Trascendence è la versione psicopatica di Lei

Transcendence

Buona Pasqua a tutti!

Voi penserete che io sia in ritardo con gli auguri, che avrei dovuto farveli ieri e tutto il resto. Invece no, mentre voi eravate in coma sul divano, con l’occhio a mezz’asta, cercando di digerire l’abbacchio, alla faccia di tutti gli animalisti su Facebook, e le 3 tonnellate di cioccolata delle uova di Pasqua, io scrivevo questo post.

Quindi gli auguri sono in diretta, anche se li leggete con un giorno di ritardo.

Ora che vi ho confusi con questi paradossi temporali, siete pronti a leggere di un film che con i paradossi temporali non c’entra niente: Trascendence.

Come al solito il post non contiene spoiler, così come il film non contiene Johnny Depp.

Viviamo in un mondo in cui la tecnologia ci accompagna passo dopo passo. Letteralmente.

Una volta i cervelli elettronici occupavano una stanza intera. Erano degli enormi armadi con dentro delle bobine che giravano e giravano per ore e, alla fine, sputavano un foglio con su la risposta a domande difficilissime quali: 2+2= ?
Oggi invece andiamo in giro portando in tasca cellulari centinaia di volte più potenti di quei computer, centinaia di volte più piccoli, e sfruttiamo tutta questa invereconda potenza di calcolo per controllare Facebook, mandare i Whatsapp agli amici, fare le foto a tutto quello che mangiamo e scrivere frasoni sagaci su Twitter, che così poi abbiamo un sacco di follower che ci ritwittano e ci sentiamo importanti.

La tecnologia, come vedete, ha fatto passi da gigante per andare incontro all’uomo e alle sue necessita e, perché no, soddisfare le sue vanità e la sua voglia di facezie. Ci sono aziende, come la Apple, che, sfruttando la nostra vanità e la nostra voglia di stronzate, ci hanno fatto i miliardi.

Ormai la tecnologia è diventata parte integrante del nostro DNA. Ieri, per esempio, ho scoperto che mia nipote, a soli 2 anni, sa usare da sola il lettore DvD per vedere la Peppa Pig quando sua madre spegne la Tv dicendo che l’ora dei cartoni è finita. Io a quell’età sapevo solo farmi la cacca addosso.

La tecnologia, i computer, i telefonini intelligenti, oggi ci permettono di fare tutto. L’unico limite che hanno è che non hanno una coscienza e non sono senzienti, hanno sempre bisogno di noi che diciamo loro di fare quello che vogliamo che facciano. Scusate il giro di parole.

Così, a occhio e croce, questo limite è abbastanza sentito un po’ da tutti. La Apple, tanto per prenderne un’azienda a caso, ha inserito Siri nel sistema operativo degli iPhogne in modo che uno possa fargli domande e ricevere risposte di senso compiuto. Le domande però devono essere semplici e le risposte, di conseguenza, sono anch’esse semplici. Insomma, non ci puoi fare i discorsi.

Transcendence - Johnny Depp

Ad oggi, non ho ancora capito a che cazzo serve Siri!

Il cinema, che da sempre raccoglie le smanie della gente, non poteva esimersi dallo sfornare film su questo argomento: l’intelligenza artificiale.
Giusto il mese scorso è uscito Lei, ultimo di una lunghissima serie di film sull’argomento, in cui Spike Jonze, sfruttando un sistema operativo senziente, parla della solitudine e dell’alienazione a cui lìattuale dipendenza dalla tecnologia può condurci.

Oggi, ad un mese di distanza, c’è al cinema Trascendence, un film che tratta lo stesso identico argomento, ma prova a parlarci di tutti gli altri problemi legati a questo tipo di evoluzione tecnologica, con un drammone fantascientifico che bisogna essere bravi e ben predisposti per digerire.

Il regista Wally Pfister, che già ha il nome da casa farmaceutica malvagia, era il direttore della fotografia degli ultimi film di Christopher Nolan e ha preso una delle tante sceneggiature, scritta da Jack Paglen, che girano in giro a Hollywood per trasformarla nella sua opera prima.

Non ho niente contro Pfister, ma secondo me ognuno dovrebbe fare il suo mestiere.

Transcendence - Johnny Depp truccato

Johnny Depp non ce la fa a fare un film senza il make up in faccia

Il fatto che Pfister sia un regista in prestito e prima facesse il direttore della fotografia, si vede dal fatto che non ha idea di che cosa sia il ritmo di un film. Per raccontare la storia si perde tra gocce di rugiada che cadono al rallentatore e bei paesaggi desertici ricoperti di pannelli solari. La fotografia del film è bellissima, le immagini sono molto artistiche, ma la voglia di urlare: “Cazzo, ma vai avanti!” è davvero forte.

In secondo luogo c’è anche un po’ di confusione sul messaggio che vuole dare al film.
Si parte parlando della Sindrome di Dio che attanaglia l’uomo, quella voglia di creare un essere senziente con un’anima una coscienza di sé, son scienziati e l’anima la chiamano così, sfruttando la potenza di calcolo esagerata dei computer, che a costruire i robot sono buoni tutti. Perché l’uomo intelligente, lo scienziato, si rende conto di avere dei grossi limiti intellettivi che gli impediscono anche di arrivare ad usare tutte le potenzialità che le macchine hanno, quindi sarebbe meglio che i computer ci pensassero da soli a sfruttarsi fino in fondo.
Solo che questo argomento, che potrebbe dare lo spunto per discussioni eterne, viene liquidato in maniera goffa con una frase e si passa a parlare di quanto tutta questa tecnologia ci condizioni. Il fatto di essere sempre online, su internet ad assorbire informazioni su informazioni, rischia di trasformarci in gusci vuoti manovrati da volontà altrui.

 Transcendence - L' Uomo Computer

Ma chi spolvera qui dentro?

“Volontà altrui” che non hanno una faccia o un nome, sono solo generiche “volontà altrui”, logge fumose che manovrano le informazioni per condizionarci e spingerci a pensare e ad agire secondo il loro volere. Bello, interessante, affascinante se vogliamo, ma ce ne aveva già parlato Don Siegel nel 1956 con L’Invasione Degli Ultracorpi. Certo, nel ’56 internet non c’era ancora, ma la paranoia sì.

In ultimo, son d’accordo che le emozioni sono reazioni chimiche e che, come tali, possono essere ridotte a complessi calcoli matematici per essere riprodotte.
Mi va bene anche parlare di scienza applicata a tutto, anche alle scelte più emotive che possono essere raggiunte con la fredda e lucida logica, scegliendo tra i pro e i contro delle conseguenze.
Accetto che il risultato sia vedere gente che parla d’amore con lo stesso trasporto con cui dice che sta andando a comprare il pane.
Posso assecondare qualsiasi tesi venga messa sul piatto allo scopo di raccontare una storia.
Però non posso accettare che, a fronte di tutti questi discorsi, la scienza si trasformi in magia sullo schermo.

Transcendence - La magia

In foto: la magia

Però Trascendence non è un brutto film. Non è nemmeno bello, se è per questo.
Si fa guardare in tutta la sua esasperante lentezza, mentre si aspetta che prima o poi decolli, che succeda qualcosa che faccia dire: “Ah, di questo vuole parlare!“.

Una volta superato lo shock di vedere Johnny Depp con la sua vera faccia, irriconoscibile senza cappelli strani e trucchi da pagliaccio, per quasi 20 minuti prima di venire digitalizzato per sempre, anche il resto del cast è apprezzabile per la sua impassibilità davanti a qualsiasi cosa.

Transcendence - Inespressività

Ecco, Morgan, se riesci a farla un po’ meno intensa è meglio

Immagino sia una precisa scelta di Pfister far sembrare Paul Bettany, Cillian Murphy, Morgan Freeman e Rebecca Hall delle facce di bronzo di fronte alla macchia da presa. Dico che lo immagino perché è impossibile che di colpo tutti recitino come fossero degli automi, senza un minimo di trasporto.

Ora so che vi state chiedendo: “Sì, vabbè, ma ne hai parlato malino, hai detto alla fine che non è brutto, né bello, ma ci consigli di andarlo a vedere?
Non lo so, dipende, vi è piaciuto Il Tagliaerbe?

 

 

Tutti i film di cui ho parlato:

Nerdcensioni

 

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

29 pensieri su “Trascendence è la versione psicopatica di Lei

  1. Buona Pasquetta caro MrChreddy…difatti nn saprei se andare a vederlo o no, è un po’ lento quindi…per vederlo a gratis col biglietto uci del compleanno? O meglio Spider Man 2 considerando che nemmeno quello mi convince e nn ho visto il primo?!

  2. Dunque,
    innanzitutto buona Pasqua a tutti,
    ed anch’io sono in tempo, perchè questo augurio l’ho pensato ieri

    anche se lo sto scrivendo oggi.

    E uno.

    Poi, stavolta vado solo mezzo OT,
    direi che oggi sono felliniano: OT e 1/2.

    Perchè sono OT solo per metà?
    Perché volevo parlare di un film che ho visto di recente

    Jobs.

    Ecco, il film non è malaccio, anche se è troppo agiografico
    e mi è piaciuta anche l’interpretazione di Ashton Katch… Ashton Kuch… insomma del fortunello che stava con Demi Moore

    che interpretava Steve Jobs davvero bene (secondo me).

    Ecco: ora lo so che si scatenerà l’inferno, ma io lo dico lo stesso

    Steve Jobs era un genio.

    Ok, ora mi direte che non tutte le idee erano le sue, che alla fine c’era Woz che blablablabla, che il marketing blablabla

    sì però non è solo l’invenzione di una cosa, che conta, ma anche la sua applicazione.

    Tutti gli smartfon oggi usano il dito per il touchscreen, anziché il fastidioso pennino, e il primo ad arrivarci, a rischiare è stato lui, poche balle.

    Il film parla di questo: lui ha sempre rischiato per dare qualcosa di più, di nuovo, di diverso.

    E se oggi non abbiamo più casse e casse di cd per ascoltare la musica, e non ci sono più sportellini e tasti che saltano o si incastrano e se il computer è arrivato nelle case con un comodo sistema a finestre

    lo dobbiamo al fatto che Jobs ha capito come, dove e quando usare certe invenzioni, rischiando di mandare tutto a carte quarantotto, quando poteva limitarsi a seguire il flusso.

    Certo, non è come scoprire la penicillina, ci mancherebbe,
    però intanto se il mondo gira in un certo modo è perché lui è uscito dagli schemi è ha camminato un passo avanti agli altri.

    E tenete conto che io non uso feisbuc, tuitter e affini
    ergo, chi vi parla non è certo un fanatico della tecnologia.

    • Ciao Satanasso e buona Pasqua anche a te.

      Non ho mai detto, io personalmente, che Jobs era un incompetente o altro.
      Anzi gli ho sempre attribuito i meriti che dici tu. E’ sempre stato uno bravo a rivendere le cose nel modo e nei tempi giusti. Era un genio del marketing e ha creato tendenze riciclando invenzioni che altri non erano stati capaci di piazzare sul mercato.

      Certo è che non camminava sulle acque, né era una persona facile e le sue belle porcate le ha fatte, come tutti quelli che arrivano a certi livelli.
      Pesare che fosse una specie di santo in terra mi sembra un po’ esagerato, però è questa l’idea che hanno tutti.

      Poi, per il resto, non condivido la filosofia Apple e quindi non entrerò mai in quel mondo.
      Non condivido nemmeno quella Microsoft, ma è necessaria, il male minore.

      Detto questo, ora che è uscito in DvD mi sa che me lo vedo, anche se rimango affezionato a I Pirati Della Silicon Valley. :)

      • Ho visto anche i pirati di Silicon Valley, che è indubbiamente più complesso
        e forse dipinge i personaggi in modo più completo e controverso.

        Insomma, i pirati di SV è, a mio parere, cinematograficamente preferibile

        ma anche questo si lascia guardare anche se credo, come giustamente sottolinei tu,
        che sia troppo indulgente nei confronti della figura di Jobs.

        Detto questo: io, invece, condivido pienamente la filosofia di ricercare qualcosa di unico di nuovo, di mai visto

        lo faccio nei film come in tanti altri campi.

        Insomma, per me se non vai avanti
        o rimani fermo

        o, cosa ben peggiore, vai indietro.

        • No, non sto parlando di tecnologia, ma proprio di filosofia dei suoi prodotti.
          Non mi sta bene comprare una cosa per non sentirla mai mia, non poter cambiare la batteria, non poter cambiare o aggiungere la RAM, l’HDD o qualsiasi altra cosa.
          L’iPhone così come esce di fabbrica te lo tieni, a meno di non crakkarlo perdendo però la garanzia. C’è chi è contento, a me non sta bene.
          Non mi interessa fare parte di un club elitario e potermi interfacciare solo con altri prodotti della stessa marca.
          Per dire, con il mio Samsung ci piloto la Tv Sony che ho a casa, l’iPhone non riesce a collegarsi nemmeno per mandare una foto.

          La Apple ha creato una strada che poi hanno battuto tutti, però per me finisce lì.

          P.S.
          Io ho il cellulare che si usa sia con il dito che con il suo pennino XD

          • Ma infatti io non ne faccio un discorso di aziende o relativi prodotti.

            Io parlo proprio di lui.

            Dico che, se l’Iphone avesse avuto l’esclusiva sul touchscreen ad libitum

            probabilmente avrebbe ammazzato il mercato e ora avrebbe il monopolio dei cellulari.

            Stessa cosa per i tablet, per i lettori mp3 e così via.

            Per non parlare del sistema a finestre.

            Insomma, tu puoi avere l’auto che preferisci
            ma alla fine il genio vero è quello che ha capito che il motore a scoppio poteva essere usato per trasportare le persone

            e non frullarci le banane.

            E se avesse conservato l’esclusiva
            o compravi la sua auto

            o andavi a piedi.

            p.s. No, dimmi la verità: quante volte hai usato il pennino?

            • -> modalità scassapalle on <- PS. Non vorrei sbagliarmi, ma il brevetto apple è sul multi-touch, non sugli schermi touch in generale, nè tantomeno sui touch capacitivi, di cui il multi-touch è un sotto insieme. Per quanto riguarda i touch screen resistivi, lì bisognerebbe dire un bel grazie a Nokia e SonyEricsson. PPS. Io uso spesso il pennino.

              • Gran bello smartphone, io ho da poco comprato il 2, mi sono “accontentato”. Il bello che oggi ho visto il 4s della Eppol “in offerta” a 389€ quando il mio Note l’ho preso a 260€(nuovo), che ridere!

                • Anche io per il Note 3 ho speso meno di 300 euro per un’offerta su un sito, ovviamente non è italiano, ma tedesco.

                  La politica dei prezzi alti della Apple è parte del suo successo.

                  • Ok che l’hai preso in Germania ma sicuro che sia il Note 3 e non il Note 3 “Neo” che si trova appunto a meno di 300 euro? Essendo che sei “un precisino della minkia”, come dici sempre tu, non dubito del fatto che sia davvero il Note 3 normale che di solito(almeno in Italia) sta oltre i 500 euro e che tu abbia trovato l’offertona(anche se sarà sicuramente con la garanzia europea).

                    La Eppol può fare, dire e pensare quello che gli pare ma di certo uno smartphone del 2011 con ancora il display da 3.5 pollici e senza lo slot micro sd a 389€, io non lo compro di sicuro.

                    • Sìsì, il Note 3 normale, lo stavo tenendo d’occhio insieme all’S4 perché il mio S2 tirava le cuoia e ho trovato quest’offerta su un sito, Stockisti e me lo sono preso al volo. Poi è tornato a 100 € in più. Ora è a 409 euro.
                      Ma anche la mia Tv l’ho presa su Mediaworld che era in offerta a 1000 euro e il giorno dopo era tornata a 1300.
                      Ci vuole culo e controllare tutti i giorni :)

                    • Si lo conosco quel sito ma non ho comprato mai niente. Sinceramente quando si tratta di prodotti elettronici preferisco sempre comprare in un negozio fisico(nel caso del Note anch’io MW), così se ci sono problemi vado subito a cambiare il prodotto. Per il resto per accessori e robe da 20-30 € o robe più costose ma di cui m’importa meno vado di Ebay.

                    • Ovviamente il post qui sopra andava nella discussione più in alto e non qui sotto, pazienza.

        • Messere trovo un po’ ingenuo da parte sua e della sua grande cultura, dire che la filosofia di Steve Jobs era ricercare qualcosa di unico. Quello, mi sembra evidente, sia più uno spot pubblicitario che altro. La vera filosofia di uno che vuole creare qualcosa di unico cozza con lo stesso concetto di distribuzione di massa. Uno che vuole creare un unicum fa tutt’altro genere di lavoro e/o prodotti, in tutti i casi, non quelli destinati al mass market. L’unicum non è l’idea dietro il prodotto, ma quella dietro la comunicazione del prodotto. Ovviamente questo non lo dico io ma una schiera interminabili di studiosi della cultura di massa di cui, mio malgrado, ho letto diversi testi.

          • Ciao, Sora e auguri passati
            (io augurai, tu augurasti, egli augurò…

            no vabbè, questa è proprio brutta)

            comunque: voglio precisare che per “unico” non intendevo come la Guernica, il Colosseo o Nerds Revenge, ossia che ce n’è uno solo,

            ma unico nel senso di esclusivo:

            lo vendo a tutti, ma lo vendo solo io.

            Io sono una capra in materia, e quindi non so manco la differenza tra un multitouch, un touch resistivo o capacitivo,

            perciò vado al sodo:

            il primo cellulare che io ricordi che utilizzava il dito sullo schermo e non sui tasti è stato l’Iphone.

            Oggi, qualunque cellulare è figlio di quella concezione.
            E così l’ipod e l’ipad
            (tanto che questi nomi spesso identificano l’oggetto generico

            e non l’oggetto di quella marca specifica

            un po’ come la coca cola e l’aspirina).

            Questo, secondo me, significa fare qualcosa di unico, ossia qualcosa che, al momento dell’uscita sul mercato, ha qualcosa

            che nessun altro ha in quel momento.

            P.S. Hai lasciato accesa la modalità scassapalle

            poi la bolletta la paga il Mister…

            • Un discorso un po’ distaccato dalla realtà… allora zuckerberg è un genio, e tutti quelli che hanno avuto una buona (prima) idea? Con questo discorso il tablet l’ha inventato Microsoft….
              Se Jobs era un genio era dal punto di vista della comunicazione. Poi queste possono essere opinioni personali, ma in tutti i casi non scomoderei un termine elevato come “filosofia” :)

              • Ma infatti il termine “filosofia” l’ha utilizzato il Mister e l’ho ripreso per potergli rispondere.

                In ogni caso non l’ho certo usato nel suo significato letterale, ma in modo improprio per delineare un certo tipo di “Forma mentis” nel fare le cose.

                Per il resto, onestamente ribadisco di essere poco esperto in materia

                (anzi, per niente)

                però non mi pare che Jobs abbia avuto solo una buona idea.
                Anzi, ne ha avute diverse. Ed anche quando non erano le sue ha capito come, dove e quando andassero applicate.

                Mi sembra un po’ azzardato paragonarlo a Zuckerberg, che, tra l’altro, a mio modo di vedere, non ha affatto avuto una buona idea.

  3. Sul tema alienazione da internet, la pagina Facebook di Nerds’ Revenge pubblicò mesi fa una “Vignetta seria del giorno”, che apprezzai e condivisi: quella con il logo del medesimo social network visivamente equiparato ad un periscopio, con cui scrutare il mondo attraverso la finestra alta di un capannone, anziché varcare la soglia della sottostante porta aperta.

    Riguardo alla domanda di chiusura, MrChreddy, ricordo che «Il Tagliaerbe» mi piacque così e così: lo vidi in un cinema-teatro di paese, parecchie settimane dopo l’uscita, e non mi è ancora tornato il desiderio di rivederlo.
    (Un giorno o l’altro accadrà, perché ho il dvd, ma circa il binomio Pierce Brosnan – virtual reality anteporrò sempre la gag, con Miss Moneypenny, che introduce l’epilogo di «The World Is Not Enough»).

    Quindi ti ringrazio di avermi fatto risparmiare (unendo l’utile al dilettevole) non tanto 5,50 euro di ingresso ridotto superskin, quanto 6,60 di A/R da qui al multiplex (preferisco il treno) ed alcune ore di tempo libero: «Transcendence» lo vedrò a casa, eventualmente, senza particolare fretta.
    Certo, con tutto il rispetto per Rebecca Hall, se con Johnny Depp ci fosse stata la sua ragazza Amber Laura Heard, di film quali «The Informers» e «Drive Angry» (augurî per i ventotto anni oggi, 22 aprile; e buon Tempo di Pasqua a tutti), il richiamo della “Grande F” – © Mrc sarebbe stato irresistibile. ;)

    Ma stando così le cose, dopo decenni di “fantacoscienza” (definizione coniata da un critico, in realtà, per il «Solaris» originale ’72), confesso di rimanere affezionato ad Ally Sheedy e all’intrattenimento – non futile – che garantisce il “ragazzaccio” del Norad (come viene apostrofato dal suo programmatore), ovvero il senziente e sagace «Joshua»:
    – Strano gioco. L’unico modo per vincere è non giocare.

    • Essì Marco, mi fai venire la labirintite quando commenti XD

      Comunque la questione è sempre la stessa di tutti questi film. C’è una buona idea alla base che poi viene sfruttata nel modo più banale e lineare possibile, non c’è il benché minimo sforzo di dire qualcosa che non sia già stato detto.

      Se ti capita guardalo in dvd a tempo perso, perché non aggiunge niente al panorama cinematografico né fantascientifico.

  4. Un post pieno di spunti di riflessione che hanno molto poco a che vedere il con film in se:

    “Come al solito il post non contiene spoiler, così come il film non contiene Johnny Depp”

    credo di non aver mai riso tanto in vita mia……………. kmq la tua frase buttata li apre un oscura parentesi su uno degli attori che con maggiore maestria è stato capace di distruggere la sua carriera. Da interprete che si è cimentato alla pari con nomi immensi in gioventù a indecente imitazione di un caratterista.

    “Ci sono aziende, come la Apple, che, sfruttando la nostra vanità e la nostra voglia di stronzate, ci hanno fatto i miliardi”

    mai verità fu tanto profonda… e per questo invoco l’apocalisse zombie o un ritorno al pleistocene. Howard (quello di Conan e dell’era hyboriana) sarebbe perfettamente d’accordo con me.

    Concludo dicendo che ci vuole una discreta abilità a far sembrare Morgan Freeman un baccalà, se Pfister (che più che il nome di una casa farmaceutica malvagia sembra il nome di una brutta malattia) ci è riuscito, ha guadagnato la mia stima. :P

    • Secondo me Johnny Depp è stato rovinato da Tim Burton, è stato lui a dare il là ai personaggi strambi. Poi, vabbè, Johnny Depp ci ha giocato e ci è finito dentro con tutte le scarpe.

      Mah, secondo me hanno lavorato tutti al minimo sindacale… o non c’avevano voglia, oppure è stato Pfister a pretendere interpretazioni piatte.

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