La Grande Bellezza e il nulla moderno

La Grande Bellezza

Ovviamente lo sapete tutti: La Grande Bellezza è l’argomento del giorno.

Sta facendo impazzire gli americani, si è aggiudicato il Golden Globe, l’antipasto degli Oscar, come Miglior Film in Lingua Straniera ed è stato pure candidato alla famigerata statuetta nella stessa categoria.

Ne stanno parlando praticamente tutti, persino il panettiere sotto casa mia, quindi, come avevo minacciato promesso ieri, ne parlo pure io, dall’alto della mia ignoranza, con un post che, mi rendo conto, sarà terribilmente noioso.

Senza nemmeno leggere le statistiche posso dire che La Grande Bellezza è il film più scaricato dalla settimana scorsa ad oggi.

La Grande Bellezza - La solitudine

Sono un gentiluomo: è l’unica certezza che ho.

Sono anche abbastanza confidente che la maggior parte di chi l’ha scaricato dopo 20 minuti ha spento, oppure ha cominciato a vederlo avanti veloce.
In fondo chi voleva davvero vederlo è andato al cinema quando è uscito.

La Grande Bellezza è il film perfetto per vincere anche l’Oscar. È la dimostrazione che gli americani non sono innamorati dell’Italia, ma dell’idea che si sono fatti di essa grazie ai film di Fellini, Vittorio De Sica ed Ettore Scola.

Eredità che, con La Grande Bellezza appunto, sembra aver raccolto  per riportare in auge il nostro cinema.

Sorrentino sembra proporre un sequel spirituale de La Dolce Vita e La Terrazza, ma il film non parla di Roma, è solo ambientato lì.

La Grande Bellezza - Passeggiata

La bella Roma

Noi accompagnamo il protagonista, Jep Gambardella, in una passeggiata nel ventre ricco e molle della Roma bene e nella sua vita, fatta di feste, solitudine e vuoto.

La Grande Bellezza è un film sulla cinica disillusione, sulla futilità delle cose, sul vuoto pneumatico che caratterizza le nostre vite, sull’inutile illusione di tutto quello che ci costruiamo da soli e di cui ci autoconvinciamo.

La Grande Bellezza - Le Feste

Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire.

Jep, un bravissimo , è un personaggio fantastico e allo stesso tempo deprimente.
Affronta tutto e tutti come un fastidio da dissacrare. Ogni occasione è buona per essere al centro dell’attenzione proprio per contrastare il fatto che non è protagonista nemmeno della sua vita. Anche un funerale è l’ennesimo evento mondano per farsi vedere, perché pure la morte è solo un inutile fastidio da affrontare con la solita espressione di sufficienza.
Un fastidio al pari dei discorsi dei sedicenti artisti che si riempiono la bocca di metaforone surreali senza saperle spiegare e che pretendono critici e giornalisti condiscendenti incapaci di mettere in dubbio alcunché. Un fastidio come gli amici che millantano una vita piena e impegnata, fatta della stessa stessa sostanza dell’aria nella pancia. Persino lui stesso è un fastidio, sempre a rimpiangere quell’unica occasione, quell’unica storia d’amore incompiuta che, con il passare del tempo, è assurta a ruolo di mito, quando di mitico non ha proprio niente se non un bel ricordo romantico.

La Grande Bellezza - Carlo Verdone

Le vedi queste persone? Questa fauna? Questa è la mia vita. E non è niente.

MI è piaciuto molto , finalmente alle prese con un personaggio serio, di un certo spessore: un poeta e scrittore fallito, ma non rassegnato, che vive all’ombra di Jep e di un amore non ricambiato e che forse nemmeno esiste.
Per una volta Verdone riesce ad esprimere qualcosa senza essere schiacciato in filmetti senza senso che non fanno più ridere nessuno. Peccato che stia poco sullo schermo.

MI è piaciuto un po’ meno, invece, la regia di Sorrentino. Bravo, ma un po’ troppo gigione e pomposo nei lunghi piani sequenza autoriali.
Mi è sembrato molto autocompiaciuto e “presente” quando in certe sequenze forse era meglio farsi da parte per mostrare solo quello che c’era da vedere. Però sono solo mie impressioni.

Meno male che c’è Servillo sempre al centro della scena a riempire il vuoto di una Roma superficiale e decadente, persa in feste fighe sulle terrazze, nei giardini e in ogni posto cool.
La bellezza vera della città è chiusa a chiave da altre parti, in altri luoghi per lo più lontani da dove la gente si diverte e balla, con musica assordante e stordente che ottunde qualsiasi senso.

La Grande Bellezza - La sufficienza

La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare.

Intanto la vita passa, scorre sotto il naso silenziosa come il Tevere senza che la vediamo e la viviamo. Così come può essere un vicino di casa che incrociamo tutti i giorni, ci abita accanto, smaniamo per farci i cazzi suoi, ma manco sappiamo chi è.

La grande bellezza invece non esiste. È un miraggio che dovrebbe fare da volano per metterci in moto, invece preferiamo stare seduti ad aspettare che ci arrivi sulla porta di casa e bussi, ma non funziona così, purtroppo. Può capitare di vederla di sfuggita, accorgerci che ci siamo arrivati, ma l’illusione sparisce in un soffio e si sposta altrove. Sta a noi muovere il culo e andare a cercarla, ma siamo troppo pigri o solo troppo pieni di noi stessi che tiriamo i remi in barca e ricominciamo ad aspettare, tanto prima o poi qualcosa succede.

La Grande Bellezza - Toni Servillo

Sono belli i trenini che facciamo alle feste, vero? Sono i più belli del mondo… perché non vanno da nessuna parte

La Grande Bellezza è un film lungo e, se vogliamo, pesante. Ha una sceneggiatura volutamente vacua in cui bisogna seguire ogni dialogo, ogni monologo di Jep Gambardella per comprendere fino in fondo quello che Sorrentino vuole dire.
Non è nemmeno così facile parlarne senza raccontare le scene, perché una vera trama non ce l’ha, è tutto un film sulla dimostrazione dell’esistenza del nulla nelle nostre vite.

A me personalmente è piaciuto, ma mi ha depresso per qualche ora e non è stata una bella sensazione.

 

 

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Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

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Informazioni su MrChreddy

Nato da da padre Vic 20 e madre Amiga 500, è cresciuto negli anni '80 allevato da videogiochi, fumetti e film. La sua mente vaga ancora in quell'universo parallelo, mentre il suo corpo si muove in questo rimpiangendo di aver perso tutti i suoi giocattoli di quando era piccolo. Li avesse ancora, ora sarebbe milionario. Precisino della minkia fino al midollo, non è mai soddisfatto di quello che vede, legge, gioca e trova sempre qualcosa che non va o che si sarebbe potuto fare meglio in tutto quello che gli capita tra le mani. Ha la lingua più veloce del cervello, prima parla poi pensa a quello che dice. Anche ore o giorni dopo. Per fortuna le sue idee e paranoie trovano sfogo su questo blog e non sulle macchine di quelli che hanno rovinato i suoi miti d'infanzia. Spielberg e Lucas tirano un grosso sospiro di sollievo e ringraziano per la nascita di Nerds' Revenge, che non hanno voglia di cambiare macchina ogni settimana.

38 pensieri su “La Grande Bellezza e il nulla moderno

  1. Neanche io mi sono annoiata….a differenza dei “soliti” post in cui mi scompiscio dal ridere, qui ho versato copiose lacrime….pur non avendo visto il film…MrChreddy mi ci hai catapultata dentro e le conseguenze sono devastanti…ma è solo l’ennesima prova che sei un ottimo narratore…che emoziona….qualsiasi cosa scriva…nn dico altro se non che ovviamente questo film non fa per me…

      • Gli ho dato una possbilità…visto che l’ahho fatto in tv…ero in dubbio fino alla fine ma già dalle prime scene mi ha rapito questo film…musica rindondante, personaggi vuoti e fragili…serena Grandi pi ha veramente inquietato…la maschera di se stessal…mi è piaciuto molto Servillo e qui arrivano gli spoileroni occio:
        Le mie solite domande sceme:

        Ma al funerale quando piange è sempre tutto calcolato? o gli scappia il pianto per davvero perchè aveva detto che nn si piange ai funerali?

        La Ferilli ad un certo punto sembra morta e non lo è e poi puff si scopre poco dopo che è morta..insomma pensi meno male non è morta e poi muore subito dopo senza che si veda..bah

        La Santa all’inizio mi sembrava un mummia ma il discorso delle radici e la scena dei cigni mi hanno convinto…

        Nn so Verdone mi ha lasciata perplessa , più che altro il suo personaggio…dopo 40 anni…Roma l’ha deluso…torna anche lui alla sue radici?!

        Erano tanto le cose che mi sarebbe piaciuto riportare/discutere ma mi stanno passando di mente perchè è vero alla fine del film si è colti da un vero senso di malessere…che rimane per un bel pò dopo la visione…

        • Mah, la scena in chiesa credo che pianga in modo misurato per scena e non per vera tristezza, ai funerali si fa così.

          La morte della Ferilli non si vede perché non è importante, è importante la sua presenza, non l’assenza.

          Eh, sì, questo film lascia un senso di disagio :)

          • “La morte della Ferilli non si vede perché non è importante, è importante la sua presenza, non l’assenza”

            Nn ho capito :O
            Intendi la sua voglia di vivere?

        • Io ho avuto le tue stesse perplessità e le ho interpretate a modo mio,
          magari non è quello giusto, però provo a darti il mio punto di vista:

          – lui spiega che ai funerali non si deve assolutamente piangere per non rubare la scena ai parenti stretti. Però poi piange.
          Viene fuori la sua sensibilità (di cui parla all’inizio quando dice di essere condannato ad essere sensibile) che lui cerca di sopprimere in un mare di cinismo dato dalla mondanità, ma che viene fuori a più riprese, e che poi è quello che gli ha permesso di scrivere quel suo libro, poi rimasto unico.

          – Ramona ha il destino segnato e si presagisce che quando prova il vestito per il funerale, lo stia provando per il suo e non per quello a cui si sta recando con Jep. Il fatto che sembri morta e poi dica “ancora 5 minuti”, sta proprio a significare che la sorte arriverà e che un bel momento, al limite, può ritardarlo di 5 minuti, non di più, perché la “grande bellezza” è un periodo limitato, breve, poi il destino torna inesorabile.

          – Verdone dice che Roma l’ha deluso e il fatto che lo dica un attore romano potrebbe non essere un caso (e infatti il suo personaggio, se non sbaglio, si chiama proprio Romano). Io, forse forzatamente, ci ho visto un piccolo omaggio alla carriera dello stesso Verdone, che, tornando in provincia, torna un po’ al suo primo personaggio, il Leo che deve andare a Ladispoli (la famosa provincia) e che è l’icona della semplicità ingenua da contrapporre alla complessità di Romano.

          • Grazie Messer Satanasso per aver condiviso con me le tue “interpretazioni” che mi sento di condividere anche se proprio nn le avevo colte soprattutto quella relativa al personaggio di Verdone.

  2. Io non l’ho visto, lo vide Wade al cinema quando uscì ma io non ero in zona. Adesso qui continuano a farlo al cinema, ma mi risulterebbe strano guardarlo in inglese. Quindi mi toccherà comprare il dvd. Che in Italia costerà tantissimo, mentre qui te la cavi con 3£. O prenderlo qui sperando che ci sia l’italiano come lingua.
    Dannata Italia, una volta tanto che esce un film decente e devo anche lamentarmi XD L’ultimo film italiano bello che ho visto è stato ‘La scoperta dell’alba’ XD

    • Ma sei sicuro che non lo facciano in italiano con i sottotitoli?

      Nei dvd, anche quelli inglesi, ci sarà sicuramente l’italiano… lasciano il cinese come lingua, figurati se non c’è l’italiano… figurati. Dai compralo in Italia, và :D

  3. Mi discosto dal coro di chi si è annoiato dopo 20 minuti. E non sono neppure andata al cinema ma l’ho visto mesi fa, a casa, quindi spero di ricordarmelo.

    Il film ha quella pacatezza dei vecchi film hollywoodiani in b/n, come in All about Eve. E’ un film che fa grossi respiri profondi e se la prende comoda, forse troppa. Quando ho visto il trailer ho odiato Jep. Mi sembrava il rappresentante di quella romanità mediocre e superficiale alla quale ci aveva abituato Benigni prima (Johnny Stecchino) e la Polverini dopo. Ma quando ho visto il film, Jep lo ho adorato.

    [SPOILER]

    Non sono molto d’accordo con la tua analisi del protagonista. Lui non dissacra tutto e tutti solo perché annoiato o infastidito, ma perché si trova di fronte a gente stupida, che non ha un briciolo di bellezza in quello che dice o che fa.

    Jep cerca la grande bellezza in ogni cosa, ogni singolo istante, ma è troppo intelligente per cadere nelle trappole che ogni persona gli tende. Quando smaschera la performer che non sa spiegarsi, o quando sputtana la giornalista impegnata. Che dire poi del prete, il personaggio forse più bello di tutto il film. Jep vuole bene alle persone vere. La sua domestica che tratta con affettuosa superiorità, l’amico sfigato che sostiene, il rivale in amore con cui ha tanto in comune, la redattrice nana, che è sola e forse disperata come lui e la ballerina, che fa quello che fa per salvarsi la vita. Peccato che sia un vigliacco.

    Tra le tante scene due le ho capite a malapena, e non le ho sopportate. Il vicino di casa latitante (avere qualcosa sotto gli occhi e non vederlo) e la storia della vera santa (la santità non esiste o il suo contrario?). Scene inutili e fini a se stesse, secondo me. Il finale poi, nemmeno lo ricordo. Però nel complesso mi ha lasciato un sapore buono.

    Non è un film facile da masticare e digerire, ma l’oscar se lo merita. Gli americani lo adoreranno, senza capirlo, perché qualcuno griderà “Fellini!” e giù applausi a non finire.

    Scusate il papiro! :-D

    • D’accordo sull’analisi di Gep. E sulla poca chiarezza della figura della santa, la stessa regia ha reso ambigue le sue scene mostrandole in maniera tanto pomposa da farle sembrare false, quando poi il film sembra voler dire altro…

    • Punti di vista.

      Io Jep l’ho visto molto annoiato e insofferente, infastidito dall’ipocrisia che lo circonda e che lui stesso alimenta.

      Il vicino latitante è emblamatico della sufficienza con cui affronta le cose. Lo vede e non gli parla, aspetta che sia il vicino a presentarsi, lo guarda dal basso chiedendosi cosa faccia e non chi sia. Poi quando lo scopre si accorge che invece di pensare a farsi i cazzi suoi, doveva magari pensare a chi fosse.

      La Santa uguale. Tutti scettici, di fronte a quella mummia, sembrava rappresentare l’ennesimo bluff che invece forse non è e tutti ci sono cascati per via delle apparenze e per un attimo la grande bellezza, con lei, Jep la vede sul suo balcone. :)

      Per il resto concordo, la vediamo uguale, ma gli diamo termini differenti.

      Per il resto concordo.

  4. “Senza nemmeno leggere le statistiche posso dire che La Grande Bellezza è il film più scaricato dalla settimana scorsa ad oggi.
    Sono anche abbastanza confidente che la maggior parte di chi l’ha scaricato dopo 20 minuti ha spento, oppure ha cominciato a vederlo avanti veloce.”

    Ahahah ne sono certo anche io, ho pensato la stessa cosa. Se ne parla se ne parla e finisce a vederlo gente che manco sa cos’è il cinema, vabbé, casomai lascia il segno su qualcuno e ne esce qualcosa di positivo.

    Per quanto riguarda il film, l’ho visto al cinema quando è uscito e il mio parere è discordante. Certamente non è un brutto film, e seco do me ha qualcosa da dire e riesce a dirlo, e questo è importantissimo (per fortuna sorrentino si è lasciato alle spalle quell’obbrobrio con Sean Penn emo). Il problema è che non gli è riuscito del tutto. Da una parte, come dici tu, il problema è la regia, volutamente kitsch e virtuosa perché il kitsch e il grossolano voleva mostrare ma che appunto per questo rimane kitsch ed esagerata (e conoscendo l’equilibrio del sorrentino de Le conseguenze dell’amore sappiamo che questa è stata una scelta). L’avrei preferita sullo stesso stile ma giusto un po più misurata, un lavoro di limatura che ci deve sempre essere in un’opera artistica (anche perché si finisce col rendere ambiguo tutto e perdere il messaggio -sto pensando alla scena della suora che sale le scale). Insomma: se vuoi rappresentare il kitsch, non puoi essere totalmente kitsch, sennò vado a vedere machete e siamo apposto!

    Il secondo punto, in cui vedo che nessuno è d’accordo con me: sorrentino, anche per suo stesso dire oltre che per la tua e altrui analisi, voleva usare roma per parlare del mondo, eppure La grande bellezza è troppo legata alla città che descrive per distaccarsene (tralasciando il fatto che la Roma che descrive è la Roma di pochi “eletti”, mentre la Roma che noi mortali viviamo quotidianamente è diversa). In particolare la presenza del discorso (inteso come rappresentazione) sulla chiesa rende tutto troppo italiano e troppo romano per lasciargli abbastanza corda per librarsi in più alte celebrazioni universali… poi naturalmente il significato del film lo è universale, per fortuna…

    • Secondo me Roma, per la maggior parte del film, è solo una cornice. Una bella cornice, ma la grande bellezza non è la città.

      Poteva essere ambientato ovunque in italia il film e sì, il discorso sulla chiesa funziona meglio lì, ma noi tutti veniamo da 2000 anni di dominazione cattolica, abbiamo il Papa in Italia che è un po’ come avere la suocera in casa, quindi tutti subiamo quelle cose, senza scampo, romani oppure no.

      Il discorso è, e deve essere, italiano in tutto e per tutto, poi ci sono alcuni sottotesti che travalicano mari e Alpi, ma alla fine è dell’italiano mediocre che si parla :)

  5. Concordo su tutto caro Chreddy, tranne per il fatto che purtroppo quello che dipinge è proprio Roma, mi spiego meglio, una certa Roma. Una Roma che sicuro non è quella che delle persone comuni , ma che purtroppo esiste e la vedi (da lontano) e la riconosci se e solo se frequenti certi determinati posti (che io evito come la peste bubbonica).
    Ora per fare la snob di di sto c***o ci tengo a sottolineare che per me questo film è il contrario della Roma mostrata nel film omonimo di Fellini e sebbene più simile, comunque diverso, dalla Dolce Vita; ma dopo aver conosciuto Sorrentino e parlatoci per più di un ora dico che è più insignificante di quello che sembra. I suoi film sono molto meglio di lui, nonostante i piani sequenza autoriali.

    Ps. non è che sono famosa, il mio prof ci cinema lo portò a lezione quando non era ancora famoso. Parlammo a lungo di Fellini, noi, lui parlava poco e male.
    Pps. Non è che lo odio, è tra le poche cose buone che offre il cinema italiano.

    • Come ho detto prima, Roma, per me è solo una cornice.

      Le stesse cose avvengono a Milano, per dire.

      Poi ovvio che a Roma si concentra la creme della società e tutto il resto.

      Il mio riferimento a La Dolce Vita e La Terrazza, non è legato a Roma e a come viene dipinta, ma al ritratto dell’italiano che viene fatto.
      Sono passati 53 anni dal film di Fellini, l’Italia e gli Italiani bene o male sono cambiati e così anche i loro ritratti.

      Però il film ha comunque una forte impronta felliniana, checché ne dica Sorrentino. :)

      IMHO, ovviamente :D

  6. Come al solito, all’estero,
    quando facciamo qualcosa di buono,
    ci adorano

    mentre, noi, manco a dirlo,

    ci odiamo.

    Noi siamo quelli dei lucchetti sul Ponte Milvio
    o del Natale pecoreccio a Cortina.

    Proviamo quasi un senso di fastidio
    al fatto che, sì, ci riconoscono un’eccellenza

    che un tempo era il nostro marchio di fabbrica

    (italians do it better…
    …once upon a time)

    mentre oggi è soltanto uno sporadico
    incidente di percorso.

    Aldilà dei riferimenti felliniani
    molto meno marcati di quello che possa sembrare,

    colpisce che Sorrentino
    una volta di più
    abbia le idee terribilmente chiare.

    Con il Divo ci ha dipinto la fine della prima repubblica
    (all’epoca accolta come una liberazione)

    oggi il tramonto della seconda
    dalla quale, invece, non sappiamo distaccarci

    troppo assuefatti dalla costante ricerca
    del mentore che ci risolva i problemi

    che non abbiamo voglia di risolvere.

    Colui che fa e disfa, che ha potere e carisma,
    che costruisce trenini che non portano da nessuna parte

    che festeggia in modo deprimente

    mentre i prelati pensano a mangiare
    e la sinistra continua a tirare craniate contro il muro

    (in questo caso letteralmente)

    cercando di servirci, le testate, come scelte ponderate
    ma senza sapere bene neanche
    cosa stia dicendo.

    E intanto i giovani si deprimono
    e la gente ci muore intorno

    mentre noi facciamo spallucce.

    E’ la società italiana
    nè più e nè meno

    ma mentre oltre Chiasso l’hanno capito subito
    noi, che dovremmo essere i primi,
    facciamo fatica a riconoscerci

    un po’ come l’amica di Jep
    ci siamo costruiti un mondo che non c’è

    gli altri sanno tutto
    e noi facciamo finta di niente

    e quando ci sbattono la verità in faccia

    pigliamo e ce ne andiamo.

    • Caro Messere io non ho parlato di chiari riferimenti felliniani, ma non si può negare che il film faccia riferimento ad un immaginario ben definito che io identifico in due estremi Roma e La dolce vita, guarda caso di Fellini, regista preferito di Sorrentino.
      I suoi film sono senza dubbio di grande qualità e non da ora, ma dai tempi del L’uomo in più poi sul qualunquismo che quando facciamo qualcosa di buono noi italiani per principio lo odiamo dico “bah”. Io non so di quali italiani parli perchè tutti quelli con cui ho parlato io lo hanno trovato un capolavoro.
      Se poi vogliamo dire che è La grande Bellezza è un’apologia sull’italia e la situazione socio-culturale italiana è un altro discorso, molto più lungo e complesso.

      La mia era una riflessione dovuta al fatto che avendo approfondito meta discorsi cinematografici con lui (intendo sorrentinto) quando lo adoravo, per poi rimanere irrimediabilmente delusa, purtroppo ora guardo le sue opere con un pizzico di “chissà se tutto quello che ci vedo lo ha pensato veramente o me lo immagino”.

      Vabbè poi magari la tua risposta non era direttamente rivolta a me :P

      • Quando ho scritto il commento,
        non avevo ancora letto il tuo.

        Tra il tuo e il mio
        passano 3 minuti:

        secondo te, io,
        in 3 minuti

        leggo, valuto
        rispondo e pubblico?

        Magara.

        In 3 minuti, in genere,
        non riesco manco a finire di leggere.

        Detto questo,
        io, più che la dolce vita
        ci vedo otto e mezzo,

        se proprio-proprio.

        Poi, boh, granché di felliniano
        non ce lo vedo

        (cioè, io non ce lo vedo,
        poi magari c’è).

        Quando il film uscì
        ci furono critiche abbastanza feroci,

        poi, ovviamente,
        appena ha avuto la nominescion

        tutti sono saliti sul carro del vincitore.

        #italianjob

    • Se quello che dici è corretto, e non penso tu abbia scritto cazzate, allora quello che rimane da capire è proprio la regia e i margini della direzione artistica e le prove attoriali.

      Insomma, questo per dire che un’analisi eccellente di uno spaccato della nostra società, non è detto che corrisponda a un film parimenti eccellente, quindi ti chiedo, oh Satanasso:

      – ma a livello filmico come lo giudichi?

      • Beh, Treddy,
        considera che io non sono un professionista

        e questo è un film difficile da valutare
        nella “tecnica”.

        A mio pezzentissimo parere,
        Toni Servillo fa un’interpretazione mostruosa:

        regge da solo il film
        e non è affatto facile.

        E’ girato bene,
        con immagini forti e semplici
        allo stesso tempo,

        montate in modo da far apparire il contrasto tra la magnificenza della città

        e la dissolutezza degli avvenimenti

        dove Roma è solo il magnifico teatro
        di una società decadente
        e perennemente sopra le righe.

        Non so se siamo di fronte ad un capolavoro,

        per quello è necessario che superi il test della “longevità”

        (per me indispensabile)

        sicuramente è un ottimo lavoro
        qualcosa di studiato, ragionato

        qualcosa che in Italia non si vedeva da un po’.

        Un bel po’.

    • Io non capendo una ceppa di politica mi sono astenuto da considerazioni in quel senso.

      Però concordo sull’aspettare il deus ex machina che ci risolve i problemi e nel non voler affrontare la verità del fatto che non valiamo quanto pensiamo di valere.

      :)

      • Mah, sai, alla fine non è neanche una questione politica

        ma di costume.

        Jep e la sua cerchia
        sono chiaramente membri di quella sinistra alla deriva
        intellettualoide

        che in realtà ha inconsapevolmente
        pagato le stesse conseguenze
        del punto a cui siamo arrivati

        sotto un profilo, anche e soprattutto,
        socioculturale,

        salvo darsi un (finto) tono
        con simposi di cartone un tanto al chilo

        e tanta apparenza,

        occhiali neri in celluloide, (ma di marca)
        vestiti eccentrici, ecc.

        tanto per salvare l’apparenza radical chic.

        Alla fine non è neanche una questione politica:

        quello che viene analizzato, nel film,

        sono le conseguenze.

    • Però dai sta storia che non accettiamo come siamo… boh… sicuramente c’è tanta parte d’Italia che è così, ma allo stesso tempo non vuol dire che se uno fa una critica negativa al film è perché non accetta che gli si dica la verità sugli italiani. Invece ormai tutti a dire così (non parlo di te, ma dell’andazzo degli articoli in giro) e a dire “Avete visto? Parlavate male della grande bellezza perché non vi piaceva quello che diceva sugli italiani, e invece è stata candidata agli oscar”…sì, ma chissene degli oscar, non vuol dire niente che è stato candidato agli oscar.

      • Qui non si tratta di oscar o non oscar
        chè sono il primo a prenderne le distanze.

        Qui si tratta del fatto
        che abbiamo imparato l’arte del farci del male

        e guai a chi osa farci riflettere sulla direzione che
        abbiamo intrapreso da tempo.

        Il problema è che accettiamo fin troppo bene come siamo.

        A noi piace così,
        con la nostra politica da bianchetto
        la nostra cultura da aperitivo
        e la nostra società da
        “già che ci sei, fai tu, che io

        non ho tempo/non ho voglia/ho altro a cui pensare”.

        Salvo, ovviamente, rizzelarci
        quando ci fanno gentilmente notare

        che così non solo danneggiamo noialtri
        ma anche tutti gli Stati che, con noi, hanno a che fare

        e che, solo per il nostro blasone culturale
        (ei fu)

        non ci cacciano via a pedate
        dalla Comunità Europea

        “eeeeh, ma il problema è l’euro”

        (che è la stessa moneta che sta in Germania,
        ma loro non han problemi,
        com’è sta storia?).

        Altro che oscar,
        qui c’è da tirare in ballo

        il solito,
        immenso

        DFW
        e il suo ormai celeberrimo aneddoto
        dell’acqua

        narrato in una conferenza presso un’università americana:

        «Ci sono due pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: “Salve, ragazzi. Com’è l’acqua?” I due pesci giovani nuotano un altro po’, poi uno guarda l’altro e fa “Che cos’è l’acqua?”»

  7. Ma ciao a tutti, di nuovo!
    Non vedevo l’ora che uscisse il post del buon Chreddy a raccontare e dire la sua su “La Grande Bellezza” di Sorrentino.
    Ora parto col dire che sono felicissimo che un film italiano sia spuntato come papabile agli Oscar, roba che non accadeva da boh, “La vita è bella”? Non ricordo…
    Fatto sta che a me questo film, visto a cinema diverso tempo fa, ha lasciato un vuoto deprimente.
    Purtroppo vivo nella stupida concezione che un film, un corto o un cortometraggio debbano essere dotati di trama. Di un capo e una coda. Altrimenti basta unire tante belle immagini suggestive, qualche bel dialogo, e pace, abbiamo ideato un film.
    Ora i fotogrammi speciali c’erano eccome, i dialoghi con diversi spunti interessanti pure, era convincente Tony Servillo e l’intero cast non era malaccio. Anzi tutt’altro.
    Da non completa capra ho notato anche io qualche sporadico riferimento a Fellini, al buon vecchio cinema che ci ha reso maestri nel mondo. Ma mi sembrano tante belle idee, tanta bella materia prima, arrangiate alla meno peggio.
    Quando l’ho visto, ero forse un po’ maldisposto, e l’ho bocciato subito. Poi col tempo ho provato a ricredermi, man mano che sembrava riscuotere successo altrove, perché mi sentivo un ingrato pieno di pregiudizi… Ora si mettono anche Messer Satanasso ed il buon Chreddy…
    Quasi quasi me lo recupero, che forse si merita una seconda chance :)

    • Ciao Geek (sì, mi sono visto Idiocracy).

      Le tue prime impressioni sono state giuste, non c’è una trama vera e propria, è un collage di situazioni che dipanano uno stato d’animo.

      Però non sono arrangiate alla meno peggio, sono anche esposte bene.

      Vederlo ancora e ancora secondo me non ti fa cambiare idea sul film in quanto tale, però può farti decidere che è meno peggio di quello che ti è sembrato e puoi notare qualcosina in più, ma quello è il film e quello rimane :)

  8. Ho recuperato il film perchè, lo ammetto, volevo capire se fosse veramente così bello da meritare un Oscar, nonostante fino a quel momento non mi fosse minimamente interessato vederlo. Beh, non mi sbagliavo a non volerlo vedere, come prevedevo non mi è piaciuto e se ha vinto l’Oscar i motivi sono quelli che dici tu all’inizio del post.
    Alla fine penso di essere riuscito a capire quale sia il senso del film e cosa dovrebbe essere la Grande Bellezza, resta il fatto che mi sono stancato per due ore, la mancanza voluta di trama la capisco anche, ma nei fatti rende il film un polpettone insopportabile ai più, me compreso, quindi coloro che lo staccano dopo venti minuti hanno tutta la mia comprensione.
    Sorrentino comincia a starmi sulle scatole, è il secondo film consecutivo che fa a non piacermi, si sta perdendo in film dalla raffinata tecnica registica che però si scordano praticamente di avere una trama, ovviamente ora che ha preso l’Oscar continuerà su questa strada.

    Sinceramente mi da pure fastidio che questo film farà parte della ristrettissima cerchia dei film italiani che hanno vinto l’Oscar insieme a veri capolavori come “La vita è bella”, “Meditterraneo”, “Nuovo Cinema Paradiso”, solo per citare i più recenti ad averlo vinto.

    P.S. Il fatto che questo film sia vuoto si evince già dai trailer, dove le uniche scene che fanno vedere sono quelle delle feste, le quali rappresentano si e no l’1% della pellicola, però sono l’unica cosa vagamente interessante che potevano mettere nei trailer perchè il resto del film è sostanzialmente fuffa, una supercazzolona.

    • Eh, Bruce, infatti è come dici tu.

      C’è chi lo definisce un mero esercizio di stile, chi un capolavoro. Non mi sento di dare torno a nessuno dei due.

      Il film di Sorrentino con Penn che fa il cantante dei Cure sfigato è una merda. :)

  9. Beata ingenuità … di là della critica in sé, non si muove foglia che Dio non voglia. Si tratta di mercato legato a questioni propagandistiche da gestirsi nel tempo per influenzare il modello sociale. Non è che esisteva solo l’istituto Luce, signori mie. I tempi cambiano e si adattano le questioni politiche … solo un anticipazione:

    – Il film è stato prodotto da un importante rampollo della dinastia Letta, il cugino dell’ex premier.
    Si chiama Giampaolo Letta, è uno dei quattro baroni del cinema italiano (lui è il più importante, non a caso è un altro dei nipotini) il cui compito principale consiste nell’impedire che in Italia esista e si manifesti il libero mercato multimediale, mantenendo un capillare controllo partitico dittatoriale sull’industria cinematografica. E’ l’amministratore delegato della Medusa film, il cui 100% delle azioni appartiene a Mediaset.
    Il vero oscar, quindi (in Usa conta il produttore, essendo il padre del film) lo ha vinto Silvio Berlusconi, al quale va tutto il merito per aver condotto in porto questo business nostrano.

    E’ un prodotto PDL-PD-Lega Nord tutti insieme appassionatamente.

    • Si Treddy,
      invece in Usa sono tutti film indipendenti.

      A parte il fatto che mi sfugge cosa c’entri il PD
      (ormai lo si inserisce ovunque, tanto per non sbagliarsi)

      ma, davvero, sarò ingenuo, però, mi domando, non può essere
      proprio no no no, lo escludiamo a priori,

      che fosse semplicemente un bel film,
      o che sia piaciuto all’estero?

      A me sembra molto più probabile, rispetto alla tesi secondo la quale,
      la giuria degli Academy Awards, si sia nascosta sotto i tavoli, a sentire risuonare questa tesi.

      Tocca prendere fiato e ammettere, al netto di tutte le teorie e controteorie dietrologiche

      che aldilà dell’Atlantico
      del cugino del fratello del cognato dello zio dell’amministratore delegato del casa di produzione della suocera del politico tal dei tali italiano

      se ne fregan veramente meno di zero.

  10. In America è molto peggio, s’è per questo. Non è dietrologia, è documentato. Basta leggersi libri che spiegano e documentano (non che danno opinioni) che nulla esce senza che la fabbrica del consenso abbia messo il suo timbro in America, che non c’entra nulla con la censura e no …

    .. non può essere che sia solo un bel film e basta. Infatti io non lo nego, neanche l’ho visto, quindi non posso criticarlo.

    Cosa c’entra il PD? … te l’ho spiegato. S’è per questo, ma non posso documentarlo. conosco personalmente un regista che abita a Los Angeles che potrebbe spiegarti come funziona il cinema realmente. Ti dico solo che non sto parlando di pizza e fichi, ma di gente che ha partecipato alle mostre del cinema, anche di Venezia, e conosce (conosceva) personaggi come De Laurentis.

    Per il resto, bisogna studiare, sei liberissimo e come detto, no in edicola o guardando “Misteri” su Italia Uno. L’Oscar di Mediterraneo, ad esempio, è stato un “voto” di scambio per preparare il terreno del consenso al Berlusca. Finché faceva comodo.

    • Cosa hai documentato?

      Finora quello che leggo è che siccome Letta

      (Gianni ed Enrico appartengno a due schieramenti diversi, anche se mi rendo conto che buttare tutto in caciara

      negli ultimi tempi, faccia comodo)

      è del PD ed è cugino di Tizio, nipote di Caio
      e padrino di Cresima di Sempronio e allora blablabla.

      E allora i Guzzanti?
      Padre ex forzista e figli totalmente in disaccordo?
      No ma siccome hanno lo stesso cognome e allora son fatti con lo stampino.

      E’ su questo che si basa la discussione documentata…
      mah, me lo eviterei.

      Dai, su, siamo seri:
      cosa vuoi che gliene freghi agli Stati Uniti della politica italiana?

      Qui si va anche oltre l’etnocentrismo, se crediamo che la gente sia interessata alle nostre beghe anche ad un oceano di distanza.

      Ora il problema è che tocca avvisare Vinterberg
      che ha perso l’Oscar

      per via della legge elettorale.

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