Oggi avrei voluto pubblicare il post su Pixels, ma ieri sera sono andato a vedere Ex Machina e ho pensato fosse molto più interessante parlare di quest’ultimo. Se volete, Pixels lo pubblico domani.
Ex Machina è un film che sta dividendo molto chi lo vede. C’è chi lo considera un capolavoro, chi una cagata fotonica. Di recensioni serie e pregnanti sul film non ne ho lette molte, anzi, quasi nessuna.
Il fatto è che questo film ha innescato una serie di ragionamenti nella mia testolina, ragionamenti che vorrei condividere con voi ed eventualmente aprire una discussione. Di conseguenza, vi avviso, nel post seguente ci saranno degli spoiler, quindi leggete con attenzione e, se non l’avete ancora visto, avete la facoltà di saltare a piè pari tutto.
L’Intelligenza Artificiale definitiva è la frontiera da raggiungere con lo sviluppo della tecnologia. Basti pensare a SIRI della Apple o a Cortana di Windows. Tutti sistemi di riconoscimento vocale che tendono a far interagire verbalmente l’utente con il proprio PC o il proprio telefono, senza usare le dita. Solo che io mi sento un po’ scemo a parlare con il PC e a ripetergli più volte le stesse cose perché non capisce.
È proprio lì che sta il gap tra l’uomo e la macchina. La macchina può essere così potente ed elaborata da riuscire a eseguire miliardi di calcoli in frazioni di secondo, ma il ragionamento astratto proprio non riesce a metterlo in pratica. O meglio, noi non riusciamo a programmare quel ragionamento. L’esempio perfetto sono i traduttori che sono capaci di sostituire una parola con la corrispondente in un’altra lingua, ma non riescono a capire il senso della frase, quindi applicano traduzioni letterali, a volte completamente sbagliate, piuttosto che traduzioni funzionali.
Il cinema con l’I.A. ci va a nozze fin dalla notte dei tempi, anche perché è uno spunto notevole per le storie. Nell’ultimo anno sono usciti Lei – Her, quella mezza vaccata di Trascendence e Humandroid. Tutti film sul rapporto tra l’essere umano e l’I.A.
Ora nella lista c’è anche Ex Machina. Un film che ha ottimi spunti e parla dell’interazione tra l’uomo e un robot avanzatissimo di sesso opposto. Ovviamente c’è tutta una parte in cui si parla di sentimenti ed emozioni, cose assolutamente impossibili da programmare a differenza dell’intelligenza vera e propria, e c’è una parte, piccola, che lo fa venire duro a tutti i paranoici, i complottisti e i berlusconiani del mondo: Google registra il nostro modo di pensare e ci spia attraverso i microfoni e le telecamere dei cellulari.
Non dico che non sia vero, anzi, solo che, per il momento, chissenefrega. Credo che al mondo ci siano problemi più gravi, tipo che è più probabile che ci estingueremo prima che la Grande G riesca a sfruttare questa massa di informazioni per farci del male.
Quello che invece mi ha colpito e ha attivato il criceto nella mia testa, è proprio quest’ossessione dell’uomo di creare l’Intelligenza Artificiale definitiva. La domanda che mi sorge è: perché?!
Da migliaia di anni riusciamo a creare intelligenze reali, parzialmente programmabili, definitive senza troppi sforzi, anzi, in modo piuttosto piacevole, almeno per noi maschietti. Si chiamano Bambini.
Il problema è che puoi programmarli per un po’, sperando di fare un buon lavoro, poi però crescono, autoapprendono, sviluppano una loro personalità, tranne i Figli Speciali Di Gesù, e diventano ingovernabili, sfuggono al nostro controllo e si fanno una vita tutta loro, indipendente, se non fisicamente, almeno mentalmente.
E forse è questo che scatena la voglia di creare esseri senzienti artificiali: la nostra mania di controllo sommata alla Sindrome di Dio. Vogliamo equipararci al creatore, ma mantenendo il controllo sulle nostre creazioni. Il che manda un po’ a quel paese uno dei concetti base dell’intelligenza e del ragionamento: il Libero Arbitrio.
A questo punto, però, si apre tutto un ventaglio di questioni morali da risolvere. Un essere intelligente e capace di affrontare ragionamenti complessi e non lineari, non svilupperebbe una coscienza di sé? E in caso la sviluppasse, noi dovremmo assecondarla o reprimerla?
Così torniamo al film che, nonostante gli ottimi spunti, non si focalizza su niente di preciso. Come se lo sceneggiatore e regista, Alex Garland, non volesse dare una morale o esprimere un concetto definitivo su tutta la questione dell’Intelligenza Artificiale.
Potrebbe sembrare una lacuna, ma il film è scritto e diretto così bene che sono propenso a pensare che Garland con Ex Machina preferisca dare degli spunti di riflessione allo spettatore, spingendolo a ragionare su alcuni concetti che oggi sono la naturale evoluzione della tecnologia, anche se più o meno remota.
Mi risulta difficile credere che qualcuno, vedendo il film, sia uscito dalla sala dicendo solo: “Bello!” o “Brutto!” e non si sia messo a pensare almeno per 5 minuti su queste questioni. In caso contrario, allora capisco il successo di Adam Sandler e di Checco Zalone.
Personalmente sono uscito dal cinema con il criceto che impazziva dentro la scatola cranica, riflettendo su alcuni interrogativi aperti.
È giusto sfruttare i dati provenienti dalla nostra navigazione in rete per capire come pensa e ragiona l’essere umano? Ammesso e non concesso che i dati possano essere sfruttati in modo costruttivo.
Sviluppando un’I.A. complessa e definitiva a cosa andremo incontro? Creiamo macchine senzienti o esseri viventi artificiali che, una volta presa coscienza di sé, capiscono la differenza tra la vita e la morte e scelgano di vivere a tutti i costi? Noi dovremmo assecondarli, rischiando anche di essere soppiantati, oppure reprimere il tutto tenendoli sotto controllo? Ammesso e non concesso di essere in grado di mantenere il controllo su una cosa che, per sua natura, è incontrollabile?
L’intelligenza è programmabile, ma i sentimenti e le emozioni lo sono? Forse sono innate le emozioni di base: rabbia, paura, gioia, tristezza, disprezzo, disgusto e sorpresa (da notare che una sola è positiva, le altre sono negative e ci hanno permesso di non estinguerci fino a oggi), ma tutto il resto?
E i gusti, l’attrazione sessuale e gli altri impulsi da cosa dipendono? Siamo anche noi, in qualche modo, programmati a livello di DNA?
Davvero le donne, anche quelle robot, sono tutte delle stronze senza cuore che ti sfruttano fino a quando hanno bisogno, poi, raggiunto lo scopo, ti danno una coltellata e ti abbandonano senza niente a piangere in una stanza?
Tutti i film di cui ho parlato:
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Scritto da: MrChreddy
"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"
Insomma non ti è né dispiaciuto né ti ha fatto cagare a spruzzo, ma ti ha fatto pensare invece di spegnerti la mente dalla noia e dal “già visto” come è capitato a me. Una recensione molto diplomatica ahahah!
Confermo il punto di vista di Evit, sei stato molto diplomatico ;-) Cheers!
A me questo film e’ piaciuto abbastanza ma la fine mi ha lasciata perplessa, mi sono detta pure io ma pure le donne macchina sono cosi’ letali…e gli uomini ingenui o con mania di onnipotenza…cmq ci sono rimasta proprio male per il ragazzo, speravo che nei titoli di coda accadesse qualcos’altro…cmq ottima recensione Mr Chreddy, il criceto in testa per una volta e’ venuto pure a me!
PS. Ma la sorpresa perché e’ negativa?
Ma il robot/a(in ceco vuol dire schiavo) japanese gia che c’era l’inventore non la poteva fare più perata?
Prova a giocare a Binary Domain.
Saluti Mchreddy