Birdman l’amore e l’odio per il cinema

Birdman

Dopo un paio di settimane di stop, sono tornato al cinema.

Scusate, ma è un periodo un po’ difficile e ho la testa altrove. Non chiedetemi dove perché non lo so neppure io, sinceramente.

Quale miglior film per tornare al cinema, quindi, di uno da dover vedere bene con la testa come Birdman?

Perché il film di Alejandro González Iñárritu non è solo un film, ma è un’altra cosa che va vista e digerita con calma, senza saltare subito alle conclusioni. La dimostrazione è che, girando in rete, si trovano recensioni entusiastiche e altre che lo ammazzano.

Chi ha ragione tra chi lo ama e chi lo odia? A dire il vero non lo so, io ho le mie opinioni e ve le scrivo senza spoiler sul film.

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Need For Speed il cineracconto di un film lentissimo, a discapito del titolo

Need For Speed

Il binomio videogiochi/film fa accapponare la pelle e fa rientrare le gonadi nello stomaco a noi appassionati di uno e dell’altro media.

I film tratti dai videogiochi fanno, per lo più, schifo, forse perché da preconcetto, del tutto sbagliato, che i videogiochi piacciano solo ai ragazzini scemi e che quindi i film devono essere scemi.

I videogiochi tratti dai film fanno, per lo più, schifo, perché i produttori spendono un sacco di soldi per avere il brand e poi non ne hanno per sviluppare il gioco in modo decente.

I videogiochi che si prendono la briga di tentare di sfruttare le suggestioni e il linguaggio cinematografico al loro interno in genere sono belli, forse perché cinema e videogiochi non sono così lontani come si pensa.

L’ultimo, in ordine temporale, film tratto da un videogioco è Need For Speed e devo ammettere che non infrange la regola del binomio videogiochi/film, anzi la rafforza ancora di più.

Purtroppo devo fare un po’ di spoiler sul film per parlarne, però siate felici perché questo film sancisce il ritorno de La Nota Marrone.

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RoboCop, quello nuovo, speravo peggio

RoboCop 2014

Venerdì sono andato con Ultimate Jar Jar Binks e la Paciu a vedere il remake di RoboCop.

Una volta visto il film mi sono messo a leggere le varie recensioni sparpagliate per la rete, tra famosi blogger che non ci capiscono una mazza, né di questo né di quello originale, e siti “seri” che vanno a cavillare con termini pomposi e forbiti.
Tutte lo distruggono, ma per i motivi sbagliati, sembra che le recensioni siano state scritte dopo aver visto i trailer, perché il nuovo RoboCop non è brutto come si potrebbe pensare.

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Batman – The Dark Knight Returns, il cartone che tutti aspettavano

Ci sono graphic novel che hanno travalicato il mondo del fumetto per approdare di diritto in quello della letteratura.

Quando un appassionato legge o sente questa frase, un po’ retorica, la prima cosa a cui pensa sono i nomi di Alan Moore, Frank MillerGrant Morrison, Nel Gaiman e pochi altri.

Le loro opere più acclamate sono anche quelle che meno si prestano alle trasposizioni cinematografiche. Ci hanno provato spesso con Alan Moore, ma i risultati sono stati abbastanza disastrosi. Certo “V per Vendetta” è entrato nell’immaginario collettivo e “Watchmen” è stato il miglior film che si potesse mai trarre dalla sua monumentale opera, ma il resto è solo morte e distruzione delle opere originali, trasposizioni da cui Alan Moore si è sempre dissociato e per cui non ha mai percepito il becco di un quattrino.

Frank Miller invece ha sempre avuto un rapporto di amore/odio verso il cinema. Nel senso che lui lo ama, ma noi spettatori odiamo quello che Frank propone. E no, “Sin City” non è di Frank Miller, ma di Robert Rodríguez, Frank Miller girava per il set e hanno fatto finta di fargli dirigere qualche pezzo, ma in realtà il film è di Rodríguez.

C’è però un opera di Frank Miller che, vederla realizzata per il cinema, è il sogno erotico di ogni nerd: “Il Ritorno Del Cavaliere Oscuro“.

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In ascensore con Ryan: Tim Burton – Parte I

L’ascensore di Ryan è tornato!

È stato fermo qualche mese per problemi tecnici e Ryan ha dovuto usare le scale, ma essendo un duro non ha mai detto niente, nemmeno una lamentela. Quella del terzo piano invece si è lamentata, ma quella rompe sempre.

Ora che l’ascensore è ripartito Ryan ha ricominciato a fare i suoi giri, l’ultima volta è passato da George Lucas (potete leggere qui e qui le due parti) e ha deciso che è ora di far visita a Tim Burton. Non per altro, ma Ryan si è un po’ rotto le balle della gente che sbava mentre dice: “Tim Burton è un genio“, “L’ultimo capolavoro di Tim Burton“.
Le parole “Genio” e “Capolavoro” ormai hanno perso senso. Tutti sono capolavori, tutti sono geni, anche i commessi degli Apple Store sono chiamati Genius, ma de che?!

Quindi, prima che Ryan raggiunga il piano giusto per recuperare Tim, mi ha chiesto, martello alla mano, di spendere due parole sulla carriera del “Genio”.

Immagino già che tutti fan di Burton dopo questi due post, la seconda parte domani, verranno a prendermi a casa con torce e forconi.

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I migliori Fan-Film di sempre – Parte XVI

Per la nostra consueta rubrica sui fan-film, oggi parliamo di un film girato in modo un po’ particolare: in stop motion.

La Stop Motion, o Animazione a Passo Uno, è quella tecnica di animazione che consta nell’animare dei pupazzi, o marionette, scattando un fotogramma per ogni movimento. Una volta montati in sequenza si ha l’impressione che il pupazzo si muova come fosse animato. Esempi che tutti conosciamo di questa tecnica sono: “Nightmare Before Christmas”, “La Sposa Cadavere”, “Coraline” ecc…ecc…
Questa tecnica è “antica” e veniva spesso usata nei film pre era digitale ed effetti al computer, dove le parti animate in stop motion erano poi sovraimpresse alle parti girate dal vivo. Esempi classici sono: “King Kong“, quello del ’33, “Gli Argonauti“, “Scrontro di Titani” del 1981. Maestro indiscusso di tale tecnica di animazione era Ray Harryhousen.

Oggi vediamo un film su Batman girato con questa tecnica.

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