Una volte c’erano i colossal, chiamati così per via dei budget e delle scenografie letteralmente colossali.
Film come Cleopatra, Spartacus, più recentemente Titanic, oppure proprio Il Mago Di Oz, del 1939 di Victor Fleming, di cui Il Grande E Potente Oz è il suo prequel.
Purtroppo i grandi colossal non ci sono più, le gigantesche scenografie sono state sostituite da bellissime e minuziose ricostruzioni al computer, che un pochino hanno perso la magia di una volta. Così, anche questo prequel, ha un po’ perso la magia di cui era pregno l’originale, eppure è tanto simile, e questo è il suo più grande difetto.
La Disney ci aveva già provato nel 1985 a proporre un sequel del capolavoro di Fleming del 1939, Nel Fantastico Mondo Di Oz, ma i risultati al botteghino erano stati scarsini. Ma un franchise serve sempre, un titolo famoso da cui tirare fuori mille seguiti se va bene al botteghino, quindi ora ci ha riprovato. Tirando in barca Sam Raimi, propone il prequel del film del 1939, tratto dal racconto The Wonderful Wizard Of Oz di Frank Baum.
Oscar Diggs (James Franco) è il Grande Oz un mago mezzo fallito da fiera di paese che truffa e circuisce giovani campagnole sprovvedute. Durante la fuga dal padre di una di queste, finisce con la sua mongolfiera in un tornado e si trova catapultato nel favoloso mondo di Oz, dove, secondo una profezia, il grande Mago Oz riuscirà a sconfiggere la strega cattiva diventando il nuovo re.
Il film, come dicevo, è fin troppo simile all’originale Il Mago Di Oz.
L’inizio, bellissimo, è tutto in bianco e nero e in 1.33, ed è la parte che meglio sfrutta il 3D, per poi trasformarsi all’arrivo ad Oz in un film dai colori vivaci in wide screen.
Come nell’originale i personaggi che incontra Oz nella sua avventura, sono gli stessi della vita reale del protagonista e anche la struttura del film è identica. Le citazioni e gli omaggi si sprecano. Ed è questo il vero problema del film, una riproposizione pedissequa dell’originale, senza alcuno spunto davvero originale.
Ma perché parlavo dei colossal all’inizio?
Perché il 90% del film è in CGI, con gli attori che si muovo contro un green screen. Solo alcuni interni sono costruiti davvero, il resto è computer grafica a perdita d’occhio. Per carità, è quasi tutto fatto a regola d’arte, soprattutto la Città Di Smeraldo che ricorda molto la Metropolis di Fritz Lang del ’27, ma purtroppo la magia si perde con tutta quella CGI.
Si perde anche durante l’interazione dei personaggi al computer con i protagonisti in carne ed ossa. Ad esempio, la bambolina di ceramica che accompagna Oz nelle sue avventure, è credibile e realistica finché non viene presa in mano, in quel momento purtroppo si vede che gli attori non hanno in mano niente.
Questa è solo una delle piccole cose che fanno storcere il naso.
Il 3D è sfruttato bene durante i bellissimi titoli di testa e i primi 15 minuti in bianco e nero introduttivi, poi per il resto del film si perde un po’ l’effetto, confinandolo in qualche oggetto che vola verso lo spettatore. Riacquista un po’ di presenza durante la parte finale, ma niente per cui strapparsi i capelli o spendere qualcosa in più per vederlo.
Un altra, ben più grave, è che il film non è stato scritto benissimo da Mitchell Kapner e David Lindsay-Abaire. Dopo un inizio, come dicevo, molto bello, tutta la parte centrale è piuttosto lenta e macchinosa. Si riprende nel finale, divertente, ma un po’ troppo infantile e per bambini.
Se negli anni ’80 mi avessero detto che Sam Raimi avrebbe fatto favole disneyane per bambini, sarei probabilmente morto dal ridere. Dopo Il Grande E Potente Oz non ci trovo proprio più niente da ridere.
Il Raimi della trilogia de La Casa e di Darkman non c’è più. Ora c’è un Raimi asservito agli ordini della produzione, come successo in Spider-Man 3, che ogni tanto tira fuori qualcuna delle sue trovate, qualche guizzo, ma sono momenti rari e si limitano a piccolissime sequenze, quasi timidi tentativi di dire: “Hey, sono sempre io, ma non lo dite a nessuno.”
Il problema di scrittura si nota anche per quanto riguarda il piattume dei personaggi. James Franco, nel rolo di Oz, fa di tutto per rendere al meglio il suo personaggio, ma non riesce perfettamente. All’inizio sarebbe dovuto essere Robert Downey Jr. a interpretarlo e sicuramente sarebbe stato totalmente diverso. Robert ha una presenza scenica e un carisma indiscutibile, Franco invece non è abbastanza istrione per essere convincente.
Le tre streghe, interpretate da Mila Kunis (Theodora/Strega Dell’Ovest), Rachel Weisz (Evanora/Strega Dell’Est) e Michelle Williams (Glinda), sono fin tropo stereotipate e i loro passaggi molto prevedibili.
Zach Braff ha l’ingrato compito di impersonare uno dei personaggi in CGI, la scimmietta volante Finley, e la sua interpretazione è filtrata dagli effetti speciali. In italiano pure dal doppiaggio, quindi se al suo posto ci fosse stato chiunque altro, almeno per noi, sarebbe stata la stessa identica cosa.
Rimanendo sul doppiaggio e l’adattamento, mi chiedo come mai in questo film i Munchkin siano stati tradotti come Minutoli, quando nella pellicola del ’39 erano rimasti Munchkin anche in italiano. Non ho idea se sia una traduzione aderente a quella del racconto perché non l’ho letto, ma di certo non è coerente con la serie di film.
Concludendo, questo Il Grande E Potente Oz è un film più che dignitoso, a brevi tratti divertente e comunque godibile nel complesso, anche se non sembra da quello che ho scritto. Purtroppo è per un target decisamente infantile, anche se la durata di 2 ore mette alla prova la pazienza di qualsiasi bambino.
Visto che i produttori sono quelli di Alice In Wonderland di Tim Burton, il film poteva essere decisamente peggio, molto peggio, invece per fortuna è diecimila spanne sopra a quella porcata di Burton.
Mi aspettavo molto di più da Sam Raimi, anzi, sostanzialmente mi aspettavo qualcosa di completamente diverso, non nel genere, quanto nella rappresentazione e nella sostanza, qualcosa di più sagace e originale, qualcosa con più estro. Evidentemente non è più tempo per questo.
Vi lascio con il trailer
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Scritto da: MrChreddy
"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"
Visto anche questo a “nolo”…visivamente bello e molto meglio di Alice In Wonderland che mi aveva fatto appisolare ma anche qui zero emozioni comincio a pensare di essere diventata io apatica…
Nono è proprio il film asettico. Sembra fatto al computer, non in quanto a grafica, ma proprio in tutto, non si intuisce la mano di nessuno dietro a questo film :)
Meno male…per me…per il film mica tanto…per Raimi men che meno… :D