L’admin della pagina di Facebook, Yo, per un qualche caso più unico che raro è andato al cinema a vedere un film.
È rimato così colpito da questa esperienza così nuova e incredibile per lui, che tornato a casa si è messo a scrivere un post per parlarne. E chi sono io per non farlo contento e pubblicarlo?
Nessuno, quindi eccovi cosa ne pensa.
Presumendo che MrC non abbia (ancora) visto la pellicola mi sono preso la libertà di scrivere prima di lui un post a riguardo.
Il film di cui vi voglio parlare oggi (senza spoiler) è Non Buttiamoci Giù, simpatica commedia inglese, tratta dall’omonimo romanzo di Nick Hornby, con protagonisti Pierce Brosnan, Aaron Paul, Imogen Poots e Toni Collette.
Brevemente vi parlo della trama, che tanto il trailer vi dice già di più: quattro persone, che non si conoscono, vogliono suicidarsi la notte di capodanno buttandosi da un palazzo, ma il caso vuole che tutti e quattro scelgano lo stesso edificio e che, alla fine, di comune accordo decidano di non buttarsi più. Da quel punto la storia si sviluppa, ma se volete sapere come va andate a vedere il film che male non fa e ora vi spiego anche il perché.
Partiamo dai protagonisti.
Chi, come me, è nato negli anni ’90 Pierce Brosnan se lo ricorda principalmente come 007 (anche se il mio James Bond preferito resta Timothy Dalton) ed è strano vederlo in un altro ruolo. Il suo personaggio dopo un inizio interessante comincia a calare per poi sfumare, tanto che durante il film mi chiedevo: “Ma ‘sto film l’ha fatto per fare un favore a qualcuno o è semplicemente l’interpretazione magistrale di un personaggio un po’ superficiale?”
Non sono riuscito a darmi una risposta, ma secondo me era meglio come Bond.
Per secondo abbiamo Aaron Paul che, poverino, deve togliersi ancora di dosso il personaggio di Jesse Pinkman e di Need For Speed, uscito da poco e, a mio parere, lo fa abbastanza bene. Il suo personaggio funziona e, man mano che il film prosegue, diventa sempre più il fulcro della storia, o dell’eventuale morale, che ancora non ho ben capito, ma ve ne parlerò dopo.
Terza in classifica, che poi classifica non è, Imogen Poots! Sì, sì, proprio lei, la Poots… Ok, ma chi minkia è questa qua?! Ricordate il post su Need For Speed? Esatto, lei è la Capocciona che affianca Aaron Paul nel viaggio coast to coast. Probabilmente stava tampinando Pinkman per un po’ di BlueSky, ma Aaron non è buono a cucinare neanche i bastoncini Findus e per farsi perdonare l’ha tirata dentro pure in questo film. Oppure prima hanno fatto questo e poi l’altro, non lo so, ma mi piacciono questi casi della vita. Per chi non la conoscesse, a parte NFS, ha fatto particine in film e in serie Tv, c’è pure in V Per Vendetta, ma non la ricordo. Il suo ruolo nel film è la rompipalle del gruppo che, adempiendo alla perfezione il suo ruolo, riesce a unire il quartetto e a sviluppare l’amicizia che nasce tra di loro. Come recita? Dai, diciamo discretamente, ma niente di memorabile, però non incoraggiamola, altrimenti rischiamo di ritrovarcela in qualche altro film di fascia medio-bassa con il suo testone che occupa tutta l’inquadratura.
Infine c’è Toni Collette, attrice australiana che di film ne ha fatti tanti, ma il cui volto non è proprio facile da ricordare. A lei è affidato il personaggio con la storia più difficile e secondo me se la cava bene, resta al suo posto, racconta bene la storia e rende bene l’idea di chi sia Maureen Thompson e della sua vita. La Collette è molto piacevole, non cade nell’esagerazione e non è per niente fastidiosa (forse perché da più fastidio la tizia col testone).
A far da contorno c’è Sam Neill (i nati negli anni ’90 lo ricorderanno per Jurassic Park) che, per i suoi pochi minuti sullo schermo, non dà fastidio a nessuno, fa la sua particina e torna a casa contento di essere riuscito a pagare le bollette anche quest’anno. C’è anche una comparsata di Rosamund Pike, e quella, ragazzi, non guasta mai… mamma mia quanto me piace.
Arriviamo finalmente alla morale. A essere onesti l’interpretazione del film può esser abbastanza libera. Ognuno può vederci ciò che più gli garba, dal messaggio più chiaro e diretto tipo “non buttatevi dai palazzi”, a quello più sfumato e tra le righe come “la vita può essere una merda, ma è sempre meglio che buttarsi dai palazzi”.
Scherzi a parte, Il film con i suoi 96 minuti va che è una meraviglia e, nonostante qualche scena un po’ così, forse troppo statica anche per una commedia inglese, la trama resta piacevole e si fonde bene sia con i personaggi sia con gli attori stessi. Non annoia, anzi, diverte rimanendo leggero, senza volgarità gratuite da cinepanettone o battute troppo sofisticate da non essere capite. Tutto scorre liscio e fluido fino allo scontato happy ending, con quel pizzico di humor inglese che non fa mai male.
Con Non Buttiamoci Giù si può uscire dalla sala soddisfatti. Il film ha dato il giusto ritmo, un’ottima alternativa alle commedie francesi che ultimamente vediamo spesso al botteghino e soprattutto alla commedia italiana che anche se cerca di riprendersi, è più le volte che scade.
Personalmente vi consiglio di recuperarlo, se non al cinema sfruttando promozioni varie, buoni dell’Esselunga e tessere dei gestori telefonici, almeno a casa.
Tutti i film di cui ho parlato:
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Scritto da: MrChreddy
"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"
Ciao, Yo.
Hai ragione: semel Bond, semper Bond (figuriamoci per chi – quasi tutti – lo ha impersonato più di una volta).
Qualche altra noterella in libertà, ma pur sempre agganciata al post, ché il film devo ancora vederlo (il trailer già era abbastanza invitante, anche per le credenziali dello scrittore, lo stesso – com’è noto – di «Febbre a 90°»; ed ora il tuo giudizio, tra il serio e il faceto, ha decisamente corroborato tale sensazione).
In questo caso, il libero adattamento italiano del titolo originale («A Long Way Down») mi sembra molto efficace, con la valenza reattiva del doppio senso «Non buttiamoci giù».
Immagino che la morale stia soprattutto lì (anche senza arrivare all’ottimismo natalizio di «La vita è meravigliosa», con il tuffo suicida nel fiume ed il ripensamento “assistito”): ovvero è la medesima suggerita proprio da due titoli bondiani di Pierce Brosnan, «Il domani non muore mai» e «La morte può attendere», più o meno altrettante parafrasi della celeberrima battuta finale di «Via col vento» (OMG! Come disse Penny spalmando il vicks a Sheldon e cantandogli la filastrocca materna, “non ci posso credere che lo sto facendo”: riferirmi a «Gone with the wind» su Nerds’ Revenge!).
D’altra parte, buttarsi giù da un palazzo durante le Feste può essere cool – sullo schermo, eh, non voglio risultare diseducativo né blasfemo – soltanto se ti chiami Amanda Hunsaker, sei quasi nuda oltre che strafatta, e stai interrompendo gli opening credits di «Lethal Weapon», con «Jingle Bell Rock» ormai sfumata in una musica angosciosa (e con “directed by Richard Donner” che comparirà dopo l’impatto del corpo sulla macchina parcheggiata sotto).
L’idea del rendez-vous, non a breve termine, sulla cima di un edificio mi ricorda immediatamente «Sleepless in Seattle» – 1993, con Tom Hanks e Meg Ryan; peraltro ispirato (in modo esplicito) a «Love affair» via «An affair to remember», entrambi di Leo McCarey, il cui nuovo remake vero e proprio fu girato con Warren Beatty ed Annette Bening – nel 1994 – riprendendo il medesimo titolo del capostipite, «Love affair» (oddìo, è capitato ancora: non ci potrò mai credere!).
La biondina capocciona Imogen Poots è comunque deliziosa, dài; ma devo riconoscere che di profilo ci guadagna, vedi il frame davanti alla vetrina. D’altronde, anche Cameron Diaz e Amanda «Lovelace» Seyfried (che per MrC “dà un giro di pista alla Fox”, Megan) non scherzano mica, quanto a dimensioni delle gradevoli scatole craniche.
Sono invece assolutamente d’accordo sulla splendida Rosamund Pike: l’ho amata in «Jack Reacher» ed ancor più – entrambi avevamo dieci anni di meno – proprio in «Die Another Day» con Brosnan (nel frattempo da lei già ritrovato, sul set della parodia «Johnny English Reborn» con Rowan Atkinson).
[In giornata seguirà – per la seconda volta in sette giorni – un commento su 007: era partito come risposta al tuo input e poi si è amplificato in una digressione a 360°; con la speranza che non dia troppo fastidio, e le scuse anticipate nel caso contrario]