I miei disegnatori preferiti

Leggo un sacco di fumetti, ma, per ovvi motivi economici, non tutti quelli che vorrei. In genere tento di recuperare le saghe importanti quando vengono raccolte in volume, così spendo meno e sono sicuro di leggere tutto. Però non mi ero mai reso conto di una cosa finché non mi sono messo a leggere tutto Ultimate Spider-Man.
Il fumetto non mi fa impazzire, anzi, lo reputo ampiamente sopravvalutato, però quando il disegnatore Mark Bagley si è tolto dalle palle ha passato carta e matita a Stuart Immonen, prima, e David Lafuente, poi, la serie la leggo più volentieri.

È proprio di questo che mi sono accorto: se il disegnatore mi piace leggo più volentieri le storie. Voi direte che ho scoperto l’acqua calda, e in parte è vero, ma non mi ero mai reso conto fino ad ora di quanto questo mi pesasse. Magari è dovuto al fatto che ho proprio in odio Bagley e che non capisco come faccia ad essere uno dei disgenatori di Spider-Man più amati, oppure non mi era mai capitato di passare da un disegnatore che non mi piaceva così tanto a uno che invece mi piace molto.

Quindi ho deciso di dirvi quali sono i miei disegnatori preferiti del momento, tenendo conto che sono miei gusti personali e, sempre per gusti personali, sono un lettore per lo più un lettore Marvel.

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Da Watchmen a Before Watchmen, una panoramica

Sono stato rimproverato da più parti perché non parlo mai di fumetti. Il fatto è che con i fumetti ho un rapporto che definirei di “Sacro Terrore“, nel senso che è un mondo così vasto, fatto di serie, miniserie, graphic novel, saghe, controsaghe, reboot e reset, che non mi sento culturalmente pronto per parlarne con qualcuno. Ne leggo molti, ma ho i miei gusti, di conseguenza conosco tante cose, ma a livello non molto approfondito. Ne consegue che parlarne potrebbe significare dire una cagata dietro l’altra.

Però oggi voglio provarci, voglio parlare di Before Watchmen. Però, partire così, pronti via, parlando di Before Watchmen non è facile.

Non è facile perché non è un fumetto come un altro per via del fatto che è tratto dal monumentale Watchmen.

Quindi mi tocca parlare anche di quello, sperando di non essere lapidato da chi ne sa più di me.

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In ascensore con Ryan: Tim Burton – Parte I

L’ascensore di Ryan è tornato!

È stato fermo qualche mese per problemi tecnici e Ryan ha dovuto usare le scale, ma essendo un duro non ha mai detto niente, nemmeno una lamentela. Quella del terzo piano invece si è lamentata, ma quella rompe sempre.

Ora che l’ascensore è ripartito Ryan ha ricominciato a fare i suoi giri, l’ultima volta è passato da George Lucas (potete leggere qui e qui le due parti) e ha deciso che è ora di far visita a Tim Burton. Non per altro, ma Ryan si è un po’ rotto le balle della gente che sbava mentre dice: “Tim Burton è un genio“, “L’ultimo capolavoro di Tim Burton“.
Le parole “Genio” e “Capolavoro” ormai hanno perso senso. Tutti sono capolavori, tutti sono geni, anche i commessi degli Apple Store sono chiamati Genius, ma de che?!

Quindi, prima che Ryan raggiunga il piano giusto per recuperare Tim, mi ha chiesto, martello alla mano, di spendere due parole sulla carriera del “Genio”.

Immagino già che tutti fan di Burton dopo questi due post, la seconda parte domani, verranno a prendermi a casa con torce e forconi.

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