Hercules – Il Guerriero del marketing moderno

Hercules - Il Guerriero

Hercules, o Ercole, o Eracle, la figura mitologica metà uomo e metà dio, figlio di Zeus e di una normale contadinotta umana. Io, però, continuerò a chiamarlo Hercules per una questione di indicizzazione di Google.

Hercules, il mitico eroe greco – a cui hanno dedicato poesie e canzoni e che anche noi alle elementari celebravamo dicendo: “Ercole con il culo a nespole”, benché nessuno capisse cosa significava, ma ci faceva tanto ridere – è tornato al cinema con ben due film quest’anno, Hercules – La Leggenda Ha Inizio, che tutti si son guardati bene dall’andare a vederlo, e Hercules – Il Guerriero, che tutti sono andati a vedere.

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Jack lo Squartatore, dalla realtà al mito

Jack lo Squartatore

Domani, 31 agosto, ricorre il 125 anniversario del primo omicidio di Jack Lo Squartatore. Come passa il tempo quando ci si diverte… o quando si è morti, direbbe il buon vecchio Jack.

Per festeggiare degnamente l’avvenimento Cristina Brondoni, del blog Tutticrimini, ed io abbiamo deciso di collaborare con un cross post… in realtà me l’ha chiesto lei, io non potrei mai avere una bella idea del genere.

Siccome lei è una criminologa, una giornalista intelligente (una delle poche), ha studiato, è bella e simpatica scrive un bell’articolo sul nostro amato Jack lo Squartatore dal punto di vista della realtà storica, rievocando le sue gesta e, soprattutto, le varie teorie su chi fosse in questo post qui: Jack lo Squartatore, un caso ancora aperto.

Io invece, essendo un po’ ignorante ed il suo esatto opposto, parlerò di come Jack è diventato una figura mitica, iconica, di cui ancora si parla e viene utilizzato in fumetti, libri, film e videogiochi.

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Before Watchmen: Nite Owl

Come avevo promesso, oggi tocca al secondo appuntamento con le mie impressioni sulle miniserie che compongono quell’enorme operazione commerciale che cade sotto il nome di: Before Watchmen.

Qualche settimana fa avevo parlato di quanto poco mi aveva convinto e di quanto poco fosse utile la prima miniserie conclusa in Italia: Silk Spectre.

Bene, ora è la volta della seconda miniserie da quattro numeri arrivata alla fine: Nite Owl, conosciuto anche come il Gufo Notturno.

Questa volta come sarà andata?

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5 film che sono piaciuti solo a me

Si sa che il mondo è bello perché è avariato vario e ognuno ha una propria opinione, i propri gusti e tutto il resto.

Oggi volevo parlare di 5 film brutalmente bistrattati da tutti, ma che a me son piaciuti.

Attenzione, non sto parlando di film belli in senso assoluto, ma di film che a me piacciono per ben precisati motivi. E no, non sono i Twilight!

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Before Watchmen: Silk Spectre

Eccoci al primo appuntamento con le miniserie concluse appartenenti all’operazione Before Watchmen della DC comics.

Come dicevo settimana scorsa, una volta conclusa una serie, ne parlo, che non mi piace parlare delle cose che non ho letto/visto fino in fondo.

La prima miniserie che ho finito di leggere è: Silk Spectre.

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Da Watchmen a Before Watchmen, una panoramica

Sono stato rimproverato da più parti perché non parlo mai di fumetti. Il fatto è che con i fumetti ho un rapporto che definirei di “Sacro Terrore“, nel senso che è un mondo così vasto, fatto di serie, miniserie, graphic novel, saghe, controsaghe, reboot e reset, che non mi sento culturalmente pronto per parlarne con qualcuno. Ne leggo molti, ma ho i miei gusti, di conseguenza conosco tante cose, ma a livello non molto approfondito. Ne consegue che parlarne potrebbe significare dire una cagata dietro l’altra.

Però oggi voglio provarci, voglio parlare di Before Watchmen. Però, partire così, pronti via, parlando di Before Watchmen non è facile.

Non è facile perché non è un fumetto come un altro per via del fatto che è tratto dal monumentale Watchmen.

Quindi mi tocca parlare anche di quello, sperando di non essere lapidato da chi ne sa più di me.

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Les Misérables, il cineracconto semiserio

Sinceramente non so perché ho acconsentito di andare a vedere “Les Misérables“.

Forse perché settimana scorsa sono stato colto da un moto di nichilismo estremo. Forse perché è candidato a 900 premi Oscar, tra cui miglior musical senza balletti. Forse perché ha vinto il prestigiosissimo premio “Frau Buchler di Potassio” del Festival Del Cinema Canzoneccio di Vladislavia. Forse perché “Die Hard: Un Buon Giorno Per Morire” esce solo questo giovedì. Forse perché mi sono dimenticato che al cinema danno “The Last Stand” con Arnlod Schwarzenegger.
Forse per tutti questi motivi insieme.

Nel post potrebbero esserci spoiler sulla storia, per quanto valga, perché è un po’ come dire di fare spoiler su Pinocchio, visto che “Les Misérables” ha avuto già 1500 trasposizioni cinematografiche, televisive, a fumetti, teatrali, quindi la storia la conosciamo già tutti più o meno.

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MasterChef seconda stagione: esempi di sociologia spiccia applicata

Oggi permettetemi di prendermi una pausa da film, fumetti, cartoni, videogiochi e tutto il resto per parlare della seconda stagione di MasterChef.

Tranquilli non voglio buttarmi sui reality show, ma sto guardando questo programma e mi sono venute delle stupide e superficiali riflessioni da fare. Non che io sia un sociologo o un antropologo, ma mi sembra che questo reality sia riuscito a racchiudere in sé tutti gli stereotipi umani che affollano il nostro paese.

Praticamente MasterChef è riuscito dove il Grande Fratello ha fallito.
Il Grande Fratello, in teoria, sarebbe dovuto essere una finestra sull’Italia e gli italiani. Avrebbe dovuto mostrare i vari tipi di persone che affollano il nostro paese e restituire uno specchio dell’Italia in cattività, senonché hanno cominciato a riempire la casa di tamarri ignoranti e semianalfabeti, il cui unico scopo è quello di diventare ricchi e famosi per non dover mai lavorare in vita loro… no, beh, forse non ha proprio fallito.

MasterChef, invece ha raccattato gente di varia estrazione sociale, cultura, provenienza, e li ha messi l’uno contro l’altro in un gioco al massacro per accaparrarsi 100 mila euro, scrivere un libro di ricette e realizzare il sogno della loro vita: diventare, manco a farlo apposta, uno chef.

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Batman – The Dark Knight Returns, il cartone che tutti aspettavano

Ci sono graphic novel che hanno travalicato il mondo del fumetto per approdare di diritto in quello della letteratura.

Quando un appassionato legge o sente questa frase, un po’ retorica, la prima cosa a cui pensa sono i nomi di Alan Moore, Frank MillerGrant Morrison, Nel Gaiman e pochi altri.

Le loro opere più acclamate sono anche quelle che meno si prestano alle trasposizioni cinematografiche. Ci hanno provato spesso con Alan Moore, ma i risultati sono stati abbastanza disastrosi. Certo “V per Vendetta” è entrato nell’immaginario collettivo e “Watchmen” è stato il miglior film che si potesse mai trarre dalla sua monumentale opera, ma il resto è solo morte e distruzione delle opere originali, trasposizioni da cui Alan Moore si è sempre dissociato e per cui non ha mai percepito il becco di un quattrino.

Frank Miller invece ha sempre avuto un rapporto di amore/odio verso il cinema. Nel senso che lui lo ama, ma noi spettatori odiamo quello che Frank propone. E no, “Sin City” non è di Frank Miller, ma di Robert Rodríguez, Frank Miller girava per il set e hanno fatto finta di fargli dirigere qualche pezzo, ma in realtà il film è di Rodríguez.

C’è però un opera di Frank Miller che, vederla realizzata per il cinema, è il sogno erotico di ogni nerd: “Il Ritorno Del Cavaliere Oscuro“.

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Prequel, che senso hanno?

Visto che un sacco di tempo fa abbiamo parlato dei sequel e giusto ieri dei remake con la scusa che ho visto il nuovo “Total Recall – Atto Di Forza“, perché non spendere 2 parole sui prequel e la loro inutilità?

Per chi non lo sapesse un prequel è un film (ma può essere anche un libro, un fumetto, un videogioco, un telefilm) ambientato temporalmente prima di un film che ha avuto successo.

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