Long Wei, il Kung Fu cinese a Milano nei fumetti

Oggi parlo di qualcosa di completamente diverso, ossia del nuovo fumetto, tutto italiano, su arti marziali e cinesi a Milano: Long Wei.

Long Wei lo aspettavo da un po’, perché la pressante campagna pubblicitaria virale autoprodotta e autorealizzata, con adesivi appiccicati in giro per la città, numeri 0 abbandonati di qua e di là per il primo che lo trovava, candid camera e tutto il resto, mi aveva incuriosito parecchio.
Il numero 1 sarebbe dovuto uscire a marzo, poi invece è slittato a fine maggio e, finalmente, settimana scorsa è uscito. Avrei dovuto prenderlo all’ultimo Cartoomics, ma erano finite le copie e mi sono dovuto accontentare del numero 0, gentilmente regalatomi da uno degli autori con tanto di autografo e dedica.

Purtroppo per trovare il numero 1 ho dovuto girare ben sette edicole, le prime sei non lo avevano finito, non sapevano nemmeno cosa fosse, alla settima era arrivata solo la copia che ho preso io.
Un po’ poco, a mio avviso, perché l’esperimento è davvero intrigante e merita di avere una chance.

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Come “Tomb Raider” ha tentato di cambiare il cinema americano

Il mio amico Ultimate Jar-Jar Binks è un bastardo.

È un bastardo perché ha un’aria flemmatica e tranquilla, ma è un fine analista e osservatore di tutto ciò che lo circonda, nonché del nerdoverso e quando poi apre bocca per dire qualcosa, a me si apre un mondo di cose che non avevo notato.

Così una sera stiamo andando a bere una birra e mi fa: “Per il tuo blog dovresti scrivere qualcosa su Tomb Raider, il film con la Jolie.

Io: “E perché mai?

Lui: “Perché ho notato ‘questa cosa’… facci caso.

Ho fatto mente locale ed era vero. In realtà inconsciamente l’avevo notato pure io, perché quando penso a quel film mi viene in mente una cosa sola. Ma non avevo elaborato quella intuizione a livello conscio, mentre Ultimate Jar-Jar Binks sì e per colpa sua mi son dovuto rivedere tutto il primo Tomb Raider per scrivere questo post, fare gli screens e condividere con voi il modo in cui Tomb Raider e il suo regista hanno tentato di ridefinire il cinema americano come lo conosciamo.
Quindi anche per voi Ultimate Jar-Jar Binks sarà un bastardo.

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