La miseria umana in Tv

La miseria in Tv

Lo so che oggi vi aspettavate un Nuovo Cinema Amarcord, ma purtroppo le pizze del film non sono arrivate e quindi niente, questa settimana salta.
In sostituzione scrivo un post che non c’entra niente con il blog ed è pieno di quelle mie considerazioni così squisitamente superficiali e qualunquiste.

La situazione sociale ed economica odierna la conosciamo tutti: siamo nella merda.
La televisione è lo specchio dei tempi in cui viviamo. Non parlo della Tv di stato come Mediaset o la Rai che continua imperterrita a dare programmi accomodanti e allegri che servono a tenere buone le coscienze della gente comune. Non parlo nemmeno di Sky che è una televisione fatta per i 5 milioni di italiani che possono o vogliono permettersela.

Parlo della televisione che sembra all’apparenza innocua, ma che con il suo palinsesto dice molto di più su questo momento storico di quanto faccia un qualsiasi telegiornale: il digitale terrestre.
In particolare parlo degli unici 3 canali che guardo in quei momenti in cui non ho a disposizione una qualsiasi puntata di un qualsiasi telefilm: Cielo, Real Time, DMax.

Questi tre canali continuano a trasmettere programmi che ad una prima occhiata sembrano una roba, ma poi, se ci si sofferma un attimo a pensare e ad analizzarli, mettono in scena il grado di miseria che stiamo raggiungendo. Ed è agghiacciante.

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La maledetta pubblicità in Tv

Si sa, la pubblicità è l’anima de li mortacc… del commercio. Ogni prodotto, ogni marca, ogni cosa immessa sul mercato viene pubblicizzata in tv, alla radio, al cinema, sui giornali, per strada, al telefono, nei videogiochi, in mail, ovunque. Manca solo che riescano a trasmetterci della pubblicità pure mentre dormiamo e poi potremmo avere delle interessantissime discussioni del tipo: “Oh, ma sai che stanotte ho sognato che l’adesivo per dentiere sta a metà prezzo?“… che non sarebbe male se poi ci si potesse fare qualche tipa delle pubblicità. Io firmerei per avere pubblicità di intimo femminile nei miei sogni tutte le notti.

Ma non è dei miei sogni e desideri che volevo parlare, bensì della pubblicità stessa.

Per farla bisogna studiare, diventare scienziati del “plagio per rottura di coglioni“. Sì, perché la pubblicità funziona così, continuano a propinarcela finché non penetra a fondo nel cervello e si instaura dentro come il verme nella mela, poi, mentre siamo al supermercato, persi tra i pannoloni per adulti e la crema per le emorroidi, ecco che vediamo un colore, un disegno, una boiata qualsiasi e TAC! ci torna in mente la fottuta canzoncina o lo sketch o il motivetto e HOP! ci viene una voglia irrefrenabile di comprare il Whiskey invecchiato 460 anni in botti di rovere, mentre i cowboy giocavano a tirarsi i tappi in faccia a vicenda.

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“HomoLAGmachia”, l’antica sfida tra l’uomo e il LAG

LAGGAQuando qualcuno si mette al pc o impugna il pad per qualche partita online pensa che il nemico da battere sia un giocatore sconosciuto di un qualche paese straniero. Niente di più sbagliato, il vero nemico è molto più subdolo e si annida ovunque, nella connessione internet, nei cavi nelle connessioni tra pad e console, console e Tv, peggio dei nemici dell’igiene, ed è il LAG.

Avevamo già spiegato nel nostro Nerdabolario cosa è il LAG, ma, per una serie di post che pubblicherò prossimamente, è meglio approfondire l’argomento. Anche perché c’è ancora molta gente all’oscuro di questa piaga questo problema, che infesta le nostre partite online e spesso anche quelle offline. Schiere di giocatori ignari che si buttano in partite già perse in partenza a causa del LAG, gente che, frustrata senza sapere il vero motivo della loro noobbaggine incapacità, abbandona i videogiochi e poi finisce male, si dà alla droga o, peggio, finisce a fare l’impiegato alle poste. Certo altri sono proprio scarsi in generale, quindi a loro, con questo post, fornirò una buona scusa per giustificare le loro pessime statistiche e le loro patetiche prestazioni al gioco.

Quindi cominciamo il nostro viaggio alla conoscenza del LAG, sperando di non annoiarvi troppo, a tale scopo mi farò aiutare dal cagacazzo dall’Omino Delle Domande (ODD) che alberga in me. Tra l’altro il post è un po’ lungo, però non è che dovete lavorare per forza, è lunedì mattina, prendiamocela con calma, no?

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