Avete presente quella critica, mascherata da modo di dire, ma che suona più come un insulto e che recita: “Tu ti pensi addosso”
Ecco. Io mi gioco addosso. Con questo voglio dire che, esattamente come accade per il cinema, la mia sessione di gioco non termina con la pressione del tasto ON/OFF. Quando smetto di videogiocare accade che il mio cervello continua a elaborare informazioni in background e così mi capita di svegliarmi nel bel mezzo della notte perché mentre scalavo il bastione di Castel Sant’Angelo, tra un salto acrobatico e un presa da lemure mi sono sfondata una rotula. Cose che capitano a tutti…
Con il passare degli anni ho notato che c’è una differente intensità di questi effetti, che varia da gioco a gioco. Immagino che siano diversi i fattori che influiscano: la storia, i personaggi, le ambientazioni, la longevità… ma ciò che accomuna quei particolari giochi da cui proprio non riesco a liberarmi sono le meccaniche di gioco stealth.
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La storia di Super Mario – La nascita
Come sapete quest’estate mi sono letto il libro La Storia Di Mario.
Caso vuole che anche quella copiona di SisterDeath l’abbia letto quest’estate.
Parlandone è venuto fuori che, per entrambi, aveva alcune lacune. Benché descrivesse bene la storia di Mario dalla sua origine fino agli inizi degli anni ’90, sorvolava bellamente sul gameplay dei giochi, cosa per noi importante tanto quanto gli aneddoti dietro la creazione del mito di Mario.
Ora, noi non siamo nessuno, però ci è venuta voglia di raccontarvi la storia di Mario inserendo anche quelle parti tecniche che nel libro sono state omesse.
Io mi occuperò di raccontarvi la storia dietro il successo di Super Mario, SisterDeath, invece, si occuperà della parte di gameplay e tecnica.
Oggi parte una serie di post amarcord su uno dei personaggi più famosi e influenti del mondo dei videogiochi e non solo.
Ci auguriamo vi piacciano e speriamo di non annoiarvi troppo.
La teoria del complotto. Ovvero: guarda come te li cucino quei co*****i di Microsoft
Quello della Console War è sempre un tema scottante. Ciò che infervora gli animi non è tanto l’argomento in sé ma le stupide guerre che vengono scatenate dai fanboy su argomenti inutili come: “quale sia la console migliore“, “chi abbia avuto l’idea più intelligente“, “quale sia il brand più innovativo“, “quale sia la console da noob“, (qui vince Nintendo a mani basse) etc. etc.
La razza dei fanboy è poi affiancata dagli immancabili nostalgici: “Non ci sono più le console di una volta“, “lo sputtanamento delle console la console war e il mercato hanno costretto le software house a tarare la difficoltà dei giochi verso il basso“, “I videogiochi moderni so’ roba per novellini“, “Aridatece tastiera e mouse“. Insomma, i commenti intelligenti si sprecano.
Letture da mare
Eccomi finalmente con una connessione abbastanza decente da permettermi di scrivere un post, chiedervi come state e come sta andando questo agosto e parlarvi delle cose che ho letto bello spaparanzato sotto l’ombrellone.
D’altronde ve lo avevo detto che in vacanza mi rilasso così. Però tranquilli, sono solo fumetti e cose facete, niente di pesante o noioso.
NES, 30 anni di storia
Oggi un bel post supernerd, di quelli vintage su una delle console che ha cambiato la storia dei videogiochi, il mitico NES.
Il post non capita a caso perché il 15 luglio il NES ha compiuto ben 30 anni e ancora oggi è una delle console più amate e ricordate da tutti. Forse addirittura è la prima vera console moderna.
La sua storia è interessante e, in effetti, ha influenzato il mondo videoludico più di quanto uno possa pensare.
Pronti a commuovervi ripensando ai bei vecchi tempi?
Must Nerd (feat. Rubik)
Già in passato abbiamo parlato di noi. Di chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo dove trovarci e come classificarci. Abbiamo cercato di mettere in luce le differenze tra noi Nerd, tra chi lo nasce e chi lo diventa dopo la morte dei propri genitori, tra chi morso da ragni radioattivi e chi inizia a leggere di gente morsa da ragni radioattivi. In tutto questo però non abbiamo ancora parlato di una cosa, ovvero di tutto quel bagaglio culturale che accomuna noi Nerd, tutto quello che ognuno di noi ha fatto almeno una volta nella propria vita.
Ecco perché ho scelto la PS3, ovvero: la console war mi fa una pippa
È successo che un paio di settimane fa Capitan Catarro ha scritto un post su Bethesda e sul fatto che i DLC di “Skyrim” non stiano uscendo per PS3.
Un utente ha commentato che la cosa è dovuta al fatto che la PS3 non sia abbastanza potente e poi è progettata male e altre cose che ormai sono 5 anni che sento e leggo in giro.
Capitan Catarro, allora, ha deciso di scrivere il post sulla console war di cui mi parlava da mesi e mesi e mesi, di cui addirittura parlava da prima di aprire il blog.
Mettendo quel post sulla nostra pagina di Facebook, un nostro fan Luca A., ha criticato, come nel suo diritto, lo sviluppo del post, benché concordasse con il discorso in generale, e poi si è lanciato con le sue considerazioni su quanto la 360 sia meglio della PS3.
Ho provato a rispondergli circa un centinaio di volte, ma la risposta veniva troppo lunga, quindi ho deciso di scrivere questo post.
“Ralph Spaccatutto” uno dei film più attesi di quest’anno! Almeno dai Nerd…
Dopo “Prometheus” al cinema non c’è granché. Oggi esce “Resident Evil Retribution“, il 6° film su Resident Evil, ma sinceramente non mi ispira molto, secondo me la saga mostra la corda già da un bel po’.
Di sicuro di cose belle, e meno belle, ne usciranno più avanti. Siamo tutti in trepidante attesa per “Lo Hobbit“, giusto per capire, se non altro, se verrà stuprato dalla suddivisione in 3 capitoli oppure ne uscirà illeso. Vedremo.
L’altro film che, personalmente, aspetto con particolare hype è sicuramente “Ralph Spaccatutto” della Disney. Fino a qualche anno fa non mi sarei mai aspettato di dire che aspetto di vedere un film della Disney, mi sembra incredibile.
Però, dopo la delusione di “Ribelle – The Brave“, “Ralph Spaccatutto” mi sembra possa diventare il lungometraggio animato dell’anno. Titolo che fino ad ora è spettato per diritto alla Pixar, ma dopo i suoi ultimi 2 lavori l’ha perso meritatamente.