Spectre, il nuovo classico Bond, James Bond

Spectre

Oggi tutte le major puntano a fare film di successo con personaggi commerciabili per creare brand ripetibili e avviare franchise che assicurano incassi per tre, quattro, cinque, mille sequel.

Ok, rileggendo la prima riga mi rendo conto di aver scritto una supercazzola, ma la frase ha davvero un senso.

Ha un senso perché il franchise più longevo dell’universo cinematografico è già stato fatto in tempi non sospetti. Quando ancora la parola franchise non era di moda e nemmeno il concetto stesso era mai stato preso in considerazione prima di fare un film.

E il franchise più lungo, redditizio e tutto quello che volete è 007 – James Bond, arrivato al film numero 24. Ian Flemming da lassù sta ghignando, secondo me.

Ma, appunto, arrivati al ventiquattresimo film, la domanda sorge spontanea, Spectre com’è?

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Big Eyes little film

Big Eyes

Questo week end ho recuperato l’ultimo film, uscito a inizio anno, che mi interessava vedere: Big Eyes di Tim Burton.

Stranamente Big Eyes ci tenevo a vederlo, un po’ perché speravo che, staccandosi dal “fantastico”, Burton riuscisse a tirare fuori un film che mi prendesse ancora e me lo facesse rivalutare.

Sono stato un po’ deluso, se devo essere sincero.

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Django Unchained, il Tarantino scatenato

Non sto a ripetervi che sabato sono andato a vedere due film, che ormai mi sa che ho rotto la minkia con ‘sta storia.

Del primo, “Cloud Atlas“, ne ho parlato ieri.

Del secondo, “Django Unchained“, ne parlo ora, cercando il più possibile di evitare le parole: capolavoro, figata astrale, o almeno scrivendole poco.

Di “Django Unchained” mi ero limitato a vedere il trailer e leggere il meno possibile, che sui film di Tarantino se ne dicono un sacco di cazzate. Poi ieri pomeriggio, dopo averlo visto, sono andato a leggere un sacco di recensioni e ho scoperto che sui film di Tarantino di cazzate se ne dicono troppe.

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