Domani, 31 agosto, ricorre il 125 anniversario del primo omicidio di Jack Lo Squartatore. Come passa il tempo quando ci si diverte… o quando si è morti, direbbe il buon vecchio Jack.
Per festeggiare degnamente l’avvenimento Cristina Brondoni, del blog Tutticrimini, ed io abbiamo deciso di collaborare con un cross post… in realtà me l’ha chiesto lei, io non potrei mai avere una bella idea del genere.
Siccome lei è una criminologa, una giornalista intelligente (una delle poche), ha studiato, è bella e simpatica scrive un bell’articolo sul nostro amato Jack lo Squartatore dal punto di vista della realtà storica, rievocando le sue gesta e, soprattutto, le varie teorie su chi fosse in questo post qui: Jack lo Squartatore, un caso ancora aperto.
Io invece, essendo un po’ ignorante ed il suo esatto opposto, parlerò di come Jack è diventato una figura mitica, iconica, di cui ancora si parla e viene utilizzato in fumetti, libri, film e videogiochi.
Jack lo Squartatore oggi ha assunto un alone mitico. Quando si sente nominare il suo nome si pensa a lui come all’incarnazione del male, ad un essere non reale, come potrebbero esserlo Jason, Freddy Krueger, Xabaras, Jekyll e Hide, Leather Face e tutti i cattivi di fiction che vi vengono in mente.
È raro che qualcuno senta Jack lo Squartatore e pensi ad un uomo vero del 1888 che andava in giro a macellare prostitute.
Ma come è successo che una figura reale, come quella di Jack, sia diventata un personaggio di fantasia da manipolare e usare come espediente narrativo?
Come al solito i motivi sono molti e variegati. Io mi sono fatto una mia idea di come sia potuto succedere e ora andrò a spiegarvela, in caso qualcuno di voi voglia diventare un mostro cinematografico nel 2138. Un attimo che metto su la mia faccia da Carlo Lucarelli e cominciamo.
Come spiega bene Cristina nel suo bell’articolo, Jack lo Squartatore comincia a seminare vittime nel quartiere di Whitechapel la mattina del 31 agosto 1888. La data, l’anno, è importante perché è a due passi dal 1900 e, soprattutto, perché allora, a Londra, c’era già la Metropolitan Police, fondata nel 1829, di Scotland Yard.
Se Jack lo Squartatore fosse vissuto e avesse agito un centinaio di anni prima, probabilmente oggi non starei a scrivere questo post.
Scotland Yard è estremamente importante nella storia di Jack, perché aveva investigatori che indagavano sui suoi efferati omicidi. C’era una specie di scientifica primordiale che adoperava tecniche rudimentali per analizzare gli omicidi e, soprattutto, erano riusciti ad accumunare i vari omicidi per il Modus Operandi con cui erano stati fatti.
Senza un corpo di polizia così organizzato che indaga e collega gli omicidi tra di loro non avremmo avuto il primo Serial Killer, come lo concepiamo noi, della storia. Probabilmente ce ne erano stati a centinaia nei secoli prima di Jack, ma non c’era nessuno che parlava di modus operandi, indagava e tutto il resto.
Il secondo importante tassello nella costruzione del mito del signor Lo Squartatore è stata la stampa, il giornalismo. Primo perché raccoglieva le notizie e le dichiarazioni di Scotland Yard e dava loro visibilità, portandole a conoscenza di tutti. Quindi un po’ tutti potevano cagarsi addosso sapendo che c’era un killer in circolazione che la polizia non riusciva a prendere e la cosa stimolava la naturale morbosità umana.
Secondo perché le famose 3 lettere Jack le mandò proprio alla stampa, non alla polizia, più precisamente al direttore della Central News Agency e quindi vennero diffuse.
Senza la complicità dei giornali, oggi, non avremmo notizie e testimonianze su quello che successe nei due mesi di attività di Jack.
Il terzo tassello è che Jack lo Squartatore ebbe la fantastica idea di darsi un soprannome cazzutissimo come, appunto, Jack lo Squartatore (Jack the Ripper). Si fosse firmato, chessò, Gianni Putrelli, l’effetto non sarebbe stato lo stesso: “Il fantomatico Gianni Putrelli ha ucciso l’ennesima prostituta!“, grida lo strillone.
Tutti ridono.
In ultimo la cosa più importante: le sue gesta; i suoi omicidi; la finezza e la meticolosità in cui asportava le parti dei corpi, contrapposta alla brutalità dell’azione; il fatto che Scotland Yard non sapesse dove sbattere la testa per fermarlo; gli scienziati che si mettevano a studiare la sua psicologia sparando teorie su teorie, alcune plausibili, altre delle cazzate paurose un po’ balzane; il mistero che lo avvolgeva; la sua inaccessibile vera identità; il fatto che smise di uccidere di colpo, esattamente come aveva cominciato, nonostante qualche morboso furbetto gli voglia appioppare una decina di omicidi in più, tanto per gradire: “Ho fatto 15 assassinii, che faccio lascio?”
Tutto questo, secondo me, ha estrapolato Jack lo Squartatore dal continuum della storia, per consegnarlo alla leggenda.
Ovviamente una figura del genere, tanto stratificata, non poteva passare inosservata al mondo dell’entertainment.
Tanto più che essendo un personaggio reale, e non uno di fantasia, non è protetto da alcun diritto d’autore e quindi chiunque può usare la sua figura per qualsiasi cosa senza dover pagare un centesimo. Questa cosa vale quanto tutto il resto.
Ovviamente il primo media a buttarsi sulla carne ancora fresca di Jack lo Squartatore fu il cinema e nel 1924, nemmeno 50 anni dopo i fatti, uscì il primo film in cui compare: Il Gabinetto Delle Figure Di Cera.
Da allora Jack lo Squartatore diventa un personaggio ricorrente in una marea di film, serie Tv, telefilm, cartoni animati, anime e videogiochi.
I libri, sia saggi che romanzi, su di lui vanno menzionati a parte, in quanto si possono misurare direttamente in ettari di boschi tagliati.
Il numero 2 di Dylan Dog è dedicato a Jack lo Squartatore, anche se, effettivamente, il nemico dell’old boy è un emulo dell’assassino del 1888.
Persino il grande Alan Moore gli dedica un romanzo a fumetti intitolato: From Hell nel 1996. Il titolo dell’opera, quasi 600 pagine, viene dall’ultima lettera di Jack alla Central News Agency, lettera che cominciava proprio con le parole: From Hell.
Alan Moore parte dalla teoria dello scrittore Stephen Knight che, come racconta nel libro Jack The Ripper: The Final Solution, ritiene che le imprese di Jack lo Squartatore siano in realtà solo una elaborata mossa per eliminare un futuro figlio illegittimo del principe Alberto Vittorio. In realtà ad Alan Moore non frega niente della teoria, una vale l’altra, gli serve solo come espediente per parlare di Jack e del suo impatto sulla società inglese di fine ‘800. Però Moore non è un qualunquista che scrive tanto per, le sue graphic novel hanno sempre talmente tanti strati e sono talmente tanto profonde, da dover essere studiate negli anni a venire, per sviscerare le minuziose e meticolose ricostruzioni. From Hell non fa eccezione e infatti, in appendice, c’è tutta una parte che racchiude la scrupolosa documentazione che hanno raccolto Moore e il disegnatore Eddie Campbell per realizzare la graphic novel.
Questo fumetto, poi, è stato preso, tritato, masticato e risputato da Hollywood e dai fratelli Hughes per fare il film del 2001 La Vera Storia Di Jack lo Squartatore con Johnny Depp, Heather Graham e Ian Holm.
Però fate conto che il film sta alla graphic novel come un panetto di burro sta al Titanic.
La cosa curiosa è che nel 1988 la televisione inglese produsse uno sceneggiato in due puntate con il titolo Jack The Ripper, ma in Italia venne trasmesso da Canale 5 come La Vera Storia Di Jack lo Squartatore.
I protagonisti erano Michael Caine, nello stesso ruolo che poi andò a Depp, Armand Assante, Ray McAnally, nello stesso ruolo di Holm, e Lysette Anthony, nello stesso ruolo della Graham. Anche la storia, altri personaggi e la soluzione finale è la stessa della graphic novel di Moore e del film dei fratelli Hughes. Evidentemente anche questo viene dal libro di Stephen Knight.
Mi ricordo che questo sceneggiato ai tempi mi piacque molto, ma dovete considerare che ero piccolo e sono passati un bel 25 anni, quindi vedendolo ora potrei cambiare idea.
Altre apparizioni di Jack lo Squartatore, come figura vera e propria, o solo come citazione, sono innumerevoli, si va dai Griffin, a Smallville, a Detective Conan.
Nei videogiochi invece, il povero Jack, è quasi sempre confinato a sole apparizioni o come nemico. Ad esempio nell’avventura grafica Sherlock Holmes Contro Jack Lo Squartatore il giocatore, nei panni di Sherlock, deve riuscire a trovare e a fermare proprio Jack.
Il binomio Sherlock Holmes/Jack lo Squartatore fa venire il durello a un sacco di gente, visto che si muovono negli stessi anni.
Ad esempio a Guy Ritchie che nel il suo film del 2009, Sherlock Holmes, contrappone a Holmes un cattivo modellato su Jack lo Squartatore, anche se effettivamente non lo nomina, ma non ci vuole poi molto per capirlo. Il film inizia con Holmes che ferma il malvagio occultista Lord Blackwood durante un rito in cui avrebbe ucciso la sesta donna. In realtà Lord Blackwood voleva farsi catturare da Holmes e le prime cinque le aveva uccise solo per creare un caso e farsi inseguire dal detective.
Ovviamente non è niente di certo, però secondo me quadra.
Citare e raccontare tutto quello che è stato girato, scritto, videogiocato su Jack lo Squartatore è assolutamente impossibile, già il post è fin troppo lungo e rischierei di ammazzarvi di noia, diventando di colpo il più grande serial killer noioso del mondo.
Una cosa è certa, Jack lo Squartatore è una figura affascinante entrata nell’immaginario collettivo che può dare moltissimi spunti, ma è anche, soprattutto, una figura terribile e con un aura malvagia palpabile tutt’oggi. Possiamo inventarci tutte le teorie che vogliamo sulla sua vera identità: uomo, donna, famiglia Reale, pazzo, sano di mente, fantasma, alieno, demone, occultismo, cospirazione… vanno tutte bene finché reggono e finché non vengono smentite.
La cosa certa è che probabilmente non sapremo mai la verità su chi fosse realmente e sul suo movente, la vera storia di Jack lo Squartatore la sanno di certo solo 6 persone: le sue cinque vittime e Jack lo Squartatore stesso.
Ma questi segreti, ormai, sono con loro nella tomba.
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Jack lo Squartatore, un caso ancora aperto – Tutticrimini
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Scritto da: MrChreddy
"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"
Gran bel post ;) piu tardi vado a leggere anche quello di Cristina Brondoni
Grazie mille Mattia :D
Cominciamo con la mia solita considerazione tritaballe:
oggi non ci sono più manco i serial killer di una volta,
oggi ti squarta la sciuretta del piano di sopra perché ti porta sulle balle
(la strage di Erba aveva più o meno questo movente).
E comunque fosse successo un secolo più tardi
avremmo il plastico di Whitechapel da qualche parte.
Transeat.
Il numero 2 di Dyd…
lo persi clamorosamente da piccolo
l’unica volta che richiesi un arretrato alla Casa Editrice.
Comunque, ho letto entrambi i post, ma scrivo di qua
ché ormai c’ho fatto la casa
(contento, eh?!).
Dunque, si diceva che Jack non fosse un medico o un macellaio
perché non sapeva che il sangue si coagulasse.
Però, io mi chiedo:
non poteva essere un depistaggio?
(‘mazza, Poirot mi pulisce le ghette).
P.S. Il vero Jack lo Squartatore è uno solo
Zambrini Loredano
(e vediamo se il Mister mi becca sta citazione).
Io direi anche un: Meno male che non ci sono più i serial killer di una volta… almeno non qui da noi, perché negli USA invece sì.
Le teorie e i gomblotti si sprecano su chi fosse Jack, una della quali, proprio quella dello scrittore Stephen Knight, dice proprio che il vero omicidio mirato fosse uno solo per mascherare il figlio illegittimo del principe e gli altri 4 fossero una copertura, mico caro Messer Poirot.
Però non lo sapremo mai con certezza… tutto vale, poteva anche essere uno che odiava la MILF, visto che le sue vittime erano ultraquarantenni con figli :P
Zambrini Lorenzo, detto Jack lo Squartatore, è mmica quello che opera Fantozzi in Fantozzi contro tutti? :)
Beh, ovvio, meno male che non ci sono più i serial killer di una volta.
Però sai che c’è?
Sapere che gli assassini oggi sono
anziane coppiette,
studenti universitari
madri imbellettate
contadini di provincia
(diventando, tra l’altro, delle star)
non è che mi rassicuri granché.
Beh, questi sono gli assassini a cui i media danno più risalto. Leggendo le pagine di cronaca nera si nota che non sono solo “anziane coppiette, studenti universitari, madri imbellettate, contadini di provincia”. Oltrettutto anche Ed Gain era un contadino di provincia e da questi in particolare io mi guarderei. :P
Un attimo, stiamo parlando di due cose diverse.
Un conto sono gli omicidi estemporanei per raptus, vendetta, esasperazione, sbadataggine, cattiveria e tutto il resto.
Un altro sono i serial killer, coloro che compiono una serie di omicidi sempre allo stesso modo, più o meno.
Sono due cose diverse. Jack era una serial killer, Olindo e Rosa due assassini estemporanei.
Questo post mi ha fatto molto piacere! Devi sapere Chreddy che io sono un ripperologa. In camera avevo un pannello di legno appeso alla parete (dipinto di rosso ovviamente) dove mi ero appesa (oltre ad un sacco di disegni) le foto delle autopsie delle vittime, le famose tre lettere e il rapporto scritto sull’autopsia di Mary Jane. Non sto qui a dirti le escursioni che ho fatto a Whitechappel.. Tutto questo per dire che anche io ho indagato sui suoi omicidi.. Non esiste nulla che ha scosso la coscienza inglese come questo evento, adoro fare un parallelismo tra lui e Ted Bundy. Non per il modus operandi, non per la tipologia di vittima o altro ma per il semplice fatto che tutti e due, in modo diverso hanno minato alcune certezze delle rispettive culture in periodi particolarmente significativi. Come esiste un’America prima e un’America dopo Ted Bundy, esiste un’inghilterra prima e un’Inghilterra dopo Jack the Ripper. Ed è per questo che al di la del valore intrinseco, l’opera di fantasia di Moore ha colto meglio dei libri di molti rinomati profiler e criminologi il senso di quella serie di eventi. Bel post davvero.
Se ho l’appoggio di una Ripperologa, invece che gli insulti, significa che non ho scritto troppe cagate e ho citato le cose giuste :P
Comunque concordo con te su From Hell ;)
Posso morire felice :D
Bellissimo articolo! Sinceramente, considerando che per la maturità all’inizio ballavo se farla su Jack lo Squartatore o se sugli effetti speciali e che alla fine scelsi la seconda per evitare che mi considerassero pazza da un’idea su quale sia il mio livello di interesse sull’argomento…
Da quando avevo quattordici anni ho letto un mucchio di libri (romanzi e non) su Jack lo Squartatore e ho visto tanti di quei film, cartoni e altra roba del genere da conoscere ventimila teorie diverse… sono un po’ più ignorante in fatto di videogame (in casa mia la play station e altre cose simili sono state abolite dalla mia nascita).
Comunque, per quanto sia stato un personaggio che definirei malvagio allo stato puro… per essere gentili… mi ha sempre incuriosita… perchè una simile violenza? perchè si è fermato di colpo? chi cavolo era? Però, come tu stesso hai precisato, questo rimarrà uno dei crimini più efferati conosciuti che non si sarà mai in grado di risolvere.
Comunque è interessante vedere come effettivamente sia passato dall’essere un serial killer che ha terrorizzato la Londra di fine ottocento all’essere usato come personaggio di romanzi, film e chi più ne ha più ne metta… chissà se questa “moda” passerà mai…
Una cosa è sicura… questo individuo ha profondamente scosso la società londinese dell’epoca e rimarrà una macchia indelebile nella storia inglese.
Grazie mille Elle, evidentemente te ne intendi molto più di me e i complimenti sono ancora più apprezzati :D
Per come la vedo io Jack oggi (inteso dalla sua apparizione ai giorni nostri) rappresenta un mistero rosso sangue che stimola la nostra morbosa curiosità. Non credo sia una moda, piuttosto ormai è un personaggio entrato nell’immaginario collettivo, quindi riconoscibile, che può essere sfruttato in mille modi.
Credo anche che se mai dovessimo venire a conoscenza della sua vera identità la cosa sarebbe piuttosto deludente. Abbiamo passato 125 a chiederci chi fosse e perché lo facesse, avendo, appunto, mille teorie, e la realtà non potrebbe mai gareggiare con quelle.
Ma sono solo mie opinioni :D
Effettivamente, se dovesse saltar fuori la vera identità, perderebbe tutto quel “fascino” che lo ha circondato per tutto questo tempo… insomma, a chi non piace cercare di ficcare mille teorie diverse anche ridicole in un mistero come questo…
Comunque, la più divertente che ho visto fin’ora di idea è quella di Van Helsing (il cartone animato, non il film)…
Per quanto riguarda il fatto della “moda”, era messo tra virgolette per descrivere con una sola parola il fatto che sia un personaggio che tutti quanti conoscono e sfruttano in racconti, film, videogiochi e quant’altro…
Io avevo letto anche un “trattato” della Patricia Cornwell:
“Ritratto di un assassino (Portrait of a Killer, 2002) è un libro inchiesta di Patricia Cornwell, risultato di anni di ricerche.
Il volume espone la teoria dell’autrice che riconosce in Walter Sickert, famoso pittore inglese della fine del XIX secolo, il famigerato serial killer Jack lo squartatore.
Le ricerche hanno portato la Cornwell a spendere cifre enormi per
acquistare una serie di dipinti di Sickert (in seguito donati all’Università di Harvard)
e documenti dell’epoca, tra cui le lettere che lo “squartatore” spedì
alla polizia; il tutto per poter trovare le prove (a suo dire
definitive) che inchioderebbero il pittore al ruolo dello “squartatore”.
Il libro descrive la vita dei quartieri poveri della Londra di fine ‘800, ma la tesi della scrittrice non ha incontrato il favore degli storici.”
A me non era dispiaciuto…
P.s. sempre molto interessante MrChreddy! :-)
Sì Cris, ne ho sentito parlare, ma non è stato apprezzato da un sacco di criminologi e studiosi del caso, quindi, per quanto interessante, non credo faccia molto testo… poi, dai, un pittore, che delusione :D
Due splendidi articoli (ho letto con piacere anche l’altro)
Ricordo che quando ero più piccola confondevo Jack lo squartatore e Jack o’Lantern.
Ad ogni modo è una storia che da un lato mi ha sempre affascinato, ma che dall’altro mi ha talmente terrorizzato e disgustato che non ho mai approfondito la questione (ah no aspetta, forse è stato il pessimo film con depp.)
P.s. Non c’entra niente, ma io sto aspettando con trepidazione la recensione di In trance. L’ho visto l’altro giorno e mi è piaciuto da morire.
Grazie mille Eliana :D
Sì, è una storia che ha sempre il suo fascino perverso e per questo molto intrigante… film con Depp a parte.
Se ti interessa e hai voglia, il fumetto che ho citato, From Hell, è una vera chicca, se hai voglia di leggerlo.
Per In Trance, devo essere sincero, non volevo vederlo, io e Danny Boyle siamo litigati dai tempi di The Millionaire, però chissà che non faccio lo sforzo e in settimana ne parlo?
Ma solo perché me l’hai chiesto… se non mi piace poi mi ridai i soldi del biglietto :D
Onestamente è stata la mia prima esperienza con Boylartesono rimasta piacevolmente sorpresa. Cassel e McAvoy poi hanno fatto il loro porco lavoro. Dai, facciamo soddisfatto o rimborsato :D
Ammetto che mi hai molto incuriosita con The Hell, sicuramente lo cercherò :)
Bella l’idea del Cross Post :) …
… Jack funziona e funzionerà sempre. Bell’articolo. Atipico. Jack tirerà sempre, come il pane. Anche quando il pane sarà in pillole e avremo una versione iper-stra-riveduta-stra-corretta …
.. Jack è un precursore di molte cose e di quello che è il senso dell’orrore morboso che si instilla nella gente all’arrivo di tanto terribili notizie. Pensate al vecchio classico incidente stradale (da ex sbirro li vedevo da più prospettive), sì lì, quando la gente rallenta per guardare. Cosa passa per la testa quando ci avviciniamo a tutto ciò? (ognuno avrà le sue risposte) …
.. ora si porti tutto questo elevato al cubo, cucinato in salsa sadico/sessuale, la novità delle asportazioni chirurgiche prima ancora che maldestramente orrorifiche; l’idea che un assassino prima ancora di essere seriale fosse acuto, arguto e misteriosamente moderno .. lì, proprio lì, tra le strade di quelli che erano i passaggi urbani di una società in via di industrializzazione. Il mondo cambiava e con esso si storicizzava il male, si ancorava all’immaginario con molta più forza e poi …
.. e poi, non c’è storia: da una parte omicidi seriali; dall’altra, una data sub-società del degrado presa di mira: le puttane e il loro sordido mondo. Ancora più morboso e tristemente intrigante; lì dove la bella vita e l’aristocrazia, la povertà e la massima decadenza venivano a sfiorarsi e da minimo comune denominatore, cosa? .. ebbene sì, la figa. Si torna sempre lì, da dove – tutti – si è nati. Solo che qualcuno oltre che nascerci, anche se la riprendeva.
Giuste considerazioni, assolutamente d’accordo. ;)
Son contento ti siano piaciuti i post e l’idea… a me non sarebbe mai venuta :D
Aspetta, cosa c’entra un panetto di burro con il Titanic?
Appunto non c’entrano niente l’uno con l’altro, proprio come La vera storia di Jack Lo Squartatore e la GN da cui è tratto. :)
Ah. Ora ha senso.