Must Nerd (feat. Rubik)

Già in passato abbiamo parlato di noi. Di chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo dove trovarci e come classificarci. Abbiamo cercato di mettere in luce le differenze tra noi Nerd, tra chi lo nasce e chi lo diventa dopo la morte dei propri genitori, tra chi morso da ragni radioattivi e chi inizia a leggere di gente morsa da ragni radioattivi. In tutto questo però non abbiamo ancora parlato di una cosa, ovvero di tutto quel bagaglio culturale che accomuna noi Nerd, tutto quello che ognuno di noi ha fatto almeno una volta nella propria vita.

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Cinquanta Sfumature di Delirio – Parte III – by Trillian

Eccoci infine giunti alla fine di questa avventura durata tre puntate. Una per libro, ognuno a suo modo traumatizzante. Se volete potete leggere la prima parte qui, oppure la seconda qui

Un articolo diviso in tre parti, un po’ come “Il Signore degli Anelli, anche se con Tolkien non ho nulla da spartire, nonostante mi piacerebbe tanto.

Dunque, come sempre occhio agli spoilers, che abbonderanno, e tuffiamoci nell’ultimo capitolo di questa delirante avventura…

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Cinquanta sfumature di delirio – Parte II – by Trillian

Eccoci all’appassionante seguito della recensione della scorsa settimana. Dunque, lo scorso libro ci aveva lasciato con un Chris abbandonato dalla bella Anastasia, dopo aver diciamo “esagerato” (su richiesta della fanciulla, tra l’altro), che si rotola nel rimpianto e nel rimprovero.

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Cinquanta sfumature di delirio – Parte I – by Trillian

Questa è la mia prima “recensione” e per un inizio a bomba vi propongo la rilettura di un libro che ha suscitato molti pareri contrastanti: sto parlando di Cinquanta sfumature di grigio e i due sequel.

Come è iniziato tutto? Da un attacco fulminante d’insonnia, come sempre.

A un certo punto della notte mi sveglio di colpo. Sapendo che tanto non avrei più dormito neanche se mi fossi tirata una botta in testa, inizio a chiedermi cosa potrei fare per passare il tempo fino alle sei e mezza, mio orario di sveglia. Escludo di fare zapping muto alla tv. Alle due del mattino non danno niente di interessante, nemmeno una partita dell’Italia dei mondiali dell’82 o la quattrocentosessantottesima replica di Dirty Dancing su una rete privata.

Opto perciò per l’uso del Kindle, il simpatico aggeggino di Amazon. Kindle, per chi non lo sapesse, non è altro che il nome figo che si è dato al libro elettronico.

Dicevo, visto che non ho altro da fare per passare la notte, inizio a navigare pigramente per il sito di Amazon alla ricerca di un nuovo libro. Avevo già sentito parlare di Cinquanta sfumature, da alcuni in termini lusinghieri e da altri in termini che avrebbero sconvolto il regale animo della regina Elisabetta. Decido di comprare proprio quel libro, mio malgrado, incuriosita.

In due giorni lo finisco, presa inaspettatamente in contropiede. E’ meglio di quanto pensassi, in effetti. Occhio che quello che segue è pieno di spoiler, leggete a vostro rischio.

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C’eravamo tanto amati… – by Trillian

Quest’oggi voglio narrarvi una storia d’amore ma dal finale tragico. Di chi sto parlando? Del cinema e dell’immaginazione.

Questa storia ha inizio con due signori che di cognome facevano Lumière. Correva l’anno 1895 e i due fratelli, il freddo 28 dicembre, in un modesto scantinato, proiettarono il primo film della storia. Si trattava di semplici immagini scattate in rapida successione, in modo da dare l’illusione del movimento. Oggi una cosa del genere farebbe ridere, ma invece a quei tempi era una vera e propria fonte di meraviglia, se non di terrore (esemplare la proiezione del treno che arriva alla stazione, durante la quale gli spettatori scapparono impauriti convinti che il treno stesse arrivando davvero).

Da allora, il Cinematografo divenne popolare. Ai Lumière succedette Georges Méliès, il primo in assoluto a dirigere un film di fantascienza. Sto parlando del Viaggio nella Luna del 1902, richiamo all’opera di Jules Verne. Il connubio tra Méliès e il cinema fu molto prolifico: Méliès diresse più di 1500 film, dando prova di grande senso di innovazione (introdusse la tecnica del montaggio, l’uso della dissolvenza e del colore) e di illusione: il film serviva per uscire per qualche decina di minuti dalla realtà ed immergersi in un altro universo completamente nuovo e assolutamente meraviglioso.

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