And the Oscar goes to… aspetta un attimo, parliamone

Come sapete settimana scorsa sono uscite le candidature ai premi Oscar 2013, quelli che si danno ai film e agli attori del 2012.

Ovviamente se ne è parlato moltissimo, alcuni non erano d’accordo, altri, altri così così. Mancano nomi illustri, sia di registi che di film, qualcuno si è lamentato, altri hanno alzato il sopracciglio, qualcun altro ha battuto i piedi per terra e ha pianto. Insomma le solite scene tra vincitori annunciati, esclusi eccellenti e perdenti cronici.

Nessuno però si è chiesto se davvero gli Oscar valgano ancora qualcosa.

Non so se tutti sanno perché la statuetta d’oro da 24 carati si chiami Oscar. Un’impiegata, mentre ne aveva una in mano durante una delle prime edizioni, disse: “È tale e quale a mio zio Oscar“, da allora la statuetta ha preso quel nome. Ovviamente ora è un marchio registrato, quindi negli stati uniti non si può più chiamare il proprio figlio Oscar, altrimenti si paga, ancora peggio se chi si chiama Oscar è calvo.

Non so nemmeno se tutti sanno come funziona la premiazione vera e propria.

Funziona così: l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences  seleziona una decina, fino all’anno scorso erano 5, di film, 5 registi, 5 attori protagonisti, maschi e femmine, 5 non protagonisti, cioè ci sono nel film, ma si vedono meno del protagonista, poi 5 film da premiare per gli effetti speciali, altri 5 per la colonna sonora, documentari corti e lunghi, cartoni animati, 5 film stranieri, 5 per la sceneggiatura originale, ossia una scritta apposta per il film, 5 per la sceneggiatura non originale, ossia presa da qualcos’altro e infine tutta una serie di premi più tecnici, ossia premi che vanno a gente di cui al pubblico non frega una cippa, ma che fanno durare la serata della premiazione 12 ore, così possono infarcirla di pubblicità più del tacchino del Ringraziamento.

Già qui ci sono delle cose che non mi tornano: davvero ci sono 10 film americani belli in un anno? Davvero ci sono 5 belle sceneggiature non tratte da niente in un anno?

Poi i membri dell’Accademy, come viene abbreviato il comitato, ricevono i dvd di tutta questa roba e se la devono vedere per decidere ci votare. Alcuni prendono i dvd che ricevono, li rippano e li mettono su internet da scaricare.
In ogni caso i membri dell’Accademy sono 6000, tra attori, registi e altri che lavorano a Hollywood, poi ci sono un manipolo di selezionatissimi registi stranieri, loro votano la loro preferenza per ogni categoria, chi riceve più voti vince.

Prima di questo c’è l’affannarsi delle case di produzione a distribuire i film prima che finisca l’anno in modo da rientrare nelle nomination. Poi, gli stessi produttori, fanno un battage pubblicitario che in genere si chiama “For Your Consideration” in cui invitano i membri dell’Accademy a votare per il loro film.

Io che sono un cinico e disilluso giovane dall’arido cuore post romantico, agli Oscar non ci credo più da un po’.

Una volta facevo le levatacce di notte per vedermi la serata degli Oscar, oppure la registravo e me la rivedevo il giorno dopo, ma è da un bel po’ di anni che non lo faccio più, gli Oscar mi scivolano addosso. Perché?

Semplicemente perché ormai è tutta pubblicità. Già un film che entra in nomination riceve una bella pubblicità, poi se vince l’Oscar viene ributtato nei cinema e raggranella ancora qualche decina di milioni di dollari, che male non fa. Soprattutto all’estero, quando i film non sono ancora usciti, se hanno la nomination è un successo sicuro.

Alla fine è tutto business, spesso non viene premiata la qualità del film, ma il nome che ha, il successo che ha fatto e la storia che ha dietro. Altre volte le vittorie sono assurde.

Prendiamo l’Oscar a Marisa Tomei per “Mio Cugino Vincenzo” nel 1993, dai “Mio Cugino Vincenzo“?
Il film è una commedia carina, nulla più, con un Joe Pesci che, per farlo sembrare più giovane, ha la pelle così tirata dallo scotch che ha gli occhi come i giapponesi e Marisa Tomei fa la figlia di un meccanico italo-americano. Meritava davvero l’Oscar?

Nel 2002 era l’anno della gente di colore e vincono Denzel Washington per “Trainig Day“, uno dei film più sopravvalutati della storia, e Halle Berry per “Monster’s Ball“, dove le balle mostruose sono quelle degli spettatori che hanno visto il film. Altri due Oscar non meritati.

Nel 2004 altro Oscar non meritato va a Charlize Theron per “Monster“. Al di là che il film avrebbe dovuto sottotitolarsi “Apologia Gratuita Di Una Serial Killer“, Charlize, che era ingrassata per la parte e si era messa il naso finto, per tutto il film mantiene una sola espressione: grugno da dura con il mento spinto in fuori. Che interprezzzzz… Zzzzz…

È evidente che ai membri dell’Accademy piacciono quelli che si truccano e i perdenti, ma perdenti fino ad un certo punto. Come dice Kirk Lazarus in “Tropic Thunder“, uno dei film più sottovalutati di sempre: “Mai completi ritardati. Prendi Dustin Hoffman in Rain Man, non completo ritardato, stuzzicadenti, carte, autistico sì, ma ritardato no. Tom Hanks in Forrest Gump, apparecchio alle gambe, ritardato forse, ma affascinava Nixon, era un eroe di guerra. Hai mai visto ritardati eroi di guerra? Mai ritardati completi ritardati Man. Chiedilo a Sean Penn, Mi Chiamo Sam, completo ritardato, mani vuote.” (citato a memoria non ammazzatemi se non è uguale)
Proprio da questo bellissimo film viene un’altra batosta alla serietà degli Oscar: la Universal fa di tutto perché sia candidato Kirk Lazuras come miglior attore non protagonista… nomination che poi va a Robert Downey Jr. che lo interpreta, ma non vince nel 2009.

Sempre nel 2004 poi c’è la carneficina di Peter Jackson con “Il Signore Degli Anelli – Il Ritorno Del Re” che vince 11 Oscar, tutti quelli importanti, diventando uno dei 3 film della storia con il maggior numero di statuette, insieme a “Ben-Hur” e “Titanic“. La sensazione è quella che si sia premiato questo film per premiare Jackson dell’immane lavoro fatto per trasporre al cinema “Il Signore Degli Anelli, non che la trilogia non li meritasse, ma non sono stati premiati i primi 2, sicuramente migliori, poi il terzo, che sinceramente è il più debole, film fa incetta. Un minimo sospetto.
Di certo nessuno dei 3 “Lo Hobbit” bisserà il successo alla notte degli Oscar, e infatti per ora il primo è candidato solo per gli effetti speciali.

Comunque all’Accademy hanno il cuore sensibile, hanno premiato Heath Ledger postumo nel 2009 per la sua interpretazione del Joker ne “Il Cavaliere Oscuro“. Non dico che non lo meritasse, ha fatto un gran lavoro, non c’è dubbio, ma sono pronto a scommettere che se fosse stato vivo l’avrebbe visto quel premio nemmeno con il binocolo. Probabilmente non sarebbe stato nemmeno nominato.

Quest’anno sono rimasti fuori Christopher Nolan, Sam Mendes e Quentin Tarantino, nella cinquina dei registi.
Quentin si sa, sta sulle palle perché fai bei film, stravolge le regole classiche del cinema e “l’anzianità” dell’Accademy non lo digerisce. Christopher invece proprio non lo merita. Così come è giusto che “Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno” sia rimasto fuori, non è di certo uno dei migliori film dell’anno passato.
Un po’ mi spiace, invece, per Sam Mende e il suo “007 – Skyfall“, ha confezionato un gran film, riportando alle origini il mito di Bond e stravolgendolo completamente allo stesso tempo. Si poteva fare di meglio, ma era molto difficile, intanto si è preso un sacco di nomination tecniche.
Tutto questo se davvero glo Oscar fossero dei premi seri e non una trovata pubblicitaria.

Ovviamente ci sarebbero altre decine di esempi per cui gli Oscar non mi piacciono e non li considero un valido metro per giudicare un film.

Voi, invece, cosa ne pensate?

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

13 pensieri su “And the Oscar goes to… aspetta un attimo, parliamone

  1. io penso che “il cavaliere oscuro – Il ritorno” sia una cagata pazzesca! (cit.)

    già un film a cui non riesci a trovare un nome originale già dovrebbe fartelo puzzare a un km.. e per fortuna l’ho visto in vhs duplicata da mio cuggino :D

    tornando agli oscar, condivido in pieno il tuo senso di “disgusto”, come del resto è tutto quello che è americano.. da quando è passato da trasmissione pseudo accettabile (come durata) ad edizione full alla “ben hur” con tutti i cavalli.. basta.. basta..

    poi io titanic non l’ho mai visto.. sinonimo che mi sta più sulle balle la faccia di Dicaprio che non la carriola di oscar che ha preso..

    poi tutto l’interesse è definitivamente decaduto quando con Cameron e Avatar sono andati a prendere un film girato due anni prima dalla ex moglie per metterla in contrapposizione e dare un fottio di premi a film che non era nemmeno stato candidato nella tornata “regolare”
    il pallone è mio e ci gioco solo io con le mie regole..

    ho deciso che un film lo guardo e se mi piace me lo ricordo.. se non mi piace lo cancello.. libero arbitrio rulez!

    • Ciao Claudio.

      In effetti 9 oscar a The Hurt Locker li trovo eccessivi… a me non è piaciuto per niente e sinceramente non ho capito quello che voleva dire :)

      Poi certo io i film li guardo e mi piacciono al di là degli Oscar che prendono… anche perché, come dico, non me ne può fregare di meno :P

      • the hurt locker è un bel film se sei appassionato di tutto quello che gravita intorno alla “guerra”, non neghiamolo, ci sono anche persone che vogliono sapere di quell’aspetto della vita (alzo la mano.. ma non per un aspetto macabro.. ma perchè se ami i fiori devi anche conoscere la merda che li nutre e li fa crescere) lo scopo di quel film è quello più semplicemente banale che ci possa essere.. raccontarti la vita di un artificiere in quelle situazioni.. il peso delle decisioni.. lo stato psicologico.. che io posso apprezzare perchè ho delle chiavi di lettura in più rispetto a chi di queste cose non interessa.. di fatti è un ottimo film di nicchia.. ma non un film da oscar.. nemmeno per un attimo.. di fatti ha vinto quello che ha vinto ma avatar al botteghino lo ha fagocitato anche dopo gli academy..

        • Non mi fraintendere. Il film l’ho capito, in linea generale. Ma ha una prima parte veramente bella, ma la seconda parte ad un certo punto si perde, secondo me, e non riuscivo più a capire cosa volesse dire e dove volesse andare a parare. Sensazione che mi è rimasta anche dopo i titoli di coda.
          Diciamo che non sono riuscito a digerirlo… ma magari sono io.

          Poi la Bigelow a me piace un casino, i suoi film li ho visti, e apprezzati, quasi tutti :)

          • del resto non era nemmeno facile finire un film che in realtà non ha da dire se non delle “scontatezze” senza contare che storie del genere in america non le vogliono sentire.. sanno che c’è una guerra ma girano la testa dall’altra parte.. come l’ottima serie “generation kill” sospeso alla prima stagione per carenza d’ascolti.. e grazie sottolineava quanto fosse stupida quella guerra e metteva in ridicolo (giustamente) le linee di comando che non sapevano e tutt’ora non sanno quello che sta facendo.. sono film scomodi.. sopratutto film che non possono avere un finale per una guerra che non finirà mai..

  2. Diciamo che un fan accanito degli Oscar o della cerimonia in sé e per sé non lo sono neanche mai stato in realtà, ma mi ha perso definitivamente di ogni credibilità (e vedo che non solo l’unico) dal 2010 per l’incidente di The Hurt Locker.

    Oltre che per un mero fattore commerciale infatti mi è sembrato che ci fosse qualcosa di più di un’impronta definiamola “propagandistica” in un periodo in cui l’opinione pubblica iniziava a storcere il naso per l’esito delle missioni USA in Iraq e Afghanistan.

    Ma una cosa che trovo ancora più squallida sono i toni sensazional-patriottici della stampa italiana che accompagnano sistematicamente il percorso di ogni film candidato al premio per Miglior Film Straniero a partire dalla nomination fino all’inevitabile capolinea che non può essere altro che, salvo rare eccezioni, la canna del cesso.

    • Ahahahaha, Andrea, con l’ultima parte del commento mi hai fatto piegare.

      Ho evitato volutamente di parlare di stampa italiana e Oscar perché non volevo scrivere un libro fiume e soprattutto volevo evitare di farmi scoppiare il fegato :P

      Grazie per aver commentato, se poi vuoi tornare a seguirci siamo più che contenti :)

      • Vi seguo già da qualche settimana effettivamente, ho trovato il blog cercando notizie sull’HFR eccetera e l’ho trovato subito degno di bookmark :) ahah

        Ho dato una scorsa veloce anche ai vecchi articoli (epico quello sul cinema perfetto) e non mi sono soffermato a commentare perché volevo appunto mettermi “in pari” con i post, adesso che lo sono cercherò più spesso di fermarmi a fare due parole.

        Alla fine la maggior parte dei blog di tecnologia che si trovano in rete è scritta da
        – pezzenti che copiano a destra e a sinistra che non sanno neanche pulirsi il culo se non hanno un bigino davanti;
        – pazzi invasati che si strappano la carne dalle ossa su ogni argomento come se fossero stati chiamati in una guerra santa;
        – ragionieri che scovano notizie, fanno il loro compitino raccontando agli utenti quello che succede e chi s’è visto s’è visto.

        Qui invece mi sembra di aver trovato il miglior compromesso possibile quando mi va di leggere qualcosa e commentare come se si fosse al pub con una birra davanti ;)

        • Lo prendo come un complimento… XD

          Scherzo, grazie mille, per quanto siamo convinti delle nostre idee, cerchiamo sempre di essere obiettivi, nei limiti dell’umano ovviamente e se non sappiamo qualcosa, piuttosto che riportare cose lette in giro, evitiamo di parlarne.

          Se hai voglia di farti due risate (amare), e non l’hai già letto, ti consiglio di vederti la categoria delle Bestie Da Cinema :D

          Grazie ancora, i riscontri come i tuoi fanno piacere ;)

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