e senza palla, se non altro al parco ti senti meno scemo.

Comunque, accantonati i controller di movimento, c’erano altri giochi bellissimi, come “Call Of Duty: Black Ops 2“, praticamente uguale al Black Ops 1, che a sua volta è uguale a tutti gli altri giochi della serie.

Poi sono passato allo stand di “Far Cry 3” molto curioso dopo la cocente delusione del 2. Devo dire che era davvero notevole. No, non il gioco, la tipa che faceva lap dance pole dance allo stand del gioco.

Il gioco invece sembrava esattamente come “Far Cry 2” con la grafica un pochino migliorata. Cera la giungla, le macchina da guidare, i cattivi che ti vengono addosso come kamikaze. C’era pure una postazione con il gioco che andava a scatti e poi si è impallato. Evidentemente aspettano di venderlo per mettere a posto i bug, prima lo provano i giocatori, sclerano, tempestano i forum con i problemi del gioco e poi, forse, esce la patch. I soliti escamotage per non pagare beta tester e risparmiare.
Della storia del gioco non posso dire niente, perché ci ho giocato poco, ma quel che ho visto mi dava troppo una sensazione di deja vu del 2, quindi altro gioco da lasciare sullo scaffale.

Proprio accanto a “Far Cry 3” c’era lo stand di “Assassins’ Creed 3“, altro titolo di punta di Ubisoft, che però ho saltato a piè pari attirandomi ancora meno del pugnale di plastica di Ezio Auditore descritto sopra.

Ero curioso di vedere “Dead Space 3“, ma c’era più fila per entrare lì che per andare in bagno, quindi ho rinunciato e sono andato in bagno.

Salto lo stand Sony che tanto era solo un mulinare di Move e passo alla prova della Wii U.

Ho giocato per una mezz’oretta a “Batman Arkham City Armoured Edition“. Che dire? Graficamente il gioco è identico alle versioni PS3 e 360, per una console che deve ancora uscire non mi sembra un successone, soprattutto perché il gioco ha un anno sulle spalle. Stessa cosa per gli altri giochi per Wii U che ho visto, niente di strabiliante.

Tralascio il gioco, che ormai sappiamo tutti com’è, e parlo del controller della Wii U. Sembra di tenere in mano una mattonella del pavimento. Di quelle grosse. Il peso è molto simile a quello di un iPad, non molto pesante all’inizio, dopo mezz’ora in piedi a giocare mi cadevano le braccia. L’iPad lo si può appoggiare quando lo si usa, un pad no. Se era pesante per me, dopo un po’, mi immagino come può pesare per un bambino.
Comunque è davvero grosso, abituato al pad della Sony, tenere in mano quello della Wii U sembra una cosa innaturale, soprattutto quando si devono usare le dita per premere i tasti dorsali. Bisogna anche riabituarsi alle posizioni dei tasti, ho trovato scomodo passare dalle levette analogiche ai tasti di movimento e azione, più di una volta ho sbagliato, non solo premendo un tasto per un altro, ma proprio mancandoli.
Lo schermo del padellone, poi, non sensibile quanto lo è quello dei cellulari, o quello della PsVita, ma richiede una pressione davvero decisa. Senza contare che per usarlo bisogna staccare la mano destra (o la sinistra per i mancini) dai comandi, in un continuo va e vieni. Anche tenere d’occhio lo schermo sul pad e contemporaneamente il gioco è piuttosto scomodo. L’assenza di HUD su schermo può essere una bella cosa, ma averlo tra le mani significa continuare a passare da uno schermo all’altro e in un gioco concitato come può essere “Batman Arkham City” direi che è la cosa meno pratica che si possa fare. Ho faticato anche a superare gli scontri più semplici, nonostante su PS3 a quel gioco ci abbia giocato in lungo e in largo finendolo più volte anche alla massima difficoltà.
Insomma non mi ci sono trovato per niente, se mai mi fosse balenato per la testa di prendere la Wii U, dopo sabato avrei sicuramente cambiato idea.
Sicuramente siti e riviste lo decanteranno come la cosa migliore mai inventata dopo la ruota, però, visto che comunque non costerà poco, fatevi il favore di provarlo prima di spendere i soldi.

A meno che non abbiate i pollici così.

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

3 pensieri su “Games Week 2012, il giorno della tristezza

  1. nel commento su facebook….pensavo di aver commentato qui…ma col cellulare ho fatto confusione…dicevo 4 minuti a disposizione per provare un gioco (per quanto bello) è una pazzia…

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