Credo che, da nerd, avrei dovuto vedere Interstate 60 molto prima, visto che è del 2002, invece l’ho visto solo questo week end.
Perché? Probabilmente perché in Italia al cinema non è mai uscito, oppure semplicemente perché quando è uscito ero girato dall’altra parte.
Sicuramente è finito in DvD in qualche Blockbuster, eppure non l’ho mai notato. Poi settimana scorsa, gironzolando per internet come al solito, ci sono inciampato sopra e un sacco di cose mi hanno spinto a sc… fare un salto indietro nel tempo di una decina d’anni, con la mia DeLorean personale, e noleggiarlo in uno dei Blockbuster appena aperti da queste parti, che 10 anni fa spuntavano come le lumache quando piove.
Tornato nel presente sabato scorso l’ho infilato nel lettore e me lo sono visto.
Perché dico che, da buon nerd, avrei dovuto aver visto Interstate 60?
Perché è scritto e diretto da Bob Gale, amico di Robert Zemeckis e co-autore della trilogia di Ritorno Al Futuro, dove per co-autore, significa che l’idea e la sceneggiatura del primo film sono sue e degli altri due ha ideato la storia e li ha prodotti.
Ha anche scritto e co-sceneggiato, insieme a Zemeckis, il film più folle di Steven Spielberg: 1941 – Allarme A Hollywood.
Non contento ha anche scritto alcuni videogiochi, sempre ispirati a Ritorno Al Futuro, ed ha sceneggiato parecchi fumetti, tra cui: Daredevil, Amazing Spider-Man e Batman.
Insomma Bob Gale è uno che con il mondo nerd ha avuto parecchio a che fare.
Interstate 60 è un viaggio metaforico sulla fantomatica Interstate 60, statale che attraversa gli U.S.A. da est ad ovest, affrontato da Neal Oliver (James Marsden già Ciclope in X-Men) per trovare le risposte alla sua vita, un po’ come Dorothy percorse la Strada di Mattoni Gialli per arrivare dal Mago di Oz.
In questo viaggio è accompagnato da O.W. Grant (Gary Oldman in versione gigione), un essere mitico, nato da un Leprecauno e un’indiana Cheyenne, che ha il potere di esaudire i desideri. In più incontra tutta una serie di bizzarri personaggi che gli faranno affrontare piccole avventure dandogli pezzi della risposta che sta cercando.
Nel film appaiono in piccole parti Michael J. Fox, Christopher Lloyd, Amy Jo Johnson (la Pink Ranger dei Power Rangers), Kurt Russell, Chris Cooper in un ruolo molto figo e fuori di testa e Amy Smart che interpreta la ragazza dei sogni di Neal.
Interstate 60 non è un film perfetto oimperdibile per chiunque, ma è un omaggio ad un certo cinema degli anni ’80, molto simile alle commedie di John Hughes sulla crescita e sul passaggio, più che all’età adulta, all’età dell’accettazione di sé e di quello che si vuole davvero. Che è facile esprimere desideri chiedendo soldi, fama, donne ecc… ecc… un po’ meno facile esprimere desideri sensati distaccandosi dalle necessità del momento e capendo quello che effettivamente si vuole e di cui si ha davvero bisogno, tutto il resto sono capricci del momento.
Il problema vero è che spesso siamo ancorati a quello che pensiamo di essere o che ci viene imposto di essere ed è difficile cercare di estraniarsi e prendersi il tempo di fare un viaggio, anche metaforico, per capire davvero cosa vogliamo. A volte ne abbiamo l’occasione, ma la cogliamo davvero? E in ogni caso, riusciremmo a capire effettivamente dove siamo e cosa stiamo facendo, oppure vedremmo le cose senza davvero guardarle?
Difficle, quasi impossibile e stiamo attenti a quello che desideriamo, perché potremmo ottenerlo, come succede a chi incontra O.W. Grant nel film.
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Scritto da: MrChreddy
"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"
Visto oggi, su tuo consiglio.
Film assolutamente geniale.
Many thanks
Ah, meno male, ho superato la prova del nove allora :D
Scherzo, son contento ti sia piaciuto :)
Sì, hai ragione, scusami.
Spesso sono troppo netto nei miei giudizi, sembra quasi che io sia una prova del nove.
Purtroppo non mi piacciono i mezzi commenti, e quindi sono sempre abbastanza tranchant
(nel senso pessimo del termine).
Tornando al film,
mi è piaciuto il clima volutamente leggero,
che però dà un senso allegorico al tutto.
E poi c’è quel bel profumo degli anni ’80…
.
Nono dicevo per me la prova del nove. hai visto un film su mio consiglio e ti è piaciuto, ergo ogni tanto non dico cazzate :D
No, no. Anzi.
Io poi,
a parte qualche film per il quale nutro un certo rifiuto,
raccolgo tutti i consigli.
Cerco di non fossilizzarmi su pochi generi.
Posso vedere indistintamente
Interstate 60
e Dillinger è morto
Zabrinsky point
e Iron Man
Il fantasma della democrazia
e Rocky IV
Sono fatto così…
Oddio,
come ho scritto “Zabriskie”?
Chiedo venia
Zabriskie
non Zabrinsky
Ha-haaaa! Adesso sai come ci si sente a sbagliare a scrivere Kubrick! :P
Comunque ho visto Vita di Pi. Sai che non so proprio che dire sul film, perché mi è piaciuto, ma al tempo stesso no… per determinate cose non è riuscito a dare la visione che serve per il finale.
Però ci devo ragionare ancora un po’ prima di parlarne :P
E’ esattamente il finale particolare di cui parlavo.
Tu hai in mano due versioni.
E non è chiaro se quella vera sia quella della tigre
o quella del cuoco, per intenderci.
E’ evidente che è un film sulla fede religiosa,
ma anziché buttarla sul banale come tutti i film sul tema
sei tu a scegliere se essere un uomo di fede
e accettare il racconto del film
o la più probabile ma anche più materialistica versione “alternativa”.
E’ proprio questo ciò che mi è piaciuto:
ci devi pensare.
Sì, anche a me, no la cosa che mi ha fatto storcere il naso è il simbolismo animale.
Non viene accennato fino alla fine del film, in cui invece è necessario per capire la metafora del racconto. Però non si possono giudicare gli animali con i parametri umani del bene e del male. Loro non sono buoni o cattivi, è il loro istinto, la loro natura, uccidere, per una iena o per una tigre, non è fare del male, significa mangiare e quindi sopravvivere.
E’ questo che non mi ha convinto molto, le religioni all’inizio sono una cosa, quello che racconta alla fine un’altra, sembra quasi che l’inizio non c’entri con il resto del film. :)
Ci avevo pensato anch’io.
Alla demonizzazione di alcuni animali.
Però il bello è anche questo.
L’uomo è un animale e anch’egli, quando è privato della sua entità civile
come in un naufragio riscopre il suo istinto primordiale in cui cerca la sopravvivenza anche a scapito del prossimo.
Il cuoco non è cattivo e non lo è neanche la iena,
fa solo valere la sua ferocia in una situazione in cui vale la regola di Hobbes
homo homini lupus
Mah, il cuoco un po’ stronzo lo è :D
Comunque alla fine parla proprio di malvagità e cattiveria ai tizi dell’assicurazione :)
Tieni anche conto che,
piaccia o no,
molte religioni, se non tutte, hanno animali che demonizzano ed altre che invece esaltano
Basti pensare alla religione ebraica o cristiana:
il serpente è il simbolo del demonio,
il lupo del predatore
(vi mando come pecore in mezzo ai lupi…)
la colomba e l’agnello invece sono animali “positivi”.
Comunque il punto è questo:
finalmente un film che fa riflettere.
Poi ci sono diverse boiate, e su questo non ti do torto.
Non fraintendermi, non dico che è una boiata, è che si mette poco l’accento su quella cosa. Alla fine del film mi è venuto da chiedermi cosa c’entrasse la ricerca religiosa all’inizio con il resto del film e la simbologia degli animali.
Non è una cosa incomprensibile, solo che sembrano slegate l’una dall’altra :)