Venerdì sono andato con Ultimate Jar Jar Binks e la Paciu a vedere il remake di RoboCop.
Una volta visto il film mi sono messo a leggere le varie recensioni sparpagliate per la rete, tra famosi blogger che non ci capiscono una mazza, né di questo né di quello originale, e siti “seri” che vanno a cavillare con termini pomposi e forbiti.
Tutte lo distruggono, ma per i motivi sbagliati, sembra che le recensioni siano state scritte dopo aver visto i trailer, perché il nuovo RoboCop non è brutto come si potrebbe pensare.
Fare un paragone tra questo nuovo RoboCop e quello originale è fuorviante e di fondo totalmente sbagliato.
Io per primo sono andato al cinema con l’idea di massacrarlo e invece, fin dalle prime scene, quell’idea ho dovuto buttarla a calci nel cestino della pattumiera.
Di base la storia sui remake è sempre quella che avevo già detto quando ho parlato di Total Recall: un remake ha senso se c’è qualcosa di nuovo da dire, un nuovo punto di vista da esplorare usando, più o meno, la stessa storia.
In sostanza il remake non deve essere una mera lucidata di un vecchio film, con nuovi attori figosi, effetti speciali sbirluccicanti e fotografia azzurrina che fa tanto “fantascienza moderna”.
RoboCop di José Padilha comincia subito bene aggiornando i vecchi telegiornali, che contrappuntavano il RoboCop dell’87, con una nuova trasmissione, condotta da Samuel L. Jackson, di tendenza che usa la cronaca per instillare idee nel pubblico, criticare questo e quello, a seconda di come gira il vento. Niente di particolarmente originale o che dice cose stravolgenti, ma comunque apprezzato almeno il tentativo.
Ma questo è forse l’unico punto in comune che ha con il vecchio film.
RoboCop non parla più della società allo sbando, del degrado portato da un’economia fallimentare, della criminalità, della privatizzazione delle guerre e della giustizia. O meglio, queste cose le lascia sullo sfondo per parlare di una cosa che Paul Verhoeven aveva solo accennato e mai approfondito: il dualismo uomo-macchina.
Il che sarebbe un ottimo spunto e un’ottima nuova visione della vecchia storia, se non che questa cosa non è portata a compimento.
Si chiacchiera un sacco delle implicazioni morali di fondere un poliziotto con un computer, si chiacchiera della parte etica di fondere carne e acciaio, si chiacchiera un sacco delle possibili conseguenze di questa azione, chiacchierando si incartano su emozioni, sentimenti, ricordi, anima de li mortacci loro, ma alla fine nel momento di tirare le conclusioni, di avvalorare una tesi piuttosto che un’altra, il film si perde lasciando tutto sospeso e non portando a termine niente e ci mettono una serie di sparatorie che così la gente si distrae.
Ma non è mancanza di idee, solo una mancanza di coraggio. Probabilmente è stata un’imposizione dei produttori che non hanno voluto rischiare con una presa di posizione sull’etica o sulla morale, puntando al lieto fine dei buoni sentimenti e del volemose bbene, in un anticlimax da Manuale di Come Non Deve Finire Un Film.
RoboCop è l’ennesima occasione sprecata per fare un film che rimanga ed è un peccato.
È un peccato perché Padilha è uno bravo regista, l’aveva già dimostrato con Tropa De Elite e Tropa De Elite 2, e la sua regia su RoboCop fa sembrare tante cose meno ridicole di quello che potevano essere sulla carta, tipo il nuovo RoboCop ninja che corre, salta, vola, guarda che cavallo che ha e va in moto.
Purtroppo è l’impostazione da film destinato ai ggiovani che giocano ai videogames e sulla spiegazione forzata di qualsiasi cosa a non funzionare.
Verhoeven era stato furbo nel non cercare la spiegazione scientifica su come l’uomo diventa androide, prendendo per buono che era così punto e basta, cosa che non ha mai inficiato il film.
Qui invece non solo vogliono spiegare, ma vogliono proprio far vedere cosa succede al corpo dell’uomo e, quando si arriva al punto di non voler lasciare niente alla fantasia dello spettatore, invece di chiarire si stimolano le domande che prendono a spallate tutto il castello di carte. A meno che uno non guardi il film a cervello completamente spento.
Così questo nuovo RoboCop è un film dal ritmo è troppo altalenante: si passa da parti prettamente action ad altre piene di dialoghi e, in fondo, molto meno interessanti di quelle che potrebbero essere.
Joel Kinnaman è il nuovo RoboCop svedese, Made in Ikea, ma ha troppo poca personalità. Prova a inventarsi dei movimenti nuovi, quando va in giro con due pistole in mano, ma si ritrova a scimmiottare quelli di Peter Weller senza mai arrivare però a ridare un personaggio all’altezza di quello di Peter.
È anche vero che si trova a dover fare i conti con un personaggio che prima sembra un supereroe per come si muove, poi sembra un macigno con le gambe, poi sembra di nuovo un supereroe, poi lo smontano come fosse della Lego.
Gary Oldman è decisamente il migliore nel film, ma non ci si poteva aspettare di meno da lui. Sembra quello che ci crede di più e riesce a dare un po’ di personalità al suo medico.
Michael Keaton invecchiando si sta trasformando in Anthony Hopkins.
Jackie Earle Haley fa un antipatico come solo lui riesce a farlo. Ha la faccia giusta e il resto non conta.
Il resto del cast è dimenticabile… o meglio, mi vorrei dimenticare del Jack Lewis di colore al posto della Anne Lewis con la cicca in bocca e le palle sotto, che la spalla di colore ci deve sempre essere in un film con i poliziotti.
Mi vorrei anche dimenticare di un altro paio di personaggi buttati dentro per urticare i nervi dello spettatore.
RoboCop, quello nuovo è un film né bello, né brutto come lo si dipinge in giro.
Avevo sperato fortemente che fosse brutto, perché con i film brutti faccio molto più ridere che non con quelli belli. Però mi son dovuto ricredere, alla fine è solo un po’ noioso, un po’ lungo e sostanzialmente innocuo, più che inutile come ho letto in giro.
La cosa che mi fa davvero tremare è che il finale chiama il sequel.
Per fortuna ci rimarrà sempre il vecchio RoboCop di Paul Verhoeven e non bastano un paio di citazioni come la musica e “Vivo o morto tu verrai con me!” buttate nel film a caso per sostituirlo, quello è solo fanservice.
Tutti i film di cui ho parlato:
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Scritto da: MrChreddy
"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"
credo che questo lo guarderò quando lo troverò nei cestoni dell’autogrill a 2,99 euro in vhs.. :D
mi sono rivisto l’uno dopo il tuo cinema amarcord.. e avevi ragione.. a parte i difetti dell’epoca robocop è un robot.. sai che c’è dentro un uomo eppure la convinzione che sia un automa è davvero convincente..
io vedo i trailer del nuovo.. guardo gli screenshot e più che vedere uno con una tuta integrale da motociclista con attaccate delle piastre a casaccio non riesco a vedere.. non è un robot.. non è un androide.. è un cosplayer e anche fatto male.. poi mi ricrederò.. però sto saporaccio di fustini del dixan tagliati e incollati non riesco a levarmelo..
Scusa Eclissi…
ti parla uno che dell’antigiovanilismo
ne ha fatto una ragione di vita
e fosse per me, figurati,
avresti ragione da vendere
ma stavolta, purtroppo, non ci si può far nulla
e bisogna arrendersi all’evidenza:
ormai in vhs non trovi più
manco “l’uscita dalle officine lumiere”.
E’ ora di farsi forza
fare una grande festa d’addio al vecchio videoregistratore vhs
bere un ultimo bicchiere con lui
ringraziarlo degli anni fantastici passati con lui
e comprarsi un lettore dvd.
Ce tocca.
l’uno inteso come il primo e unico originale..
Fosse solo l’armatura, la moto tamarra e tutto la fuffaglia fantascientifica visiva.
Il problema è che se hai qualcosa di buono in mano, tutto ciò che stona non lo noti, oppure ti va bene. Quando invece non c’è qualcosa di buono ti attacchi a tutto e hai anche ragione.
Ma la parte visiva è la cosa meno peggiore di tutto.
Una volta, tanti e tanti anni fa,
quando io non avevo ancora festeggiato i 100 anni
il Mister ballava il Disco Inferno coi pantaloni a zampa
e Treddy spendeva 10 sesterzi di biada per andare a cavallo al cinema
c’erano le videoteche.
Ma non le videoteche in franchising, nè quelle col “bancomat” delle videocassette fuori
io dico proprio quelle videoteche di una volta, quelle che ci gironzolavi per ore, con la suddivisione per categorie:
“azione”
“commedia”
“horror”
“drammatico”
tendina a fili di ciniglia
“porno”
ecc.
Erano i tempi in cui scoprivi lì le nuove uscite,
non c’era gugol
non c’era uichipedia
e non c’erano manco le faccine
C’era il tizio della videoteca che
non era un eminenza
però i film che pigliavi li conosceva, in genere li aveva visti
e, nel suo piccolo, sapeva consigliarti…
…male.
A meno che non abitavi a losengeles e quindi il tuo videotecaro era un tizio col mento squadrato e l’attaccatura dei capelli alta
che si chiamava Quentin
e allora sì che dovevi fidarti di lui.
Oggi tutte le videoteche versano male, sono diventate automatizzate come i distributori di test di gravidanza
e quella magia s’è persa.
Con tutta questa inutile pappardella voglio semplicemente dire
che il cinema,
come un biliardo
(pallino in buca d’angolo)
di altre cose
cambia coi tempi
e tu non è che pigli e fai un remake così, a cuor leggero.
Se pigli un film
dove c’è la storia di robocop
con uno vestito da robocop
che si comporta come robocop
e che spara come robocop
non è detto che sia robocop.
Claro, tropadelit?
Concordo pienamente con te, ma sincero sincero sincero, secondo me Mr Tropadelit non ha colpe.
E’ uno dei tanti registi capaci che vuole arrivare in America per fare i film americani con i soldi, tanti, e gli effetti speciali, senza doversi sbattere 3 anni in giro per il Brasile a tirare su abbastanza dindi per girare un film con 3 minuti di loghi all’inizio.
Ma per arrivare a fare i film americani che vuole lui deve prima fare i film americani che vogliono gli altri.
Se gli dicono che RoboCop deve sembrare uscito dagli Avengers, allora lui fa così, ci mette quello che può, una buona regia, il resto lo fa fare a chi vuole pensare.
Il tuo discorso va bene per i produttori che sfruttano il nome per fare un film che sicuramente incassa, senza sforzo e senza offendere nessuno, ci mancherebbe.
Purtroppo i Verhoeven non ci sono più, come le videoteche di una volta.
Premesso che non ho visto nè tropa de elite
(m’è sfuggito, la trama mi solletica)
nè Robocopnuovo
quindi non posso sapere di che stiamo parlando, pertanto non entro nel merito.
Ma, fosse pure il nuovo Stanley Kubrick,
io non concepisco il principiodel:
sono un artista coi controcacchi
ma per fare film comedicoio
devo farmi il marchettone comediconoglialtri
no, perché
(e qui parte il flame, già lo so)
ritrovarsia parlare della poetica di robocop
è un attimo
e m’è già bastato lambiccarmi il cervello
per capire
che cacchio fosse la poetica di batman
artifizio mentale
per non dire che Nolan s’era messo a fare le commercialate
(per tacere il fatto che poi s’è messo nella produzione e soggetto
di Man of Steel,
ma si fa finta di niente, per carità).
Non sto parlando di poetica né di niente di artistico.
Sto solo dicendo che in America funziona così, se vuoi dirigere film negli USA, e sei straniero, devi avere già un film distribuito da quelle parti.
Io, fossi stato in Padilha, probabilmente avrei fatto la stessa cosa e mi sarei venduto pur di fare e provare ad entrare in quel mondo.
Può essere opinabile e sicuramente non tutti farebbero la stessa cosa (non ci credo davvero in ciò che ho appena detto, lascio solo il beneficio del dubbio), però non condanno nessuno che fa così. Al massimo condanno chi può evitare e lo fa lo stesso.
Poi se stiamo a parlare di arte, beh, non mi sembra proprio il filone di questo film né del 99% dei film che escono. Il cinema è industria, investe soldi per guadagnare altri soldi, solo una piccolissima parte, e chi se lo può permettere, lo fanno per fini artistici.
No, ma infatti non mi riferivo a ciò che dicevi tu.
Il mio è un ragionamento generale.
Il problema è che si salta alla conclusione che:
film artistico = bel film.
No.
Un film può essere bello, accattivante, commerciale e figo
e te ce puoi divertì un mondo.
Ma non è detto che sia arte.
Mentre un altro film può essere una cagata pazzesca (cit.)
ed essere artistico.
E allora se vuoi fare l’artista devi essere coerente
sennò non lo sei
Punto.
O almeno, quel film non lo è. Perché l’hai fatto per guadagnare
che è diverso dal guadagnare per averlo fatto.
Secondo me,
e ribadisco: secondo me
se si fa confusione su questo punto
poi si arriva a sbatterci dentro l’arte
in tutto ciò che ci piace
e si inizia a distribuire poetica
come le carte della scopa.
P.S.
Stasera ho visto il Sospetto
di Vinterberg
bellissimo e scioccante
anche se ricorda un pelino troppo
“il dubbio”.
Nuuuuuooooooo non ci credo!!! … io stasera ho visto il Dubbio. Finita ora la visione!
Treddy, mi viaggi in ritardo.
E’ uscito da un pezzo, ormai.
Devi cercarti un cinema più vicino
mi sa.
Il sospetto è stupendo, secondo me molto più bello de il dubbio. ;)
Perfettamente d’accordo,
però rimane che il soggetto è praticamente identico.
Poi, vabbè, il sospetto è girato mille volte meglio
(considerando anche che ha a disposizione attori molto meno blasonati).
Forse non concordo troppo sull’utilizzo del “tema forte” come tema centrale e non come espediente.
In Festen il tema emotivo era solo un espediente, qui invece serve a darti il cazzotto nello stomaco e farti empatizzare col protagonista.
Parere mio, eh.
Sora,
almeno tu
l’hai visto Nebraska?
Se sì, concordi che è fantastico?
Se no, te lo straconsiglio.
Talmente tanto che
se ci vai
e non ti piace
o ti piace appena
giuro solennemente
di non andare mai più OT
Appendo al chiodo
il cappello
da Mago di OT.
Errata corrige
Se ci vai…
…a vederlo al cinema
mica in Nebraska.
Ma s’era capito, no?
Tu che giuri di non andare mai più OT è incredibile!!! O_O
No Nebreaska non l’ho visto, ma a questo punto cerco di rimediare.. per quanto riguarda gli attori blasonati, calcola che per me Mikkelsen è uno dei migliori attori in circolazione.
Uahahahaha, te che non vai OT non ci credo nemmeno se lo vedo! :P
A me Il Dubbio non era dispiaciuto quando uscì al cinema, ma più per le interpretazioni che per il film in sé.
Adesso vedo di recuperare Il Sospetto.
Comunque concordo con te sul film artistico e commerciale. :)
Mi hai fatto piangere con la storia delle videoteche. Siamo noi che veniamo trasformati in Robocop, noi e le videoteche. Sono stanco … veramente stanco di tutto questi; ormai sono come il pazzo in “Qualcuno volò sul nido del Cuculo”: finirò la mia esistenza così .. i’m tired .. i’m tired
Siamo tutti un po’ stanchi… tutti, tutti tutti :)
Fa così Chreddy (se l’hai già fatto, fai finta che non ho detto niente) un articolo per i migliori remake … comunque gracias, per me 8 euro sono troppi per un film così ..
… passo.
Mi pare che qualcosa sui remake l’avevo fatta, però ora studio un post ad hoc, visto che me lo chiedi.
Il problema è che non ho una conoscenza così enciclopedica, né ho visto tutto quello che avrei dovuto vedere… :P
Nn era sui sequel? :D
Non mi ricordo, mi sembra fosse proprio sui remake, nel week end cerco :P
Man mano che leggevo il post, aumentava in me la consapevolezza che quando mi accadrà di vedere questo orrore su sky soffrirò come un cane bastonato, perchè è vero, le occasioni sprecate fanno più rabbia delle invereconde cagate.
Nello specifico, da amante del sci-fi, amo molto il tema dell’ibridazione uomo-macchina… qui buttato al cesso senza una specifica presa di posizione. Ogni tanto la gente dovrebbe avere le palle di esprimere la propria opinione..
A questo punto mi tocca rigiocare a Deus Ex: Human Revolution, lì almeno si sollevano importanti dubbi sull’etica della cybertronica.
Povero Paul… lo stanno stuprando in ogni modo.
Eh, purtroppo è tutto buttato alle ortiche proprio per la non volontà di esprimere un’opinione che possa dar fastidio a chiunque.
Sì, rigiocati Deus Ex :D
Incuriosito e solleticato, ho provato a vedere tropa de elite.
Ho spento dopo mezz’ora.
Io difficilmente interrompo la visione di un film.
Ma è un film quello?
Secondo me no.
E’ un pasticcio e basta.
Sempre secondo me, eh.
La telecamera farebbe venire la chinetosi
pure a un Capitano di Vascello.
Il montaggio è una roba brutta, pessima, dozzinale
schifosa.
Le voci si sovrappongono, non si capisce un cazzo
la storia è banale, insulsa, inutile, irritante.
La trama è caotica.
La fotografia fa sembrare che allo schermo hai messo il brightness al massimo.
Volevo andare a vedere Robocop,
ma se il meglio che ha fatto questo regista
è sta roba qua.
Mah…
Peccato.
Comunque Robocop è più canonico come film.
Mi basta sapere che è un film,
ecco.
Il resto è grasso che cola.
Se il RoboCop di José Padilha vuole essere lo specchio dei tempi, l’esperimento è perfettamente riuscito.
Forse il remake-non remake più riuscito che io abbia mai visto.
Sono rimasto piacevolmente sorpreso. L’errore che lo ha stroncato lo hanno fatto i “critici”, paragonandolo all’unico vero RoboCop
Mah, più che i critici, penso siano proprio i produttori ad aver accomunato i due RoboCop.
Credo che se lo avessero chiamato, chessò, il Super Poliziotto Cibernetico, forse l’avremmo preso un po’ tutti in un modo diverso.
Comunque alcune cose sono piaciute anche a me, altre meno, molto meno.
Si beh con questo non voglio dire che sia eccelso, ci sono delle parti che mi hanno fatto inorridire, ma sono rimasto comunque stupito. Mi aspettavo una gran merda, e invece ho avuto un “è bravo, ha le idee, ma non si applica”