NES, 30 anni di storia

Oggi un bel post supernerd, di quelli vintage su una delle console che ha cambiato la storia dei videogiochi, il mitico NES.

Il post non capita a caso perché il 15 luglio il NES  ha compiuto ben 30 anni e ancora oggi è una delle console più amate e ricordate da tutti. Forse addirittura è la prima vera console moderna.

La sua storia è interessante e, in effetti, ha influenzato il mondo videoludico più di quanto uno possa pensare.

Pronti a commuovervi ripensando ai bei vecchi tempi?

La Nintendo nasce nel 1889 come una casa di produzione di giochi di carte.

Negli anni ’70 del secolo successivo comincia a distribuire la console Magnavox Odyssey e sul finire di quegli anni produce i primi cabinati per le sale giochi, come Donkey Kong.

Tra i vari prodotti Nintendo del 1980 c’era una serie di videogiochi portatili progettati dal signor Gunpei Yokoi, i Game & Watch, che avranno una notevole influenza sul successo del NES e dell’industria dei videogiochi.

Questo è uno dei Game & Watch più venduti: Donkey Kong II.
Scusate la lacrimuccia, ma ce l’avevo anche io e non sapete quanto ci ho giocato da piccolo.

Tra l’altro i Game & Watch hanno un’aria familiare, ma non riesco a capire cosa mi ricordano quei due schermi lì…

Il successo dei cabinati da sala giochi e dei Game & Watch fu strepitoso.
La Nintendo capì che era tempo di provare a distribuire i cabinati in tutte le case dei giapponesi creando una console per giocare con dei giochi intercambiabili.
Lo sviluppo di questa console fu affidato a Masayuki Uemura.

Il 15 luglio 1983 viene lanciato in Giappone il FamiCom, tipica contrattura giapponese di Family Computer, nome della prima console casalinga della Nintendo.

Il FamiCom dallo stile sobrio ed elegante.

Però il FamiCom all’inizio aveva dei problemi di progettazione e di hardware e la Nintendo fu costretta a ritirarlo da mercato per riproporla una volta sistemate le magagne alla scheda madre e aver sistemato l’elettronica.
Il FamiCom inizialmente venne venduto con 3 giochi che erano conversioni dei cabinati da sala giochi: Donkey Kong, Donkey Kong Jr. e Popeye.

Alla fine del 1984 il FamiCom era la console più venduta in assoluto in Giappone.

La Nintendo, forte del successo giapponese, stava progettando di esportare il FamiCom negli Stati Uniti, prendendo accordi, già nel 1983, con un’altra ditta americana specializzata in videogiochi: l’Atari.
L’Atari avrebbe distribuito il FamiCom a suo nome, mentre la Nintendo ne avrebbe mantenuto il controllo produttivo. Purtroppo una brutta storia di diritti sulle conversioni dei videogiochi e la suscettibilità dell’Atari fecero saltare l’accordo all’ultimo momento.

La Nintendo quindi si mise a cercare qualche altro partner per la distribuzione, ma dopo più di un anno ancora non aveva trovato nessuno. Nel 1985 Nintendo decise che avrebbe fatto tutto da solo e ‘fanculo ai partner.

Il problema però era un altro. In America, nel 1985, le console non se le cagava più nessuno, era passata la moda, si erano sgonfiate le richieste e tutti erano molto più interessati alle novità tecnologiche chiamate Home Computer e prodotte da IBM e Apple.
La Nintendo, quindi, doveva studiare una strategia che permettesse ad una console di attecchire in un paese che le console non le voleva.

L’idea geniale fu di trasformare la console in una roba per giocare che non era una console.
Innanzitutto cambiarono il nome da Family Computer a Nintendo Entertainment System, NES per gli amici… che presto diventarono milioni.
Poi cambiarono il look, trasformando quella roba rossa e bianca, che vedete sopra, in una specie di videoregistratore grigio e nero.

Lo sportellino per infilare le cartucce, come quello dei vecchi videoregistratori

Poi indirizzarono tutta la campagna di marketing sui bambini, con le pubblicità mirate, e fecero sparire la parola console da ogni dove, usando il nome tecnico di Control Deck. Le cartucce invece erano chiamate Game Pack, nome che valeva per tutti i giochi, ma principalmente per i giochi pacco, e non erano pochi.

Genitori, guardate come sembrano intelligenti i vostri figli mentre giocano con il NES!

Vennero cambiate le copertine delle cartucce rendendo i disegni spixellati per far capire che erano giochi e non robe serie.

Irresistibili quei disegni!

Infine venne introdotto sui giochi il Nintendo Seal Of Quality, ancora oggi presente, che stava ad indicare che i contenuti erano controllati ed adatti ai minori, poi il gioco poteva pure fare cagare.

Come dichiarare la censura con stile.

La prima ondata di NES venne distribuita il 18 ottobre 1985 a New York, per varie ragioni.
La prima era che Nintendo, dovendo produrre da sola tutte le console, non sarebbe riuscita a soddisfare una distribuzione capillare. La seconda, forse più importante, era economica, sociale e culturale: New York era già una città ricca e con una vasta mescolanza di culture. C’erano i ricchi, c’erano i poveri, c’erano gli istruiti, c’erano gli ignoranti e c’erano gli italo-americani, quindi era un ottimo banco di prova per testare l’interesse della massa per il NES. In ogni caso, se non fosse andato, si sarebbero trovati molte meno console sul groppone da smaltire.

In realtà il NES a New York, nel Natale del 1985, vendette uno sproposito e quindi nel febbraio del 1986 venne distribuito nel resto degli USA e in Canada.

C’erano due tipi di versioni del NES, che si differenziavano per il contenuto della scatola e per i giochi.
La versione più economica, 199,99$, comprendeva la console, 2 controller e Super Mario Bros.

La versione più completa costava la bellezza di 249,99$ e comprendeva la console, la pistola Zapper, i giochi Gyromite e Duck Hunt, quest’ultimo (e mi pare unico gioco) da usare con la Zapper.
Infine nella scatola c’era anche l’inutile robottino R.O.B.Robotic Operated Buddy, con dentro tre giochi, vagamente interattivo, completamente abbandonato dopo la vendita da parte di Nintendo. In giro c’erano un sacco di bambini viziati con un R.O.B. di cui non sapevano che farsene.

250 dollari spesi bene

In ogni caso le differenze tra il FamiCom e il NES occidentale non si limitavano solo a quelle descritte fino ad ora. Anche i controller erano diversi.

Il microfono nel pad… ricorda qualcosa?

I controller del FamiCom erano attaccati alla console, i fili uscivano direttamente dal corpo, nella parte posteriore, e non erano intercambiabili, se uno si rompeva doveva essere portata la console in assistenza. In più il secondo controller era dotato di un microfono che poteva essere usato con… Legend Of Zelda e forse un altro paio di giochi, poi basta, segno che la Nintendo ha da sempre avuto il vizio di fare le cose e poi abbandonarle sul nascere.
La feature del controllo vocale in Zelda non venne rimossa nella versione del gioco USA, anche se i controller non avevano microfono, e alcuni passaggi del gioco erano quantomeno oscuri senza la possibilità di poter usare la voce.

Fino a quel momento le console erano dotate o di joystick, quindi con la manovella, o di strampalati pad con rotelle, tastierini numerici e altre boiate varie, che li facevano sembrare dei telecomandi per le Tv o dei brutti telefonini.

Ad esempio il controller dell’Intellivision, provavi a giocare e rispondeva tua nonna…

La vera innovazione dei controller del NES fu l’inserimento dei due tasti azione, A e B e, soprattutto, la croce direzionale, mutuata dai Game & Watch che abbiamo visto all’inizio e inventata da Gunpei Yokoi.

Nonostante i colori allegri e vivaci ha fatto scuola

Il pad americano del NES era completamente diverso nell’estetica, non aveva il microfono, ma è il controller che è passato alla storia e ha cambiato il modo di concepire i pad ed è rimasto nella storia diventando un simbolo riconoscibilissimo e sinonimo di nerd.

Le scarpe per gli hipster

Dicevamo un simbolo riconoscibile da portare ovunque…

La fidanzata ideale

… anche tatuato sul culo.

Ora lo so che starete chiedendo: “Ma ‘sto cazzo di NES in Italia ci è mai arrivato?!

Certo che ci è arrivato. Con calma, nel novembre del 1987, quattro anni dopo il Giappone, due dopo gli USA e uno dopo il resto dell’Europa. Sono numeri che oggigiorno non sarebbero possibili.
Il NES era distribuito dalla Mattel e costava uno sproposito, cosa che ne ostacolò parzialmente il successo, insieme al fatto che i giochi uscivano con ritardi spaventosi di mesi e di anni e che la pubblicità era affidata a…

Gimmy five… sigh!

Jovanotti.

In quegli anni Jovanotti era un mito per i ragazzini, ma era considerato un po’ un coglione dai genitori, che poi erano quelli che dovevano cacciare i soldi per comprare il NES ai figli. E se poi il figlio diventava un coglione come Jovanotti?!
Infatti io con il NES ci giocavo a casa di Gargiulo nei pomeriggi dopo la scuola, che tanto i suoi lo consideravano già un pirlotto e quindi non avevano paura che peggiorasse più di tanto.

Nel 1989 uscì addirittura un film sovvenzionato da Nintendo, che pubblicizzava Super Mario 3 e il Power Glove: Il Piccolo Grande Mago Dei Videogames.

Altro mitico film degli anni ’80 che avrò visto un centinaio di volte.

Sul finire degli anni ’80 la Nintendo dominava il mondo delle console con il NES a 8-bit, ma la concorrenza, ora che avevano prese piede le console, cominciava ad uscire con altri prodotti per appropriarsi del mercato. La più forte di tutte era la Sega con il suo Master System.

Provaci ancora Sega.

Però la Sega non riuscì a spodestare il dominio Nintendo da America e Giappone. Andò molto bene in Europa, dove il NES arrivava in ritardo per colpa di Mattel, e in Brasile.

In ogni caso il NES era la console considerata più potente, con i giochi migliori, la grafica migliore e, soprattutto, i brand migliori, come Super Mario, Zelda, Metroid e molti altri.

Fotorealismo anni ’80

L’influenza del NES, la sua collocazione commerciale, influenzarono il mercato delle console fino all’arrivo della Playstation 1 nel 1994. La PS fu la prima console a tentare di uscire dal circolo vizioso di console/giochi per bambini, sdognanadosi nel mondo degli adulti e avendo successo proprio grazie a questo… oltre che alla pirateria, ma questa è un’altra storia.

Ma prima di arrivare a fine vita del NES e del Famicom, la Nintendo provò a lanciare altre periferiche, poi prontamente abbandonate, un po’ perché pezzenti, un po’ perché non capite per l’epoca di allora.

Una, non della Nintendo, era il Power Glove lanciato nel 1989 in contemporanea con il film, ma morto subito perché praticamente inutilizzabile e scomodissimo. Poi però il concetto è stato ripreso con tutti i controller di movimento e telecamerine varie moderne.

Forse Powerplay in inglese significa “Ingiocabile”

Quelle Nintendo invece erano un Modem per collegarsi con il FamiCom alle vecchie BBS, l’antenato di internet, ma ritirata subito perché avevano paura che poi i bambini ci sputtanassero lo stipendio ai genitori con le telefonate e poi non compravano più i giochi. Questo, tra l’altro, è stato il picco della carriera online di Nintendo.
La seconda, più interessante, era un lettore floppy sempre per il FamiCom.

Floppy che hanno fatto flop

Questo lettore da mettere sotto la console permetteva di usare dei floppy riscrivibili e aggiornabili nei negozi, nonché utilizzabili anche con i cabinati delle sale giochi.
Tra l’altro le saghe di Zelda e di Metroid debuttarono proprio su floppy e poi vennero ristampate su cartuccia.

Le vecchie mitiche cartuccione

Le cartucce del NES sono anche al centro di una piccola curiosità.
Le cartucce non sempre funzionavano al primo colpo, a volte si inserivano e non andavano. Noi giovani degli anni ’80 le tiravamo fuori e soffiavamo forte sui contatti per togliere la polvere, poi le rimettevamo e partivano finalmente.
Ma la polvere non c’entrava niente e, anzi, soffiare sulla cartuccia era dannoso in quanto si soffiava dentro anche la sputazza l’umidità della bocca che, a lungo andare, ossidava i circuiti interni della cartuccia.
Il vero problema del malfunzionamento dei giochi era che la Nintendo voleva avere assoluto controllo sulla produzione dei giochi, ormai ci aveva preso gusto, e quindi per assicurarsi che venissero usate solo le cartucce originali costruite da lei, Nintendo inseriva un chip antipirateria di controllo, il Chip NES10 che doveva essere letto dalla console. A volte questo check iniziale falliva e il gioco non partiva, togliendolo si resettava la console e rimettendolo il processo si ripeteva e il chip veniva letto.
Insomma soffiare come flautisti peruviani sulle cartucce non serviva a niente.

Nel 1995 cessò la distribuzione del NES, la Nintendo aveva venduto 62 milioni di console nel mondo e il NES era diventato parte integrante della cultura di massa, un’icona riconoscibilissima e oggetto presente in ogni casa, sia in Giappone che in America, come il televisore o il frigorifero.
Uscirono altre versioni più economiche del FamiCom e del NES, dei restiling estetici più che altro, ad un costo inferiore, che cani e gatti randagi ancora non l’avevano comprato. Ma ormai la console era a fine vita e ne stavano uscendo di nuove e più performanti e comunque, nell’immaginario collettivo, il NES rimane lo scatolotto grigio e nero, prima, vera console e per molti anche l’unica ed inimitabile.

Così concludiamo il viaggio nella storia del NES, spero di non avervi rotto troppo le balle o annoiato, spero di non aver scritto troppe cagate e spero che vi sia piaciuto.

 

 

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Lacrime Vintage

 

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

21 pensieri su “NES, 30 anni di storia

  1. lacrimuccia.. io non l’ho mai avuto.. sono arrivato fino all’intellevision poi in casa comparve la bandiera Commodore e le console da quel momento vennero bandite come “da sfigato”.. (cosa vuol dire avere un fratello maggiore tiranno)

    Col senno di poi però se il computer lo si fosse usate per quello che era nato, ovvero una totale interattività con le sue funzioni ci sarebbe anche stato un motivo.. ma alla fine tutto si restrinse al “press play on tape”.. tanto valeva sbattersi meno con le cartucce..

    e su questo concetto ci picchia la testa per anni.. avevo la ps1 giusto per sfizio.. da buon purista (leggasi stracciamaroni) ritenevo che la combinazione mouse/tastiera fosse imbattibile.. e forse forse ancora lo è..

    fino a quando su pc installai “vietcong 2” e l’installer mi restitui il serafico “barbone!! con sta configurazione hardware io il gioco col cazzo che lo installo!!” (ho parafrasato ma giuro che il senso era quello) non permetteva nemmeno l’installazione coi pixel grossi come lego giusto per capire se il gioco era una merda (come poi venni a sapere che era) ma ormai era tardi.. il pc era finito nel secchio e quando capii che bastava mettere un cd e dimenticarsi di directX, schede video, fix e altre vaccate per me si apri un universo.. ma ormai avevo perso molto del glorioso passato delle console..

    • Stesso mio percorso :D

      Però, il NES lo volevo, i pomeriggi dopo la scuola a casa di Gargiulo erano mitici e volevo giocarci pure a casa, ma avevo il computer e il NES costava troppo… e poi Jovanotti era un pirla, mica vorrai diventare come lui?!
      Sì, cazzo, la voglio pure io la moto! Lo voglio pure io il NES! :°(

  2. nonostante sia più giovane (e di poco) del NES è stata la console della mia infanzia, complici la mia precoce attrazione per la tecnologia e (soprattutto) i ritardi da te citati nella sua commercializzazione italiana. abbiamo consumato le nostre piccole dita e i pulsanti del controller sul nes di un amico; poi nel 93 mi è arrivato lo Snes! e via altri pomeriggi (o anni… non ricordo) con super mario!
    ti lancio lo spunto per un post futuro: la dreamcast. un mio amico delle medie mi aveva fatto una testa quadra di quanto fosse figa e potente quella nuova superconsole. poi purtroppo è morta di una morte brutta, ma brutta forte, ma nonostante tutto, come il Nes è stato un progetto precursore di cui ancora oggi godiamo i benefici (qualcuno ha detto joystick e modem?)

    • mi intrometto.. guarda di morti brutte di console potremmo parlare per anni..

      dal 3DO.. all’amigacd32.. il virtual boy.. il compianto Neo-Geo (la rolls-royce di tutti i videogame) fino all’imbroglio totale dell’atari jaguar!!! se rimaniamo in periodo pre PS.. il dreamcast era il canto del cigno di una sega ormai ferita a morte.. ce l’ho e posso assicurare che di potenzialità ne aveva..

      • Sìsì, il Dreamcast era una macchina della Madonna, dava la paga alla PS2, però tutti aspettavano quella, i giochi piratati e la Sega l’ha presa in saccoccia per la seconda generazione di fila.

        Che poi è stata un po’ colpa di Sega che non ha capito come penetrare Sony e il mercato :)

    • Guarda il Dreamcast era una gran bella macchina, ma purtroppo è arrivata in un periodo sbagliato, tutti, me compreso, aspettavano la PS2 e nessuno stupidamente, me compreso, l’ha presa, ergo è morta nella culla. Peccato.
      Da quel momento la Sega ha smesso di produrre hardware e si è buttata solo sul software.

      Comunque magari lo faccio un post sul Dreamcast, anche se c’è poco da dire, oppure su Sony Vs Sega, che invece è più interessante… boh :D

  3. Ahahaha!! Io il Power Glove l’avevo preso e ce l’ho ancora!!

    Non so se me l’ero inventato o se qualche pubblicità ingannevole l’aveva inoculato nella mia mente di bambino, ma ricordo nitidamente che ero convinto di poterci fare qualsiasi cosa, roba da sovvertire i videogiochi a cui stavo giocando, come nemmeno i programmatori avevano previsto… tipo creare esplosioni che sterminassero tutti i nemici in Super Mario, con un semplice movimento del mio onnipotente braccio destro…
    Invece andava già bene se riuscivo a far saltare al povero Mario il fossato della prima schermata!

    Comunque l’avevo sognato talmente tanto che nemmeno la delusione per il fatto che fosse inservibile riuscì a farmelo odiare!!

    Adesso è lì a prendere la polvere, e quando lo guardo provo un senso di diffidenza… VERSO IL KINECT!! Ahaha

    • Ahahahahahaha, Andreaaa sei il mio mito!
      Tutti desideravamo un Power Glove, ma nessuno dei miei amici ha mai avuto il coraggio e i soldi per comprarselo, nemmeno Gargiulo, che i suoi gli hanno detto: “Sei già abbastanza scemo così!” :D

      Comunque era una cosa inculcata dalle pubblicità, anche io pensavo che con quell’attrezzo avrei potuto uccidere le persone dal vero :D

      Comunque la Nintendo ha precorso i tempi con le varie periferiche e le feature della console, però non è mai andata fino in fondo, peccato :D

  4. Ooooh, finalmente il post vintage

    che si sa che a mi me gusta.

    Dopo tanti commenti molto validi e circostanziati,
    un commento pedestre direi che ci sta bene.

    Non capendo una mazza di videogiochi
    se non è un problema per nessuno, me ne incarico io.

    Mi pare di aver già stracciato i mar… di aver fatto menzione che negli anni ’80
    come nel medioevo c’erano i guelfi e i ghibellini
    c’erano i computeristi e consollisti.

    Io avevo il commodoro (128 prima, amiga dopo)
    e il nes non l’ho mai avuto
    ma ci ho giocato abbbbestia da altri.

    Il Nes mi affascinava, ma mi stava terribilmente sulle palle
    pagare quella che un tempo era una signora cifra
    per avere un solo gioco.

    E siccome al tempo ero una sgualdrinella dei videogiochi
    nel senso che ne volevo uno diverso al giorno

    e non m’appassionavo mai a niente,

    avrei speso un patrimonio
    per la felicità dei miei.

    E poi cheppalle i giochi delle consolle…
    metti la cartuccia, accendi, giochi.

    Problemizero.

    Eeeeh, molto bravo
    clap clap clap

    Ma volete mettere
    invitare gli amici a casa
    prendere il gioco
    load

    press play on tape

    millemila giri

    searching found “sarcazzo”

    millemila giri
    altri millemila giri
    altri millemila giri

    intanto si giocava con la pallina di carta
    si spaccava il vaso della mamma
    tutto sotto il tappeto

    (altri millemila giri)

    oh vedi a quanto sta?

    a 453

    il gioco doveva venir fuori a 170
    quindi?
    quindi non è uscito un cazzo

    (mamma, se eravamo scurrili noi ragazzini degli anni 80/90)

    Dai riprova.

    Ah, per inciso
    la riunione era per fare i compiti.
    Sì, certo, Messere, come no.
    Credici.

    Molto più bello, più pulp, più incerto
    di una volgare cartuccia one shot, one kill
    no?

    Poi arrivò la passione per l’altro sesso.

    E anche lì
    Mille giri a vuoto e poi non si quagliava mai niente.

    Ma non era niente di nuovo
    perché c’eravamo già fatti le ossa con il commodore.

    E se dopo 5000 giri di cassetta rimanevamo con un pugno di mosche
    il due di picche della fanciulla di turno
    era acqua fresca.

    Invece i consollisti,

    se tanto mi dà tanto

    hanno preso delle tramvate pazzesche
    abituati ad avere tutto e subito.

    Per non parlare del fatto
    che,
    per simbiosi con le loro belle cartucce

    magari le prime volte sono stati un po’ troppo “veloci”, ecco.

    Beni gli sta.

    Pace e bene

    (‘mazza che papiro)
    (peraltro inutile as usual)

    • Ahahahaha, nono utilissimo il commento, mi hai fatto piegare :D

      Però io son più precisino della minkia di te e devo puntualizzare una piccolissima cosa.
      La guerra era tra Commodoristi e Ataristi, prima, e tra Amighisti e Piciisti poi.
      Quelli con le console erano la plebe e non venivano nemmeno presi in considerazione, nonostante fossero molto più numerosi delle altre categorie… insomma erano soverchianti, ma non conoscevano le loro potenzialità :D

      Se ti è piaciuto davvero il post son contento, se l’hai detto per farmi contento, grazie :D

      • Guarda, su ste cose non metto becco
        perché sei praticamente imbattibile.

        Io facevo una macrodistinzione alla bell’e meglio:

        Guelfi (computeristi)

        Filosofia: non puoi giocare e basta col computer.
        Quando sarai più grande, il computer ti tornerà utile per far partire gli shuttle da Cape Canaveral.

        Ghibellini (consollisti)
        Filosofia: ma sti grancaxxi.

        Poi, all’interno dei guelfi-computeristi c’erano:

        Guelfi bianchi borghesi (o piciisti).
        Filosofia: io da grande farò il programmatore e quindi il computer mi serve coi controcojoni

        Guelfi neri democristiani (amighisti)
        Filosofia: non credo che da grande farò il programmatore. E il quadro nero di Dos mi mette claustrofobia. Mi compro l’Amiga, che è un ibrido, e do un colpo al cerchio e uno alla botte.

        All’interno dei ghibellini-consollisti c’erano, invece:

        Ghibellini rossi socialisti nintendisti
        Filosofia: sti grancaxxi. Ma il mio eroe non è un istrice blu strafatto di ecstasy e coca.

        E’ un idraulico coi baffi, vestito di rosso.

        E vai con la lotta sociale.
        (sottofondo inti illimani).

        Ghibellini neri onanisti Segaioli

        (sì, lo so, è una battutaccia triviale, da osteria messicana all’ultimo stadio, ma ci stava troppo bene)

        Filosofia: sti grancaxxi. Per colpa di quell’istrice blu tossicomane. ho dovuto far scorta di fenitoina
        perché mi viene l’epilessia.

        Però, è la mia solita analisi frullata, ciancicata e sputata

        e per niente ragionata.

        No, il post è davvero bello.
        A me piacciono anche perché mi danno quel bel senso retrò
        che l’estate ci sta troppo bene.
        Come una grigliata di pesce in riva al mare

        si sente il profumo del vintage…

  5. E’ grave il fatto che ho scoperto solo ora, grazie a questo post, che la console si chiamasse Nes? No, perche’ io l’ho sempre conosciuta come “La Nintendo”, cosi con l’articolo maiuscolo. Mi sembra chiaro che io non la possedessi, pero’ ci ho giocato da un amico e mi ricordo soprattutto Duck Hunt perche’ Mario Bros mi e’ sempre stato sulle scatole, visto che dovevi solo saltare all’infinito senza sparare o tirare pugni.
    Io, invece, avevo nientemeno che il Sega Master System II, quello con Alex Kidd e il suo pugnone in memoria e la pistola “Light Phaser” per giocare a Rescue Mission e basta. Che poi Alex Kidd non l’ho mai finito, nonostante ci giocai tipo 10.000 volte, perche’ c’era la bastardata delle 5 mattonelle finali su cui dovevi saltare nell’esatto ordine per tipo 50 volte e appena sbagliavi “Game Over”, non ho mai scoperto l’esatta combinazione, o meglio l’ho scoperta solo di recente grazie a Youtube.
    Che nostalgia!

    • No, non è grave… è solo che era “IL Nintendo”, non LA… :P
      Scherzo, credo sia una cosa regionale, al nord era al maschile al sud femminile (poi magari te sei di Casalpusterlengo e io sono un pirla)

      Il Sega Master System non l’ho mai avuto e non ci ho nemmeno mai giocato, anche perché dava proprio l’idea di un giocattolo ai tempi, io me lo ricordo così :D
      Però massimo rispetto, la prima volta che ho provato Sonic ho desiderato fortissimamente averlo :)

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  7. Caro vecchio Nintendo!!! ^^ Quante partite! A mio padre, da buon cacciatore, piaceva un sacco “Duck hunt”! ^^ Che gioia quando mi regalavano un gioco nuovo! ^^ La befana mi portò “Ninja gaiden”! ^^
    Qualche anno fa abbiamo comprato la Wii, divertente, ma devo dire che, pur giocando anche qualche volta con playstation, NDS e PC, dai 14-15 anni il mio interesse per i videogiochi è proprio sceso.
    Comprammo a fine anni 90 una console a basso prezzo che oltre ad avere i giochi in memoria poteva leggere le cartucce NES! Aveva anche la simil zapper! ^^ Per i giochi con quest’ ultima ricordo anche Gunman, quello che si vede in “Ritorno al futuro II”!
    Del robottino ho scoperto l’ esistenza qualche anno fa facendo una ricerca sull’ archivio de “La stampa”! Curiosa anche la capacità di connettersi alla rete!
    Interessante che noi abbiamo avuto il NES versione americana, ma il SNES giappo!
    IPGMDV era un must per l’ epoca! XD Ah, però! Pensavo che il guanto magico fosse un’ invenzione cinematografica!
    Ai tempi io avevo il NES, poi un mio compagno il SNES, un altro del paese il MD, un altro paio di scuola il MSII. Ce l’ aveva anche un mio cugino che poi l’ ha passato ad altre mie cugine. Un’ altra mia compagna sempre il MD. Insomma, il sottobosco era piuttosto vario. XD Certe maratone assieme a parenti e amici… XD anche se poi ovviamente facevamo anche altro eh! Come guardare insieme TV e giocare fuori! XD

    “Sono numeri che oggigiorno non sarebbero possibili.”

    Già! E vale anche per i film.

    “o dei brutti telefonini.”

    Quando ancora questi manco c’ erano o erano appena usciti! XD

    “La PS fu la prima console a tentare di uscire dal circolo vizioso di console/giochi per bambini, sdognanadosi nel mondo degli adulti e avendo successo proprio grazie a questo… oltre che alla pirateria, ma questa è un’altra storia.”

    Ah, ah! Già! Sarà stato per la diversa mentalità imprenditoriale Sony. Boh!

    “Andò molto bene in Europa, dove il NES arrivava in ritardo per colpa di Mattel, e in Brasile.”

    Già! E poi il SMD grazie al fatto che uscì prima del SNES vendette un bel po. Non quanto ques’t ultimo, ma di più del SMS non facendo raggiungere e al concorrente gli stessi numeri del predecessore.
    Parlando del Brasile, ho scoperto che li il system è ancora venduto e fino al 2010 lo era anche il mega drive! Tra l’ altro per i brasiliani uscì il III che aveva tipo 75 giochi memorizzati! Incredibile! Viva i verderoro! ^^

    “dava la paga alla PS2, però tutti aspettavano quella, i giochi piratati e la Sega l’ha presa in saccoccia per la seconda generazione di fila.”

    Già! La Sony puntava soprattutto a vendere la console e non tanto i giochi, almeno con la prima. Infatti poi la Nintendo s’ è dovuta inventare la Wii per tornare tosta.

    “dal 3DO.. all’amigacd32.. il virtual boy.. il compianto Neo-Geo (la rolls-royce di tutti i videogame) fino all’imbroglio totale dell’atari jaguar!!! se rimaniamo in periodo pre PS..”

    Mamma mia! XD Ricordiamo anche il mitico Game gear che per l’ epoca era troppo avanti e non poteva sfruttare appieno le sue potenzialità che ora sono appannaggio di smart-phone! O l’ Atari Lynx che vidi su Topolino con il gioco di “Batman – il ritorno”!
    A proposito dell’ assemblaggio sopra del famicom rammento una cosa di simile con il mega drive che dalla pubblicità pareva una figata. Come un po tutte le pubblicità dei videogiochi. Ricordo poi per la Sega Calà e Zenga ed ho scoperto che c’ erano pure Mancini e Lentini di cui non mi ricordavo.

    “La guerra era tra Commodoristi e Ataristi, prima, e tra Amighisti e Piciisti poi.
    Quelli con le console erano la plebe e non venivano nemmeno presi in considerazione, nonostante fossero molto più numerosi delle altre categorie… insomma erano soverchianti, ma non conoscevano le loro potenzialità :D”

    Già! XD Vuoi pure perché comunque l’ età media all’ epoca era più piccola. Con la playstation è cambiato tutto!

  8. Certo che l’ Atari all’ epoca con Sega e Nintendo finì per fare un po la figura della “sfigata”. Cosa che poi toccò un po alla Sega ad un certo punto! Non ricordavo che la dreamcast fosse uscita a fine 98! Ricordavo 2001, ma quello è l’ anno di dismissione! Mamma mia! Meno di 3 anni! °_O Sic!

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