Django Unchained, il Tarantino scatenato

Non sto a ripetervi che sabato sono andato a vedere due film, che ormai mi sa che ho rotto la minkia con ‘sta storia.

Del primo, “Cloud Atlas“, ne ho parlato ieri.

Del secondo, “Django Unchained“, ne parlo ora, cercando il più possibile di evitare le parole: capolavoro, figata astrale, o almeno scrivendole poco.

Di “Django Unchained” mi ero limitato a vedere il trailer e leggere il meno possibile, che sui film di Tarantino se ne dicono un sacco di cazzate. Poi ieri pomeriggio, dopo averlo visto, sono andato a leggere un sacco di recensioni e ho scoperto che sui film di Tarantino di cazzate se ne dicono troppe.

Tutti i recensori, quelli bravi, quelli che ne sanno, quelli che si studiano le cose, hanno per lo più sfondato la minkia con le loro recensioni pompose. Quelle recensioni piene di riferimenti, che ti spiegano la rava e la fava e che assomigliano molto all’autoerotismo che si fanno i ragazzini di 13 anni in bagno. Quelle recensioni sono utili solo a chi le scrive, esattamente come l’autoerotismo, e fuorviano pesantemente chi le legge, che poi, per farsi figo, le riporta riempiendosi la bocca di termini che non conosce e letture dei contenuti astruse.

Le recensioni che ho letto avevano tutte un punto in comune che occupava gran parte dello scritto: il genere cui appartiene “Django Unchained“.
È un western, non è un western, è uno spaghetti western, non è uno spaghetti western, è un buddy movie, è un road movie, è un film di sparatorie, e via così.
Cazzate.
Django Unchained” appartiene solo all’elitario genere dei “Film di Tarantino“, ossia quei film che solo Quentin Tarantino può fare. Tutti quelli che hanno provato a imitarlo, hanno fallito miseramente ricoprendosi di ridicolo.
Perché?
Semplicemente perché Tarantino non fa film di alcun genere. Un genere cinematografico ha delle regole, più o meno precise, e dei canoni da rispettare. Tarantino, quelle regole e quei canoni, li usa quando ha finito la carta igienica, non di certo per scrivere e dirigere i suoi film.
I film di Tarantino non possono essere presi e imitati, sono così punto e basta, prendere o lasciare, hanno regole tutte loro che cambiano di volta in volta, di scena in scena, di dialogo in dialogo.

Semplicemente perché Tarantino è uno dei migliori registi contemporanei. È uno che ha preso il cinema, l’ha rivoltato come un calzino e l’ha ristrutturato come più gli piace, fregandosene di ogni schema e portando a noi spettatori qualcosa di innovativo, divertente e bello da vedere ogni volta.

Ad accompagnare l’uscita del film negli U.S.A. ci sono state le polemiche di Spike Lee su come vengono trattati alcuni temi come la schiavitù e le persone di colore, che un regista binaco non può far finta di essere nero e girare un film sui neri.
A quanto pare Spike Lee ha il copyright su queste cose, solo lui ne può parlare.
Per come la penso io, Spike Lee, che ha giudicato il film senza vederlo per sua stessa ammissione, ha trovato un modo per farsi un po’ di pubblicità, visto che ultimamente non se lo stanno cagando più, chissà che qualcuno si accorga che è ancora vivo.

– Ti interessa qualcosa di quello che dice Spike Lee?
– Per me è un coglione!

Ma veniamo al film.

Django Unchained” è Tarantino allo stato puro, senza freni, e c’è tutto in questo film.
Ci sono le citazioni, alcune facili da cogliere, altre sottili, altre che solo Tarantino capisce.

C’è Franco Nero che ricorda a tutti che Django è stato lui mille anni fa, in un film di Sergio Corbucci che non si ricorda nessuno, ma che tutti andranno a rivedere.
C’è l’ironia che stempera tutto.
Ci sono i dialoghi che solo Tarantino sa scrivere, quei dialoghi che vorremmo fare tutti almeno una volta nella vita.
C’è l’America del sud, quella vera e sottile come il tronco di una quercia secolare. Quella razzista che dice, in tre ore di film, 140 volte quella parola con la “N” in tutte le sue declinazioni che solo Spike Lee può usare, visto che ha i diritti d’autore. E non gli si può dire a Tarantino, che nel 1858 non erano mica politicamente corretti come oggi.

C’è la violenza sfrenata, sopra le righe, da cartone animato, con gli uomini che hanno giusto quei 50, 60 litri di sangue e scoppiano come gavettoni all’impatto dei proiettili. E c’è la violenza vera, quella che si sente, ma non si vede, se non per qualche fugace inquadratura mossa, ed è quella che ti fa più impressione e ti rimane attaccata addosso e su cui è stata costruita l’America.

C’è un cast spettacolare. Ogni volta che un attore finisce davanti alla macchina da presa di Tarantino dà il meglio di sé, fa l’interpretazione della vita. Una roba che se gli Oscar fossero una cosa seria sarebbero stati candidati tutti, Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo Di Caprio e l’immenso Samuel L. Jackson, che quando entra in scena, con uno sguardo, dà un giro di pista a tutti quanti, li doppia, si fa raggiungere, ricomincia a correre e li ridoppia.
C’è tarantino che è diventato un bue.
C’è che ci si diverte di brutto.
C’è che quando esci da cinema ti penti di non avere una Colt o un Winchester per metterti a sparare in aria gridando: “Yippe Ki-Yay, Gringo!“.

E mentre sei lì che ti esalti e pensi che Di Caprio si sia davvero fatto male alla mano in quella scena, nemmeno ti accorgi che il west è solo un’ambientazione come un’altra, che non ci sono le praterie sterminate, le cavalcate al tramonto, i paesaggi con l’orizzonte basso di John Ford, gli eroi americani che hanno costruito a mani nude quel paese guerrafondaio che conosciamo oggi.

Però c’è un po’ di Sergio Leone, come c’era in “Bastardi Senza Gloria“, e c’è la canzone di “Lo Chiamavano Trinità“, ma a quel punto l’adrenalina è così alta e il sorriso così largo, che ormai è solo l’ultimo tassello di un capolavoro.

Il film andrebbe visto assolutamente in lingua originale, in italiano si perde molto, gli accenti, le interpretazioni, ad un certo punto vien da chiedersi come mai questa volta abbiano scelto Jamie Foxx per dare una faccia alla voce di Pino Insegno, che non cambia mai registro, che per lui Aragorn, Django, Diego la tigre dai denti a sciabola o l’ennesima pubblicità della Playstation, sono da doppiare tutti allo stesso modo.

Me lo sarei rivisto volentieri subito, finito lo spettacolo, avrei ricominciato da capo, immediatamente, in lingua originale però.

Andate a vedere questo film, maiali lavativi!

 

Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

29 pensieri su “Django Unchained, il Tarantino scatenato

  1. Bravo, bell’articolo come sempre, sono d’accordo su tutto quello che dici.

    Voglio segnalare quest’intervista: http://www.youtube.com/watch?v=j3b2dH6n3Qg

    Oltre a divertirmi da matto nella parte finale con Jackson, posso dire che l’intervistatore aveva davvero preparato delle domande davvero, ma davvero, intelligenti. Mi è piaciuta un sacco. Ed è piaciuta anche a Tarantino, viste le sue reazioni alle domande ;)

    Django l’ho visto una volta giovedì e andrò a rivederlo giovedì ancora, e poi me lo procurerò in DVD e me lo riguarderò ancora in lingua originale. Anzi, credo che sia giunto il momento di rivedere tutti i film del buon vecchio Quentin in lingua originale, che non fa mai male ;)

    • Grazie Denis.

      L’intervista me la guardo stasera a casa con calma :D

      Sì, vorrei andarlo a rivedere pure io, ma lo aspetto in blu-ray per la lingua originale, a meno di non beccarlo in qualche cinema come avevo fatto con “Inglorious Basterds” :)

  2. buongiorno a tutti!

    questo lo vedrò sicuramente.. spero su un grande schermo.. se no il bluray sarà assicurato.. anche se devo dire che per me tarantino ha fatto un tonfo immenso con “bastardi senza gloria”, ottimo, non lo metto in dubbio.. ma essendo un patito di WWII lo stravolgimento storico mi ha lasciato smascellato per due giorni.. non ho dormito per l’orrore.. avesse continuato come il senso logico e il libri di storia ci hanno insegnato avrei detto “bel lavoro Quentin” così ho potuto esclamare “per me puoi andare in ascensore al quarto piano..”

    ma è un opionione completamente soggettiva..

    vediamo se con Django riesce a ricucire un rapporto vacillante.. :D

    Pino Insegno.. Ottimo lavoro con Aragorn.. ma basta adesso.. Possibile che in italia non esistano doppiatori alternativi? tra lui e Pietro Ubaldi basta..

    • Ciao Claudio,

      Per “Inglorious Basterds” posso dirti che a me è piaciuto meno di Django, ma dell’accuratezza storica me ne poteva fregare di meno. Tarantino è così, ti fa vedere quello che avrebbe voluto fosse successo, non quello che è successo realmente, che è una cosa che sappiamo già tutti.
      Poi ovviamente può non piacere la sua strafottente libertà, ma è una regola del gioco quando guardi i suoi film. Ti devi mettere lì e dire: “dai, vediamo dove mi porti” e non puoi decidere altro. A me piace, magari ad altri no. Lecito :D

      Django è anche lui storicamente discutibile e anacronistico. Basta vedere che c’è la dinamite quasi 10 anni prima della sua invenzione, o gli occhiali da sole giusto quei 70 anni prima che arrivassero in America.

      Però per me sono cose che non interessano, gli anacronismi, non sto guardando una ricostruzione storica accurata. Ad altri possono dare fastidio :)

      • probabilmente l’errore fu mio, andando a vederlo con una certa aspettativa. però un conto è una discrepanza anacroistica.. un altro è riscrivere la storia.. ma ripeto, è liberissimo di farlo.. poi come credo per ognuno di noi ci sono dei dogmi “inviolabili”. Per intenderci mi sta bene vedere delle “cavolate” che diventano un contesto così irreale che diventa un binario a parte.. Per chiarire i miei soliti sproloqui, un “captain america” (ma perchè ho rievocato quella puttanata galattica??) con la sua improbabile “idra” completamente impensabile, che a conti fatti non ha portato nulla a come è stata la guerra ma che è diventata una storia parallela..
        avrei preferito un contesto del genere.. ma si sa che con i “se e i ma” ci si fa poco, con tarantino poi.. come al solito “my two cents”… ;-)

        • Sìsì, Claudio, hai perfettamente ragione.

          Io dicevo solo che a me non ha disturbato, probabilmente perché sapevo di non vedere un film storico. A volte sono le aspettative a fregarti.

          A proposito di WWII l’hai visto “La Caduta”?
          Secondo me è fantastico come film.

  3. Bravo MrChreddy! Nel leggere questa splendida ed esauriente recensione…mi sono venute le palpitazioni…le stesse che ho avuto domenica pomeriggio durante (e dopo) la visione del film….che bello emozionarsi così….una volta ogni tanto al cinema! e grazie Quentin…spero proprio nn ci abbandoni al decimo film!
    P.S. nn ho riconosciuto Tom Savini :(

  4. Amen, fratello.

    Sul film in sé, sulle candidature agli Oscar eccetera non ho nulla da aggiungere. Sembra davvero che gerta gente stia su pianeti diversi.

    Spendo solo i miei due cents sulla piaga che affligge il cinema e le serie televisive in Italia: il doppiaggio.

    “Abbiamo i migliori doppiatori del mondo”, “In lingua originale i dialoghi sono piatti e perdi un sacco di recitazione” (giuro, ho sentito dire anche questo), “Sembri uno che se la mena perché sa l’inglese”, eccetera eccetera.

    La verità è che io odio la scialba teatralità della dizione che hanno TUTTI i doppiatori, e quando dico odio intendo al punto che finché avrò scelta (e purtroppo per quanto riguarda il cinema ancora non ce n’è) non guarderò mai più nulla in italiano. Mai un accento particolare, mai che si senta, per forza di cose, la differenza tra un americano, un inglese, un canadese o un nero. Sembra che siano sempre usciti tutti da cinecittà.

    Quando mi sento ribattere che il parlato anglofono è piatto, non so mai se ridere o piangere.

    Da quando hanno iniziato a circolare film e serie tv in lingua originale (sia in dvd che in rete) è cambiata completamente la mia prospettiva. Uno dei primi film a far nascere in me questa consapevolezza è stato, ormai quasi dieci anni fa, il primo Pirati dei Caraibi. Tutti pensano di conoscere abbastanza bene Johnny Depp, ma la verità è che nessuno portrà mai dire di apprezzare un attore se non l’ha mai neanche sentito PARLARE, cristiddio.

    Poi questo non vuol dire che in italiano film e telefilm facciano cagare, per carità. Friends e Scrubs mi hanno fatto spaccare dal ridere lo stesso ai tempi, giusto per fare un paio di nomi, ma per lo stesso motivo per cui io vado a vedere un film all’Arcadia e non all’UCI, voglio anche sentire gli attori così come sono stati diretti dal regista.

    • Ovviamente concordo con te sul doppiaggio.

      Pure io cerco di vedermi le serie in lingua originale, visto che ne ho la possibilità, e i film.
      Ammetto che ciò mi richiede un certo sforzo e una certa concentrazione, a volte per pigrizia mi guardo le cose in italiano, tipo Dexter, che ho cominciato a vederlo così e così continuo.

      Però, come hai detto tu, la recitazione si apprezza di più con le voci originali, pochi cazzi. Chi dice il contrario non capisce ‘na mazza.
      Per dire, anche i film in Indonesiano riesco ad apprezzarli con i sottotitoli.

      Comunque, se vuoi (e scusa se ci autopromuoviamo) mille anni fa Capitan Catarro aveva scritto un post sui doppiaggi italioti :)
      https://www.nerdsrevenge.it/2012/02/27/il-merdaviglioso-mondo-dei-doppiatori/#.UP62hx0TkaA

  5. Un saluto a tutti, mi è capitato di leggere la recensione/post

    e mi andava di lasciare un commentino,

    col commento del padrone di casa, s’intende.

    Grande, grandissimo film.

    Tarantino, semplicemente un genio.

    Appena sotto Inglourious Basterds

    (“questo potrebbe essere il mio capolavoro” …

    …e lo fu)

    Ovviamente verrà snobbato dagli oscar

    ma sarà un’ulteriore medaglia da appuntare al petto di Quentin.

    Si ricorderà, infatti, che Stanley Kubrick

    (non Severino Cicerchia, Stanley Kubrick)

    ha vinto nella sua carriera

    solo un Oscar per gli effetti speciali.

    Praticamente come prendere Frank Sinatra
    e fargli vincere il Festival di Sanremo.

    Saluti.

    • Ciao Messer Satanasso… forse volevi dire “con il permesso del padrone di casa”, beh, permesso accordato :D

      A me questo, invece, è piaciuto di più di Bastardi Senza Gloria, ma siamo veramente lì, è questione di sfumature di gusti.

      Per quanto riguarda gli Oscar, è vero che Kubrik non ha mai vinto, ovviamente non aveva le attitudini di leccaluaggine necessarie a prendere una statuetta :D

      Se ti interessa, ho scritto un post proprio sulla serietà degli Oscar, se ti va di leggerlo:
      https://www.nerdsrevenge.it/2013/01/14/and-the-oscar-goes-to-aspetta-un-attimo-parliamone/

      In ogni caso, mi ha fatto piacere che sei passato e hai commentato, se ti vuoi fermare ancora da queste parti, sei ben accetto ;)

      • Beh, innanzitutto grazie mille dell’accoglienza.

        Dopo un “giretto” nel blog, ho potuto prendere atto di quello che si intenda per “nerd”.

        Io non rientro troppo nella cultura nerd, o almeno credo.

        Ho un’istruzione classico/giuridica, non amo manga, videogiochi, giochi di ruolo, non sono metallaro, ho visto Star Wars e i Goonies ma non ne vado matto.

        E allora mi si chiederà: perché senti il bisogno di comunicarcelo e perché hai scritto qui?

        La risposta è semplice:
        amo il cinema
        (non so se ne sia competente, ma mi piace),

        apprezzo l’ironia e soprattutto l’autoironia
        (quest’ultima, la più alta forma d’intelligenza, a parer mio)

        e adoro respirare un po’ quel vecchio profumo degli anni ’80 che mi pare di percepire qui dentro

        Bene, tutto ciò mi pare che in questo blog ci sia.
        Quindi, sempre col permesso
        (sì volevo dire permesso, se ogni tanto io rileggessi quello che scrivo…)

        del padronedicasa, mi diletterò nel dire la mia su questo o quel film.

        Saluti,

        • Fai pure Satanasso, ho aperto il blog apposta per sentire le opinioni di altri :D

          Che fossi di una “cultura superiore” l’avevo capito dal nick (viene dai Tex se non sbaglio, mica era Belfagor detto anche Messer Satanasso? Magari ricordo male :P)
          Qui di ironia e autoironia ne trovi a palate. come di anni ’80, siamo tutti figli di quegli anni lì… :D

          Comunque essere nerd, scremando le cose con cui ci balocchiamo, significa soprattutto essere curiosi e avere voglia di andare un po’ più in fondo della superficie, mettersi a studiare e capire le cose, senza subirle passivamente. Che poi si riversi nella passione per i fumetti o i videogiochi, che tra le altre cose sono uno stimolo intellettuale mica da ridere, visto che bisogna trovare soluzioni alternative a problemi “impossibili” strutturati da altre persone, o nel cinema è una conseguenza logica.
          E di manga non ne parlo in quanto non mi piacciono (più).

          Poi, oh, nemmeno io sono un esperto di cinema, ho studiato un pizzico di sceneggiatura e tutte quelle robe lì, ma niente di più. Ho solo delle opinioni su quello che vedo e mi piace esprimerle per instaurare un dialogo.

          Comunque, vieni pure a dire quello che vuoi, anche contestare e criticare, non c’è mica problema, anzi…

          • Esatto.

            Il mio nick viene proprio dal linguaggio da vaccaro di Tex Willer,
            (alla faccia della cultura superiore… :))

            precisamente da

            “starà già presentando le sue credenziali a messer satanasso”

            oppure

            “mandare a spalare carbone per le miniere di messer satanasso”.

            Detto questo, non vorrei aver dato l’impressione di aver voluto prendere le distanze dagli interessi “nerd”.

            Semplicemente mi sembrava corretto rendere noto il motivo per il quale avevo lasciato un commento qui sopra.

            Leggevo di abolire il doppiaggio:
            ecco, io sarei spacciato.

            Ho una conoscenza moooolto scolastica dell’inglese
            (leggasi:”cialtronesca”)

            e i sottotitoli in calce non mi fanno assaporare le immagini
            (per la serie: o leggo, o mi gusto lo sguardo tagliente di Samuel L.Jackson)

            oltre a farmi perdere di realisticità il film.

            • Nono, tranquillo, non hai dato nessuna impressione era per spiegare il perché “nerd” nel nome del blog :D

              In effetti sono un po’ egoista a chiedere l’abolizione del doppiaggio.

              In effetti sarebbe decisamente meglio aumentare i cinema che propongono film in lingua originale, con tutti i crismi di un buon cinema, in modo che chi vuole può scegliere se andare a vederlo doppiato oppure no.

  6. Di solito quando esce un film di Tarantino ci sono due frange, anzi tre: 1) gli appassionati di Tarantino che qualunque film di Tarantino esca lo innalzano a capolavoro, 2) gli Spike Lee e 3) quelli che non capiscono nulla di cinema ma hanno capito che se dicono che tarantino è un maestro fanno una bella figura (poi poveretti non hanno idea di cosa sia un piano sequenza o una musica antidiegetica ma vabbé).

    Io invece cerco di giudicarli come gudico tutti gli altri film che vedo. Tarantino tecnicamente è un genio, ma secondo me un film non può essere solo superficie, per quanto fighissima, è per questo che Kill Bill secondo me è sopravvalutato perché la prima parte ha una trama inutile (molto meglio la seconda parte anche se esteticamente più “modesta”), Bastardi senza gloria non mi è piacuto granché perché non mi dà niente (esatto per me un film mi deve dare qualcosa), e Death proof o come si chiama manco ne voglio parlare che non sono manco riuscito ad arrivare alla fine. Tutt’altra storia per capolavori come tutti gli altri film che ha fatto e per questo Djago che è veramente un film bellissimo senza se e senza ma. E se ve lo dice uno che non fa parte di nessuna delle categorie sopra menzionate, vi potete fidare :-P

    • Ciao Tiamotiodio, vedo che ti stai leggendo tutto il blog, spero ti piaccia.

      Io non faccio parte delle categorie che hai menzionato sopra. Io rientro nei fan di Tarantino a cui piacciono tutti i suoi film, ma che ammettono che alcuni sono delle cagate :D

      A me la sua estetica piace, mi piacciono i dialoghi e mi piacciono i personaggi.
      Death Proof non è giudicabile come film a se stante, ma deve essere visto nel montaggio originale, molto più corto, e nell’insieme con Planet Terror e i bislacchi trailer tra i due film. Ossia bisogna vedere l’intero esperimento Grindhouse.
      In quest’ottica ha un senso, preso da solo è una merda :D

      Kill Bill mi è piaciuto abbastanza, entrambi, senza farmi strappare i capelli, ma ha dentro cose bellissime e cose un po’ mah…. Credo che sia osannato da tutti perché è “strano” e perché si usino le katane. Non so. L’ho rivisto più volte, come faccio sempre, e mi diverte sempre, ma oltre un certo punto non va.
      Bastardi Senza Gloria, mi è piaciuto meno di Django, ed è divertente per la caciara in cui finisce. Comunque non è il suo miglior film e son convinto che se non avesse trovato Waltz per fare Landa, il film sarebbe valso la metà… è tutta in quell’attore/personaggio la qualità del film.

      Però Tarantino è bello proprio perché ha una sua estetica e anche da cagate come l’ultimo episodio di Four Rooms ti tira fuori la chicca che alla fine ti fa uscire dal cinema contento.
      Almeno a me succede così, poi ci ripenso e cambio idea, ma non ho mai la sensazione di aver buttato 8 euro, cme succede con altri registi più blasonati. :)

      • ah no infatti di aver buttato i soldi no! Sì forte 4 rooms. Condivido quanto detto su Waltz.

        Il sito lo leggo ogni tanto, avevo già fatto qualche altro commento (su indiana jones, lara croft e altri) però misà che mi ero firmato come Luca, adesso sto usando il mio nickname usuale :-)

      • Ciao, sono d’accordo sull’importanza dell’attore, in particolare di Waltz per Landa, perché un personaggio, anche se ha dei dialoghi perfetti e una sceneggiatura impeccabile, non esiste finché non “prende vita”. E Landa fatto da Waltz è perfetto. Fosse stato interpretato da Di Caprio il valore del film sarebbe stato forse inferiore. Un pò come dire Indiana Jones fatto da Tom Sellek ….forse non avrebbe funzionato…
        Comunque non esageriamo…I.B. non è solo Waltz…pensa all’inizio dell’operazione Kino: …non c’è Landa, ed è un’unica scena, lunghissima…dura quasi mezz’ora, ed è ambientata tutta all’interno di un bar di un paesino…detto così fa venire sonno solo a pensarci, eppure rimani lì incollato allo schermo per mezz’ora di tensione pura e di pistolettate nei maroni dolorosissime ..ancora oggi quando penso al gioco della carta “indovina chi sono” mi si intirizziscono le balle…

  7. questo film mi ha arrapato, l’ho visto tre volte al cinema. tarantino non mi ha mai deluso, si può dire che mi fido di lui.
    leggendo nei commenti, hai fatto bene a citare four rooms. per me è un genio e forse rientro nella categoria di quelli che lo osannano per qualsiasi cosa, anche se mi sforzo di essere critico e trovargli la pagliuzza fuori posto, ma niente, non ci riesco, forse perchè vorrei essere come lui, prendere qualcosa, come lui fa col cinema e farne il cazzo che mi pare come mi piace. a volte dico, kill bill mah forse era un po deboluccio, lo rivedo e mi si drizzano i peli sulla schiena.
    e non concordo sul dare troppo merito per IB a waltz, si lui era quello giusto indubbiamente, ma non poteva non essere un capolavoro (per me è il suo piu bello, ma solo perchè è l’ultimo che ho rivisto) forse l’unico attore comprimario che non ho visto fare una performance notevole rispetto alla norma è bruce willis, che in pulp fiction non si distacca troppo dal ”solito” willis.
    ora rivedrò jackie brawn, l’unico che ho visto solo una volta.

    • Come dice Lord Casco nei commenti, la parte può anche essere scritta bene, ma ci vuole un buon attore per poi farla rendere e Waltz è perfetto. Poi che sia lui la riuscita del film non è vero…

      Per Bruce Willis in Pulp Fiction ti do ragione, ma a quel tempo lui era già Bruce Willis, mentre Tarantino era ancora un signor nessuno, quindi è probabile che Bruce abbia fatto quello che preferiva :)

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