Noah, mancano comunque i due Leocorni

Noah

Questo week end ho visto un paio di film.

Oggi parlo di Noah, il film biblico che, a quanto pare, ha fatto incazzare un po’ tutti: religiosi, teologi, scienziati, e pubblico. Un bell’ein plein, non c’è che dire, ma secondo me è a ragion veduta.

Dato l’argomento fortemente religioso del film, si rischia che si finisce a fare a botte. Io ne parlo come mi viene da parlarne e chissenefrega, spero di non offendere troppo nessuno con l’ironia che userò.
Se foste stati dentro la mia testa mentre guardavo il film, vi sareste fatti un sacco di risate. Io ho riso molto. Non per gli argomenti, ma per la messa in scena.

Finito il piccolo disclaimer, passo direttamente al post avvertendovi che ci sono dei piccolissimi spoiler. Fermo restando che si parla della storia di Noè, che dovrebbe essere ben nota a tutti.

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The Lego Movie mattoncini e citazioni

The Lego Movie

Ci sono periodi in cui non escono tanti film e periodi come questo, a ridosso degli Oscar, che ne escono un fottio, tanto che mi sento nell’imbarazzo della scelta e devo sceglierne alcuni, tralasciandone altri.

Sarei potuto andare a vedere Pompei, ma ho scoperto che non è un porno al passato remoto, bensì una specie di Il Gladiatore + Titanic + il Vesuvio, niente per cui valga la pena spendere 8 euro a mio avviso.

Quindi ho ripiegato su un film più Nerd come The Lego Movie, rimandando a martedì Saving Mr. Banks la storia veramente favolizzata di come Walt Disney convinse P.L. Travers a concedergli i diritti di Mary Poppins per fare un film.

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Maratona Berserk con embolo

Maratona Berserk poster

E’ stupefacente scoprire che le Bestie da Cinema sono proprio ovunque.
Io pensavo di aver toccato il fondo dopo aver visto Only God Forgives in presenza di una coppia sulla cinquantina completamente ubriaca che si impegnava, tra una risatina e l’altra, a generare un figlio proprio tre poltrone alla mia destra.
Questa settimana però sono andata alla Maratona Berserk (a breve spiegherò cos’è) e ho scoperto che non c’è limite al peggio. Partendo dal presupposto che quella era una proiezione speciale, due spettacoli da tre ore l’uno in un’unica giornata (che poteva essere il 14 o il 15 ottobre a seconda del cinema) in pochissime sale selezionate, davo per scontato che fosse impossibile trovare in sala dei Figli Speciali di Gesù e invece, finisco sempre col ricredermi. Si, ok, in alcuni momenti è scappata la risatina pure a me per i motivi che di seguito spiegherò, ma in tutti i casi non riuscirei mai a ridere continuativamente per tre ore, non avrei il fiato necessario. Probabilmente morirei strozzata. Quello che conta è che a queste bestie non è successo e io ho visto tutte le tre ore di proiezione con sonore risate di sottofondo (che poi, essendo sonore, tanto di sottofondo non erano).
Siete fortunati che non mi è esploso il cervello, altrimenti non sarei qui a raccontare. Ma torniamo a noi. Continua a leggere

Monster University, il lento risveglio della Pixar

Sono passati 12 anni dall’uscita del primo Monster & Co., dodici anni.

Vuol dire che chi l’ha visto quando aveva 6 o 7 anni ora è maggiorenne, ha la patente, o la sta facendo, litiga con i genitori che l’hanno portato al cinema un giorno sì e uno no, si fa le canne e probabilmente non gliene frega più niente di Mike e di Sulley.

Voi vi ricordate cosa stavate facendo dodici anni fa quando uscì Monster & Co.?
Io un pochino sì. Mi ricordo che erano i primi mesi di una mia lunga storia d’amore e che è stato uno dei film che siamo andati a vedere perché allora, quando uscivi, dovevi trovare qualcosa da fare prima di infrattarti da qualche parte.
Non che non sapessi cosa fosse la Pixar, visto che ci son cresciuto con loro, però non mi aspettavo di vedere il capolavoro che ho visto.

Ora, dopo dodici anni, ironia della sorte quella stessa storia d’amore si è appena conclusa, proprio quando Mike e Sulley tornano sullo schermo con Monster University, il prequel di quel mitico film.

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Pixar, la storia di come ha rivoluzionato l’animazione

Se c’è una casa di produzione il cui nome, abbinato ad un film, mi fa alzare il culo dal divano per fiondarmi al cinema è sicuramente la Pixar.

Quando si parla della Pixar, e dei suoi prodotti faccio, una fatica bestia a rimanere obiettivo e, allo stesso modo, non posso più vedere un “cartone animato” senza paragonarlo a quelli della società di Lasseter e Co. e , quasi sempre, i prodotti delle compagnie rivali ne escono con le ossa rotte.

In 25 anni di storia cinematografica la Pixar non ha mai deluso, se non nell’ultimo periodo.

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“The Amazing Spider-Man”, divertente, ma non così amazing come poteva essere

La sensazione che avevo aspettando questo “The Amazing Spider-Man” era quella che a nessuno fregasse molto di questo film. Invece ieri sera la sala dell’Arcadia di Melzo era gremita in ogni ordine di posto, come fosse l’intera Arca di Noè piena di Bestie da cinema al gran completo. Non mancava proprio nessuno all’appello, nemmeno quelli che appena partono i titoli di coda si alzano e poi rimangono sulle scale o in piedi in mezzo alla palle per vedere la scena aggiuntiva durante i titoli di coda. Quindi fate i bravi e aspettate quei 30 secondi prima di alzarvi, quando andrete a vederlo.

In effetti, dai discorsi carpiti senza nemmeno troppa fatica visto che la gente è portata ad urlare come al mercato del pesce, molti non hanno capito il perché del reboot e si chiedono come mai ricominciare da capo. Lo spiegherò in fondo al post, prima parlo del film, ovviamente evito gli spoiler che lascio all’ultima parte debitamente segnalati, quindi non vi preoccupate, non rovino niente del film.

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