Attack The Block, Goonies contro Alieni

Atttack The Block è uno di quei film di cui ho sempre sentito parlare bene, ma non sono mai riuscito a vedere.
Pare che in Italia sia uscito a maggio dell’anno scorso, per tipo due spettacoli in un paio di sale.

Finalmente l’ho recuperato in lingua originale… per una volta forse ho fatto male.

Oval, periferia di Londra. Un gruppo di teppisti è in giro come al solito a rapinare i passanti, quando d’un tratto vengono interrotti da un alieno che si schianta accanto a loro.
Loro, non sapendo che fare, lo crepano di mazzate e vanno a farsi una bella fumatina da Ron (Nick Frost), il loro amichevole spacciatore di quartiere, portandosi dietro la carcassa del mostro.
Mentre son lì che fumano e si insultano, come ogni buon teppistello deve fare almeno una volta a serata, in tutta Oval cominciano a piovere alieni enormi, tutti neri e con i denti fosforescenti.
Ce la faranno i nostri amici teppisti a cavarsela salvando tutto il vicinato?

Gli inglesi sono adorabili, guidano al contrario e producono film di fantascienza e mazzate a low budget che molte volte sono migliori dei film da milioni di dollari prodotti oltreoceano.

Questo in particolare è scritto e diretto da  che, per non saper né leggere né scrivere, prende a piene mani dalla filmografia spielberghiana anni ’80, la ribalta, e tira fuori un fanta-horror molto piacevole.

Così ci sono i Goonies, ragazzi poveri di periferia morbosamente legati al loro quartiere di nascita, che partono per l’avventura. Solo che non ci sono mappe antiche da decifrare, o un tesoro da scoprire, ma ci sono sanguinari alieni da fermare, che oggigiorno al buonismo dei Goonies e al simpatico aliene rugoso a là E.T., nessuno ci crede più.

I mezzi sono quelli che sono, per mascherare la pochezza degli effetti speciali gli alieni sono tutti neri e le scene si svolgono prevalentemente al buio, ma per il resto è scritto e diretto abbastanza bene.
Ha delle buone idee che compensano gli scarsi effetti speciali, come quella che siano i denti, e non gli occhi, l’unica cosa che si vede dei mostroni. Anche perché più che gli occhi sono proprio i denti quelli che fanno male, che dilaniano la carne e uccidono la gente.

Visto che è lì che dirige un gruppo di ragazzini, Cornish, ha la brillante idea di farli parlare come parlerebbero di solito con i loro amici, quindi slang e accento inglese strettissimo, di cui non ho capito mezza parola. Per fortuna c’erano i sottotitoli, così i discorsi infarciti di rimandi a videogiochi e cultura dell’intrattenimento in generale, sono riuscito a capirli lo stesso, apprezzando, in parte, anche la freschezza e la spontaneità dei dialoghi.
Gli scontri sono a suon di fendenti di katana, mazze da baseball, fuochi d’artificio più o meno legali e tutto quello che un Goonie di oggi vorrebbe usare per far fuori dei pericolosi alieni.

Il film non è una cavalcata di perfezione assoluta, qualche difetto ce l’ha, ad esempio è un po’ troppo scanzonato per essere un horror vero e ha scene troppo truculente per essere solo una commedia. Poi i nostri teppisti si trasformano in simpatici eroi di punto in bianco, questo crea un contrasto troppo netto da quello che erano a quello che sono in realtà.
Ogni tanto ci prova pure a fare un po’ di polemica sociale, ma sono brevi scambi di battute che rimangono lì, un po’ fini a se stessi.

La cosa migliore sono i giovani protagonisti, tutti non professionisti, che riescono a caratterizzare i loro personaggi senza risultare fastidiosi, come a volte accade in questi film. Da menzionare il protagonista  che, oltre a sembrare il figlio illegittimo di Tyson, è davvero bravo e convincente nel ruolo.

Quindi se non l’avete visto l’anno scorso e avete un’ora e mezza in cui non sapete che fare, mettete su ‘sto film, che male che vada vi divertite.

 

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

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Informazioni su MrChreddy

Nato da da padre Vic 20 e madre Amiga 500, è cresciuto negli anni '80 allevato da videogiochi, fumetti e film. La sua mente vaga ancora in quell'universo parallelo, mentre il suo corpo si muove in questo rimpiangendo di aver perso tutti i suoi giocattoli di quando era piccolo. Li avesse ancora, ora sarebbe milionario. Precisino della minkia fino al midollo, non è mai soddisfatto di quello che vede, legge, gioca e trova sempre qualcosa che non va o che si sarebbe potuto fare meglio in tutto quello che gli capita tra le mani. Ha la lingua più veloce del cervello, prima parla poi pensa a quello che dice. Anche ore o giorni dopo. Per fortuna le sue idee e paranoie trovano sfogo su questo blog e non sulle macchine di quelli che hanno rovinato i suoi miti d'infanzia. Spielberg e Lucas tirano un grosso sospiro di sollievo e ringraziano per la nascita di Nerds' Revenge, che non hanno voglia di cambiare macchina ogni settimana.

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