Tekken Tag Tournament 2 provato e intervista a Katsuhiro Harada

Settimana scorsa, mercoledì 4 luglio, nella canicola milanese, si è tenuto un incontro di presentazione dei prossimi giochi Namco, tra i quali, il più interessante e atteso, era Tekken Tag Tournament 2 ( TTT2 d’ora in poi) versione console.

Grazie a Tekken-Italia, la più grande community italiana e punto di riferimento del famoso brand, sono riuscito a infiltrarmi all’evento e provarlo in anteprima.

C’era un embargo su tutto quanto visto e detto fino al 9 luglio alle 15.30, quindi solo oggi posso riportare le mie impressioni e allegare l’intervista che ci ha concesso Harada in persona.

Prima di leggere il post volevo ringraziare lo staff di Tekken-Italia, Silver, Enheas, Padsi e Venom, e gli altri giocatori che hanno partecipato all’evento, Dima, che mi ha dato una mano a scrivere questo post con le sue opinioni, Musashi, Ryu Hoshi e Ghirlanda, che ha intervistato personalmente Harada.

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Come “Tomb Raider” ha tentato di cambiare il cinema americano

Il mio amico Ultimate Jar-Jar Binks è un bastardo.

È un bastardo perché ha un’aria flemmatica e tranquilla, ma è un fine analista e osservatore di tutto ciò che lo circonda, nonché del nerdoverso e quando poi apre bocca per dire qualcosa, a me si apre un mondo di cose che non avevo notato.

Così una sera stiamo andando a bere una birra e mi fa: “Per il tuo blog dovresti scrivere qualcosa su Tomb Raider, il film con la Jolie.

Io: “E perché mai?

Lui: “Perché ho notato ‘questa cosa’… facci caso.

Ho fatto mente locale ed era vero. In realtà inconsciamente l’avevo notato pure io, perché quando penso a quel film mi viene in mente una cosa sola. Ma non avevo elaborato quella intuizione a livello conscio, mentre Ultimate Jar-Jar Binks sì e per colpa sua mi son dovuto rivedere tutto il primo Tomb Raider per scrivere questo post, fare gli screens e condividere con voi il modo in cui Tomb Raider e il suo regista hanno tentato di ridefinire il cinema americano come lo conosciamo.
Quindi anche per voi Ultimate Jar-Jar Binks sarà un bastardo.

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Nuove Console – Retrocompatiblità – Usato = Rettocompatibilità totale!

Rettocompatibilità

Qualche giorno fa mi è capitato di leggere un post, su uno dei soliti siti dedicati ai videogiochi, in cui si diceva che Jack Tretton, CEO di Sony Computer Entertainment America, non è d’accordo con la politica del blocco dei giochi usati, di seconda mano, sulle future console di nuova generazione. Possiamo dargli torto? No, assolutamente. Magari l’ha detto per piaggeria nei confronti di noi videogamer, magari l’ha detto perché ci crede davvero, o magari l’ha detto per fermare l’orda di videogiocatori imbufaliti che lo aspettano sotto casa per spaccargli le gambe, vallo a sapere… poi ha concluso dicendo che non è lui a decidere e che la casa madre Sony potrebbe pensarla diversamente… insomma Ponzio Pilato gli fa una pippa, a Tretton!
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Siti di videogame… come prenderli?

Qualche settimana fa avevo parlato delle riviste sui videogiochi e del triste destino loro riservato, schiacciate, rimpiazzate e soverchiate dai siti internet che parlano di videogiochi.

Ora è il turno di parlare dei suddetti siti. Ovviamente, come nel caso dell’altro post, sono solo mie personali considerazioni che tenevo a sviscerare e condividere… e magari sapere anche cosa ne pensano i lettori del blog… in caso ce ne fossero…

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Il Perfetto Cattivo for Dummies – Parte I

Esaurita la nostra cavalcata tra le Bestie da cinema è ora di catapultarci verso una nuova entusiasmante serie di post “istruttivi”.

Se c’è una cosa che centinaia e centinaia di film, telefilm, fumetti e videogiochi ci hanno insegnato è che fare l’eroe è una cosa pressoché impossibile. Tralasciando il fatto di avere super poteri, per il resto bisogna aver un fisico scattante e agile, riflessi sempre pronti, la capacità di sopportare centinaia di cazzotti in faccia, la battuta sprezzante e sarcastica da sfoderare nei momenti prima della morte, invece di mettersi a piangere come bambini. Senza sottovalutare la buona dose di culo che non guasta mai, soprattutto quando ci tocca saltare da un palazzo e cadere sul camion della monnezza pieno di sacchi morbidi che passa casualmente di lì…

Ma non è solo questo che abbiamo imparato… di riflesso ora sappiamo che fare il Cattivo è molto, ma molto più facile, basta seguire alcuni semplici accorgimenti ed evitare di fare un po’ di cagate classiche che ci rovineranno la giornata e manderanno all’aria i nostri diabolici piani…

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“Heavy Rain”, ‘sto gioco fa acqua da tutte le parti

Ultimamente ho notato che un sacco di gente nella mia lista amici del PSN ha ripreso in mano “Heavy Rain”, la sensazione nel vedere così tanti che ci giocano è un po’ quella di quando mangi le cipolle e ti si ripropongono quando digerisci.

Sì, perché Heavy Rain non l’ho digerito bene la prima volta che ci ho giocato… e nemmeno la seconda, giusto per prendere il platino e vedere tutti i finali…

Visto che il gioco è uscito un migliaio di “Anni Ludici” fà (un mese di vita per un gioco in single player, oggigiorno, vale come 10 anni per un uomo, se poi lo riportate da Gamestop ne vale 20 di anni) vado liscio con gli spoiler.
Quindi se non ci avete ancora giocato, se ci state giocando, se non volete sapere come finisce, leggete a vostro rischo e pericolo…

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I migliori Fan-Film di sempre – Parte IV

Pac Man The Movie

Anche questa settimana, come ogni sabato da un mesetto a questa parte, vi propongo i migliori fan-film scovati in rete.

Fino ad ora abbiamo parlato del Batman di Sandy Collora, del Robin di John Fiorella e del Lobo di Scott Lebercht.

Direi che è ora di staccarci dai fumetti per una volta e andare ad esplorare il mondo dei videogiochi portati sullo schermo del nostro pc dai fans più sfegatati.
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SCUMM Bar

Sarà la nuova, ennesima primavera che arriva, nonostante i diluvi autunnali che flagellano la mia odiata padania, però in questo periodo mi sento un po’ nostalgico. E allora voglio dedicare un post alle avventure grafiche dei meravigliosi anni ’80 e ’90 che avevano letteralmente rapito noi nerd della prima ora.

Per contestualizzare, si parla del periodo in cui George Lucas non si era ancora rincoglionito, in cui per apprezzare un gioco dovevi avere anche tanta fantasia, in cui la tecnologia informatica era ancora abbastanza agli albori, quindi era più “semplice” innovare e inventare e, a causa della limitatezza di grafica e sonoro, si puntava molto anche sulla trama e il gameplay. Continua a leggere

Riviste di videogiochi: buone per la lettiera del gatto…

Una volta parlando con un’amica è venuto fuori che lei compra ancora un mensile di videogiochi in edicola. Niente di male, io sono cresciuto leggendo riviste sui videogiochi e non solo… però quelle dei videogiochi le nascondevo meglio che non volevo mia mamma avesse paura che diventassi un criminale crescendo… più che altro ora non voglio che le sue paure erano fondate.

Ma torniamo a noi.
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“Journey” il viaggio di una vita

Se c’è una cosa che adoro della PS3, o meglio della Sony Computer Entertainment, è che propone, più di ogni altra casa, cose originali, mai viste o anche già viste, ma totalmente nuove, rivoluzionate. Gioielli sperimentali come “Little Big Planet“, che a vederlo da lontano sembra un platform sui generis, poi a provarlo si apre un mondo fatto di inventiva personale e fantasia, la cui unica limitazione è la voglia che abbiano noi nell’imparare a costruire e che invece che subire il gioco contribuiamo a crearlo.

Così tra un esperimento e l’altro ogni tanto, raramente purtroppo, esce un gioco che si distacca totalmente dai “giochi” comuni. Dove “distacca” significa che non c’entra proprio niente con i soliti sparatutto per bimbiminkia assatanati. Che è così diverso che forse non è nemmeno un gioco e il viaggio che si deve intraprendere è più dentro di noi che dentro la console.

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