Una delle mie passioni fin da piccolo sono stati i film d’azione. Mi piacevano di ogni genere. In realtà da piccolo mi piaceva tutto, anche se faceva oggettivamente schifo.
Mi piacevano i film dove si combatteva, magari con le arti marziali. Magari come i film con Bruce Lee, li vedevo, poi il giorno dopo andavo a scuola e, con i miei compagni delle elementari, giocavamo a rifare il film, che poi significava prenderci a calci e pugni forti, possibilmente in faccia, urlando: “Uatttaaaaaaaaaa!!!!“.
In genere vinceva sempre Gargiulo, che era il più alto e gorilloso della classe… e poi aveva sempre su le scarpe ortopediche, quelle in kevlar con l’anima in ghisa. Le usava anche quando giocavamo a pallone, riempiendo il reparto ortopedico del San Carlo con tutti noi…
Ma dicevo che mi piacciono i film d’azione pieni di botte. Sia quelli pieni di gente che fa arti marziali, sia quelli di sparatorie e inseguimenti.
Crescendo sono finito in una compagnia con altri ragazzi con le mie stesse passioni. Uno di loro era in un giro di videocassette pirata duplicate 1500 volte e ogni tanto arrivava con delle chicche incredibili, tipo i film con Jackie Chan quando non se lo cagava nessuno, e ci siamo visti una marea di film cinesi bellissimi e anche che facevano schifo.
Poi, dopo un po’ di zozzerie Made in U.S.A. sono arrivati Prachya Pinkaew e Tony Jaa e i loro “Ong Bak” e “The Protector“, con i combattimenti dove si menano per davvero e gli stunt fighi, quelli che poi esci dal cinema e hai voglia di tirare ginocchiate e gomitate in fronte a tutti quelli che ti si parano davanti. I film americani sono spariti di botto.
Settimana scorsa, vagando per la rete, sono incappato nel titolo di un film che non avevo mai sentito: “The Raid“. Tutti ne parlavano bene, vincitore del Toronto Film Festival e acclamato al Torino Film Festival del 2011 e in molti altri festival dai nomi improbabili.
È stato etichettato come uno dei migliori film mai fatti, roba che anche gli americano hanno accantonato il remake che volevano fare e l’hanno distribuito così com’era, con i sottotitoli.
“The Raid” è un film indonesiano, diretto da Gareth Evans, un gallese. Evans si è trasferito in Indonesia per girare un documentario sulle arti marziali ed è finito per fare questo film. Ovviamente l’ho recuperato e me lo sono visto.
Spettacolo puro.
La storia è semplice: una squadra della polizia deve entrare in un palazzo, pieno zeppo di spacciatori e altri rifiuti urbani cattivissimi, per beccare un criminale inarrestabile a capo di tutta la mala della zona. Ma d’altronde c’è davvero bisogno di una trama profonda per un film di botte? No, mica è necessario.
Infatti per Gareth Evans non è necessario avere una storia, ma a lui basta un pretesto per mettere in scena uno dei film più emozionanti, tesi e ben girati degli ultimi anni. I combattimenti sono incredibilmente belli, brutali, efferati e soprattutto veri, complice anche la totale assenza delle leggi sulla sicurezza nei posti di lavoro e stuntman a cui non importa molto continuare a camminare sulle loro gambe e che hanno un basso attaccamento alla vita.
“The Raid“, però, è anche un film scientificamente accurato, ripercorre e dimostra alcune semplici leggi della fisica e della medicina che spesso diamo per scontate.
Ad esempio ci fa vedere che il corpo umano non riesce a opporre una buona resistenza ai colpi di machete e alle coltellate. Dimostra anche che le ossa e le articolazioni hanno una buona durezza, ma una scarsissima elasticità. Una volta che si prova a piegarle esse si spezzano. Infine, legge fisica che spesso sottovalutiamo, un corpo umano e un parapetto di cemento non possono coesistere ed occupare lo stesso spazio contemporaneamente, quindi uno dei due deve cedere e piegarsi intorno all’altro. I parapetti di cemento sono poco avvezzi a piegarsi intorno ai corpi umani.
Il protagonista è Iko Uwais, uno che di arti marziali se ne intende, pratica il Silat sin da quando era piccolo e picchia come un fabbro incazzato nero.
A tenergli testa c’è Yayan Ruhian uno che ci mette meno a storpiarti per sempre che ad allacciarsi le scarpe.
Il film dura un’ora e 40 minuti di tensione costante, sparatorie, colpi di machete e combattimenti feroci, ottimamente coreografati, una roba che fa sembrare i film Hollywoodiani delle puntate dei Babapapà. Anche io son rabbrividito in un paio di scene.
Una vera soddisfazione per chiunque ami i film d’azione di un certo tipo.
In Italia probabilmente arriverà per un paio di spettacoli pomeridiani nell’estate del 2030, mezzo tagliato, quindi recuperatelo e intanto guardatevi il trailer non censurato, se non vi sale l’adrenalina vuol dire che avete dei problemi seri.
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Scritto da: MrChreddy
"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"
oh my god!! finalmente!! una scena che aspettavo da secoli.. due che si scazzottano.. vanno a terra e invece di lucidarsi i menti per tre quarti d’ora il più sveglio tira fuori una pistola e via tre pistolettate in faccia!!! ecchecazz… hollywood ma ci vuole tanto??
No, non ci vuole niente, le scazzottate qui finiscono dopo 3 secondi con qualcuno con un coltello infilato da qualche parte…
Solo il combattimento finale è un po’ lunghino, ma merita, altamente spettacolare ;)