C’eravamo tanto amati… – by Trillian

Quest’oggi voglio narrarvi una storia d’amore ma dal finale tragico. Di chi sto parlando? Del cinema e dell’immaginazione.

Questa storia ha inizio con due signori che di cognome facevano Lumière. Correva l’anno 1895 e i due fratelli, il freddo 28 dicembre, in un modesto scantinato, proiettarono il primo film della storia. Si trattava di semplici immagini scattate in rapida successione, in modo da dare l’illusione del movimento. Oggi una cosa del genere farebbe ridere, ma invece a quei tempi era una vera e propria fonte di meraviglia, se non di terrore (esemplare la proiezione del treno che arriva alla stazione, durante la quale gli spettatori scapparono impauriti convinti che il treno stesse arrivando davvero).

Da allora, il Cinematografo divenne popolare. Ai Lumière succedette Georges Méliès, il primo in assoluto a dirigere un film di fantascienza. Sto parlando del Viaggio nella Luna del 1902, richiamo all’opera di Jules Verne. Il connubio tra Méliès e il cinema fu molto prolifico: Méliès diresse più di 1500 film, dando prova di grande senso di innovazione (introdusse la tecnica del montaggio, l’uso della dissolvenza e del colore) e di illusione: il film serviva per uscire per qualche decina di minuti dalla realtà ed immergersi in un altro universo completamente nuovo e assolutamente meraviglioso.

 

Poi ci fu l’avvento di Hollywood e le sue star mute. Charlie Chaplin, Rodolfo Valentino, Buster Keaton: alcuni dei volti più amati degli anni del cinema muto.
Ma, nel 1927, un’altra svolta: l’introduzione del sonoro. Il cinema non potrebbe essere più fiorente, è un vulcano in piena attività, desideroso di trasmettere meraviglia, realismo, di far sognare le persone.

Il matrimonio tra cinema ed immaginazione non potrebbe andare meglio: nella loro casetta ad Hollywood generano figli su figli, alcuni di successo, altri caduti nell’oblio, ma poco importa, nessuno è perfetto.

La vita coniugale dei due procede tranquilla e serena, costellata di successi, anche negli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta: sono le annate in cui vengono sfornati film del calibro di Casablanca, La Ciociara, La Dolce Vita,  Psycho: film affidati dai due amorevoli genitori nelle capaci mani di registi come Vittorio De Sica, Federico Fellini, Alfred Hitchcock.

Passa il tempo, i loro pargoli diventano grandi ed imparano a camminare sulle loro gambe: come atto di ringraziamento consacrano gli attori, che hanno recitato in loro, a stelle del cinema. Basti pensare a Humprey Bogart, impresso nell’immaginario collettivo con l’impermeabile e il Borsalino sulle ventitrè; Ingrid Bergman e il suo sguardo magnetico; Liz Taylor e i suoi strabilianti occhi viola; Charlie Chaplin e la sua incredibile mimica facciale. Tutte persone che devono al cinema e all’immaginazione la loro vita.

I due coniugi sorridono bonari nel vedere come i loro protetti abbiano fatto successo e ora siano divi acclamati e amati. Ma non sanno ancora che il futuro riserva per loro altre sorprese.

Eccoci arrivati agli anni Settanta e Ottanta, il trionfo della  fantascienza: Georges Méliès si sarebbe messo a piangere di gioia, se avesse visto Star Wars. E Star Wars è solo uno dei tanti film di fantascienza prodotti in quegli anni, comprendenti, fra gli altri, Alien, Predator, Blade Runner. Altri registi nuovi, altri attori pronti ad essere lanciati fra le stelle.

I due patriarchi, dall’alto della loro casetta sulle colline di Hollywood, più precisamente accanto alla H della famosa scritta, assistono completamente goduti a questi successi.

Ma qualcosa sta iniziando a scricchiolare: l’immaginazione inizia a fare acqua e, negli anni Zero, è il bum dei remake.

Remake, reboot, prequel, sequel, di tutto e di più: si gira e si rigira lo stesso film in salsa piccante, in salsa rosa, in maionese impazzita. E non sempre i risultati sono apprezzabili.

Il cinema inizia a far dormire l’immaginazione sul divano, dando a lei la colpa del fatto che tutto sta andando allegramente a catafascio. L’immaginazione si difende dicendo che non è colpa sua se i registi sono così idioti da non osare e da andare a picchiettare sempre sullo stesso script che alla lunga diventa noioso. Intanto i figli maggiori se ne stanno in silenzio, nelle loro case adiacenti, ad ascoltare le litigate galattiche dei genitori, a crogiolarsi nel pensiero di aver avuto una fortuna sfacciata ad essere nati quando il matrimonio tra i due era ancora giovane e saldo.

Passano gli anni e la situazione non migliora: i remake fioccano come corn flakes, la pazienza del cinema è ai limiti storici, la crisi tallona registi e produttori che, per far più in fretta e spedire in pasto al pubblico un film spettacolare dal punto di vista visivo ma con una trama che prende in giro l’intelligenza del pubblico stesso, mandano allegramente a stendere l’immaginazione e si concentrano sulle solite storielle senza capo né coda. Esempio: un lui e una lei che si incontrano sotto la luna piena, si innamorano a prima vista, si danno un bacio mozzafiato giusto un secondo prima che la luna esploda per ragioni non ben chiarite.

E’ la fine definitiva del matrimonio tra cinema e immaginazione. Il cinema chiede il divorzio, l’immaginazione, spostatasi in altri campi più prolifici, fa orecchie da mercante e continua a bighellonare attorno a quella che una volta fu casa sua.

Di tanto in tanto escono ancora film innovativi e davvero belli, ma si tratta solo di una notte di sesso e nient’altro.  Per ora sembra che l’armonica unione tra i due sia spezzata definitivamente.

Ho detto sembra. E sottolineerei il per ora. Non ho ancora smesso di sperare che quei due un giorno tornino insieme. Sarebbe davvero bello, sia per noi che per loro, visto che si erano tanto amati..

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

5 pensieri su “C’eravamo tanto amati… – by Trillian

  1. Da "studioso" di cinema, scrivo in qualità di rompicoglioni di turno. XD
    1) La storia del treno dei Lumiere è ovviamente una leggenda metropolitana. Infatti, dal punto di vista visivo, è chiaramente impossibile far vedere un treno che "deraglia" contro lo schermo. La cinepresa dei Lumiere era posta leggermente alla destra del binario in cui il treno arrivava: il treno in questione "esce dall'immagine" perché esce fuori campo. La gente non è mai fuggita dal cinema, è una diceria che ha a mio parere "rovinato" un aspetto importante della storia del cinema.
    Poi bisogna sottolineare come gli stessi Lumiere avessero dichiarato che per loro il cinema era un mezzo senza futuro. Loro, che l'avevano creato, non pensavano minimamente ad un sviluppo futuro della settima arte. Il cinema vero e proprio, quello che racconta storie, quello che "vediamo" anche oggi, l'ha creato Melies, perché ai Lumiere interessava solo l'aspetto documentaristico del mezzo. I Lumiere se mai hanno creato il documentario, Melies, che era presente alla presentazione dei Lumiere, si è appropriato dei loro mezzi tecnici per creare una "nuova letteratura visiva", per tanto il vero primo regista della storia è lui.

    2) Oggi stiamo a mio parere vivendo l'ennesima fanfara de "il cinema di oggi è una merda": in tutte le epoche si sono verificati questi fenomeni legati alla settima arte, per un motivo o per l'altro. Es. negli anni 60 il cinema francese criticava quello hollywoodiano e la sua massa incresciosa di stereotipi e "ripetizioni", negli anni 80 gli stessi film che noi idolatriamo come miti oggi erano bollati dalla critica come "capricci" di giovani troppo giovani, dall'animo puerile, a cui produttori sfrontati davano troppi soldi (e forse un po' avevano ragione, ma ritengo anche che una critica del genere si adatterebbe al mondo del cinema di oggi, dove si spendono veramente un mucchio di milioni per ogni film per poi sfornare delle cose inguardabili e che non aggiungono nulla di nuovo oltre al semplice intrattenimento); senza contare tutto il promettente cinema italiano di genere (horror, western, fantascienza, produzioni che ci invidiano in tutto il mondo) che è crollato proprio perché la critica di allora li bollava come cavolate. Grazie a questo crollo oggi abbiamo un cinema italiano che definirei scandaloso, mentre allora il "puro cinema" era solo quello degli autori impegnati come Fellini e Antonioni (che per carità, sono grandi artisti, ma esistono tanti modi di fare cinema!). Oggi la critica semplicemente non parla, proprio nel momento in cui dovrebbe farsi sentire di più, dato che effettivamente ci sono delle situazioni scandalose. Mi verrebbe da dire: brutti bastardi, perché non rompete i coglioni quando ce n'é veramente bisogno, invece che lo avete fatto quando c'erano i soldi e le idee?
    3) Crisi o non crisi, ritengo da vomito le cifre esorbitanti che si spendono per i film di oggi. Se pensiamo poi che un film deve incassare più per le perdite della pubblicità che per i costi della realizzazione del film stesso, ecco questo è il colpo di grazia. Lo Squalo e Star Wars erano film a cui non credeva nessuno, e guarda caso non hanno avuto neanche sto gran marketing. Non c'erano YouTube e Facebook, e sono stati tirati su con pochi soldi, rischiando la bancarotta e il fallimento. Eppure la gente ha decretato il loro successo.
    Il problema dei soldi poi si ripercuote secondo me anche sulle idee, perché per la mente umana è impossibile mantenere un certo contegno appena sente odore di grana. E' come la politica: come si fa a credere ad una persona che è piena di miliardi e dice "aiuterò i poveri"? Ma è impossibile per un essere umano (a meno che non sia Superman…ah, già, lui non è umano) arrivare a mettersi nei panni di quelli che hanno meno mezzi economici di lui! E più si è ricchi e più se ne vorrebbe. Un Nolan che ti fa un film come Memento con 5 milioni e poi un Inception che ha le stesse ambizioni ma con miliardi e miliardi ti fa pensare…
    Se i produttori la smettessero di pensare al guadagno e pensassero che ci sono tanti talenti inespressi che seriamente hanno delle idee che possono cambiare le cose…il problema è che, come in tutte le industrie artistiche odierne, ormai si pensa più ai soldi, quindi i produttori vanno sul sicuro con prodotti che sanno già dal principio che verranno visti.
    Un povero cristo che va là con un'idea nuova che si può anche realizzare a basso costo sarà sempre un nullità rispetto al regista di videoclip con dubbia esperienza che non deve fare nulla tranne dire "sì va bene" di fronte ad un cast strapagato per un film in cui lavorano più i tecnici del digitale di lui…e che guarda caso sarà sicuramente una nuova versione di una cosa già fatta, un cinecomic, un prequel, un sequel, un reboot, un remake, un merdake, un rebottati dal palazzo. Per me questo si chiama RUBARE, perché oltre a rubare i soldi, rubano anche le idee buone di gente che si è fatto un mazzo così per arrivare dov'é e adesso vede la sua opera continuamente riproposta in miriadi di prodotti di dubbia artisticità.
    Sia chiaro, io ritengo che l'arte del cinema non si esprima solo, come certi critici credono, in film impegnati: a me un Steven Spielberg che mi scrive un Goonies o mi dirige un ET darà sempre di più di un Transformers che ha le stesse ambizioni, cioè intrattenere, ma che non ha nulla di profondo se non la f..a di Megan Fox. Nella storia, purtroppo, abbiamo avuto solo due grandi nomi che hanno capito come mischiare l'arte all'intrattenimento e si chiamavano Alfred Hitchcock e Stanley Kubrick. E guarda caso non erano nemmeno americani e odiavano lavorare a Hollywood.

    Come sempre, mi scuso per il papiro. :)
    Mi piace molto la tua idea del matrimonio, molto originale e toccante!

    • per me tarantino è il messia! e ho una visione: se resterà incorrotto, dopo la sua morte, scoppierà un nuovo rinascimento per la settima arte

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