Spectre, il nuovo classico Bond, James Bond

Spectre

Oggi tutte le major puntano a fare film di successo con personaggi commerciabili per creare brand ripetibili e avviare franchise che assicurano incassi per tre, quattro, cinque, mille sequel.

Ok, rileggendo la prima riga mi rendo conto di aver scritto una supercazzola, ma la frase ha davvero un senso.

Ha un senso perché il franchise più longevo dell’universo cinematografico è già stato fatto in tempi non sospetti. Quando ancora la parola franchise non era di moda e nemmeno il concetto stesso era mai stato preso in considerazione prima di fare un film.

E il franchise più lungo, redditizio e tutto quello che volete è 007 – James Bond, arrivato al film numero 24. Ian Flemming da lassù sta ghignando, secondo me.

Ma, appunto, arrivati al ventiquattresimo film, la domanda sorge spontanea, Spectre com’è?

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007 – Skyfall, cadesse il cielo è sempre Bond, James Bond

Non sono un fan sfegatato di James Bond e dei vari 007. Molti mi piacciono, e me li sono visti tutti, anche quello con George Lazenby di cui non si ricorda mai nessuno, ma non sono un suo fan.
Non ho uno smoking, non mi compro orologi e completi perché li indossa Bond nei film, non colleziono memorabilia e ho un solo blu-ray di 007 nella mia collezione: “007 – Casino Royale“, quello che mi è piaciuto di più in assoluto, seguito a ruota da “007 – Goldfinger“.

Quest’anno James Bond compie 50 anni, e li festeggia con il suo ventitreesimo film: “Skyfall“, dove c’è tutto il Bond classico e quello nuovo, e rappresenta un po’ la fine di un ciclo.

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