Monster University, il lento risveglio della Pixar

Sono passati 12 anni dall’uscita del primo Monster & Co., dodici anni.

Vuol dire che chi l’ha visto quando aveva 6 o 7 anni ora è maggiorenne, ha la patente, o la sta facendo, litiga con i genitori che l’hanno portato al cinema un giorno sì e uno no, si fa le canne e probabilmente non gliene frega più niente di Mike e di Sulley.

Voi vi ricordate cosa stavate facendo dodici anni fa quando uscì Monster & Co.?
Io un pochino sì. Mi ricordo che erano i primi mesi di una mia lunga storia d’amore e che è stato uno dei film che siamo andati a vedere perché allora, quando uscivi, dovevi trovare qualcosa da fare prima di infrattarti da qualche parte.
Non che non sapessi cosa fosse la Pixar, visto che ci son cresciuto con loro, però non mi aspettavo di vedere il capolavoro che ho visto.

Ora, dopo dodici anni, ironia della sorte quella stessa storia d’amore si è appena conclusa, proprio quando Mike e Sulley tornano sullo schermo con Monster University, il prequel di quel mitico film.

Quanti film dopo dodici anni possono permettersi di essere ancora appetibili per un sequel? Me ne vengono in mente davvero pochi. Anche perché in tutto questo lasso di tempo la gente cambia, cresce. Un personaggio potrebbe essere passato di moda o non avere più niente da dire.
D’altronde, in tutto questo tempo, il mondo è profondamente cambiato, sono successe troppe cose brutte per riderci sopra, come insegnava il vecchio Monster & Co.. La strategia della paura, nel nostro mondo mostruoso, non è mai stata rimpiazzata da quella della risata e, anzi, ora abbiamo ancora più paura.

Evidentemente alla Pixar, e alla Disney soprattutto, pensano che quel Monster & Co. sia ancora così ancorato nella mente e nel cuore della gente che un sequel/prequel può convincerli ad aprire il portafoglio per tornare al cinema.

Io, ad essere sincero, sono andato al cinema aspettandomi l’ennesimo sequel senza arte né parte fatto per sfruttare l’effetto nostalgia di un film che è rimasto nell’immaginario collettivo, soprattutto per via delle ultime perfomance della pixar, come Cars 2 e Ribelle – The Brave.

Ti sembra questo il momento di riposare?! Non hai fatto una ceppa per 12 anni, stai su che la gente ci guarda!

Invece mi son dovuto ricredere, stavolta la Pixar si è messa di buzzo buono e qualche idea l’ha tirata fuori per fare Monster University.
Me li vedo lì tutti intenti a riguardarsi i film sui college, come La Rivincita Dei Nerds, Animal House, Porky’s e tutti gli altri, tentando di capire se questi film potevano funzionare senza tette, droga, parolacce e John Belushi.
In effetti possono funzionare con qualche accortezza, cambiando la comicità pruriginosa con gag slapstick e personaggi demenziali. Ottime anche le citazioni ai suddetti film, con una spruzzata di Carrie – Lo Sguardo Di Stana un po’ telefonata, ma dalle conseguenze esilaranti.
È proprio la parte comica, personaggi compresi, che funziona a meraviglia ed eleva il film dalla piatta massa dei cartoni in CGI che c’è in giro e in cui erano finiti anche gli ultimi lavori della Pixar.

Monster University non è Monster & Co. né uno dei vecchi lavori della Pixar. A tratti ci si avvicina, il loro stile fa capolino in una manciata di scene, ma per il resto latita. Un ottimo passo avanti per tornare all’eccellenza di un tempo, ma, almeno a me, fa ben sperare e mi mette la voglia di vedere i prossimi film.

Memorabile soprattutto una delle sequenze finali prettamente horror, dove si fa del gran cinema, dissezionando i meccanismi della paura nei film proprio per creare tensione in una scena che ribalta chi fa paura da chi la subisce, immergendo completamente lo spettatore nella visione del nostro mondo da parte dei mostri. Finalmente spiegano egregiamente cosa provano i mostri di fronte ai bambini, che ovviamente non sono teneri e paciocchini come Boo, ma sono potenziali macchine di morte… almeno fino a che non verrà svelata la bufala in Monster & Co..
Bello anche il bridge musicale che porta dalla fine di Monster University, all’inizio di Monster Co., certo non sono i primi minuti di Up o Wall•E, ma li ricordano molto da vicino.

Ma quello è il nostro pubblico?
Minkia come sono cresciuti!

Dan Scanlon è alla sua opera prima come regista Pixar, prima di questo film aveva scritto il primo Cars e diretto un corto, ma se la cava benissimo fondendo i diversi registri del film, i moltissimi personaggi e con un paio di trovate di regia davvero ben riuscite.
Proprio sul fronte visivo c’è fin troppo da vedere su schermo per apprezzare il film in tutta la sua magnificenza. I particolari si sprecano, dai movimenti dei mostri, all’ambiente curato in maniera maniacale, con punte di fotorealismo incredibili, ma dalla Pixar non ci si poteva aspettare di meno su quel fronte.

Questa volta il protagonista indiscusso è Mike Wazowski con il suo disarmante ottimismo e la sua incontenibile voglia di vedere il lato buono di ogni cosa, con Sullivan relegato al ruolo del bullo pieno di sé che fa da spalla comica, comunque molto riuscita. La morale è un po’ triste. Il film, in sostanza, parla dell’accettazione di sé e di come a volte si inseguono sogni irrealizzabili, troppo al di fuori della nostra portata, per cui noi non siamo tagliati.
Una dura lezione che ho imparato quando ho capito che non sarei mai potuto diventare la prima ballerina alla Scala di Milano. Sigh!

In ultimo due parole sul corto L’Ombrello Blu che accompagna Monster University.
Un corto poeticamente inutile, banale, che serve solo a mostrare i muscoli con della CGI fotorealistica di oggetti inanimati. Un puro esercizio di tecnica.
Certo, è una storia d’amore tra due ombrelli, qualcuno potrà trovarla romantica e poetica e tutto quanto, ma è fumo negli occhi, non c’è niente di nuovo da vedere, L’Ombrello Blu è ben lontano dalla vera poesia de La Luna, che accompagnava Brave, per esempio.

Curiosity kills the cat:

La curiosità di Monster University e Monster & Co. è che Mike Wazowski nel primo film dice che lui e Sullivan si conoscono dalle elementari, invece si sono conosciuti all’università.
Stavo per dare fuoco al cinema quando me ne sono accorto, certi errori di continuity sono intollerabili!

 

 

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Scritto da: MrChreddy

"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"

11 pensieri su “Monster University, il lento risveglio della Pixar

  1. Sai che Monsters & Co.
    (il primo, dico)

    non l’ho visto?

    M’hai messo la curiosità addosso…

    Cosa facevo io dodici anni fa?
    Mi perdevo Monsters & Co.

  2. E io che volevo riguardare Monster & Co. e invece devo andare dal commercialista. A proposito di sogni irrealizzabili per cui non siamo tagliati…

  3. Mi spiace per la tua storia d’amore. Persa la mia, non reggo più sentire andare male quelle degli altri. Ma finalmente una bella notizia. Anzi DUE!! non sapevo del corto di BRAVE che, appunto, avendo sentito che era una boiata, non sono andato a vederlo. L’ho visto da amici su SKY, e infatti… che spreco. Ora però dovrò recuperare il corto.

    L’altra bella notizia è quella di Monster & Co. University che andrò a vedere, se riesco, appena posso. Tra Cars, Cars 2 e Plane (che verrà, Dio ce ne scampi) e Brave, non se ne poteva più. Del Primo Monster sono tuttora innamorato e al suo Corto al Cinema, ricordo, avevo le lacrime dal ridere. Monster è un film profondo, più ancora di quel che si crede tra quelli che hanno letto tutti i suoi piani “sottili”. Pochi sanno che è ispirato ai Rettiliani, ma questa è un’altra storia. Comunque: quando nel finale sui si affaccia alla porta ricostruita e si sente la voce fuori campo della bambina che chiama Sullivan con il nomignolo “gatto” … ti si stringe il cuore come poche volte i film te lo fanno stringere…

    • Il Corto prima di Brave mi pare che sia nel dvd numero 2 dei corti Pixar uscito qualche mese fa.

      Però non illuderti, questo Monster University non è ai livelli del primo Monster & Co., è decisamente meglio degli ultimi film, ma siamo lontani dalla qualità dei vecchi lavori Pixar. Non parlo di grafica. :)

      • Avevo capito che non parlavi di grafica :) ormai ti conosco. Spero di saperti a dire presto. Bene per la dritta dei corti; un caffè.

  4. Li ho visti entrambi.

    Monsters & Co. non mi è piaciuto granchè,
    il solito cartone trito e ritrito.

    Monsters University, invece, l’ho trovato grandioso.
    Erano aaaaaaanni
    che non vedevo un cartoon così maturo

    ragionato
    costruito

    pensato.

    Uno dei pochi, rarissimi, film Pixar-Disney o quel che è
    che non tratta il proprio pubblico

    (presumibilmente bambini)

    come dei contenitori di boiate.

    Messaggi chiari, precisi, veritieri.
    Non c’è talento o università che tenga

    si parte dal basso.

    No, perché, non so se qualcuno l’ha notato
    ma i cartoni, da piccoli,
    ci han riempito di messaggi ipertrofici

    per cui noi credevamo,
    da piccoli ma anche ora

    di poter fare tutto
    per grazia ricevuta.

    Holly e Benji vincevano le partite negli ultimi 4 secondi?
    Bene allora anche noi ce la possiamo fare.

    E poi quando perdevi le partite 10-0
    la delusione era doppia.

    Invece qui il messaggio è positivo
    ma molto maturo.

    Il tutto in un film imprevedibile e misurato.
    Una pietra miliare, secondo me.

    Ma ci voleva tanto?

    Well done, Pixar

    • Sul messaggio di MU concordo con te, finalmente un film per bambini più realistico, su Monster & Co. invece no, non mi pare un cartone trito. Forse la sua età influisce, forse è il messaggio buonista che non te lo fa apprezzare, però a me piace molto. :)

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