I veri segreti di Monkey Island

Un po’ di tempo fa qualcuno qui sul blog mi aveva chiesto di parlare di Monkey Island. Poi settimana scorsa Messer Satanasso mi ha consigliato di scrivere qualche post vintage sugli “attrezzi che non si usano più“… potevo scrivere delle penne a sfera e degli fogli di carta, oggetti che ormai si trovano nei musei chiamati Cartolerie, ma invece ho deciso di accontentare entrambi scrivendo un bel post proprio su Monkey Island.

Siccome parlare del gioco vero e proprio ormai è un tantino tardi, che son passati 23 anni, ho deciso di dedicargli un post sulle curiosità della saga che stavo covando da un po’, ma che non ho mai scritto.
Così cominciamo con il botto e i successivi post vintage saranno un po’ deludenti, che magari non ve ne fregherà tanto come di Monkey Island.

Metto le mani avanti: non ho un sapere enciclopedico su tutto, quindi quello che scriverò è stato raccattato negli anni e in giro per internet da articoli, forum, siti e altre cose varie. Dove è possibile metterò la fonte, dove invece sono semplici post su forum e altro che non riesco più a recuperare purtroppo non posso segnalarveli.

In questo post mi concentrerò sui primi due giochi della serie: The Secrets Of Monkey Island e The Secrets Of Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge, dopo vediamo il perché.

Il primo Monkey Island uscì nel 1990 pubblicato e prodotto dalla LucasArts, ma era stato ideato e scritto da Ron Gilbert, con il supporto ai testi di Tim Schafer e Dave Grossman. Furono questi tre a decretare il successo interplanetario del gioco, con i loro dialoghi assurdi, le gag surreali e le battute demenziali.
Il secondo Monkey Island uscì nel ’91, sempre scritto da Gilbert, Schafer e Grossman.
Tutti gli altri seguiti, invece, furono realizzati dopo che Gilbert se ne andò dalla LucasArts portandosi via la sceneggiatura del vero 3° episodio della serie. Quindi tutti i Monkey Island dal numero 3 in poi si possono considerare apocrifi visto che furono realizzati senza nemmeno consultare Ron Gilbert, che è la vera e propria anima di Monkey Island.

L’idea per il primo MI venne a Gilbert grazie all’attrazione Pirates Of The Carribean di Disneyland.
Guarda caso quella stessa attrazione fu alla base per una famosa serie di film sui pirati cioè Pirati Dei Caraibi. I veri fan del gioco, durante la visione dei primi due film della serie, hanno avuto di sicuro molti momenti di deja vu e saranno di sicuro tornate alla mente situazioni e scene dei due MI originali. Ad esempio la visita alla Voodoo Lady nella palude, identica alla scena finale di Pirati Dei Caraibi 2, o più semplicemente la scena nel primo film dove Jack Sparrow scivola sulla corda durante la prima evasione, in molti si saranno immaginati che atterrasse con in mano il Pollo Di Gomma Con La Carrucola.

Tutta la scena in prigione di Jack Sparrow ricorda molto la fuga di Guybrush Treepwood in MI2 dove deve convincere il cane Walt, nome non scelto a caso, a consegnargli la chiave della cella.
All’inizio del secondo film, sempre Jack Sparrow, usa una cassa da morto come barca per fuggire, esattamente come fa Guybrush nel gioco.

Personalmente, vedendo i primi due Pirati Dei Caraibi ho pensato che un film su MI era davvero possibile e sarebbe riuscito anche bene.

La primissima versione del primo MI era composta di ben 8 dischi. Lo swap dei floppy era effettivamente una rottura di scatole, lo sapevano i giocatori e lo sapeva benissimo Gilbert che inserì un piccolo scherzo autoironico, che però si rivelò deleterio.
Quando Guybrush era nella foresta, interagendo con un tronco cavo, appariva la richiesta di inserire il Disco n°22, o il n°23 o il n°47 o il n°114. Bisogna tenere conto che nel ’90 non c’era ancora internet per cercare informazioni sui giochi o per mandare vibranti mail di protesta, ma c’erano queste hot line, delle case editrici di giochi, che si potevano chiamare per chiedere aiuti, informazioni o riferire lamentele. Ovviamente erano tutte americane, se uno chiamava dall’Italia poi, all’arrivo della bolletta, veniva spazzato via dalla furia dei genitori.
Invece di ridere dello scherzo di Gilbert, i giocatori sudarono freddo e si buttarono sul telefono chiamando la hot line della LucasArts chiedendo spiegazioni e pretendendo i dischi mancanti, che in realtà non esistevano. Il centralino ovviamente collassò per il numero delle chiamate e nelle edizioni successive, composte da meno di 8 dischetti, il messaggio a schermo venne rimosso.

Però Gilbert non si diede per vinto e su quel fatto ci scherzò in MI2, dove inserì un telefono, nella foresta, con cui Guybrush poteva chiamare la hot line della LucasArts e chiedere al centralino come fare ad uscire dalla labirintica vegetazione.

Io sto continuando a citare il nome del protagonista, ma da dove viene l’assurdo Guybrush Treepwood?
Come tutte le cose migliori è stato scelto per un puro caso. Il grafico Steve Purcell, che aveva disegnato gli sprite del protagonista di MI, li aveva salvati con il nome Guy.brush, perché “.brush” era l’estensione con cui il programma di grafica Deluxe Paint salvava i file. Alla fine a Gilbert il nome Guybrush piacque e decise di mantenere quello.

Il cognome, invece, venne scelto grazie ad un concorso interno indetto dalla LucasArts e vinse la proposta presa dalla Famiglia Treepwood protagonista dei racconti dello scrittore inglese P.G. Wodehouse.
Uno dei tormentoni dei MI era che il cognome Treepwood venisse sempre storpiato dagli altri personaggi che apparivano nel gioco, un po’ come accade al nostro Fantozzi.

Invece il nome del Governatore di Mêlée Island, Elaine Marley, fu un’idea di David Grossman.
All’inizio il personaggio si sarebbe dovuto chiamare solo Governatore (Governor in originale), ma Grossman, per scrivere una battuta all’incontro tra Guybrush e il Governatore, citò Il Laureato facendo esclamare a Guybrush: “Elaine!” proprio come fa in chiesa Dustin Hoffman alla fine del film. Il cognome Marley invece viene da Bob Marley visto che tutta la colonna sonora del gioco è raggae, genere di cui Grossman era appassionato.

I personaggi di MI non solo avevano nomi fantasiosi, ma erano anche ispirati a persone reali.

Elaine Marley aveva le fattezze di una impiegata della LucasArts, Avril Harrison, la Maestra di Spada Carla era ispirata a Carla Green, della LucasFilm Games Product Support. Infine l’uomo travestito da Troll a guardia del ponte che Guybrush deve attraversare all’inizio, altri non è che George Lucas in persona.

Questo fa capire quanto Gilbert, Shafer e Grossman fossero avanti e già nel ’90 davano del Troll a Lucas, mentre noi ci siamo arrivati solo nel ’97 quando ha cominciato a sputtanare i Guerre Stellari. Ma questa è un’altra storia.

I primi due MI sono anche un coacervo di citazioni più o meno palesi di un sacco di film e, più in genere, di cultura pop anni ’80, nonché alle altre avventure grafiche della LucasArts.

Le citazioni dei film vengono da Terminator, Monthy Python, Star Wars e persino dall’Agente Get Smart, epico telefilm degli anni ’60.
Alcune volte sono proprio frasi prese pari pari, nella versione in lingua originale dei giochi, dai film succitati, altre volte sono solo idee, poi sviluppate e inserite come parti di gameplay nei giochi. Ad esempio, i duelli di spada a colpi di insulti, sono stati ispirati a Gilbert, Schafer e Grossman dai duelli di Errol Flynn nei film di cappa e spada… certo nel gioco erano un po’ meno aggraziati e gli insulti erano decisamente più esilaranti.

Ma il vero segreto dei due MI, nonché il motivo principe perché non considero i vari seguiti, è che i primi due Monkey Island pare siano in realtà solo il gioco inventato da due bambini mentre visitano l’attrazione Pirates Of The Carribean a Disneyland.

Le prove a suffragio di questa teoria sono davvero molte.

Innanzitutto The Secrets Of Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge finisce con i piccoli Guybrush e Chuky che vengono cacciati fuori da un capanno in cui non devono stare. All’uscita sono accolti dai loro genitori che li cazziano perché erano spariti e si vede chiaramente che sono in un parco giochi, il Big Whoop.
Se volete vedere, andate intorno al minuto 6 del seguente video.

In ogni caso, oltre a quello, entrambi i giochi sono disseminati di indizi che, a prima vista, possono solo sembrare simpatiche battute ironiche, tipiche della serie, ma che messe tutte insieme puntano in una direzione.

Durante la sua avventura Guybrush riceve, prima come premio, poi dentro un forziere, due T-Shirt di cotone, tipico regalo dei parchi a tema americani.

In ben due occasioni Guybrush ha a che fare con dei distributori moderni simili a quelli della Coca Cola, ma che nel gioco, ovviamente, distribuiscono Grog.

In Monkey Island 2 il tesoro segreto Big Whoop è in realtà un misterioso biglietto con su una E che… non serve a niente nel gioco.

Guarda caso, un biglietto con la E stampigliata sopra è un biglietto di Disneyland che permette di fermarsi anche dopo l’orario di chiusura del parco e dà l’accesso a New Orleans Square proprio dove si trova l’attrazione Pirates Of The Caribbean.

Infine Booty Island e l’entrata del parco Big Whoop sono straordinariamente uguali

Purtroppo Ron Gilbert non conferma né smentisce la storia, si limita a sorridere e a dire che se fosse riuscito a fare Monkey Island 3 avrebbe svelato al mondo il vero segreto di Monkay Island.

 

 

Fonti:

10 Things You Did Not Know About Monkey Island

Monkey Island – The Revelation

 

 

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Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

14 pensieri su “I veri segreti di Monkey Island

  1. Bello, bellissimo.

    Tante curiosità che non sapevo,
    non avevo notato

    e non avrei notato.

    Oltre a confermarsi l’umiltà e l’intelligenza del Mister, che accetta consigli anche da chi
    di cultura nerd
    non ne sa una cippa

    come il sottoscritto.

    Grazie per la citazione e la considerazione.

    E complimenti per il post

    a mio parere davvero pregevole.

    • Grazie mille Messere.
      Beh, i consigli li accetto volentieri, non è che faccio sto blog per me e basta :D

      Se questo va bene, ne farò altri con “la stessa filosofia”, sperando piacciano… e per ora sta andando bene :D

  2. Purtoppo non ciò mai giocato ma a leggere sto post mi viene voglia di riscoprirlo e sopratutto di usare il pollo di gomma con la carrucola!!

    • Eh, Theo, devi recuperare assolutamente!

      Poi ora sei facilitato che con internet hai tutto senza spendere un centesimo, ti basta cercare SCUMM e trovi tutto il necessario per sbizzarrirti con queste mitiche avventure grafiche ;)

  3. sono arrivato alla casa del governatore nel primo e poi l’ho abbandonato.. lo ripresi con i vari scumm e emulatori.. arrivo alla casa del governatore e lo pianto.. deve essere una sorta di blocco psicologico..

  4. Troppo tardi, già racconto nostalgiche storie con una bottiglia di birra in una mano e il cd originale di le chuck’s revenge nell’altra…

  5. Va bene..xò(riguardo al fatto che i due interi giochi siano la fantasia di due bambini)nn tieni affatto conto che alla fine del secondo i poteri di chuck si manifestano cmq (dagli occhi)

  6. E’ passato molto tempo e non ricordo se fosse MI o MI2..
    ma ad un certo punto c’era un pappagallo che diceva
    “Polly vuole un biscotto” e cioè “Polly wants a cracker” la prima frase di Polly dei Nirvana.. Almeno questo ho sempre sospettato io.

    • Ciao Mek, credo sia una coincidenza, come da noi Portobello è il nome generico dei pappagalli, o Fido per i cani, là è Polly per i pappagalli e, in genere, gli danno quelli che loro chiamano crackers, ma non sono i nostri crackers, sono più biscotti :D

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